Museo della Rivoluzione francese: differenze tra le versioni

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Il '''museo della Rivoluzione francese''' è un museo [[Dipartimenti della Francia|dipartimentale francese]], situato a [[Vizille]] (pronuncia {{fono|vi.zil|fr}}), in [[Isère]]. Inaugurato il 13 luglio 1984 in presenza del presidente dell'Assemblea nazionale, in occasione della ricorrenza del bicentenario della [[Rivoluzione francese]], è il solo museo al mondo completamente dedicato a questo periodo storico.
 
Tra le opere più celebri che vi sono custodite figurano ''La République française'' di [[Jean-Baptiste Wicar]], prima rappresentazione nota della [[Prima Repubblica francese|Repubblica francese]], e ''Il pittore [[Jacques-Louis David|David]] mentre disegna [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]] condotta al supplizio'' (titolo originale ''Le peintre David dessinant Marie-Antoinette conduite au supplice'') di [[Jean-Emmanuel Van den Bussche|Van den Bussche]].
 
Il museo è parte integrante del "[[Dominio (diritto feudale)|dominio]]" [[Castello di Vizille|di Vizille]], che vanta una lunga storia di conservazione artistica, ed ospita anche un centro di documentazione sul periodo rivoluzionario francese grazie al quale, acquisizione dopo acquisizione, si è guadagnato una certa notorietà internazionale<ref>{{cita web|lingua=enfr|url=https://revolutionaryresearchers.wordpress.com/2015/10/15/le-musee-de-la-revolution-francaise-and-le-centre-de-documentation-bibliotheque-albert-soboul|sito=Revolutionary Researchers|titolo=Le Musée de la Révolution française et le centre de documentation-bibliothèque Albert Soboul|data=15 ottobre 2015|accesso=28 agosto 2018}}</ref>. Tra le varie attività, il museo organizza colloqui internazionali sul tema della Rivoluzione francese.
 
== Storia del sito ==
Situato a 15&nbsp;km a sud di [[Grenoble]], lungo la storica ''[[route Napoléon]]'', il [[Castello di Vizille]] è l'antica dimora dei duchi di [[François de Bonne de Lesdiguières|Lesdiguières]]. Il capostipite di questa dinastia, [[François de Bonne de Lesdiguières]], ne termina la costruzione nel 1619 e vi invita [[Luigi XIII di Francia|Luigi XIII]] il 3 dicembre 1622, per ringraziare il monarcaringraziarlo di avergli attribuito il titolo di [[connestabile di Francia]], la più alta distinzione del regno. Dal 1716 il castello appartiene ai duchi di Villeroy, poi è proprietà della famiglia Perier dal 5 giugno 1780 al 23 dicembre 1895<ref>{{cita libro | lingua=fr| autore=AA.VV. | titolo=Inventaire des archives du château de Vizille et de la famille Périer | url=http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k3329312w/f28.item.zoom | sito=gallica.bnf.fr|anno=1985 | editore=Archives départementales de l'Isère | città=Grenoble |p=20|accesso=28 agosto 2017}}</ref>, prima di diventare la residenza estiva dei [[presidenti della Repubblica francese]] tra il 1924 e il 1972. Nel 1973, lo Stato francese cede il castello e il suo dominio al Consiglio generale dell'Isère, incaricandolo di trovar loro una destinazione culturale di prestigio.
[[File:Claude..perier.jpg|thumb|left|Claude Perier, proprietario del castello nel 1788.]]
Un evento in particolare segna la storia del castello di Vizille e determina la scelta della sua destinazione: il 21 luglio 1788, nella sala della [[pallacorda]] si tiene la [[riunione degli Stati generali del Delfinato]], a seguito della tumultosatumultuosa [[Giornata delle tegole]] del 7 giugno a [[Grenoble]]. Questa assemblea di Vizille, detta anche assemblea dei tre ordini del [[Delfinato]], è presidiata dal conte di Morges<ref>[http://pagella.bm-grenoble.fr/BMG.html?id=Bmg-0000420 ''Ritratto del Conte de Morges, presidente dell'assemblea di Vizille''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170915160744/http://pagella.bm-grenoble.fr/BMG.html?id=Bmg-0000420 |date=15 settembre 2017 }}, realizzato da Alexandre Debelle (1805-1897), su pagella.bm-grenoble.fr, cunsultato il 27 agosto 2018.</ref> ed è un evento politico decisivo per l'inizio dei moti del 1789, all'origine della Rivoluzione.
 
Altre personalità marcano in seguito la storia del castello: il 5 luglio 1799 il [[Papa Pio VI]] vi trascorre la notte su invito del proprietario Claude Perier, mentre il 7 marzo 1815 [[Napoleone]] sosta davanti al castello durante il suo ritorno dall'[[Isola d'Elba]]<ref>[https://books.google.fr/books?id=3S1UAAAAcAAJ&pg=PA184&dq=napoleon+vizille&hl=fr&sa=X&ved=0ahUKEwj0z93MwLjWAhWODBoKHbWaBcwQ6AEIMDAC#v=onepage&q=napoleon%20vizille&f=false Alexandre Dumas, ''Histoire de Napoléon'', 1840.]</ref>. Diventato sede di una stamperia, il castello subisce un terribile incendio nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1825<ref>{{cita web|lingua=fr|url=http://www.histoires-alsace.com/a-la-rencontre-dune-inconnue-frederique-la-fille-du-poete-pfeffel/|titolo=À la rencontre d’une inconnue : Frédérique la fille du poète Pfeffel|data=12 gennaio 2013|accesso=28 agosto 2018}}</ref> che si propaga anche a una parte della villa e costringe il suo proprietario, Augustin Perier, a rifare interi appartamenti. La ricostruzione è così rapida che nel 1828 vi si possono svolgere le celebri nozze tra Adolphe, il figlio di Augustin Perier, e Nathalie de La Fayette, <!-- figlia di [[Georges Washington de La Fayette]] e -->nipote del [[Gilbert du Motier de La Fayette|marchese de La Fayette]]. Quest'ultimo, assente alla cerimonia, rende visita alla nipote Nathalie solo qualche mese dopo, il 19 agosto 1829, e viene ricevuto come ospite di presigioprestigio<ref name="Lafayette">{{cita pubblicazione |titolo=Itinéraire du Général La Fayette, De Grenoble à Lyon|capitolo=précédé d'une notice historique sur cet illustre citoyen|editore=Société d'instruction Élémentaire de Lyon |città= Lyon|anno=1829|url=https://books.google.fr/books?id=2pNCAAAAcAAJ&pg=PA50&lpg=PA50&dq=Lafayette+%2B+vizille&source=bl&ots=5pYTfLEnPR&sig=uFLxlXwxaBe4PLKTIiP1qUtoCPs&hl=fr&sa=X&ved=0ahUKEwjAu9eD8qTWAhVMvRoKHSN_BZYQ6AEIRDAE#v=onepage&q=Lafayette%20%2B%20vizille&f=false |lingua=fr |accesso=28 agosto 2018}}</ref>.
 
Adolphe Perier, alla morte del padre avvenuta nel dicembre del 1833, continua l'opera di restauro del castello. Nel 1862, in occasione della successione dovuta al fallimento di Adolphe, l'amministrazione addetta alle Belle Arti classifica il castello Lesdiguières tra i [[Monumento storico (Francia)|monumenti storici]]<ref>{{cita web|lingua=fr|url=http://www2.culture.gouv.fr/public/mistral/merimee_fr?ACTION=CHERCHER&FIELD_1=REF&VALUE_1=PA00117357|titolo=Monuments Historiques > Domaine du château de Lesdiguières |data= 3 dicembre 1993|sito=Base Mérimée|accesso=28 agosto 2018}}</ref>, e Henry Fontenilliat, suocero di [[Auguste Casimir-Perier]], ne diventa l'erede. Due anni dopo, Henri Fontenilliat muore e sua figlia Camille Fontenilliat, sposa di Auguste, ne entra in possesso<ref name="Journal d'exposition">{{cita pubblicazione|curatore = Direction de la culture et du patrimoine – Département de l'Isère|titolo= Le Château de Vizille au temps des Périer, 1780-1895|rivista= Journal d'exposition|editore=Ed. Musée de la Révolution française |città= Grenoble|anno=2003|pp=10-11 |isbn=2-909170-13-6|url=https://issuu.com/isere-culture/docs/perier02/11 |lingua=fr |accesso=28 agosto 2018}}</ref>.
[[File:Vizille-chateau-Marianne.jpg|miniatura|La statua de ''La Libertà'', detta anche ''[[Marianne (allegoria)|Marianne]]'' (1888) di Henri Ding.]]
 
Nonostante la severa lezione dell'incendio del 1825 non sono statefurono prese le dovute precauzioni, e il 17 febbraio 1865 un secondo incendio danneggia irreversibilmente il castello: un'intera ala a forma di « L » è distrutta, e con essa la storica sala della pallacorda e la grande [[Galleria delle Battaglie|galleria delle battaglie]], edificata nel 1615 dal [[François de Bonne de Lesdiguières|Duca di Lesdiguières]]<ref>{{cita web|lingua=fr|url=https://augmonuments.wordpress.com/2016/05/05/le-chateau-de-vizille|sito= Monuments augmentés. Réalité augmentée et monuments historiques|titolo=L'incendie du château de Vizille|data=5 maggio 2016|accesso=28 agosto 2018}}</ref>. L'[[attività manifatturiera]] viene quindi abbandonata definitivamente.
 
