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La '''società foggiana''' (nota anche come '''quarta mafia''')<ref>{{cita web|url=https://www.panorama.it/news/cronaca/la-mafia-foggia-la-nuova-gomorra/|pubblicazione=panorama.it|titolo="La mafia di Foggia è la nuova Gomorra"|data=9 maggio 2019|lingua=it|accesso=25 luglio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.barinedita.it/bari-report-notizie/n3437-foggia-la-geografia-della-quarta-mafia--C2ABcriminalita-che-vuole-mettersi-in-mostraC2BB|titolo=Foggia, la geografia della "Quarta mafia": «Criminalità che vuole mettersi in mostra»|sito=Barinedita|data=|lingua=it|accesso=21 settembre 2022}}</ref> è un cartello criminale di stampo [[Mafia|mafioso]] operante nella città di [[Foggia]] e in gran parte dell'[[Provincia di Foggia|omonima provincia]],<ref>{{cita web|url=https://static-www.immediato.net/wp-content/2018/03/06150603/schermata-2018-02-06-alle-13-22-31-653x367.png|accesso=25 luglio 2019|titolo=Copia archiviata|dataarchivio=25 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190725192547/https://static-www.immediato.net/wp-content/2018/03/06150603/schermata-2018-02-06-alle-13-22-31-653x367.png|urlmorto=sì}}</ref>, ma con cospicue infiltrazioni anche in altre regioni italiane; è consideratauna comemafia relativamente giovane il cui primo riconoscimento risale al 1994; è comunque considerata una delle [[Mafia in Italia|mafie italiane]] più brutali e sanguinarie.<ref>{{cita web|url=https://news.vice.com/it/article/societa-foggiana-mafia-italia|titolo=Come la Società Foggiana è diventata la mafia più brutale e sanguinosa d'Italia|data=21 settembre 2017}}</ref>. In considerazione dell'escalation criminale registratoregistrata negli ultimi anni, nella provincia di Foggia, il 15 febbraio [[2020]], è stata istituita un'altraa Foggia una ulteriore Sezione Operativa della [[Direzione Investigativa Antimafia|DIA]] alle dipendenze del Centro Operativo di [[Bari]]. Nel gennaio [[2022]] è stata inoltre sancita la presenza di un presidio della [[Direzione distrettuale antimafia]] (DDA) di Bari.<ref>{{Cita web|url=https://immediato.net/2022/01/17/un-presidio-della-dda-nellex-scuola-di-polizia-di-foggia-lantimafia-in-citta-in-pianta-stabile/|pubblicazione=immediato.net|titolo=Un presidio della DDA nell'ex scuola di polizia di Foggia. I magistrati Antimafia saranno in città in pianta stabile|data=17 gennaio 2022|lingua=it|accesso=}}</ref>
{{Organizzazione criminale
|nome = Società Foggiana
|immagine =
|didascalia =
|nomi alternativi = Quarta mafia<br />Mafia foggiana<br />Mafia di Foggia
|area di origine = [[Foggia]] e [[Provincia di Foggia|Provincia]]
|aree di influenza = [[Foggia]], [[San Severo]], [[Lucera]], [[Cerignola]], [[cinque reali siti]], [[Gargano]]; <br>infiltrazioni anche in [[Molise]], [[Abruzzo]], [[Marche]], [[Piemonte]], [[Lombardia]], [[Basilicata]] e [[Emilia-Romagna]]
|inizio = [[1989]]
|fine =
|sottogruppo1 =
|sottogruppo2 =
|sottogruppo3 =
|alleato1 = [['Ndrangheta]]
|alleato2 = [[Camorra]]
|alleato3 = [[Criminalità organizzata|Organizzazioni]] dell'[[Europa orientale|est Europa]]
|alleato4 = [[Mafia marocchina]]
|rivale1 =
|rivale2 =
|rivale3 =
|attività1 = [[omicidio|omicidi]], [[estorsioni]], [[traffico di armi]],
|attività2 = [[racket]], [[traffico di droga]], [[rapina|rapine]],
|attività3 = [[sfruttamento della prostituzione]], [[gioco d'azzardo]], [[truffa|truffe]],
|attività4 = [[contrabbando]], [[ricettazione]], [[riciclaggio di denaro]],
|attività5 = [[contraffazione]], [[usura]], [[ecomafia]], [[appalto pubblico]],
|attività6 = [[furto|furti]], smaltimento dei [[rifiuti tossici]], infiltrazione nella [[pubblica amministrazione]], [[corruzione]], [[immigrazione clandestina]], [[frode]], gestione dell’[[edilizia]], [[gestione dei rifiuti]]
|collaboratore1 = Donato Caiafa
|collaboratore2 = Patrizio Villani
|collaboratore3 = Carlo Verderosa
}}
 
La Società Foggiana è priva di un vertice aggregante, ma con una struttura interna compatta, essendo organizzata in "batterie" su un modello federale a forte connotazione familiare,. caratterizzateQuesto diaspetto conseguenzane dadetermina una tipicaconseguente impenetrabilità che ne rappresenta un punto di forza, cui si aggiunge il forte radicamento nel territorio e, l'omertà del contesto ambientale ed equilibri fluidi utili a tessere alleanze con altre organizzazioni criminali presenti in provincia, in particolare a Cerignola, San Severo, Manfredonia-Monte Sant'Angelo e Vieste.
La '''società foggiana''' (nota anche come '''quarta mafia''')<ref>{{cita web|url=https://www.panorama.it/news/cronaca/la-mafia-foggia-la-nuova-gomorra/|pubblicazione=panorama.it|titolo="La mafia di Foggia è la nuova Gomorra"|data=9 maggio 2019|lingua=it|accesso=25 luglio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.barinedita.it/bari-report-notizie/n3437-foggia-la-geografia-della-quarta-mafia--C2ABcriminalita-che-vuole-mettersi-in-mostraC2BB|titolo=Foggia, la geografia della "Quarta mafia": «Criminalità che vuole mettersi in mostra»|sito=Barinedita|data=|lingua=it|accesso=21 settembre 2022}}</ref> è un cartello criminale di stampo [[Mafia|mafioso]] operante nella città di [[Foggia]] e in gran parte dell'[[Provincia di Foggia|omonima provincia]],<ref>{{cita web|url=https://static-www.immediato.net/wp-content/2018/03/06150603/schermata-2018-02-06-alle-13-22-31-653x367.png|accesso=25 luglio 2019}}</ref> ma con cospicue infiltrazioni anche in altre regioni italiane; è considerata come una delle [[Mafia in Italia|mafie italiane]] più brutali e sanguinarie.<ref>{{cita web|url=https://news.vice.com/it/article/societa-foggiana-mafia-italia|titolo=Come la Società Foggiana è diventata la mafia più brutale e sanguinosa d'Italia|data=21 settembre 2017}}</ref> In considerazione dell'escalation criminale registrato negli ultimi anni, nella provincia di Foggia, il 15 febbraio [[2020]], è stata istituita un'altra Sezione Operativa della [[Direzione Investigativa Antimafia|DIA]] alle dipendenze del Centro Operativo di [[Bari]]. Nel gennaio [[2022]] è stata inoltre sancita la presenza di un presidio della [[Direzione distrettuale antimafia]] (DDA) di Bari.<ref>{{Cita web|url=https://immediato.net/2022/01/17/un-presidio-della-dda-nellex-scuola-di-polizia-di-foggia-lantimafia-in-citta-in-pianta-stabile/|pubblicazione=immediato.net|titolo=Un presidio della DDA nell'ex scuola di polizia di Foggia. I magistrati Antimafia saranno in città in pianta stabile|data=17 gennaio 2022|lingua=it|accesso=}}</ref>
 
== Storia ==
=== La nascita ===
{{Vedi anche|Nuova camorra pugliese}}
L'[[Criminalità organizzata|organizzazione criminale]] nasce all'inizio degli [[anni 1980]] come "costola" della ''[[Nuova Camorra Organizzata]]'' di [[Raffaele Cutolo]], attraverso accordi formalizzati in un incontro avvenuto il 5 gennaio 1979 presso l'[[hotel]] "Florio" situato sulla [[Strada statale 16 Adriatica|Statale 16]] tra [[Foggia]] e [[San Severo]]<ref>{{Cita web|url=http://www.foggiatoday.it/cronaca/storia-mafia-foggia-anni-settanta-ottanta.html|titolo=VIDEO {{!}} La mafia foggiana: dal vertice di Cutolo all'hotel 'Florio' al clan Agnelli-Carella|sito=FoggiaToday|data=|lingua=it|accesso=5 gennaio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lagazzettameridionale.com/2015/06/foggia-ass-antiracket-cap-ultimo.html|titolo=Foggia. Ass. Antiracket Cap. ultimo: Fiducia e Volontà|autore=Redazione-Foggia l La Gazzetta Meridionale|sito=La Gazzetta Meridionale.it {{!}} Cronaca del Sud 24h|accesso=21 settembre 2022}}</ref><ref name=":72">{{Cita news|lingua=|autore=Relatore: senatore Alberto Robol|url=http://legislature.camera.it/_dati/leg11/lavori/stampati/pdf/36337.pdf|titolo=Relazione sulla situazione della criminalità organizzata in Puglia|pubblicazione=Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari - XI LEGISLATURA|data=5 ottobre 1993}}</ref> cui avrebbe partecipato lo stesso Cutolo, all'epoca evaso dal carcere di Ascoli Piceno. Nel

