Riso (espressione emotiva): differenze tra le versioni

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[[File:Two people laughing.jpg|miniatura|Persone che ridono]]
Il '''riso''' è una reazione [[sistema nervoso|nervosa]] che si manifesta nel comportamento [[Homo sapiens|umano]] in diverse circostanze.
In genere si tratta di una risposta [[emozione|emotiva]] di fronte ad un'esperienza [[comicità|comica]] o a sensazioni intense di allegria, [[piacere]], [[benessere]], [[ottimismo]]. Tuttavia, il riso può avere anche un ruolo di sfogo di emozioni di natura opposta, come la [[tristezza]] e la [[Ira (psicologia)|rabbia]]; in tal caso, nel linguaggio comune, si parla di "risata nervosa" o "isterica". Possono stimolare il riso anche cause fisiche, a prescindere da qualunque contesto emotivo: per esempio il [[solletico]] o l'[[Respirazione (fisiologia umana)|inalazione]] di [[ossido di diazoto]] (chiamato per l'apheappunto "gas esilarante").

Il riso si presenta come una modificazione del [[Respirazione (fisiologia umana)|ritmo respiratorio]], con sospensione dell'[[Respirazione (fisiologia umana)|aspirazione]], scosse che si ripercuotono nella [[laringe]], contrazioni concatenate di molti [[muscolo|muscoli]] (in particolare [[Viso|facciali]] e [[addome|addominali]]), scopertura dei [[denti]] e, talvolta, [[lacrimazione]].
 
Se per "riso" si intende in generale la facoltà di ridere, la singola espressione emotiva è detta '''risata'''.
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È stato appurato che i bambini ridono molto di più rispetto agli adulti: un bambino ride in media circa 300 volte al giorno rispetto ad un adulto medio, che ride solo circa 20 volte al giorno; tuttavia, questo dipende dal carattere di ogni persona. Infatti, secondo alcuni studi, l'inizio dell'età adulta provoca un cambiamento graduale che approda in una maggiore serietà e una minore propensione alla risata.<ref>{{Cita web|url=http://www.aath.org/do-children-laugh-much-more-often-than-adults-do|titolo=Do Children Laugh Much More Often than Adults Do?|accesso=11/06.2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130630085122/http://www.aath.org/do-children-laugh-much-more-often-than-adults-do|dataarchivio=30 giugno 2013|urlmorto=sì}}</ref> La risata può essere un'espressione udibile o una manifestazione di eccitazione, provocata da una sensazione interiore di gioia e felicità che può derivare da stimoli come una [[barzelletta]] o da [[solletico]]. Alcuni ricercatori hanno dimostrato che i neonati già a 17 giorni di età emettono i suoni vocali del ridere o risate.<ref>{{cita web |url=http://www.pri.kyoto-u.ac.jp/ai/papers/ref3/kawakami2006.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=8 febbraio 2016 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110928222941/http://www.pri.kyoto-u.ac.jp/ai/papers/ref3/kawakami2006.pdf |dataarchivio=28 settembre 2011 }} {{doi|10.1016/j.earlhumdev.2005.07.011}}</ref> Ciò è in contrasto con studi precedenti che indicano la nascita della risata nei bambini a circa quattro mesi di età. Il ricercatore Robert Provine ha dichiarato: "La risata è un meccanismo che ognuno di noi ha; la risata fa parte del vocabolario umano universale. Ci sono migliaia di lingue, centinaia di migliaia di dialetti, ma tutti ridono più o meno allo stesso modo". Infatti i bambini hanno la capacità di ridere prima ancora di parlare; anche i bambini che nascono ciechi e sordi conservano tuttavia la capacità di ridere.<ref>Matthew Gervais & David Sloan Wilson, “The Evolution and Functions of Laughter and Humor: A Synthetic Approach”, ''[[The Quarterly Review of Biology]]'' 80.4 (2005): 395-430.</ref>
 
Provine sostiene che "La risata è una vocalizzazione primitiva ed inconscia" e afferma che ha una base probabilmente genetica. In uno studio chiamato "Giggle Twins (gemelle ridacchianti)", che riguardava due gemelle separate alla nascita e riunite solo 43 anni dopo, Provine riporta che "fino a quando non si rincontrarono, nessuna di queste due signore, eccezionalmente felici, aveva conosciuto qualcuno che ridesse tanto quanto loro", nonostante i loro genitori adottivi fossero "poco espansivi e austeri." Il ricercatore asserisce che le gemelle "avevano ereditato [geneticamente] alcuni aspetti del proprio modo di ridere, di prontezza alla risata e forse anche il particolare tipo di umorismo."<ref>{{Cita web |url=http://men.webmd.com/features/why-do-we-laugh |titolo=WebMD 2002 |editore=Men.webmd.com |data= |accesso=11 giugno 2013 |dataarchivio=22 dicembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111222093933/http://men.webmd.com/features/why-do-we-laugh |urlmorto=sì }}</ref>
 
[[Norman Cousins]] ha sviluppato un programma di recupero che incorpora megadosi di [[vitamina C]], insieme ad un atteggiamento positivo, di amore, fede, speranza e risate indotte dai [[film]] dei [[Fratelli Marx]]. "Ho fatto la gioiosa scoperta che dieci minuti di genuine risate a crepapelle hanno avuto su di me un effetto anestetico, e mi hanno dato almeno due ore di sonno senza dolori", ha affermato Cousins, continuando che "quando l'effetto antidolorifico della risata mi passava, accendevamo di nuovo il proiettore cinematografico e, non di rado, acquisivo un altro intervallo dal dolore."<ref>Giornalista, accademico e promotore internazionale della pace, Cousins ha inoltre tenuto una cattedra presso la Scuola di Medicina dell'[[Università della California, Los Angeles]], dove ha condotto ricerche sulla [[biochimica]] delle emozioni umane, sostenendo che queste sono la chiave del successo sul controllo delle malattie. Cousins affermava ciò nonostante fosse gravemente malato di cuore, malattia che combatteva ingerendo dose massicce di Vitamina C e "addestrandosi a ridere" - cfr. [[Norman Cousins]], ''The Healing Heart: Antidotes to Panic and Helplessness'', New York: Norton, 1983. ISBN 0-393-01816-4.</ref><ref>Norman Cousins, ''Anatomy of an illness as perceived by the patient: reflections on healing and regeneration'', introd. di [[René Dubos]], New York: Norton, 1979. ISBN 0-393-01252-2.</ref>
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