Nel 1872, Camille Fontenilliat e consorte ricevono personalità di rilievo quali [[Luigi Filippo Alberto d'Orléans]], conte di Parigi, e ancora [[Adolphe Thiers]] nel 1874. Il 21 luglio 1888, nel centenario dell'assemblea di Vizille, il [[presidente della Repubblica francese]] [[Marie François Sadi Carnot|Sadi Carnot]] inaugura una [[Marianne (allegoria)|statua della Libertà]] davanti all'ingresso del castello Lesdiguières. Il piedistallo della statua dell'artista [[Henry Ding]] reca incise alcune frasi pronunciate all'Assemblea di Vizille e i nomi dei vari rappresentanti dei tre ordini del Delfinato.
 
L'idea di installare un museo nel castello Lesdiguières non è nuova: due mesi dopo l'acquisto del dominio da parte dello [[Francia|Stato francese]], ''La Dépêche dauphinoise'' del 24 novembre 1924 titolava su un museo del Delfinato al castello di Vizille. L'idea è ripresa qualche anno dopo dal medesimo giornale, nell'edizione del 6 marzo 1932, questa volta a proposito di un museo della Rivoluzione francese, ma l'edificio, nel frattempo divenuto residenza estiva dei presidenti della Repubblica, si può visitare solo in assenza del presidente. Tuttavia, con l'inaugurazione nell'estate del 1932 del percorso storico della ''[[route Napoléon]]'', una sala viene consacrata alla storia del castello<ref>{{cita pubblicazione|curatore =Direction de la culture et du patrimoine – Département de l'Isère|titolo=La République dans ses murs : les présidents au château de Vizille, 1925-1960|rivista=Journal de l'exposition |editore= Musée de la Révolution française|città= Grenoble|mese= marzo |anno=2002 |isbn=2-909170-12-8|url=https://issuu.com/isere-culture/docs/pr_sidents?e=0 |lingua=fr |accesso=28 agosto 2018}}</ref>. Bisogna attendere l'elezione presidenziale di [[François Mitterrand]] nel 1981, e il contesto della legge sulla [[decentralizzazione]] (detta "Legge [[Gaston Defferre|Defferre]]") del 2 marzo 1982, perché siano riuniti i fattori determinanti per la creazione del museo della Rivoluzione francese lontano dalla capitale franceseCapitale. È durante la seduta del 10 giugno 1983 che il Consiglio generale dell'Isère crea il Museo della Rivoluzione francese nel [[castello di Vizille]], secondo il rapporto del presidente della Commissione degli affari culturali, Alfred Gryelec, già sindaco di Vizille. Due personaggi contribuiscono particolarmente alla costituzione del museo: Vital Chomel, allora direttore degli Archivi dipartimentali dell'Isère (''Archives départementales de l'Isère'') e lo storico Robert Chagny, commissario della prima mostra temporanea. Altri parteciperanno attivamente alla raccolta delladelle prime opere, come Jacqueline Mongellaz dal 1984 al 1990, o ancora Alain Chevalier a partire dal 1988. Le prime sale del museo sono allestite agli inizi del 1984. Primo direttore del museo, dal 1984 al 1996, è lo storico dell'arte Philippe Bordes<ref>{{cita pubblicazione |autore = Philippe Bordes|autore2= Alain Chevalier |titolo=Catalogue des peintures, sculptures et dessins |rivista=Annales historiques de la Révolution française |numero=311 |anno=1998|pp=179-180 |url= http://www.persee.fr/doc/ahrf_0003-4436_1998_num_311_1_2102_t1_0179_0000_2|lingua=fr |accesso=28 agosto 2018}}</ref>.
[[File:Emplacement_salle_du_Jeu_de_paume,_Musée_de_la_révolution_française_-_Vizille.jpg|miniatura|left|Le siepi evocano il perimetro della celebre sala della pallacorda, sede della riunione degli Stati generali del Delfinato del 1788.]]
Il museo è inaugurato il 13 luglio 1984, in presenza del presidente dell'[[Assemblea nazionale (Francia)|Assemblea nazionale]], di due ministri, e del presidente del consiglio tecnico-scientifico del museo, [[Michel Vovelle]]. Nel novembre del 1987 vengono avviati degli importanti lavori edili: la corte d'onore accessibile dalla salita viene scavata per crearvi la sala delle colonne (detta in seguito sala della Repubblica) e le sue due vaste scalinate che permettono l'accesso dall'antica [[Giardino d'inverno|orangeria]] (la hall d'ingresso attuale) così come l'accesso in ascensore a tutti i livelli del museo. Due nuove sale sono allora inaugurate il 21 luglio 1988, ma alcune difficoltà di finanziamento rallentano i lavori per il completamento dei 600 m<sup>2</sup> della sala delle colonne. Alla sua messa in servizio, nel marzo 1992, il museo contiene una ventina di sale ripartite su cinque livelli.
 
Dal 2010, il sito dell'antica sala della pallacorda, distrutta nel 1865, è evocato dalla parete vegetale aullasulla destra dell'entrata del museo. Alta due metri, la siepe forma un perimetro che presenta quattro aperture laterali, e accoglie al suo interno i busti di due membri del [[Terzo Stato|terzo stato]], protagonisti della riunione degli stati generali del Delfinato, gli avvocati [[Antoine Barnave]] e Jean-Joseph Mounier. Per quanto riguarda la grande galleria delle battaglie, essa era situata sopra al giardino d'inverno, attuale biglietteria del museo, ma a livello della sala per le esposizioni temporanee.
 
== Collezioni ==
Fanno da filo conduttore del museo della Rivoluzione francese i vari aspetti della storia della Rivoluzione, la creazione artistica e le trasformazioni culturali in Europa dall'[[Illuminismo|età dei lumi]] al [[Romanticismo]]. Il museo presenta opere d'arte e oggetti storici dell'epoca rivoluzionaria e colleziona tutto ciò che vi si ispira o vi fa riferimento da due secoli.
[[File:Château_de_Vizille_(38).JPG|miniatura|Il parco del dominio di Vizille.]]
L’originalità del museo della Rivoluzione francese è di essere un museo di storia fondato su opere d'arte, e in cui le vicende storiche sono "raccontate" dalle opere d'arte stesse. Queste opere, lungi dall'essere mere rappresentazioni storiche, diventano quindi, per il loro interesse plastico e la loro potenza evocatrice, delle chiavi di lettura per una migliore comprensione degli sconvolgimenti avvenuti e del loro contesto. Le pitture e le sculture dell'epoca rivoluzionaria compongono un insieme d'eccezione, di una grande diversità di [[stili]] e di [[Genere (arte)|generegeneri]].
 
Vi figurano allegorie, eventi storici, ritratti, scene antiche o tragiche o paesaggi. Per quanto riguarda la statuaria, vari busti sono fedeli rappresentazioni di personaggi celebri, quali [[Antoine Barnave]], [[Jean Sylvain Bailly|Bailly]], [[Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau|Mirabeau]], il [[Luigi XVII di Francia|Delfino di Francia]], [[Maximilien de Robespierre|Robespierre]], [[Georges Jacques Danton|Danton]] e la sua [[Antoinette Gabrielle Danton|Antoinette]], o ancora il generale [[Gilbert du Motier de La Fayette|La Fayette]]. Delle statue realizzate in diversi [[Materiale|materiali]] abbelliscono il percorso, come quelle di [[Marie-Jeanne Roland de la Platière|madame Roland]], [[Louis Antoine de Saint-Just|Saint-Just]] o [[Jean-Jacques Rousseau]]. Focalizzandosi sulle arti decorative, esse ci offrono uno scorcio della vita quotidiana: mobilio, porcellane, [[Faience|faenze]] francesi, inglesi e olandesi. Tra gli oggetti più originali figurano le pietre della [[Bastiglia (Parigi)|Bastiglia]], le sciabole della [[Guardia nazionale francese|Guardia nazionale]] e qualche strumento musicale. I disegni e le stampe, così come le opere più fragili - i ventagli, le miniature, i tessuti stampati - sono conservati al riparo della luce, e presentati al pubblico durante le esposizioni temporanee.
 