Agli corsoinizi degli anni successivi,’80 dopoa l'omicidioFoggia dici sono due fazioni che si scontrano ferocemente: da una parte Giuseppe Ciliberti, detto ''Pinucc u'biond'', avvenutodall’altra Michele Carella. Tra l’83 e l’84 uno degli esponenti emergenti del primo clan, Gerardo Agnelli, detto ''il Professore'', passa a quello rivale sposando una nipote di Carella, che nel [[1983]]frattempo viene arrestato negli Usa per droga. Agnelli assume il comando del clan, mentre Ciliberti viene ucciso il 3 ottobre del 1984. Al clan Agnelli-Carella si alleano presto esponenti di spicco della malavita foggiana, come Olinto Bonalumi, Marino Ciccone, Nicolino Delli Muti e Gaetano Moffa<ref>{{Cita web|url=https://www.foggiatoday.it/cronaca/storia-mafia-foggia-anni-settanta-ottanta.html|titolo=VIDEO {{!}} La mafia foggiana: dal vertice di Cutolo all'hotel 'Florio' al clan Agnelli-Carella}}</ref>. Dopo l'omicidio di Giuseppe Ciliberti il crimine organizzato a [[Foggia]] si polarizza attorno a due gruppi dominanti: il primo ai cui vertici vi sono Giuseppe Iannelli, Gerardo Agnelli, detto ''il Professore'' e [[Giosuè Rizzi]] cui èsi legatolega anche [[Rocco Moretti]] detto ''il Porco'', il secondo, rivale, controllato da Giuseppe Laviano. Secondo le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, Iannelli si sarebbe impegnato a versare circa il 40% dei proventi delle attività criminose perpetrate in [[Puglia]] al gruppo cutoliano. Nel giro di pochi anni tuttavia l'organizzazione criminale cittadinafoggiana si libera dei vincoli con la [[camorra]]: nel [[1983]] l'omicidio di Giuseppe Sciorio, camorrista al soggiorno obbligato a [[Foggia]], considerato il luogotenente di Cutolo in [[Capitanata]] e il successivo progressivo declino dello stesso spianano la strada all'autonomia della [[Criminalità organizzata|malavita]] pugliesefoggiana.<ref name=":72" />
[[File:Gerardo Agnelli 1985.png|miniatura|Gerardo Agnelli, detto ''il Professore'', uno dei reggenti della Società Foggiana negli anni '80, è stato ucciso nel 1990.|sinistra]]
[[File:Giuseppe Ciliberti 02-12-1981.png|miniatura|Giuseppe Ciliberti, alias ''Pinuccio il biondo'', 34 anni è uno dei personaggi di spicco della prima ora della Società Foggiana, Ucciso nell'ottobre [[1983]] nell'androne del suo palazzo in via Castrilli.|sinistra]]
 
Una data determinante nella storia della Società Foggiana è il 1º maggio [[1986]]: è la notte della Strage del Bacardi, che prende ildal nome del locale in cui vengono uccisi tre pregiudicati del gruppo Laviano (in quei giorni detenuto ai domiciliari) e la compagna di un altro di loro che rimane ferito. I Laviano devono subire una lezione in modo clamoroso e violento, in modo che sia chiaro a tutti chi è che comanda sulla città, ovvero il gruppo Rizzi-Agnelli che verrà immediatamente sospettato di essere l'esecutoreresponsabile della strage. Nel gennaio [[1989]] la scomparsa di Giuseppe Laviano, legato alla [[Camorra]], il cui corpo non fu mai trovato, segna un'ulteriore svolta nella guerra di mafia e l'ascesa al vertice della malavita organizzata di Rocco Moretti<ref>{{Cita web|url=https://www.poliziadistato.it/|titolo=Polizia di Stato - Home page {{!}} Polizia di Stato|sito=www.poliziadistato.it|lingua=it|accesso=21 settembre 2022}}</ref> che, seppure detenuto dal [[1989]] con una condanna a 30 anni per omicidio, mafia e armi, continua a dirigere le operazioni del clan dal carcere. Anche [[Giosuè Rizzi]] va incontro ad una lunga detenzione per la strage del Bacardi. Gerardo Agnelli è invece ucciso nel giugno [[1990|'90]].
 
[[File:Foto segnaletica 1985 rocco moretti.jpg|thumb|[[Foto segnaletica]] di [[Rocco Moretti]], detto ''il Porco'', nel [[1985]]. Esponente di spicco della malavita foggiana e attuale capo della batteria Moretti-Pellegrino-Lanza|138x138px]]
 
In seguito agli arresti operati dalla [[polizia]] nel [[2004]] con l'operazione ''"[[Mantide]]"'', tra i tanti particolari, sono emerse anche rivelazioni macabre secondo cui il cadavere di Pinuccio Laviano fu "spezzettato", la testa decapitata e la foto della stessa mostrata agli esponenti principali della Società durante i summit.<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/07/09/colpo-alla-mafia-foggiana-decapitavano-nemici.html|titolo=Colpo alla mafia foggiana 'Decapitavano i nemici' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=9 luglio 2005|lingua=it|accesso=21 settembre 2022}}</ref>. Pare inoltre che Vito Lanza portasse con sé un osso del cadavere di Laviano a mo' di [[reliquia]], tanto da utilizzarlo come soprammobile mentre pranzava. Il mandante dell'omicidio Laviano sarebbe stato, secondo le rivelazioni di diversi pentiti, lo stesso Rocco Moretti, capo storico della Società Foggiana e principale boss del clan Moretti-Pellegrino-Lanza. È da tener presente tuttavia che, dopo la condanna in primo grado, Moretti e Lanza furono entrambi assolti in appello dall'accusa di omicidio di Laviano.
 
La Società Foggiana è organizzata in "batterie" a forte connotazione familiare, caratterizzate di conseguenza da una tipica impenetrabilità che ne rappresenta un punto di forza, cui si aggiunge il forte radicamento nel territorio e l'omertà del contesto ambientale.
 
I tre clan storici operanti in [[Foggia|città]] sono:
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# Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese.
 
Nonostante queste tre batterie siano state spesso in conflitto, non sono mancati accordi con i quali sono stati costituiti assetti multipartecipativi ad esempio del traffico di droga o delle estorsioni per condividere e spartire il profitti. Si assiste tuttaviainoltre ad una costante evoluzione dei gruppi criminali, a causa di lunghe detenzioni dei principali referenti e di periodiche scissioni. In seguito alle maxi condanne del boss Roberto Sinesi e di suo figlio Francesco, e alla detenzione dei fratelli Francavilla, alcuni gruppi si sono messi in proprio: su tutti i fratelli Donato e Francesco Delli Carri (nipoti di Roberto Sinesi cui venne conferita la [[Dote ('ndrangheta)|dote]] di "[[Vangelo ('ndrangheta)|evangelista]]" dal boss calabrese [[Franco Coco Trovato]])<ref name=":15" /> e i fratelli Frascolla, in grado di costituire batterie autonome. Negli anni la criminalità foggiana ha continuamente ridefinito i suoi equilibri di potere tra le diverse batterie in modo spregiudicato e violento. Dal [[2013]] si assisteè adverificata una polarizzazione del potere criminale sulle prime due batterie, impegnate fra loro in una violenta contrapposizione armata per la leadership interna e in una capillare attività estorsiva.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2021/04/05/malavita-foggiana-la-magistratura-indica-nomi-e-collegamenti-dei-mafiosi-della-citta-ricostruita-la-cupola/|pubblicazione=immediato.net|titolo=Mafia foggiana: la magistratura indica nomi e collegamenti dei mafiosi della città.|data=5 aprile 2021|lingua=it|accesso=}}</ref>
 
=== Prima guerra di mafia (1986-89) ===
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'''14 dicembre 1988''': in un bar di via Mons. Farina a Foggia viene ucciso Mario Mondelli, intimo amico di Pinuccio Laviano che riesce a sfuggire ed è considerato il vero bersaglio del killer. Mondelli era stato avvisato di tenersi alla larga da Laviano, in considerazione dei precedenti attentati, ma aveva risposto "Se devono ucciderlo, devono passare su di me". Secondo le rivelazioni del pentito Antonio Catalano, Mondelli era stato ucciso da Rocco Moretti che aveva utilizzato un revolver calibro 357 prestato dallo stesso Catalano ad un'amica.
 