Le opere del XIX secolo, in particolare i due quadri di Lucien-Étienne Mélingue, ''Il mattino del 10 termidoro anno II ''(in lingua originale ''Le matin du 10 thermidor an II'')<ref>{{cita pubblicazione |autore =Pascal Dupuy |titolo= Le matin du 10 thermidor an II|rivista= L'Histoire par l'Image|anno=2003 |mese=ottobre|url=https://www.histoire-image.org/fr/etudes/matin-10-thermidor-ii |lingua=fr |accesso=28 agosto 2018}}</ref> del 1877 e il ''Jean-Paul Marat'' del 1879, attestano la vitalità del riferimento al 1789 nel processo di insediamento della Repubblica francese. Espressioni della loro epoca, esse ci ricordano che l'approccio alla Rivoluzione e la sua interpretazione sono state influenzate nel corso del tempo dalle attualità politiche e dall'evoluzione della ricerca storica.
[[File:Statue_de_Marat_au_château_de_Vizille.jpg|miniatura|left|Jean Baffier, ''Monumento a [[Jean-Paul Marat]]'', di fronte all'ingresso.]]
Nel 1853, quando diventa conservatore del [[museo di Grenoble]], il pittore Alexandre Debelle dipinge ''L'Assemblea dei notabili a Vizille, 1788'' (in lingua originale ''L'Assemblée des notables à Vizille, 1788'', titolo completo ''L'Assemblée des Trois ordres du Dauphiné illustrant la réunion des états généraux du Dauphiné tenue le 21 luglio 1788 dans la salle du Jeu de paume du château''), tela conservata ai nostri giorni al terzo piano del museo di fronte alla scalinata monumentale<ref>Base Joconde, 09940004437, ''L'Assemblée des notables à Vizille, 1788''</ref>. Il pittore ha rappresentato su questo quadro numerosi notabili del Delfinato; sotto ada esso è posta una versione stilizzata, che riprende unicamente le silhouette dei personaggi del quadro, e aiuta i visitatori a riconoscerne una sessantina, tra cui l'avvocato e futuro sindaco di Grenoble [[Antoine Barnave|Barnave]], in piedi sulla predella, il suo confratello Jean-Joseph Mounier, seduto dietro al tavolo con il conte di Morges, presidente della seduta e con un foglio in mano, o ancora Charles Renauldon sulla sinistra, futuroin seguito rappresentante della [[Camera dei rappresentanti (Francia)|Camera dei cento giorni]] e futuro sindaco di Grenoble.
 
Il monumento dedicato a Jean-Paul Marat, scultura in bronzo realizzata nel 2013 dalla fonderia Barthélemy Art a partire dal modello in gesso di Jean Baffier del 1883, palesa la politica proattiva del museo di arricchire la collezione statuaria. La scultura, inaugurata il 16 luglio 2013, è installata nel piazzale antistante l'ingresso del museo. La prima versione in bronzo del 1883 era stata comprata dalla città di [[Parigi]] e installata in diversi parchi pubblici, come nel [[parc Montsouris]], nei giardini del [[Museo Carnavalet]] nel [[parc des Buttes-Chaumont]], prima di essere fusa durante la [[seconda guerra mondiale]] per necessità belliche. Sull'imponente piedistallo in pietra a sostegno della statua di Vizille è inciso l'elogio funebre di Marat, una citazione estratta dal suo giornale, ''[[L'Ami du peuple]]'' : {{citazione|Dunque ti lascerai sempre ingannare, popolo sciocco e ciarliero. Non capirai mai che devi diffidare di quelli che ti lusingano.|Jean-Paul Marat, ''[[L'Ami du peuple]]''|Tu te laisseras donc toujours duper, peuple babillard et stupide. Tu ne comprendras jamais qu'il faut te défier de ceux qui te flattent.|fr|it}}
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Al piano terra si trova la hall del museo, con la biglietteria e una enorme rappresentazione murale della cronologia del periodo rivoluzionario. La prima sala è dedicata alle [[Faience|faenze]] e alle [[ceramiche]] ed è dominata da un camino monumentale dai decori rivoluzionari risalenti agli inizi degli anni 1790, di provenienza ignota. Vi sono custodite alcune statuette [[allegoria|allegoriche]] e una moltitudine di [[piatto (stoviglia)|piatti]], tra i quali si fa notare un piatto finemente decorato con [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]] che sale al patibolo il 21 gennaio 1793. La collezione è stata notevolmente ampliata grazie all'arrivo di 173 pezzi raccolti negli anni 1930 da Jeanne Lemerle, donati nel 2002 al museo dal nipote Michel Dillange.
 
La sala successiva, che evoca la [[presa della Bastiglia]] ed è dedicata all'estate del 1789, contiene diversi quadri tra cui ''L'arresto del governatore della Bastiglia, il 14 luglio 1789'' (titolo originale ''Arrestation du gouverneur de la Bastille le 14 juillet 1789'') di [[Jean-Baptiste Lallemand]]<ref>{{cita pubblicazione |autore =Pascal Dupuy |titolo=L'arrestation du gouverneur de la Bastille, le 14 juillet 1789 |rivista= L'Histoire par l'Image|url=https://www.histoire-image.org/etudes/arrestation-gouverneur-bastille-14-juillet-1789|lingua=fr |accesso=28 agosto 2018}}</ref> e soprattutto una pietra proveniente dalle prigioni della fortezza, donata il 14 luglio 1790 dall'imprenditore ai lavori pubblici [[Pierre-François Palloy]], in occasione del primo anniversario dell'assalto. Al centro della sala troneggia un modellino in pietra della Bastiglia di Parigi. Tra i vari oggetti presenti figurano un tamburo, delle medaglie e una collezione di [[sciabole]] decorate da [[emblemi]].
Due busti completano l'esposizione della sala: quello di [[Jean Sylvain Bailly]], primo [[sindaco di Parigi]] tra il 1789 e il 1791, realizzato dallo scultore [[Louis-Pierre Deseine|Louis Pierre Deseine]] intorno al 1790, e quello dello scrittore e deputato del terzo statoStato [[Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau|Mirabeau]].
 
[[File:Salle_de_la_République_-_Musée_de_la_Révolution_française.jpg|miniatura|left|Sala della Repubblica, nel piano ammezzato.]]
Una larga scalinata conduce al [[Mezzanino (architettura)|mezzanino]] e alla vasta sala della Repubblica, scavata nella roccia e sorretta al centro da quattro pilastri. Tra di essi è disposto un massiccio blocco di cemento sui cui lati sono affisse quattro placche commemorative del rivoluzionario [[Jean-Paul Marat|Marat]], datate 1793. Nella sala sono esposte sia una delle quattro copie note de ''[[La morte di Marat]]'' (titolo originale ''La Mort de Marat''), riprodotta probabilmente da un allievo del pittore [[Jacques-Louis David]], sia una statua in [[Gesso (materiale)|gesso]] di [[Marie-Jeanne Roland de la Platière|Madame Roland]] seduta su una sedia, opera di [[Charles Vital-Cornu]]. Ma la peculiarità di questa sala è la presenza di tele di grandissimo formato concesse dai grandimaggiori musei francesi, quali ''L'ultimo pasto dei [[Girondini]]'' (titolo originale ''Le Dernier banquet des Girondins'') del pittore [[Henri Félix Emmanuel Philippoteaux]], ''La chiamata delle ultime vittime del [[Regime del Terrore|Terrore]]'' (titolo originale ''L'Appel des dernières victimes de la Terreur'') di 4,37m x 8,20 m, del pittore [[Charles-Louis Müller]], ''L'arruolamento volontario del 22 luglio 1792 ''(titolo originale ''Les Enrôlements volontaires du 22 juillet 1792'') realizzato da [[Auguste Vinchon]] nel 1853<ref>{{cita web|lingua=fr|sito=Imago Mundi|url=http://www.cosmovisions.com/art-Enrolements-Volontaires-Vinchon.htm|titolo=Les Enrôlements volontaires, J.-B. Vinchon|curatore=Serge Jodra|data=2013|accesso=28 agosto 2018}}</ref>, ''Gli ultimi [[Montagnardi]]'' (titolo originale ''Les Derniers Montagnards'') di [[Charles Ronot]] del 1882<ref>{{cita pubblicazione |autore =Pascal Dupuy |titolo=Les Martyrs de prairial|rivista= L'Histoire par l'Image|url=https://www.histoire-image.org/fr/etudes/martyrs-prairial|lingua=fr |accesso=28 agosto 2018}}</ref> o ancora l'immenso [[trittico]]'' La [[Convenzione nazionale]] decreta l'abolizione della [[monarchia francese|monarchia]]'' (titolo originale ''La Convention nationale décrète l'abolition de la monarchie'') di [[Clément-Louis Belle]].
 
Sempre al [[Mezzanino (architettura)|piano ammezzato]] si trova la saletta successiva, edificata tra il contrafforte roccioso e una scalinata monumentale che fa da contrappunto a quella di accesso alla sala della Repubblica. Essa accoglie un'opera di [[William Hamilton (pittore)|William Hamilton]] dedicata alla famiglia reale, ''Maria Antonietta condotta alla sua esecuzione il 16 octobre 1793'' (titolo originale ''Marie-Antoinette conduite à son éxécution le 16 octobre 1793''<ref>{{cita pubblicazione |autore =Pascal Dupuy |titolo=L'exécution de Marie-Antoinette|rivista= L'Histoire par l'Image|anno=2008 |mese= aprile|url=https://www.histoire-image.org/etudes/execution-marie-antoinette|lingua=fr |accesso=28 agosto 2018}}</ref>) così come ''L'eroico coraggio del giovane André Désilles, il 31 agosto 1790, durante l'ammutinamento di Nancy'' (titolo originale ''Le Courage héroïque du jeune Désilles, le 31 août 1790, à l'affaire de Nancy'') di [[Jean-Jacques-François Le Barbier|Jean-Jacques Le Barbier]]<ref>{{cita pubblicazione |autore =Stéphane Lojkine |curatore=université d’Aix-Marseille|titolo=Courage héroïque du jeune Désilles à l’affaire de Nancy - Le Barbier |sito=Utpictura18 |anno=2016|mese=novembre |url=http://utpictura18.univ-montp3.fr/GenerateurNotice.php?numnotice=B3979|lingua=fr |accesso=28 agosto 2018}}</ref>. Quest'ultima opera ricorda la ribellione dei soldati contro i loro ufficiali avvenuta a Nancy nel 1790, e in particolare le gesta del <!-- lieutenent-->tenente André Désilles che tentò invano di interporsi tra le due fazioni e che per questo pagò con la vita. La repressione del governatore [[François Claude de Bouillé]] fu implacabile: quarantadue soldati impiccati, uno condannato alla [[supplizio della ruota|ruota]] e quarantuno inviati alle [[galera|galere]].
 
=== Primo piano ===
Al primo piano, la sala dedicata all'architettura di epoca rivoluzionaria presenta qualche sculturettapiccola scultura e soprattutto dei modellini recenti di progetti architettonici di quel periodo, in particolare i progetti per il teatro della [[Comédie-Française]] e per un palazzo nazionale pensato sulle fondamenta nascenti della [[chiesa della Madeleine]] a Parigi. Quest'ultimo progetto, presentato dagli architetti [[Jacques-Guillaume Legrand]] e [[Jacques Molinos]], intendeva includere la chiesa nell'immenso edificio destinato ad ospitare la [[Convenzione nazionale|Convenzione nationale]]: la sala delle scienze si sarebbe trovata al posto del [[Coro (architettura)|coro]], mentre un imponente edificio circolare avrebbe accolto gli uffici. Uscendo dalla sala dell'architettura ci si lascia allaalle spalle la parte moderna del museo, e due busti di rivoluzionari annunciano sulla soglia la sala successiva, quelli di [[Joseph Chalier|Marie Joseph Chalier]] e di [[Louis-Michel le Peletier de Saint-Fargeau|Louis-Michel Lepeletier de Saint-Fargeau]].
 
[[File:Annexe_salle_des_arts,_Musée_de_la_Révolution_française_-_Vizille.jpg|miniatura|[[Dominique Doncre]], ''Il giudice Pierre-Louis-Joseph Lecoq e la sua famiglia'' (titolo originale ''Le Juge Pierre-Louis-Joseph Lecoq et sa famille'' ) del 1791, in una saletta ancillare alla sala delle arti.]]
La visita prosegue nella sala delle arti, tra pitture, sculture e arti decorative. Divisa in due lungo la diagonale da un tramezzo, la sala possiede due salette annesse ed espone in particolare un busto del 1791 di [[Maximilien de Robespierre|Robespierre]], vari oggetti fabbricati dalla [[manufacture nationale de Sèvres]] durante il [[Regime del Terrore]] e numerosi quadri. Tra essi, l'opera del 1791 ''Il giudice Pierre-Louis-Joseph Lecoq e la sua famiglia'' (titolo originale ''Le Juge Pierre-Louis-Joseph Lecoq et sa famille'') di [[Dominique Doncre]], circondata da mobili d'epoca, rappresenta una delle primissime acquisizioni del museo, mentre il ''Ritratto allegorico di [[Caterina II di Russia|Caterina II, Imperatrice di Russia]]'' (titolo originale ''Portrait allégorique de Catherine II, Impératrice de Russie'') di [[Giovanni Battista Lampi]] è lo schizzo preparatorio del grande ritratto dell'imperatrice oggi esposto a [[San Pietroburgo]] all'[[Ermitage]]<ref>{{cita pubblicazione |autore =Guillaume Nicoud |titolo= Catherine II, un despote éclairé face à la Révolution française|rivista= L'Histoire par l'Image|anno= 2011|mese=novembre |url=https://www.histoire-image.org/etudes/catherine-ii-despote-eclaire-face-revolution-francaise|lingua=fr |accesso=28 agosto 2018}}</ref>. Ne ''La Patria in pericolo'' (titolo originale ''La Patrie en danger'') di [[Guillaume Guillon Lethière]] si ritrova l'atmosfera di timorosa attesa di un'invasione della Francia nel 1798<ref>{{cita pubblicazione |autore =Pascal Dupuy |titolo= La Patrie en danger|rivista= L'Histoire par l'Image|url=https://www.histoire-image.org/fr/etudes/patrie-danger|lingua=fr |accesso=28 agosto 2018}}</ref>, ma la principale attrazione della sala resta il quadro di piccolo formato di [[Jean-Baptiste Wicar]], acquisito nel 2016 e celebrato come la prima rappresentazione nota della [[Prima Repubblica francese|Repubblica francese]].
 
[[File:Salle_des_arts,_Musée_de_la_Révolution_française_-_Vizille.jpg|sinistra|miniatura|Sala delle arti, al primo piano.]]
In questa sala si ritrovano anche tele di pittori più modesti, ma che ricordano fatti diversi di epoca rivoluzionaria caduti col tempo nel dimenticatoio. È il caso del quadro di Pierre-Nicolas Legrand, ''Joseph Cange, commissario della [[prigione di Saint-Lazare]] a Parigi'' (titolo originale ''Joseph Cange, commissaire de la prison Saint-Lazare à Paris''), un ritratto del guardiano che durante il [[Regime del Terrore]] aiutò finanziariamente la famiglia di un detenuto, a rischio della propria vita, e che fu celebrato dalla nazione solo dopo la caduta di Robespierre<ref>{{Cita libro|lingua=fr|oclc=457747627|titolo=Les Bons exemples, nouvelle morale en action, ouvrage rédigé avec le concours et publié sous les auspices de MM. le Bon Benjamin Delessert et le Bon de Gérando|edizione=2e édition2a|autore=Joseph-Marie de Gérando e Benjamin-Jules-Paul Delessert|editore=Didier|città=Parigi|anno=1867}}</ref>. È anche il caso di un quadro realizzato da Jean-Baptiste-Claude Robin nel 1787, ''Trophime-Gérard, conte di Lally-Tollendal, mentre svela il busto di suo padre'' (titolo originale ''Trophime-Gérard, comte de Lally-Tollendal, dévoilant le buste de son père''), che rende omaggio al conte Gérard de Lally-Tollendal e al padre giustiziato nel 1766 per alto tradimento e in parte riabilitato nel 1783 grazie a lui e a [[Voltaire]]<ref>[https://ahrf.revues.org/10372 ahrf.revues.org ''Le portrait de Lally-Tollendal : un chef-d’œuvre du musée''.]</ref>.
 
In una saletta annessa si trovano degli strumenti musicali della fine del XIX secolo, un [[pianoforte]] e un'[[arpa]], realizzati dal dimenticato Tobias Schmidt, artefice della [[ghigliottina]]<ref>{{fr}} Commentaire pianoforte Tobias Schmidt, n° 38 du musée de la Révolution française.</ref>, macchinario che prese invece il nome dal dottor [[Joseph-Ignace Guillotin]]. Acquisiti dal museo nel 1985, la [[sciabola]] e il [[fodero]] dorati del generale [[François Christophe Kellermann|Kellermann]], eroe della [[battaglia di Valmy]] nel 1792, sono esposti nella stessa sala. Per lasciare questo piano e proseguire la visita al secondo piano si sale lo scalone originario del castello.
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=== Secondo piano ===
[[File:Salle_Charles_Halley,_Musée_de_la_Révolution_française_-_Vizille.jpg|miniatura|Sala ''Charles Halley'', al secondo piano.]]
Arrivando al secondo piano si viene accolti dal busto immacolato del [[Gilbert du Motier de La Fayette|marchese de La Fayette]] all'età di 33 anni, prodotto dalla [[manufacture nationale de Sèvres]] nel 1922, in ricordo del suo passaggio in questi luoghi nel 1829<ref name="Lafayette"/>. A questo piano si trova anche il corridoio dei [[Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino|diritti dell'uomo e del cittadino]], che dà accesso alle sale ''Charles Halley'' e ''Jean-Louis Prieur'' e alla galleria dell'[[Accademia]]. La sala ''Charles Halley'', completamente rinnovata nel maggio 2013, conserva il mobilio del castello di quand'era residenza estiva dei presidenti della [[Terza Repubblica francese(Francia)|Terza]] e della [[Quarta Repubblica francese(Francia)|Quarta Repubblica]]. Lo stile [[art déco]] si impone allo sguardo con la grande [[tappezzeria]] di Édouard Bénédictus e i mobili del decoratore [[Jacques-Émile Ruhlmann]]. La sala recupera tuttavia il tema della Rivoluzione durante il [[periodo interbellico]], accogliendo un impressionante busto di [[Georges Jacques Danton|Danton]] commissionato nel 1937 dal governo del [[Fronte popolare (Francia)|Fronte Popolare]] allo scultore francese Marcel Chauvenet. La sala ''Jean-Louis Prieur'' è talvolta occupata dalle esposizioni temporanee a supporto del salone dedicato interamente ad esse, ma solitamente illustra il tema della Rivoluzione francese al cinema.
 