[[File:Pinuccio Laviano Bari-06-09-1996.png|miniatura|Giuseppe (''Pinuccio'') Laviano, boss dell'omonimo clan, scompare il 10 gennaio 1989, senza mai essere più ritrovato. Con la sua scomparsa si conclude la prima guerra di mafia della criminalità foggiana.]]
'''11 gennaio 1989:''' dopo essere scampato a tre agguati, Pinuccio Laviano, 28 anni, esponente di primo piano della criminalità foggiana negli anni '80, decide di lasciare temporaneamente Foggia per allontanarsi dalla situazione di rischio estremo, dirigendosi in treno nel tarantino, forse a Martina Franca. Il 10 gennaio 1989 lo attende sotto casa l'amico Franco Vitagliani, che deve accompagnarlo in auto alla stazione a San Severo, dove Laviano deve prendere un treno, per evitare la stazione di Foggia. Ma a San Severo Laviano non arriverà mai. La sua scomparsa rimane a lungo un mistero perché il cadavere non verrà mai rinvenuto. L'indagine sulla sua scomparsa rimane a lungo senza colpevoli fino al 2005, quando le rivelazioni di alcuni pentiti portano all'arresto di Rocco Moretti, Vito Lanza, Salvatore Prencipe e Franco Vitagliani. Quest'ultimo, detto ''"a Sciuccarell"'', è "l'amico" che doveva accompagnare Laviano in stazione. È detenuto in carcere in regime di 41 bis e sarà però l'unico condannato per questo omicidio, raggiungendo la ragguardevole somma di 5 condanne all'ergastolo per altrettanti omicidi. Contro di lui peserà la testimonianza dall’ex moglie Rita D'Onofrio, mentre i tre computati verranno assolti dopo la condanna in primo grado. Secondo l’accusa, per aver salva la vita dal clan rivale Rizzi-Moretti, Vitagliani tradì l’amico. L'ordine era di consegnarlo vivo a chi voleva torturarlo e ammazzarlo, ma Vitagliani, per risparmiargli le torture, uccise Laviano sparandogli al capo. Il corpo sarebbe stato successivamente consegnato al clan rivale che lo avrebbe spezzettato. La foto del capo mozzato di Laviano sarebbe stata mostrata durante summit mafiosi.
 
Con lo sterminio del clan Laviano si conclude la prima guerra di mafia che vede l'affermazione del gruppo che fa capo a Gerardo Agnelli, Giosuè Rizzi e Rocco Moretti.
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La seconda guerra di mafia, legata al controllo dei traffici di droga, si svolge a partire dagli anni '90. Con i boss Rizzi e Moretti detenuti per omicidio, le redini della Società Foggiana sono nelle mani di Gerardo Agnelli e Michele Mansueto. È in fase di ascesa un nuovo protagonista della criminalità foggiana, Roberto Sinesi, legato alla [['Ndrina|'ndrina calabrese]] di [[Franco Coco Trovato]] (alleato dei [['Ndrina De Stefano|De Stefano]] di [[Reggio Calabria]]).<ref name=":15">{{Cita web|url=http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_4.pdf|titolo=RASSEGNA DI DOCUMENTI PROCESSUALI CONCERNENTI LE MAFIE PUGLIESI|autore=Michele Emiliano - Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari|wkautore=Michele Emiliano|accesso=26 maggio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160208011835/http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_4.pdf|dataarchivio=8 febbraio 2016|urlmorto=sì}}</ref>
 
'''10 giugno 1990:''' Gerardo Agnelli, ''il Professore'', viene ucciso mentre si trova davanti al suo autosalone in via Onorato, a porta Manfredonia. Un killer che indossa una parrucca e due pistole lo insegue tra la folla e lo crivella di colpi, esplodendogli anche colpi di grazia alla testa e fuggendo su una moto guidata da un complice. Solo dopo 16 anni, a seguito di rivelazioni di pentiti, verranno arrestati Rocco Moretti, già detenuto, indicato come il mandante alche fine diavrebbe punirefrenato le ambizioni di Agnelli di ascendere al vertice della criminalità cittadina e Vincenzo Antonio Pellegrino, ''Capantica'', indicato come il killer. Condannati in primo grado nel 2007, sono stati entrambi assolti in appello.
 
Sempre nel giugno del 1990, Michele Mansueto, capo dell'organizzazione criminale cittadina su delega dei boss in stato di detenzione [[Giosuè Rizzi]] e Rocco Moretti, sfugge ad un agguato scagliandosi contro e disarmando due killer nascosti nel portone della sua abitazione riuscendo a disarmarli. Nella colluttazione rimane ferito da un proiettile all’addome, ma se la cava. Probabilmente l'agguato determina un ridimensionamento del suo ruolo.
 
'''28 novembre 1990''': Roberto Bruno, 30 anni, sorvegliato speciale, viene ucciso sotto casa in via Parini. Mentre rientra con l'auto 3 o 4 killer lo uccidono sotto gli occhi del figlio Rodolfo di 11 anni. Diciassette anni dopo suo figlio Raffaele, mentre sconta una condanna per estorsione si pente e parla di numerosi omicidi fra cui quello di suo padre, che sarebbe stato uccisocompiuto per vendetta,. inRoberto quantoBruno sarebbe infattti l'omicida, nel 1985, aveva uccisodi Ciro Delli Carri, padre di Donato e cognato di Roberto Sinesi. Questi ultimi sarebbero proprio i suoi killer. Arrestati nel 2008 vengono condannati a 30 anni in primo grado.
 
=== Terza guerra di mafia (1998-99) ===
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Tra il 1998 e il 1999 a seguito di un conflitto tra varie fazioni si contano 14 omicidi e 2 agguati falliti: una cruenta guerra di mafia, dove a farne le spese sono per la maggiore dei pregiudicati di spicco dei [[Criminalità organizzata|clan]] rivali fra loro ma anche innocenti che con la mafia non hanno nulla a che fare.<ref>{{Cita web|url=http://www.gdmlaw.com/|titolo=Legal Advice|sito=www.gdmlaw.com|accesso=2022-09-21}}</ref>
 
'''22 gennaio 1998''': Alle 20 viene ammazzato a fucilate Mario Francavilla, 45 anni, titolare di un'impresa di pompe funebri, detto ''"u ner"'', ritenuto il luogotenente del [[Boss (mafia)|boss]] Roberto Sinesi e cassiere della società. Ha due figli, Emiliano e Antonello, che ha sposato la figlia di Sinesi, affiancando il suocero e assumendo le redini del clan. ''Mario'' ''il nero,'', con precedenti condanne per estorsione associazione mafiosa ([[Processo (diritto)|maxi-processo]] Panunzio), è su una [[citycar]] e sta per fare ritorno nella sua abitazione quando 4 killer su un'auto lo affiancano facendo esplodere diversi colpi di fucile. Uno dei sicari scende dall'auto per dargli il colpo di grazia.
 
L'omicidio Francavilla è un evento determinante per la scissione all'interno della Società Foggiana tra i clan Sinesi, federatosi con i parenti Francavilla, e Trisciuoglio-Prencipe e per l'innesco della guerra scatenatasi degli anni 1998-99. Nel 2005 le rivelazioni del pentito Antonio Catalano avrebbero ricollegato le motivazioni dell'omicidio ad una squilibrata spartizione del bottino proveniente dal più grande furto mai realizzato a Foggia, nel quale 7 uomini, penetrati attraverso tombini nel caveau della Banca di Roma nel week-end del ferragosto 1997, svaligiarono 570 cassette di sicurezza per un valore di circa 40 miliardi lire tra soldi e preziosi. I rapinatori avrebbero lasciato ai boss foggiani la somma di 600 milioni di lire in contanti, ma Mario Francavilla e il suo clan ne avrebbero ricevuto infatti solo 100, milioni conscatenando una violenta frizione con il gruppo sodale Trisciuoglio-Prencipe.
 