Dal canto suo, la galleria dell'Accademia espone opere che trattano tematiche distanti da quella della Rivoluzione, ma che sono state realizzate da artisti appartenenti all'[[Académie royale de peinture et de sculpture]], o all'[[Académie des beaux-arts]] succedutalesucceduta alla precedente durante la Rivoluzione. Tra esse si possono ammirare ''Il Giudizio di Salomone'' (titolo originale ''Le jugement de Salomon''), un [[bassorilievo]] realizzato nel 1790 da [[François-Frédéric Lemot]], il busto del [[Console (storia romana)|console romano]] [[Lucio Giunio Bruto]] realizzato negli anni 1790 da [[Antoine-Denis Chaudet]], o ancora i quattro quadri a tema mitologico di [[Charles Meynier]] databili intorno al 1794. Questi ultimi quadri, che raffigurano le statue antiche di [[Apollo]], [[Diana]], [[Mercurio (divinità)|Mercurio]] e [[Polimnia]], fanno parte delle opere spoliate alla Francia durante l'occupazione nella [[seconda guerra mondiale]] e repertoriate nella banca dati "Musées nationaux récupération".
 
[[File:Escalier des droits de l'homme, Musée de la Révolution française - Vizille.jpg|thumb|left|Scalinata dei diritti dell'uomo e del cittadino verso il terzo piano.]]
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==== A sinistra ====
Sulla sinistra, la sala del XIX secolo evoca attraverso i suoi quadri una visione della Rivoluzione più recente, come quella di Mélina Thomas del 1836, che rappresenta ''[[Charlotte Corday]]'' interrogata in prigione dopo aver assassinato Marat<ref>[http://c.corday.free.fr/index.php?page=paris/abbaye-annexe ''Sur les pas de Charlotte Corday''.]</ref>, o ancora il punto di vista britannico di [[Alfred Elmore]], che nel 1860 dipinge [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena]] di fronte alla « plebaglia », in ''[[Palazzo delle Tuileries|Le Tuileries]], il 20 giugno 1792'' (titolo originale ''Les Tuileries, 20 juin 1792''). Sul tema dellade ''[[La Marsigliese|Marsigliese]]'' troviamo il quadro ''[[Rouget de Lisle]] che compone la Marsigliese'' (titolo originale ''Rouget de Lisle composant la Marseillaise''), realizzato nel 1875 da [[Auguste de Pinelli]]<ref>{{cita pubblicazione |autore =Pascal Dupuy |titolo=Rouget de Lisle composant la Marseillaise |rivista= L'Histoire par l'Image|url=https://www.histoire-image.org/etudes/rouget-lisle-composant-marseillaise|lingua=fr |accesso=28 agosto 2018}}</ref>, e una copia del quadro di [[Isidore Pils]], ''Rouget de Lisle che canta per la prima volta la Marsigliese'' (titolo originale ''Rouget de Lisle chantant pour la première fois la Marseillaise'') dipinto nel 1890 dal pittore polacco Waléry Plauszewski<ref>[https://dcpvizille.cg38.fr/vizille_internet/default.jsp?ac=vizille_internet&at=vizille_internet&bc=simplequery&archive=DCP_VIZI&view=view2&statement=NO_INVEN=D%202006.4 Waléry Plauszewski/Isidore Pils, ''Rouget de Lisle chantant pour la première fois la Marseillaise'', 1890] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20180108063633/https://dcpvizille.cg38.fr/vizille_internet/default.jsp?ac=vizille_internet&at=vizille_internet&bc=simplequery&archive=DCP_VIZI&view=view2&statement=NO_INVEN=D%202006.4 |date=8 gennaio 2018 }}, n. inventaire D 2006.4, site du Musée de la Révolution française.</ref>{{,}}<ref>Base Joconde, 06070001915 ''La Marseillaise''</ref>. [[File:Salle du XIXe siècle, Musée de la Révolution française - Vizille.jpg|thumb|Sala del XIX secolo, al terzo piano.]]
Si trova inoltre in questa sala il quadro originale del pittore [[Jean-Emmanuel Van den Bussche]] del 1900 ''Il pittore [[Jacques-Louis David|David]] mentre disegna [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]] condotta al supplizio'' (titolo originale ''Le peintre David dessinant Marie-Antoinette conduite au supplice'')<ref>[https://books.google.fr/books?id=ufOdAgAAQBAJ&pg=PT111&lpg=PT111&dq=Le+peintre+David+dessinant+Marie-Antoinette+conduite+au+supplice&source=bl&ots=ETnMpHIOUa&sig=XsY4Q6SJUj3PnPkrXpYwe2JGqpU&hl=fr&sa=X&ved=0ahUKEwjB687AkuPWAhUmKcAKHdFmBuYQ6AEIWzAO#v=onepage&q=Le%20peintre%20David%20dessinant%20Marie-Antoinette%20conduite%20au%20supplice&f=false Annie Duprat, ''Marie-Antoinette 1755-1793 : Images et visages d'une reine'', 2013.]</ref>. In alto sulla parete, la sala accoglie il quadro ''Danton bacia il cadavere della sua donna'' (titolo originale ''Danton embrasse le cadavre de sa femme''), realizzato nel 1893 da [[Joseph-Noël Sylvestre]], nel quale il celebre avvocato bacia le spoglie appena esumate di [[Antoinette Gabrielle Danton]], morta tragicamente mettendo al mondo il suo quarto figlio et interrata qualche giorno prima mentre il marito era in trasferta in Belgio. Vi troviamo anche uno dei rari quadri di artisti tedeschi del museo, con ''La separazione di [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]] dalla sua famiglia al Tempio'' (titolo originale ''La Séparation de Louis XVI de sa famille au Temple'') di Ernst Meisel del 1873, il quale ostenta teatralmente la separazione del monarca dalla famiglia reale alla [[Torre del Tempio|prigione del Tempio]] il 26 settembre 1792<ref>[http://ahrf.revues.org/8113 ahrf.revues.org ''Annales historiques de la Révolution française'', n° 346, octobre-décembre 2006.]</ref>. Questa tela è una delle rare opere in cui un [[Re di Francia]] sia rappresentato di spalle. Tuttavia, tra i numerosi quadri della sala, uno in particolare attira gli sguardi, poiché è dipinto a ''[[grisaille]]'' e quindi senza alcun colore. Esperto nell'uso di questa tecnica, il pittore Raymond Quinsac Monvoisin realizza ''Il [[Colpo di Stato del 9 termidoro|9 Termidoro]]'' (titolo originale ''Le 9 thermidor'') quarantatré anni dopo lo svolgersi dei fatti. La scena si svolge un anno dopo l'instaurazione del [[Regime del Terrore|Terrore]] in Francia, [[Maximilien de Robespierre|Robespierre]] e i suoi ultimi fedeli sono isolati al centro del quadro ete presi di mira dagli altri deputati; sono messi sotto accusa il 27 luglio 1794, in una seduta particolarmente torbida della [[Convenzione nazionale]], che mostra così anche la [[Colpo di Stato del 9 termidoro|caduta di Robespierre]]<ref>{{cita pubblicazione |autore =Pascal Dupuy |titolo=Séance du 9 Thermidor |rivista= L'Histoire par l'Image|url=https://www.histoire-image.org/etudes/seance-9-thermidor |lingua=fr |accesso=28 agosto 2018}}</ref>. Dal punto di vista della statuaria, una vetrina conserva il ''Progetto di monumento per Danton'' (titolo originale ''Projet de monument à Danton''), realizzato in cera nera nel 1888 dallo scultore Auguste Paris, il cui bronzo saràfu inaugurato tre anni dopo in piazza Henri-Mondor a Parigi<ref>[http://paris1900.lartnouveau.com/paris06/ici_et_la_monuments/danton.htm paris1900.lartnouveau.com Monument à Danton - Paris 6e arrondissement.]</ref>. Sul camino è esposto un esemplare di bozzetto in gesso della statua di ''[[Antoine Lavoisier|Lavoisier]]'' del 1886 di [[Jules Dalou]], poi scolpita in pietra per il decoro del grande [[anfiteatro]] della [[Sorbona]]<ref>[http://parismuseescollections.paris.fr/fr/petit-palais/oeuvres/antoine-laurent-de-lavoisier#infos-principales « Antoine-Laurent de Lavoisier »], notice de l'exemplaire en plâtre conservé au [[Petit Palais]] à Paris.</ref>. Dalou è anche l'autore di un altro bozzetto in gesso, quello del ''Marchese di Mirabeau'', databile intorno al 1883, studio per il ''[[Mirabeau che risponde a Dreux-Brézé]]'' (titolo originale ''Mirabeau répondant à Dreux-Brézé'') del 1890, un [[altorilievo]] monumentale in bronzo conservato nella sala ''Casimir Perier'' del [[palazzo Borbone]] di Parigi<ref>[http://www.musee-orsay.fr/fr/collections/catalogue-des-oeuvres/notice.html?no_cache=1&nnumid=068139&cHash=137848ddb5 Musée d'Orsay, ''Mirabeau répondant à Dreux-Brézé'' par Jules Dalou.]</ref>. Il tema di questo altorilievo, nel quale Mirabeau risponde all'emissario del re Henri-Évrard de Dreux-Brézé « Andate a dire al vostro signore che noi siamo qui per volontà del Popolo, e che non ne usciremo se non con la forza delle baionette » (« Allez dire à votre maître que nous sommes ici par la volonté du peuple et que nous n'en sortirons que par la force des baïonnettes »), è ripreso nella stessa sala dalla stampa preparatoria di Alphonse Lamotte del 1889, così come da un olio su tavola del 1830 del giovane Paul Chenavard, allora ventitreenne<ref>{{Cita web |url=https://dcpvizille.cg38.fr/vizille_internet/default.jsp?ac=vizille_internet&at=vizille_internet&bc=simplequery&archive=DCP_VIZI&view=view2&statement=NO_INVEN=D%202007.6 |titolo=Musée de la Révolution française, Mirabeau devant Dreux-Brézé. |accesso=27 agosto 2018 |dataarchivio=22 luglio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180722213521/https://dcpvizille.cg38.fr/vizille_internet/default.jsp?ac=vizille_internet&at=vizille_internet&bc=simplequery&archive=DCP_VIZI&view=view2&statement=NO_INVEN=D%202007.6 |urlmorto=sì }}</ref>.
 
[[File:Bibliothèque-médaillier, Musée de la révolution française.jpg|thumb|left|La biblioteca del castello, al terzo piano.]]
La visita prosegue attraversando un pianerottolo della scalinata centrale, la quale resta inaccessibile al pubblico. Sul pianerottolo è esposta un'ultima vittima del [[colpo di Stato del 9 termidoro]], rappresentata in una statua di Jean Baffier del 1886: [[Louis Antoine de Saint-Just]]. Di fronte, scorrono brevi filmati sulla Rivoluzione realizzati agli [[Cinema delle attrazioni|esordi della cinematografia]]. Sono proiettati, tra gli altri, un estratto di una pellicola di [[Louis Lumière]] del 1897 su Marat e Robespierre, e una rappresentazione de ''[[La Marsigliese]]'' del 1912 della società [[Gaumont]]. La sala successiva, ornata di ''[[boiseriesboiserie]]'' e allestita nel 1880 circa, è la biblioteca contenente una collezione di {{formatnum:4000}} opere, provenienti da acquisizioni del XVIII secolo fatte della famiglia Perier, o dallo Stato francese, nel periodo in cui il castello era residenza presidenziale. Questa biblioteca è visitabile in concomitanza con le sale del castello, ma la consultazione delle opere è possibile solo su appuntamento<ref>[http://ccfr.bnf.fr/portailccfr/servlet/ViewManager?menu=public_menu_view&record=rnbcd_fonds:FONDS:3749&setCache=sourcetable&fromList=true ccfr.bnf.fr Bibliothèque Perier du château de Vizille.]</ref>. Al centro della biblioteca, una collezione di [[medaglia|medaglie]] del XVIII secolo è disposta in bella mostra su di unaun tavolatavolo da biliardo, affiancataaffiancato da una [[museo delle cere|teca delle cere]], realizzata intorno al 1792 e contenente le cere policrome dei tre padri della Rivoluzione ([[Benjamin Franklin|Franklin]], [[Voltaire]] e [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]]) nei [[Campi Elisi]]. La sala della biblioteca è inoltre corredata di svariati piccoli busti di filosofi d{{'}}''antan'' e da una statua in [[terracotta]] di [[Jean-Jacques Rousseau]], attribuita a Martin-Claude Monot.
 
Si prosegue nella sala di [[Psiche]], così chiamata in riferimento ai suoi decori murali a sfondo [[mitologia|mitologico]], la quale contiene piccoli oggetti, soprammobili, miniature e busti. Vi si trovano il medaglione in [[porcellana]] di [[Benjamin Franklin]], confezionato nel 1778 dalla [[manufacture nationale de Sèvres]], e ritrattini di deputati. La mensola del camino supporta un oggetto tipicamente rivoluzionario: si tratta di una pendola decimale dorata, che conta cento secondi al minuto, cento minuti all'ora e dieci ore nell'arco della giornata. <!-- Nel 2017, --> Questa sala contiene anche il busto di [[Antoinette Gabrielle Danton]], che richiama il quadro della sua tragica morte esposto nella sala precedente del XIX secolo.
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[[File:Salle des présidents de la République, Musée de la Révolution française - Vizille.jpg|thumb|left|Sala dei presidenti, al terzo piano.]]
La sala della stamperia, rinnovata nel maggio 2013, contiene qualche campione di [[seta]] e [[Tessuto di cotone|cotone]] stampato, e mobili rivestiti di questi stessi tessuti. Si trova in questa sala un ritratto di [[papa Pio VI]] del pittore italiano [[Pompeo Batoni]], a ricordo del passaggio del pontefice in questi luoghi e del segno lasciato sul pontificato dalle vicende della Rivoluzione francese. Vi si trova anche il quadro realistico della ''Battaglia di [[Bagneux (Hauts-de-Seine)|Bagneux]], 13 ottobre 1870'' (titolo originale ''Combat de Bagneux, 13 octobre 1870'') eseguito da Lucien-Pierre Sergent nel 1874, a fianco a diverse [[incisione|incisioni]] e pitture del castello nel XIX secolo, tra le quali una tela dipinta da Andry-Farcy all'inizio degli anni 1910, qualche anno prima di diventare conservatore del [[museo di Grenoble]]. Un quadro del 1863 del pittore grenoblese Diodore Rahoult descrive ''Il processo fatto a Auguste Casimir-Perier'' (titolo originale ''Le Procès fait à Auguste Casimir-Perier''), accusato del delitto di istigazione all'odio e disprezzo del governo in un articolo del giornale ''L'Impartial Dauphinois''. Per colpa di quest'accusa non poté vincere le elezioni legislative del 1863 ma, poco dopo queste ultime, la corte l'assolse con acclamazione popolare. In quest'opera l'artista ha raffigurato anche se stesso tra il pubblico che assiste al processo.
 
Infine, terminando la visita del lato sinistro del terzo piano, un trombinoscopio di tutti i successivi presidenti della Repubblica annuncia la sala dei presidenti, inglobata in una torre del castello e sontuosamente decorata, la quale permette una fruizione parziale, essendo l'accesso vietato e la visione limitalimitata a partire dalla soglia della porta. Vi si nota sul lato sinistro il busto del presidente [[Gaston Doumergue]], il primo ad aver soggiornato a Vizille nel 1925. Ma l'attenzione è catturata dalla scultura in gesso di Charles Richefeu del 1923, intitolata ''La [[Carmagnola]]'' (titolo originale ''La Carmagnole''), che denuncia la spietatezza della Rivoluzione con la figura di un [[sanculotto]] immortalato in un gesto scomposto, il volto sconvolto e una gamba levata, mentre impugna una [[Roncola (attrezzo)|roncola]] nella mano destra e brandisce una testa umana nella sinistra. La scultura allude alla morte crudele di [[Maria Teresa Luisa di Savoia-Carignano]] nelle strade di Parigi, il 3 settembre 1792<ref>{{pdf}} [https://www.reseau-canope.fr/la-classe-loeuvre/fileadmin/user_upload/projets/musee935/MRF-DossierPed-FemmesRevol.pdf reseau-canope.fr, ''Les femmes et la Révolution française'', p. 12.]</ref>.
 
==== A destra ====
[[File:Galerie du XIXe, Musée de la Révolution française.jpg|thumb|Galleria del XIX secolo, al terzo piano.]]
Lasciando la scalinata dei diritti dell'uomo e del cittadino, e prendendo verso destra, si entra nella vasta galleria del XIX secolo, che raccoglie dipinti di grandi dimensioni realizzati nella prima parte del secolo, quali la tela in cui ''Élizabeth Cazotte salva la vita a suo padre nella [[prigione dell'Abbaye]], il 23 settembre 1792'' (titolo originale ''Élizabeth Cazotte sauve la vie de son père à la prison de l'Abbaye, 23 septembre 1792'') opera del 1835 di Claude-Noël Thévenin, o le ''Scene di [[barricate]], il [[Rivoluzione di luglio|29 luglio]], in piazza del Palazzo reale'' (titolo originale ''Scènes de barricades, le 29 juillet, place du Palais Royal''), realizzata nel 1830 da Philibert Rouvière, o ancora opere di altri pittori della fine del XIX secolo, quali ''Maria Antonietta si reca al supplizio'' (titolo originale ''Marie-Antoinette se rendant au supplice''), dipinta da [[François Flameng]] nel 1885, ''Charlotte Corday et Marat'' réalizzatarealizzata nel 1880 da Jules-Charles Aviat, o il quadro di Alfred Loudet ''Marat'', con Robespierre, Danton e Marat riuniti nell'appartamento di quest'ultimo, del 1882. Tuttavia, la sala contiene anche opere minori, come il busto del giovane [[tamburino (militare)|tamburino]] dell'[[Armée révolutionnaire française|esercito rivoluzionario repubblicano]] [[Joseph Bara]], caduto in un'imboscata nella [[Guerre di Vandea|guerra di Vandea]] all'età di 14 anni, gridando « Viva la Repubblica ». Ritroviamo questo giovane [[martire]] della Rivoluzione francese due piani sotto, nella grande sala della Repubblica, in cui l'opera incompiuta di [[Jacques-Louis David]], ''[[La morte del giovane Barra]]'' (titolo originale ''La Mort du jeune Bara''), è stata ripresa nel 1794 da uno dei suoi allievi<ref>[http://utpictura18.univ-montp3.fr/GenerateurNotice.php?numnotice=B4012 utpictura18, ''La Mort de Bara'' - David.]</ref>.
 