'''15 giugno 1998''': Colpito alla testa alle 7:40 in via Gioberti Paolo Vitagliani, 33 anni, detto ''Paolo a siuccarell'', assolto dall'accusa di mafia e droga nel maxi-processo «day before» e scarcerato tre settimane prima. È considerato un killer del clan Sinesi-Francavilla.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2019/09/09/il-41bis-per-a-sciuccarella-killer-della-mafia-foggiana-uccideva-i-rivali-e-si-vantava-ho-stipato-pure-a-questo/|titolo=Il 41bis per “A’ Sciuccarella”, killer della mafia foggiana. Uccideva i rivali e si vantava: “Ho stipato pure a questo”}}</ref>. Secondo rivelazioni di pentiti avvenute diversi anni dopo, Vitagliani, appena uscito di galera, avrebbe preso a schiaffi Vincenzo Pellegrino e Lilino Mansueto dicendoavvisandoli che da quel momento inavrebbero poidovuto consegnare i soldi li avrebbero dovuti dare a lui in base agli ordini di Roberto Sinesi. È su uno scooter quando due [[Sicario|killer]] su un ciclomotore l'lo affiancano e lo colpiscono con una pistola calibro 9. AccusatoÈ accusato del suo omicidio è Gianfranco Bruno, cognato di Giovanni Bruno, che avrebbe guidato lo scooter e che verrà ucciso nell'ottobre 2003 da Franco Vitagliani, fratello di Paolo. Secondo il pentito Catalano, Paolo Vitagliani è stato assieme a Vincenzo Antonio Pellegrino, su ordine di Rocco Moretti detenuto, uno dei due killer di Gerardo Agnelli ucciso il 19 giugno 1990.
 
'''3 ottobre 1998''': Ammazzato alle 8 di sera in viale Colombo Antonio Parisi, 51 anni, detto «''il milanese»'' per i suoi trascorsi nella mala milanese e i suoi legami con il boss [[Francis Turatello]] e il clan [[Renato Vallanzasca|Vallanzasca]]. Ha avuto contatti anche con Cosa Nostra, come dimostra una condanna inflittagli dal Tribunale di Palermo. Parisi sta salendo sull'auto dove l'attendono [[moglie]] e figli quando un killer solitario s'avvicina e lo ammazza con tre colpi alla testa sparati da una calibro 38. Antonio è fratello del delegato episcopale di Foggia, don Fausto Parisi. Condannato per estorsione ed assolto per mafia nel maxi-processo, potrebbe essere stato ucciso per non aver voluto aiutare economicamente la «Società»: due indagati a piede libero, pochi elementi.
 
'''5 dicembre 1998''': Ucciso alle 9 di sera in via [[Francesco Saverio Borrelli|Borrelli]] Marco Bruno, 40 anni, mentre scende dall'auto con moglie e figli. Un killer solitario s'avvicina e spara con una pistola calibro 7.65: la vittima, titolare di un autolavaggio, non era affatto collegata all'ambiente malavitoso, pur se questo [[delitto]] viene inserito da polizia e carabinieri nell'elenco dei morti della [[guerra]] di mala. I familiari della vittima pensano che si sia trattato di un errore di persona.
 
'''3 febbraio 1999''': Assassinato alle 8 di sera nel portone di casa in viale Fortore, in uno stabile occupato, Savino Agnelli, 43 anni, detto «''Ninuccio ù ner»'': un killer nascosto nell'atrio spara con una «7.65». Era stato condannato a 6 anni per mafia in «Panunzio» e poi assolto in appello. Era sorvegliato speciale, ritenuto un fedelissimo del capo clan Vincenzo Antonio Pellegrino, ''Capantica''.
 
'''10 marzo 1999''': Ferito alle 8 di [[sera]] in un agguato nei pressi di casa, in via Salvemini, Franco D'Angelo, 44 anni, scarcerato un mese prima dopo la condanna in «day before»: si pensa ad un regolamento di conti nel mondo dello spaccio, ma nessun elemento concreto.
 
'''10 maggio 1999''': Uccisi alle 3 di pomeriggio in via [[Alessandro Manzoni|Manzoni]] Marcello Catalano e Francesco Viscillo, entrambi di 29 anni, condannati rispettivamente a 17 e 13 anni in primo grado nel processo «day before»: sono su uno scooter quando due killer su una moto li affiancano e fanno fuoco con una [[pistola]] calibro 38. Erano ritenuti vicini al clan Piscopia e una delle chiavi di lettura potrebbe essere il loro tentativo d'imporre decisioni ad altri mafiosi sui traffici di [[droga]].
 
'''21 settembre 1999''': Agguato alle 7 di sera in via Fania, davanti al bar Elia dove si sono ritrovati i mafiosi Federico Trisciuoglio, Salvatore Prencipe e Leonardo Piserchia, tutti coinvolti e condannati in primo e secondo grado nel maxiprocesso Panunzio. Arrivano due killer su una moto ed uno spara 40 colpi con un mitra [[RPK (mitragliatrice)|kalashnikovRPK]], ferendo di striscio Prencipe e Trisciuoglio ed ammazzando per sbaglio un passante che festeggiava il suo [[onomastico]] al bar, Matteo Di Candia di 62 anni; ferito anche un altro passante. È il tentativo del clan rivale di spazzare i vertici della «batteria» vincente in quel momento.
 
'''5 ottobre 1999''': Ferito alle 8 di sera, davanti al suo circolo al Cep, Claudio D'Angelo coinvolto nel maxi-processo «day before» e fratello di Franco pure sfuggito ad un agguato nel marzo precedente. I killer sparano con una [[Calibro (arma)|calibro 9]] da un'auto in corso, ferendo gravemente il foggiano.
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'''10 ottobre 1999''': Trovato alle 4 di [[pomeriggio]], in un casolare a «Quadrone delle vigne» sulla [[strada statale 16 Adriatica|strada statale 16]], il cadavere di Domenico Russo, 27 anni, scomparso la sera prima. È stato ucciso con 7 colpi di pistola calibro 9. Le indagini portano all'arresto di un [[Tossicodipendenza|tossicomane]] accusato d'omicidio perché avrebbe attirato in trappola la vittima con la scusa di comprare qualche dose di [[eroina]]: è stato assolto nel processo in corte d'assise.
 
'''24 ottobre 1999''': Ammazzato alle 9 di sera in via Capozzi, nei pressi della sua sala giochi, Leonardo Piserchia, 48 anni, detto «''pastina»'' e/o «''copertone»'', nome storico della malavita foggiana. Era scampato alla strage al circolo [[Bacardi]] il primo maggio dell'86; era sfuggito all'agguato di via Fania il 21 settembre '99, era stato condannato nel maxi-processo Panunzio. Un killer l'avvicina mentre è in compagnia di familiari e spara con una pistola calibro 38. Due ipotesi: l'ha ucciso chi non era riuscito ad eliminarlo nell'agguato di via Fania; è stato ammazzato poiché in via Fania era stato lui ad attirare Prencipe e Trisciuoglio reali obiettivi dei killer. Ipotesi, nessuna certezza.
 
'''28 ottobre 1999''': Assassinato alle 9 di sera sulla circonvallazione Fabio Antonio Catalano, 27 anni, cugino di Marcello Catalano ucciso nel maggio precedente. È su una «Fiat Uno» quando i killer lo affiancano a bordo di un'auto e fanno [[fuoco]] con una calibro 38. Indagati tre foggiani appartenenti al clan Piscopia. La vittima lavorava presso un [[autosalone]] finito nel mirino della mala, dove si erano recati pochi giorni prima del delitto tre giovani poi sottoposti allo «stub» dopo l'omicidio e rilasciati.
 
'''21 dicembre 1999''': Assassinati alle 23 a Parco San Felice Alfonso Palumbo e Nicola La Bella detto il torinese, di 32 e 34 anni. Sono in auto insieme a Felice Di Rese (ferito di striscio) e Stefano Mucciarone (illeso) quando una «[[Fiat Panda|Panda]]» li affianca e i killer aprono il fuoco con pistole calibro 7.65. Le vittime e i loro amici erano ritenuti vicini al clan Trisciuoglio-Prencipe. È l'unico omicidio che compare nella richiesta di rinvio a giudizio per «double edge»: imputato a piede libero un foggiano di 35 anni, Alessandro Carella, detto "''la Uasta"'', del clan Pellegrino, in concorso con altre 2 persone entrambe morte, una delle quali è Giovanni Bruno, ucciso il 10 luglio 2002 al quartiere CEP, mentre è seduto ad una panchina, l'altro sospettato è invece deceduto in un incidente stradale. Trent'anni è la richiesta del pubblico ministero, ma Alessandro Carella sarà assolto.
 