[[File:Musée révolution française 2 -Vizille.JPG|thumb|left|[[Jacob Richier]], ''[[François de Bonne de Lesdiguières|François de Bonne]]'', bassorilievo in bronzo esposto nella sala Lesdiguières, al terzo piano.]]
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Il centro di documentazione - biblioteca ''Albert Soboul'' mette a disposizione dei ricercatori e degli studenti un importante fondo patrimoniale e una documentazione spesso rara relativa all'arte e alla storia della Rivoluzione francese. Creato nel giugno del 1982, poco prima dell'apertura del museo, occupa dal 2001 due piani dell'ala nord del museo. Oltre a qualche busto e quadro di personaggi famosi dell'epoca rivoluzionaria a corredo dei suoi locali, racchiude la più importante documentazione consacrata ai differenti aspetti della storia della Rivoluzione francese, della creazione artistica e delle trasformazioni culturali in Europa, dall'[[Illuminismo|epoca dei Lumi]] al [[Romanticismo]].
 
I fondi, ricchi di {{formatnum:27000}} titoli di cui {{formatnum:20000}} di storia, {{formatnum:3000}} di storia dell'arte e {{formatnum:4000}} opere pubblicate tra il 1750 e il 1810<ref>[https://issuu.com/isere-culture/docs/plaquette_cdb Plaquette de présentation du Centre de documentation-bibliothèque Albert Soboul (2013).]</ref>, sono in gran parte costituiti di depositi, [[Legato (diritto)|legati]] e [[Contratto di donazione|doni]] delle biblioteche di celebri storici della Rivoluzione francese. Parallelamente, nuove acquisizioni sono compiute regolarmente nei saloni del mondo intero. Una riserva di 4500 stampe precedenti il 1805 costituisce il vero e proprio tesoro del centro, conservato a temperatura costante nell'oscurità<ref>{{Cita web |url=http://www.captiv-magazine.com/2016/10/05/vizille-des-archives-revolutionnaires/ |titolo=www.captiv-magazine.com, octobre 2016, Des archives révolutionnaires. |accesso=27 agosto 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161020035854/http://www.captiv-magazine.com/2016/10/05/vizille-des-archives-revolutionnaires/ |dataarchivio=20 ottobre 2016 |urlmorto=sì }}</ref>.
 
Dal giugno 2005, il centro di documentazione - biblioteca è intitolato ad [[Albert Soboul]], il cui insegnamento e le cui pubblicazioni hanno profondamente marcato la disciplina; Soboul era anche stato eletto presidente del consiglio scientifico del museo il 23 giugno 1982, meno di tre mesi prima del suo decesso<ref>Domaine de Vizille - musée de la Révolution française : [http://www.domaine-vizille.fr/396-le-centre-de-documentation-albert-soboul.htm Centre de documentation Albert Soboul.]</ref>. La sua biblioteca di lavoro personale ha costituito il primo fondo del centro., Ilfondo fondoche si è in seguito sviluppato con le biblioteche di lavoro dei grandi storici [[Jacques Godechot]], Jean-René Suratteau e Roger Barny, donate dalle loro famiglie<ref>[http://ccfr.bnf.fr/portailccfr/servlet/ViewManager?menu=public_menu_view&record=rnbcd_fonds:FONDS:3750&setCache=sourcetable&fromList=true ccfr.bnf.fr Catalogue collectif de France, Fonds du centre de documentation-bibliothèque Albert Soboul.]</ref>. Il centro di documentazione - biblioteca ''Albert Soboul'' è oggi un luogo imprescindibile per gli studi rivoluzionari, frequentato da ricercatori di tuttitutto il mondo che possono beneficiare di una struttura di accoglienza e di un alloggio all'interno del dominio. Questo centro fa ugualmente parte della rete di biblioteche associate alla biblioteca municipale di Grenoble.
 
== Colloqui internazionali ==
Dalla sua inaugurazione nel 1984 e a margine della sua attività, il museo organizza quasi ogni anno dei [[seminario|colloqui]]seminari internazionali intorno al tema della Rivoluzione francese. Spesso associati alla presenza di universitari venuti da ogni parte del mondo, questi colloqui si svolgono nel dominio di Vizille o al campus universitario di Grenoble e possono avere per tema un personaggio, come il filosofo [[Gabriel Bonnot de Mably]] nel giugno 1991, o temi più vasti come negli ultimi anni, per esempio ''La Repubblica in viaggio (1770-1830)'' (''La République en voyage (1770-1830)'') del 2010; ''Mitologie contemporanee, Rivoluzione francese e culture popolari nel mondo di oggi'' (''Mythologies contemporaines, Révolution française et cultures populaires dans le monde aujourd'hui''), nel 2012; ''Ritorno sulla [[ceramica]] rivoluzionaria'' (''Retours sur la céramique révolutionnaire'') nel 2013 ; ''La Rivoluzione francese 25 anni dopo il bicentenario del 1789'' (''La Révolution française 25 ans après le bicentenaire de 1789'') nel 2014<ref>{{fr}} [http://www.frz.uni-leipzig.de/event/lhistoriographie-de-la-revolution-francaise-25-ans-apres-le-bicentenaire-de-1989/# frz.uni-leipzig.de Colloque International : L’historiographie de la Révolution française, 25 ans après le bicentenaire de 1989].</ref>; ''Collezionare la Rivoluzione francese'' (''Collectionner la Révolution française'') nel 2015<ref>{{fr}} [https://ahrf.revues.org/13537 ahrf.revues.org].</ref>; ''Il secolo dei Lesdiguières. Territori, arti e splendore nobiliare nel XVII secolo'' (''Le siècle des Lesdiguières, Territoires, Arts et rayonnement nobiliaire au XVIIe siècle'') nel 2017<ref>{{fr}} [https://musees.isere.fr/page/musee-de-la-revolution-francaise-les-colloques musees.isere.fr, vecchio colloquio.]</ref>; ''Cosmopolitismo e patriottismo ai tempi delle rivoluzioni'' ('' Cosmopolitismes et patriotismes au temps des Révolutions '') nel 2019<ref>{{fr}} [https://musees.isere.fr/page/musee-de-la-revolution-francaise-colloque-international-cosmopolitismes-et-patriotismes-au musees.isere.fr, i prossimi colloqui.] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190427150203/http://musees.isere.fr/page/musee-de-la-revolution-francaise-colloque-international-cosmopolitismes-et-patriotismes-au |data=27 aprile 2019 }}</ref>.
 
== Politica delle acquisizioni ==
Fin dalla sua istituzione, il museo della Rivoluzione francese ha potuto acquisire nuove opere, grazie al sostegno del fondo regionale per l'acquisizione dei musei del [[Rodano-Alpi]]. Il museo cerca regolarmente di espandere le sue collezioni, principalmente con quadri<ref>[http://www.latribunedelart.com/un-tableau-de-benigne-gagneraux-achete-par-le-musee-de-la-revolution-francaise « Un tableau de Bénigne Gagneraux acheté par le Musée de la Révolution Française », ''latribunedelart.com'', 5 août 2010.]</ref>{{,}}<ref>[http://www.latribunedelart.com/acquisitions-du-musee-de-la-revolution-francaise-a-vizille-le-xixe-siecle « Acquisitions du Musée de la Révolution Française à Vizille : le XIX siècle », ''latribunedelart.com'', 29 août 2010.]</ref>{{,}}<ref>[http://www.latribunedelart.com/recentes-acquisitions-du-musee-de-la-revolution-francaise-a-vizille « Récentes acquisitions du Musée de la Révolution française à Vizille », ''latribunedelart.com'', 20 février 2012.]</ref>, ma senza tralasciare oggetti quali busti e piatti decorati<ref>[http://www.latribunedelart.com/acquisitions-du-musee-de-la-revolution-francaise-a-vizille-autour-de-1789 « Acquisitions du Musée de la Révolution Française à Vizille : autour de 1789 », ''latribunedelart.com'', 4 novembre 2010.]</ref>. L'associazione culturale fondata il 7 giugno 1993 per sostenere le attività del museo e partecipare all'arricchimento delle sue collezioni ha sede nel museo stesso e porta nome emblematico di « Les amis du domaine de Vizille »<ref>[http://www.domaine-vizille.fr/3663-les-amis-du-domaine-de-vizille.htm domaine-vizille.fr, ''Les amis du domaine de Vizille''.]</ref>.
 