'''27 dicembre 1999''': Assassinato alle 7.30 di sera in via Manzoni Flavio Ciro Lo Mele, 33 anni, dipendente dell'impresa di pompe funebri di Mario Francavilla, ucciso nel gennaio '98: sta salendo sull'auto quando un killer s'avvicina e fa fuoco con una pistola calibro 38. Era indagato a piede libero per l'omicidio di Fabio Antonio Catalano: la sua morte viene ritenuta la risposta al duplice omicidio Palumbo-La Bella.
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== Operazioni di polizia e Procedimenti giudiziari ==
=== L'operazione ''"Panunzio"'' (dicembre 1991) ===
L'operazione prende il nome da Giovanni Panunzio, l'imprenditore nato a Foggia il 4 febbraio 1941, ucciso nel 1992 dai malavitosi del racket delle estorsioni per essersi rifiutato di pagare il pizzo. Panunzio, imprenditore edile di rilievo del capoluogo foggiano, con più di 70 persone alle dipendenze, riceve nel dicembre 1989 una richiesta estorsiva da parte di emissari della “Società Foggiana”, per due miliardi di lire. Giovanni non cede. Iniziano a susseguirsi avvertimenti, minacce sia personali che rivolte alla sua famiglia. Un giorno due persone, dopo essersi avvicinate, gli puntano addosso una pistola. Giovanni inizia ad aver paura, si confida con le Forze dell’Ordine e gli viene assegnato un trattamento di vigilanza: deve avvisare la [[Questura]] di ogni suo spostamento. L'imprenditore sa che rischia la vita, ma sceglie ugualmente di schierarsi dalla parte giusta, di rompere il muro dell'omertà e di puntare il dito contro la mafia foggiana. Affida paure, sospetti e certezze ad un memoriale che consegnerà ai [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]] per denunciare i suoi estorsori. Quel memoriale, nel dicembre del 1991, è determinante per far scattare un blitz in città da cui scaturiscono 14 arresti per esponenti di spicco della mafia locale, tra i quali Giuseppe Spiritoso, Leonardo Piserchia, Antonio Bernardo, Pompeo Raffaele Carella, Mario Carella, Leonardo Corvino, Francesco Selicato, Aniello Palmieri, Salvatore e Pasquale Campaniello. La risposta della mafia non si farà attendere. Il 6 novembre del 1992 Giovanni esce dalla sala consiliare dove è in corso una seduta sul [[Piano regolatore generale comunale|piano regolatore]] della città, sale sulla sua [[Autobianchi Y10]] e si dirige verso casa. È il giorno del suo anniversario di matrimonio. Mentre percorre via Napoli, a poca distanza dal Comune, Giovanni, colpito da proiettili alle spalle, al collo e al polso, si accascia sul volante: a nulla servirà la corsa contro il tempo per raggiungere il vicino ospedale. Giovanni Panunzio viene punito per non aver pagato il pizzo e per aver osato parlare. C'è però un passante, Mario Nero, che è in giro con il suo cagnolino, un chihuahua. Mario si trova faccia a faccia con il killer che inciampa nel guinzaglio del cane, perde la pistola, lo guarda dritto negli occhi e fugge via. Il giorno seguente Mario vede in tv l’appello del figlio della vittima. Ricostruisce la vicenda e con grande coraggio si reca in questura a denunciare l’accaduto. Ma anche la sua vita verrà travolta: dovrà vivere sotto protezione, cambiare 13 località e residenze, i figli della prima moglie non gli rivolgeranno più la parola, la famiglia originaria lo allontanerà in quanto infame<ref>{{Cita web|url=https://bari.repubblica.it/cronaca/2021/01/14/news/morte_mario_nero-282553228/|titolo=È morto Mario Nero, unico testimone di giustizia di Foggia: "Ho avuto 2 nemici nella mia vita: la mafia e lo Stato”|sito=la Repubblica|data=2021-01-14|lingua=it|accesso=2022-10-01}}</ref>. La sua storia ispirerà il tv movie "[[Il testimone (miniserie televisiva)|''Il testimone'']]", diretto da [[Michele Soavi]] con la partecipazione di [[Raoul Bova]]. Grazie alla testimonianza di Mario Nero, viene spiccata una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Donato Delli Carri, 30 anni, nipote di Roberto Sinesi, affiliato alla batteria Delli Carri, costola del clan Sinesi-Francavilla, successivamente condannato in primo grado all'[[ergastolo]] e in via definitiva a 26 anni di reclusione. Il procedimento sulla morte di Panunzio certificherà l’esistenza dell'associazione di stampo mafioso “Società Foggiana” con a capo [[Giosuè Rizzi]] e [[Rocco Moretti.]]<ref name=":0">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/07/30/delitto-panunzio-46-condanne.html|titolo=DELITTO PANUNZIO, 46 CONDANNE - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=30 luglio 1994|lingua=it|accesso=1º ottobre 2022-10-01}}</ref>. Il nome del cartello criminale era stato svelato dal pentito di Trani, [[Salvatore Annacondia]] soprannominato “''Manomozza''” nel corso del processo di primo grado celebrato tra il 1993 e il 1994. Trenatasei persone verranno condannate in via definitiva per associazione di stampo mafioso, droga e omicidi.<ref name=":0" />. A seguito della vicenda giudiziaria, sia [[Palazzo Chigi]] sia il [[Viminale (colle)|Viminale]] si costituirono [[parte civile]] ottenendo il diritto al risarcimento in sede civile che fu stabilito in 6 milioni di euro per la «ferita» causata alla città e per le spese in uomini, mezzi e ogni risorsa per contrastare il dilagare del fenomeno criminoso.<ref>{{Cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/313661/la-mafia-foggiana-dovra-risarcire-lo-stato-6-milioni-lelenco-dei-36-condannati.html|titolo=La mafia foggiana dovrà risarcire lo Stato: 6 milioni L’elenco dei 36 condannati}}</ref>
 
Secondo le dichiarazioni di Patrizio Villani, killer garganico al soldo della batteria Sinesi-Francavilla e condannato a 30 anni di reclusione per l'omicidio Tizzano, l'autore dell'omicidio Panunzio fu in realtà Federico Trisciuoglio, boss dell'omonima batteria Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese e non Donato Delli Carri.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2022/05/28/mafia-foggia-bomba-sullomicidio-panunzio-fu-ucciso-da-trisciuoglio-non-da-delli-carri-la-confessione-del-pentito/|titolo=Mafia Foggia, bomba sull’omicidio Panunzio: “Fu ucciso da Trisciuoglio, non da Delli Carri”. La confessione del pentito}}</ref>
 
=== Operazione ''"Day Before"'' (giugno 1995) ===
 
È la maggiore operazione condotta fino ad allora dalla Squadra Mobile in città con 88 ordinanze di custodia cautelare spiccate dai PM [[Gianrico Carofiglio]] e Alfredo Viola nei confronti di altrettanti presunti appartenenti alla Società Foggiana, alcuni dei quali già detenuti. Il volto della nuova mafia, scrive la [[La Gazzetta del Mezzogiorno|Gazzetta del Mezzogiorno]], è quello di due donne, Giovanna Sinesi, sorella di Roberto e madre di Franco e Donato Delli Carri e Anna Dei, moglie di Sinesi, alle quali vengono notificate ordinanze di custodia cautelare. Le rivelazioni dei pentiti e le microspie permettono inoltre di evidenziare il ruolo ripreso nella gestione del crimine da Vincenzo Parisi, recordman delle evasioni, che però riesce ad evitare l'arresto. Il maxi-processo di appello, conclusosi nel luglio 2000, si conclude, dopo 9 giorni di camera di consiglio, con 53 condanne per complessivi 574 anni per i reati di mafia, droga, sette omicidi avvenuti nella zona di San Severo, 4 tra tentati omicidi e ferimenti, estorsioni, detenzione di armi ed esplosivo. Il boss Roberto Sinesi patteggia una pena di 15 anni per mafia e droga, da considerare in continuazione con i 6 anni inflitti per mafia nel maxi-processo Panunzio; Donato Delli Carri, nipote di Sinesi e killer di Panunzio riceve 8 anni per mafia; [[Giosuè Rizzi]] 4 anni e 6 mesi per mafia e armi; Rocco Moretti 4 anni e 6 mesi per armi; Michele Mansueto 4 anni e 6 mesi per armi; Giuseppe La Piccirella, di San Severo, 27 anni per mafia, droga, omicidio e ferimenti; Vito Lanza 11 anni e 6 mesi per mafia, droga, armi, Anna Dei 2 anni per mafia, Giovanna Sinesi 2 anni per mafia.
 
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L'esito del processo di primo grado nei confronti di 41 persone arrestate il 24 giugno del 2002 nell'ambito dell'operazione Double Edge è stato di 9 condanne, 4 patteggiamenti, 27 [[Assoluzione (diritto)|assoluzioni]]. Tra gli imputati condannati figurano, Federico Trisciuoglio (condannato a 4 anni di reclusione), Salvatore Prencipe (3 anni), Vincenzo Antonio Pellegrino, (3 anni), Antonio Bernardo (3 anni), Franco Spiritoso (3 anni), Michele Mansueto, (3 anni). Tra gli assolti Roberto Sinesi, Mario Piscopia, Antonello Francavilla e il fratello Emiliano.
 