[[File:La cocarde, Musée de la révolution française.jpg|thumb|left|William James Grant, ''La [[coccarda]]'' (''La Cocarde'') del 1860. Duplice ritratto di [[Joséphine de Beauharnais]] e di sua figlia [[Hortense de Beauharnais|Hortense]].]]
Nel 2008, è grazie alla banca di Vizille che il museo acquista l'opera di [[Pierre-Narcisse Guérin]] del 1799 circa, ''Il ritorno di Marcus Sestus'' (titolo originale ''Le Retour de Marcus Sextus''), variante ridotta in carta trasposta su tela con la tecnica del ''[[marouflage]]''<ref>{{Cita web |url=http://www.latribunedelart.com/spip.php?page=docbig&id_document=8368 |titolo=« Acquisitions du Musée de la Révolution Française à Vizille : autour de 1789 », ''latribunedelart.com''. |accesso=28 agosto 2018 |dataarchivio=26 ottobre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171026053803/http://www.latribunedelart.com/spip.php?page=docbig&id_document=8368 |urlmorto=sì }}</ref>. Nel 2014, il museo acquisisce una pendola decimale in funzione dal novembre del 1793 all'aprile del 1795<ref>{{Cita web |url=http://www.wukali.com/L-heure-decimale-une-bizarrerie-de-l-Histoire-1884#.Vi-e8OmDJqM |titolo=« L’heure décimale, une bizarrerie de l’Histoire », ''wukali.com'', 24 décembre 2014. |accesso=28 agosto 2018 |dataarchivio=8 dicembre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151208232122/http://www.wukali.com/L-heure-decimale-une-bizarrerie-de-l-Histoire-1884#.Vi-e8OmDJqM |urlmorto=sì }}</ref>. Nel 2015, è la volta di un quadro del pittore Augusto Nicodemo del 1794, rappresentante il giovane [[Luigi XVII di Francia|Luigi Carlo di Borbone]] davanti alla tomba di suo padre<ref>[http://www.latribunedelart.com/un-tableau-italien-a-l-iconographie-contre-revolutionnaire-acquis-par-vizille « Un tableau italien à l’iconographie contre-révolutionnaire acquis par Vizille », ''latribunedelart.com'', 27 juillet 2015.]</ref>. Nel settembre del 2016, il museo accoglie tra le sue collezioni ''La Repubblica francese'' (''La République française'') del pittore [[Jean-Baptiste Wicar]]. Ritrovato nel 2015 in Italia, luogo di creazione del quadro, quest'olio su tela del 1793 oggetto di una campagna di finanziamento è la prima rappresentazione dipinta nota della [[Prima Repubblica francese|Repubblica francese]]<ref>[http://iseremag.fr/webzine/septembreoctobre-2016/la-republique-enfin-chez-elle « La République enfin chez elle », ''iseremag.fr'', 9 septembresettembre 2016.]</ref>.
 
Il museo della Rivoluzione francese si prefigge inoltre di acquisire opere di artisti inglesi quali ''Robespierre riceve le lettere degli amici delle sue vittime che minacciano di assassinarlo'' (titolo originale ''Robespierre recevant des lettres d'amis de ses victimes menaçant de l'assassiner''), un quadro del 1863 di [[William Henry Fisk]], aggiunto alla collezione nel 2009, in cui troviamo un [[Maximilien de Robespierre|Robespierre]] a casa sua, seduto con i piedi su una sedia<ref>{{Cita web |url=https://dcpvizille.cg38.fr/vizille_internet/view2.jsp?shape=SV_073962&element=4&keys=&nused=2703&selectedkeys=&unselectedkeys=1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15,16,17,18,19,20 |titolo=Base de données du musée, numéro d'inventaire 2009.5. |accesso=28 agosto 2018 |dataarchivio=28 agosto 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180828170448/https://dcpvizille.cg38.fr/vizille_internet/view2.jsp?shape=SV_073962&element=4&keys=&nused=2703&selectedkeys=&unselectedkeys=1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15,16,17,18,19,20 |urlmorto=sì }}</ref>. Il 2010 è la volta dell'acquisto di un quadro di [[William James Grant]] del 1860, ritratto di [[Joséphine de Beauharnais]] e sua figlia [[Hortense de Beauharnais|Hortense]] graziosamente intente ada osservare una [[coccarda]] tricolore.
 
Nel 2017, grazie al fondo regionale per l'acquisizione dei musei dell'[[Alvernia-Rodano-Alpi]], il museo accoglie l'autoritratto di una pittrice francese, [[Marie-Nicole Dumont]], un quadro presentato in occasione del [[Salon (mostra)|Salon]] del 1793<ref>{{Cita web|titolo=Un tableau de Marie-Nicole Dumont acquis par le Musée de la Révolution à Vizille|url=http://www.latribunedelart.com/un-tableau-de-marie-nicole-dumont-acquis-par-le-musee-de-la-revolution-a-vizille|sito=latribunedelart.com|data= 17 gennaio 2018|accesso=2 maggio 2018}}</ref>. Inoltre, tra le acquisizioni del 2017 figura una collezione di oltre 200 [[rivista|riviste]] [[illustrazione|illustrate]] e [[stampa|stampe]] olandesi degli anni 1790-1800. Lo stesso anno, l'associazione « Les amis du domaine de Vizille » offre al museo una importante collezione [[filatelia|filatelica]] relativa al bicentenario della Rivoluzione francese<ref>{{pdf}} [http://www.domaine-vizille.fr/include/viewFile.php?idtf=35532&path=f2%2FWEB_CHEMIN_35532_1513934120.pdf Musée de la révolution française, saison 2018, page 21.]</ref>.
 
== Esposizioni temporanee ==
Ogni anno, una grande esposizione è organizzata al museo, per renderlo sempre più un polo di attrazione della vita artistica e culturale della regione. In occasione del bicentenario della Rivoluzione, dal 24 maggio al 31 luglio 1989, il museo è stato la quarta tappa della mostra ''[[Caricatura]] francese e Rivoluzione francese, 1789-1799'' (''French Caricature and the French Revolution, 1789-1799''), organizzata dall'[[Università della California, Los Angeles|Università della California di Los Angeles]] e ladalla [[Biblioteca nazionale di Francia]]. Le precedenti tappe della mostra sono state [[Los Angeles]], [[New York]] e [[Parigi]]<ref>{{Cita web|lingua=en|autore1=Michael Kimmelman|titolo=Review/Art; With Caricatures, Doings of the French Revolution|url=https://www.nytimes.com/1989/02/03/arts/review-art-with-caricatures-doings-of-the-french-revolution.html|sito=nytimes.com|data=3 febbraio 1989|accesso=10 ottobre 2017}}.</ref>.
 
La sala delle esposizioni temporanee è situata al secondo piano del museo ed ha accolto:
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== Frequentazione ==
L'entrata al museo della Rivoluzione francese è gratuita per tutti, ma delle visite guidate a pagamento sono organizzate la prima domenica di ogni mese. Delle [[audioguida|audioguide]] sono a disposizione del pubblico in cinque lingue (francese, inglese, italiano, spagnolo e tedesco). Eventualmente si può preparare la visita scorrendo la visita virtuale delle sale, accessibile dal sito internet del museo<ref>[http://www.domaine-vizille.fr/2673-visite-360-de-la-salle-des-faiences.htm ''Les visites virtuelles 360° - Domaine de Vizille: visite virtuel du domaine de Vizille, plan interactif du domaine, photo et visite 360° du musée''], www.domaine-vizille.fr, consultato il 3 settembre 2018.</ref>.
 
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[[File:Parc1 - Vizille.JPG|thumb|Il parco del castello dal balcone.]]
Vero e proprio invito all'immersione nella natura, il parco del dominio di Vizille è chiuso da un muro di cinta di sette chilometri. I viali cavalieri (''allées cavalières''), eredi dello stile dei [[giardini di Versailles]], attraversano il parco dal ''parvis'' fino al ''parc animalier''. Il grande canale, testimonianza visibile del rilievo dato all'acqua nel dominio di Vizille dai costruttori, allunga la sua prospettiva rettilinea nel parco paesaggistico. I numerosi canali, stagni, ruscelli, sorgenti, così come le cascate ricordano i notevoli lavori di ingegneria [[ingegneria idraulica]] del passato.
 
Dal 2004, davanti al castello il parco paesaggistico accoglie un [[Parterre (giardinaggio)|parterre]] alla francese che ripropone vegetalmentetramite composizioni vegetali i colori della bandiera tricolore, per ricordare la carica simbolica del sito. A qualche decina di metri, il [[rosa (botanica)|roseto]], inquadrato da siepi potate secondo le regole dell{{'}}''[[ars topiaria]]'', vere e proprie sculture vegetali, evoca le simmetrie dei parterre del [[Rinascimento]]. È qui che si trova una copia della statua di Ercole Lesdiguières, installata nel 2008 sul luogo in cui era posta l'originale fino a 268 anni prima, oggi conservata al [[museo di Grenoble]]<ref>{{Cita web |url=http://www.museedegrenoble.fr/TPL_CODE/TPL_OEUVRE/PAR_TPL_IDENTIFIANT/34/1723-xiie-xvie-siecle.htm |titolo=Musée de Grenoble, Hercule, avant 1600. |accesso=28 agosto 2018 |dataarchivio=7 settembre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170907170647/http://www.museedegrenoble.fr/TPL_CODE/TPL_OEUVRE/PAR_TPL_IDENTIFIANT/34/1723-xiie-xvie-siecle.htm |urlmorto=sì }}</ref>.
 
La passeggiata sui viali cavalieri del parco è ritmata dalla scoperta di diverse specie arboree, rare ed esotiche in alcuni casi come il [[cedro del Libano]] piantato all'ingresso del parco in epoca napoleonica. Allontanandosi dal castello, la natura diventa selvaggia nel parco campestre, ed è qui che si trovano i boschetti e la riserva con gli animali<ref>{{Cita libro|lingua= fr|autore1= Gérard Denizeau|titolo= Domaine de Vizille. L'esprit du lieu|città= Paris|editore= Nouvelles Editions Scala|anno= 2012|isbn=978-2-35988-070-0}}.</ref>.
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== Voci correlate ==
* [[DominioCastello di Vizille]]
* [[Rivoluzione francese]]
 
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}]
* [http://www.domaine-vizille.fr/ Sito ufficiale]
 
{{Controllo di autorità}}