Le accuse per i 41 foggiani, arrestati dagli agenti della Mobile nel giugno 2002 includono [[Associazione di tipo mafioso|associazione mafiosa]], [[droga]], [[estorsioni]], [[prostituzione]], [[Arma|armi]], [[usura]], [[furto]] e [[ricettazione]].<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/06/25/mafia-omicidi-videopoker-stroncata-onorata-societa.html|titolo=Mafia, omicidi e videopoker stroncata l'onorata Società - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=25 giugno 2002|lingua=it|accesso=2022-09-21 settembre 2022}}</ref>. Il [[giudice]] condannerà gli imputati per il solo reato di mafia, non riconoscendo gli altri capi di imputazione. Il [[Pubblico ministero|Pubblico Ministero]] della DDA di [[Bari]] Gianrico Carofiglio aveva chiesto 7 assoluzioni, e 29 condanne, cinque imputati avevano chiesto di patteggiare. Il [[Foggia|Comune di Foggia]], in questo processo si era costituito [[parte civile]] chiedendo un [[risarcimento]] danni di 1 milione di euro, ma il [[giudice]] stabilirà un risarcimento danni pari a 250&nbsp;000 euro.<ref name="camera">{{Cita web|url=https://documenti.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed312/s130.htm|titolo=Sten. 312 s130|sito=documenti.camera.it|accesso=2022-09-21}}</ref>
 
=== L'operazione''"Poseidon"'' (giugno 2004) ===
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L’indagine, coordinata dalla [[Direzione distrettuale antimafia|Direzione Distrettuale Antimafia]] di Bari, prende questo nome in quanto rappresenta la decima (in ordine di tempo) delle più importanti operazioni antimafia effettuate nella città di Foggia. Viene documentata la contrapposizione tra le due “batterie” mafiose egemoni sul territorio (da una parte quella dei Sinesi-Francavilla e dall’altra quella dei Moretti-Pellegrino-Lanza) che sono comunque inquadrabili in un unico contesto all’interno della [[Società Foggiana]]. I due gruppi criminali storicamente in contrapposizione infatti sul fronte del racket chiudevano affari in sinergia e si spartivano i ricavi grazie ad una “cassa comune”. Per i pubblici ministeri della [[Direzione distrettuale antimafia|DDA]] commercianti e imprenditori foggiani taglieggiati sono dei “coraggiosi al contrario” che accettano una vita di soprusi, quasi “disumana”. Ascoltati dai magistrati, nonostante il carattere incontrovertibile delle [[Estorsione|estorsioni]] di cui erano vittime, negavano di aver mai pagato il pizzo e addirittura alcuni di loro, dopo essere state ascoltate dagli inquirenti, comunicavano immediatamente la circostanza agli estorsori tranquillizzandoli di non aver detto nulla.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2018/11/30/decima-azione-mafia-foggiana-minacciava-bombe-a-residenza-sanitaria-i-tentacoli-dei-boss-su-discoteche-e-ipermercati/|titolo=“Decima Azione”, mafia foggiana minacciava bombe a residenza sanitaria. I tentacoli dei boss su discoteche e ipermercati}}</ref>
 
Il 26 novembre 2020 verranno condannati i maggiori boss della Società Foggiana e i loro collaboratori: 11 anni e 4 mesi al boss [[Rocco Moretti]] detto “il porco”, 14 anni a Roberto Sinesi alias “lo zio”, 10 al figlio Francesco, 10 a Cosimo Damiano Sinesi, 14 a Vito Bruno Lanza detto “U’ Lepr”, 10 al figlio Leonardo e all’altro figlio Savino.
 
=== L'operazione "''Decimabis''" ===
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L'operazione si realizza nell'ottobre 2020 con un blitz della [[Direzione distrettuale antimafia|Direzione Distrettuale Antimafia]] e carabinieri del Ros che porta in cella noti mafiosi foggiani, ma anche funzionari regionali, professionisti e intermediari dei clan. L’ordinanza ''monstre'', oltre mille pagine, svela una serie infinita di reati che includono associazione di tipo mafioso, riciclaggio, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi/esplosivi, truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche (anche con riferimento a quelle UE) ed altri delitti, tutti aggravati ex art. 416 bis.1 C.P, per aver agevolato le attività di una organizzazione mafiosa.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2020/10/27/mafia-dallassassino-di-panunzio-al-killer-aghilar-tutti-i-nomi-del-grande-carro-della-societa-foggiana-il-business-della-batteria-delli-carri/|titolo=Mafia, dall’assassino di Panunzio al killer Aghilar: tutti i nomi del “Grande Carro” della Società Foggiana. Il business della batteria Delli Carri}}</ref>
 
Le indagini consentono di documentare l'operatività della batteria Delli Carri (costola dei Sinesi-Francavilla) non solo su Foggia, [[Orta Nova]], [[Ascoli Satriano]] e Cerignola, ma anche su Rimini, l’alta Irpinia, nonché in Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca, dove viene accertato il reinvestimento di fondi illeciti nell’acquisto di un complesso immobiliare di Praga, del valore di oltre mezzo milione di euro. Sono coinvolti innanzi tutto Francesco Delli Carri, storico esponente della Società foggiana e suo fratello Donato (già condannato per l'omicidio Panunzio), ma emergono anche le figure di Aldo Delli Carri, cugino degli stessi, impegnato nel reinvestimento dei proventi illeciti nel settore immobiliare e nelle truffe per l’indebita percezione di contributi per l’[[agricoltura]] erogati dall’UE e dalla Regione Puglia e i rapporti dei “Delli Carri” con esponenti della criminalità garganica e di [[Canosa di Puglia]] (BT), grazie ai quali riescono ad esercitare le proprie attività illecite in quelle aree. Sotto il profilo delle attività criminali, emerge una forte pressione estorsiva esercitata dal sodalizio a carico di aziende agricole, ditte di trasporti e di onoranze funebri, società attive nella realizzazione di impianti eolici e nel settore delle energie alternative le quali, a seguito di sistematica attività intimidatoria, sono state costrette al versamento di percentuali sui ricavi, nonché ad affidare in subappalto ad aziende riconducibili al sodalizio l’esecuzione di contratti di lavoro, servizi e forniture, oppure a rinunciare alle commesse già ottenute. Una serie di imprese operanti nei settori edile, movimento-terra, trasporti, ristorazione e gaming in Emilia Romagna viene ricondotta alla Batteria che, tramite prestanomi, costituiva ex novo società, oppure infiltrava gli assetti societari esistenti. Tra gli esponenti della società civile coinvolti ci sono commercialisti accusati di fornire ai sodali consigli e istruzioni su come realizzare la fittizia intestazione di società, funzionari regionali in servizio presso l’ispettorato provinciale agricoltura di Foggia, responsabili del rilascio di false attestazioni durante le ispezioni e agronomi.
 
Nel luglio 2022 arrivano le condanne al termine del processo con rito abbreviato: il Tribunale di Bari condanna Francesco Delli Carri, considerato uno dei capi dell’organizzazione criminale, a 16 anni di reclusione e confisca dei beni in sequestro.
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Nel 2013 il giornalista [[Roberto Saviano]] in proposito ha dichiarato: "È la mafia più ignorata dai media, potentissima ed efferata",<ref>{{Cita web|url=https://www.foggiatoday.it/cronaca/societa-foggiana-roberto-saviano.html|titolo=Società Foggiana, Saviano: “Mafia più ignorata dai media, potentissima ed efferata”|sito=FoggiaToday|lingua=it|accesso=2022-09-21}}</ref> e in una intervista del 2016, il [[Questore (ordinamento italiano)|questore]] della [[Polizia di Stato]] di Foggia Piernicola Silvis ha dichiarato che l'80% dei commercianti paga il ''[[Pizzo (mafia)|pizzo]]''.<ref name="RefA">{{cita web|url=http://www.lastampa.it/2016/01/31/italia/omicidi-estorsioni-e-bombe-in-puglia-la-mafia-pi-cattiva-RjUuJGHx9eWO9McXkNcFBJ/pagina.html|titolo=Omicidi, estorsioni e bombe: in Puglia la mafia “più cattiva”}}</ref>
 
Il 19 gennaio 2023 durante un'intervista a ''[[Piazzapulita]]'', trasmissione televisiva su [[LA7|La7]], il ministro dell'interno [[Matteo Piantedosi]] ha dichiarato: "Preoccupante quanto accade a [[Foggia]], presto sarò lì per presiedere un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, come contributo di vicinanza a quei luoghi e agli operatori. La mafia foggiana si sta caratterizzando per l’esercizio di una violenza fisica e talvolta eclatante, da questo punto di vista è quella che più si avvicina alla [[Cosa nostra|mafia]] [[Clan dei Corleonesi|corleonese]], quella che spara ancora, uccide, fa operazioni eclatanti come l’assalto ai portavalori anche al costo di operazioni spettacolari sulle autostrade."<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2023/01/19/piantedosi-presto-saro-a-foggia-dove-ce-la-mafia-piu-violenta-molto-simile-a-quella-dei-corleonesi/|titolo=Piantedosi: "Presto sarò a Foggia dove c'è la mafia più violenta, molto simile a quella dei corleonesi"|autore=Redazione|sito=l'Immediato|data=2023-01-19|lingua=it-IT|accesso=2023-05-06}}</ref>
 
Il 20 aprile del 2023 durante un incontro con gli studenti del dipartimento di [[giurisprudenza]] all'[[Università di Foggia]] il magistrato e procuratore delle repubblica presso il tribunale di [[Catanzaro]] [[Nicola Gratteri]] ha dichiarato: "Le mafie del foggiano sono mafie violente. Sono strutture molto simili a quelle degli anni ottanta in [[Sicilia]], ma anche di qualche decennio fa in [[Calabria]] – ha aggiunto -. Le mafie del foggiano stanno facendo di tutto per farsi conoscere, per crearsi uno spazio, per essere mafie evolute sul piano economico e nel riciclaggio come lo sono oggi la [['Ndrangheta]] e le altre mafie storiche"<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2023/04/20/gratteri-a-foggia-qui-la-mafia-vuole-farsi-spazio-e-ricorda-gli-affari-con-la-ndrangheta-tra-coca-e-armi/|titolo=Gratteri a Foggia: "Qui la mafia vuole farsi spazio". E ricorda gli affari con la 'ndrangheta tra coca e armi|autore=Redazione|sito=l'Immediato|data=2023-04-20|accesso=2023-05-06}}</ref>
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*[[Pasquale Moretti]], figlio di Rocco, detto "''il Porchetto''", nato a Foggia l'11.5.1977, numero 2 del clan, di cui avrebbe assunto di fatto le redini a causa della lunghissima detenzione del padre. Ha collezionato 42 anni di condanne per mafia, droga, usura, estorsione, armi, ricettazione, violazione della sorveglianza speciale, soldi falsi. Dal 2014 a oggi è stato a piede libero solo tra febbraio e novembre 2020, riarrestato nell'operazione Decima bis con condanna in primo grado a 16 anni per mafia, usura ed estorsione.<ref>{{Cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/foggia/1367321/foggia-inflitti-325-anni-di-carcere-ai-vertici-della-societa-dal-94-ad-oggi.html|titolo=Foggia, inflitti 325 anni di carcere ai vertici della «Società» dal ‘94 ad oggi}}</ref>
*Rocco Moretti junior, figlio di Pasquale, nato a Foggia il 29.5.1997. Nonostante la giovante età ha collezionato 21 anni di condanne: coinvolto nei blitz Chorus (2019) e Decima bis (2020), ha condanne per rapina (2016), estorsione, droga (2019), armi, evasione oltre a 10 anni per mafia.
*Alessandro Moretti, detto ''Sassolino'', nipote del "''Porco''", condannato in via definitiva a 4 anni per tentata estorsione, danneggiamento e lesioni.
*Massimo Perdonò, detto ''Massimino'', nipote del "''Porco''", condannato in Cassazione nel 2023 a 12 anni di reclusione per il tentato omicidio di Giovanni Caterino, 42enne manfredoniano detto “Giuann''Giuann Popò”Popò'', a sua volta basista della strage di San Marco in Lamis avvenuta il 9 agosto 2017 e condannato in secondovia gradodefinitiva all’ergastolo.
*Francesco Tizzano, cognato di Rocco Moretti, condannato in primo grado a 21 anni in “Decima azione” per mafia e per il tentato omicidio di Mimmo Falco rimasto paralizzato.
*Fabio Tizzano, fratello di Francesco, accusato del tentato omicidio di Mimmo Falco, eseguito dopo l'agguato a Vito Bruno Lanza.
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[[File:Sinesi Roberto 09-05-1998.png|miniatura|Roberto Sinesi, detto ''Lo Zio'', in una foto del 1998, è tuttora l'indiscusso capo della batteria Sinesi-Francavilla|165x165px]]
 
* Roberto Sinesi, detto "''lo zio''", nato a Foggia il 16.10.1962, capo del clan Sinesi-Francavilla<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2019/09/10/la-chiacchierata-con-lagente-che-inguaia-il-boss-di-foggia-nel-vivo-il-processo-allo-zio-roberto-sinesi/|titolo=La chiacchierata con l'agente che inguaia il boss di Foggia. Nel vivo il processo allo "zio" Roberto Sinesi|sito=l'Immediato|data=2019-09-10 settembre 2019|lingua=it-IT|accesso=2020-05-11 maggio 2020}}</ref>, attualmente detenuto al 41 bis nel carcere di Rebibbia.
*Francesco Sinesi, nato nel 1985, figlio dello "''Zio''" e cognato di Pasquale Moretti (batteria opposta), condannato in via definitiva a 20 anni quale mandante dell'omicidio di Roberto Tizzano (29/10/2016) nel bar H24 di Foggia, compiuto dal killer Patrizio Villani in(a sua volta condannato a 30 anni). L'omicidio di Tizzano fu la risposta all’agguato del 6 ottobre 2016 nel quale rimase ferito suo padre Roberto Sinesi e il nipotino, sebbene l'obiettivo principale era Giuseppe Albanese, detto ''Prnion,'' considerato l'esecutore dell'agguato a Sinesi.
*Cosimo Damiano Sinesi, nato nel 1985, nipote dello "''Zio''", anche lui condannato in via definitiva a 20 anni per l'omicidio di Roberto Tizzano: è accusato di aver indicato ai killer l'obiettivo da eliminare.
*Antonello Francavilla, genero dello "''Zio''", avendone sposato la figlia Elisabetta Sinesi, condannato in via definitiva per il duplice tentato omicidio dei cugini Rodolfo e Gianfranco Bruno compiuto il 1º aprile 2003 a Foggia, per mafia e per violazioni della sorveglianza speciale e in via definitiva a 13 anni e 4 mesi per importazione di 300 quintali di hashish dal Marocco attraverso la Spagna e per associazione mafiosa, in secondo grado a 6 anni per estorsione. Mentre sconta gli arresti domiciliari in una villetta in via Greccio 14, a Nettuno, il 2 marzo 2022, è oggetto di un agguato. Due persone con il viso coperto da mascherine sanitarie suonano al portone d'ingresso dell'appartamento spacciandosi per agenti di polizia e lo colpiscono con tre colpi di pistola ferendo gravemente anche il figlio quindicenne Mario che si trova temporaneamente in casa. Questa volta il tentato omicidio non matura all'interno delle famiglie mafiose rivali: il 6 agosto 2022 viene infatti arrestato con l'accusa di tentato omicidio un costruttore taglieggiato dal Francavilla, Antonio Fratianni, che sarebbe stato oggetto a sua volta di un tentato omicidio sventato dalla polizia il 26 giugno 2022, organizzato proprio da Antonello ed Emiliano Francavilla.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2022/08/06/mafia-foggiana-fratianni-da-imprenditore-a-giustiziere-il-clan-mi-impose-di-non-partecipare-a-gare-dappalto-in-citta/|titolo=Mafia foggiana: Fratianni da imprenditore a giustiziere. “Il clan mi impose di non partecipare a gare d’appalto in città”}}</ref>. Torna libero il 4 aprile 2022 ed è arrestato nuovamente il 18 gennaio 2023 perché gira con una pistola con silenziatore e colpo in canna e condannato a 4 anni.
*Emiliano Francavilla, nato il 16.08.1979, fratello di Antonello<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2019/07/17/in-cella-tre-big-della-mafia-foggiana-ce-anche-il-boss-di-noto-clan-a-segno-loperazione-rodolfo/|titolo=In cella tre big della mafia foggiana: c'è anche il boss di noto clan. A segno l'operazione "Rodolfo"|sito=l'Immediato|data=17 luglio 2019-07-17|lingua=it-IT|accesso=11 maggio 2020-05-11}}</ref>. Ha svolto funzioni di capo-batteria in seguito all'arresto dei familiari. Nel 2018 è condannato in Corte d'Appello a 9 anni e 8 mesi di reclusione. La sua ex-moglie, Sabrina Campaniello, è diventata collaboratrice di giustizia. Legato sentimentalmente all'avvocato Gabriella Capuano, condannata in via definitiva a 3 anni e 6 mesi di reclusione per concorso in estorsione.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2020/10/03/mafia-e-tangenti-la-cassazione-presenta-il-conto-alla-societa-foggiana-condanne-definitive-per-capantica-e-per-lavvocato-capuano/|titolo=Mafia e tangenti, la Cassazione presenta il conto alla “Società Foggiana”. Condanne definitive per “Capantica” e per l’avvocato Capuano}}</ref>. Condannato a 3 anni e 6 mesi per aver favorito la latitanza del boss garganico Franco Li Bergolis in ragione dell'alleanza con l'omonimo clan. Scarcerato il 28 marzo 2022, viene arrestato il 22 luglio 2022 per il tentato omicidio del costruttore Antonio Fratianni sospettato d’aver sparato a Nettuno il 2 marzo 2022 al fratello Antonello e al figlio minorenne ferendoli.
*Leonarda (Dina) Francavilla, sorella di Antonello, condannata in secondo grado a 6 anni di reclusione per estorsione. Posta alla detenzione domiciliare il 7 aprile 2023 per scontare 4 anni e 7 mesi per estorsione aggravata dalla mafiosità nel processo Rodolfo.
*Mario Lanza, marito di Leonarda Francavilla, condannato a 9 anni e 10 mesi per estorsione. Scarcerato il 21 marzo dopo 12 anni in carcere e ai domiciliari per una serie di condanne è tornato in carcere poche settimane dopo per scontare oltre 2 anni per il blitz antidroga “White Bridge” del 2012.
*Antonio Salvatore, genero di Leonarda, detto "''Lascia Lascia",'' condannato a 3 anni di reclusione in pena concordata per tentato furto nel caveau della Società di trasporto Loomis Schweiz, sventato dai carabinieri di Cerignola e di Milano in collaborazione con la polizia svizzera.
*Luigi Biscotti, nipote dello ''"Zio"'', condannato nel gennaio 2017 in rito abbreviato a 10 anni di reclusione per il tentato omicidio di ''"U'Lepre"''.
*Ciro Francavilla, nato a Foggia il 13.9.1974, cugino di Antonello, detto "''il capellone''", condannato in appello a 4 anni e 2 mesi per tentata estorsione. Da gennaio 2024 diventa collaboratore di giustizia<ref>{{cita news|url = https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/foggia/1471172/foggia-la-mafia-ha-un-nuovo-pentito-e-il-boss-ciro-francavilla.html|titolo = Foggia, la mafia ha un nuovo pentito: è il boss Ciro Francavilla|pubblicazione = lagazzettadelmezzogiorno.it|data = 30 gennaio 2024|lingua = it|accesso = 30 gennaio 2024}}</ref>.
*Giuseppe Francavilla, nato a Foggia il 6.11.1978, fratello di Ciro e cugino di Antonello, detto anche lui "''il capellone''", condannato in appello a 4 anni e 8 mesi per tentata estorsione.
*Donato Delli Carri, nato nel 1969, figlio di Giovanna Sinesi (sorella dello "''Zio")'', condannato a 27 anni di reclusione per l'omicidio di Panunzio (1992) e a 8 anni nel maxi-processo Day-Before.
*Francesco Delli Carri, nipote dello Zio, detto ''"U' Malat"''.
 
=== Batteria Trisciuoglio-Tolonese ===
* Federico Trisciuoglio<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2017/12/16/arrestato-boss-della-societa-trisciuoglio-era-lultimo-capo-clan-ancora-libero-in-manette-anche-il-figlio/|titolo=Arrestato boss della Società, Trisciuoglio: era l'ultimo capo clan ancora libero. In manette anche il figlio|sito=l'Immediato|data=2017-12-16|accesso=2020-05-11}}</ref>, detto ''Enrichetto lo zoppo'', nato il 20.10.1953, condannato dalla Corte di Appello di Bari a 25 anni di reclusione per estorsione, associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione di armi, pena confermata in Cassazione, muore per cause naturali nel 2022. Secondo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Patrizio Villani, sarebbe stato lui l'omicida del costruttore Panunzio e non Donato Delli Carri, condannato a 27 anni di reclusione per tale motivo.
*Giuseppe Trisciuoglio, nato il 5.3.1977, condannato nel 2019 dalla Corte di Appello di Bari a 10 anni di reclusione per estorsione.
*Fabio Trisciuoglio, nato il 31.3.1980, condannato per estorsione
*Rossana Trisciuoglio, nata nel 1971, figlia del boss, arrestata per estorsione assieme al suo compagno Domenico La Gatta.
*Salvatore Prencipe<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmattinodifoggia.it/news/spazio-aperto/23586/-Societa-foggiana---torna.html|titolo="Società foggiana": torna in libertà il boss Salvatore Prencipe|accesso=2020-05-11}}</ref>, detto ''Piede veloce'', detenuto dal 2004 al 2015 a seguito della condanna successiva all'operazione Poseidon. Libero dopo aver scontato condanne per [[associazione mafiosa]], [[traffico di droga]] ed estorsione, viene ucciso poco prima delle 22 del 20 maggio 2023 in viale Kennedy, quartiere CEP, alla periferia sud di Foggia, colpito da due colpi di fucile al volto e al torace mentre è fermo in auto nei pressi dell'appartamento in cui vive con la madre. Prencipe era scampato ad un attentato la sera del 21 settembre 1999 quando due killer giunti in moto spararono una quarantina di colpi di kalashnikov verso Prencipe che si trovava con Federico Trisciuoglio e Leonardo Piserchia (scampato alla strage del Bacardi e assassinato il 24 ottobre dello stesso anno) davanti al bar Elia di via Giuseppe Fania. L'attentato costò la vita del pensionato 62enne Matteo De Candia che festeggiava il suo onomastico.
* Raffaele Tolonese, detto ''Rafanill'', nato il 13.9.1950, con un curriculum giudiziario di tutto rispetto: spaccio di stupefacenti (1985); rapina in banca in cui rimane gravemente ferito (1986) con relativa condanna a 4 anni; estorsione (1993) con relativa condanna a 1 anno e 4 mesi; mafia (1999) con relativa condanna a 3 anni e 6 mesi, detenzione illegale di armi (2001) con condanna a 3 anni, droga, armi, estorsioni, sequestro di persona, ricettazione e [[Riciclaggio di denaro|riciclaggio]] con condanna in via definitiva a 10 anni di reclusione (2017).
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Nel 2017, la società Segnaletica Meridionale, che già da diversi anni aveva l'appalto per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei semafori e per quella relativa sia alle “strisce” orizzontali sia ai segnali stradali, si aggiudicava il nuovo appalto della durata di 5 anni per un importo base di 2,5 milioni, con una offerta al ribasso di 1,8 milioni di euro. La Prefettura di Foggia emetteva tuttavia un provvedimento di interdittiva antimafia nei confronti della società in quanto l'amministratrice della società, Veronica Colecchia, figlia del fondatore Giuliano, risultava essere la convivente di Pasquale Moretti, erede designato dal padre Rocco ad ereditare la gestione del sodalizio mafioso. Tra i dipendenti della società negli anni 2015 e 2016, inoltre, risulta esserci Francesco Tizzano, cognato di Veronica, in quanto sposato con la sorella Deborah. Tizzano, esponente di spicco del clan Moretti-Lanza-Pellegrino, è un noto pregiudicato foggiano più volte colpito da arresti per gravi reati anche di tipo mafioso.<ref>{{Cita web|url=https://www.foggiacittaaperta.it/news/read/appalto-segnaletica-meridionale-comune-foggia-interdittiva-antimafia|titolo=Appalto segnaletica e semafori, Prefettura blocca l'azienda vincitrice: "Possibili infiltrazioni mafiose"}}</ref>
 
Nel 2021 venivano alla luce le intercettazioni ambientali a carico della consigliera comunale di maggioranza Liliana Iadarola (indipendente) alla quale il suo compagno, Fabio Delli Carri già noto alle forze di polizia, condannato nel 2014 per il reato di estorsione legato al 'racket delle mozzarelle e appartenente alla famiglia Delli Carri (clan Sinesi-Francavilla), chiedeva di mettersi di traverso rispetto all’azione amministrativa attuata dall’assessorato alla Legalità ed in particolare al potenziamento delle videocamere di sorveglianza.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2021/03/16/mafia-foggiana-bombe-e-quelle-pressioni-in-comune-il-compagno-estorsore-della-consigliera-alle-telecamere-puoi-scrivere-di-no/|titolo=Mafia foggiana, bombe e quelle pressioni in Comune. Il compagno (estorsore) della consigliera: “Alle telecamere puoi scrivere di no?”|pubblicazione=immediato.it|data=17 marzo 2021|lingua=it|accesso=}}</ref>
 
== Presenza nel territorio ==
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==== San Severo ====
A [[San Severo]] e nel resto dell'Alto Tavoliere, operava negli [[Anni 1990|anni '90]] il clan capeggiato da Agostino Campanaro, affiliato alla [['Ndrangheta|'ndrangheta]] calabrese da [[Franco Coco Trovato]]<ref name=":22">{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1996/04/16/page_042.pdf|titolo='Ndrangheta - Manette al boss latitante|autore=|editore=L'Unità|data=16 aprile 1996}}</ref> e poi ucciso nel [[2002]] da un commerciante stanco delle sue continue richieste estorsive<ref name=":15" /><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/05/23/boss-ucciso-il-fornaio-confessa-ero-stufo.html|titolo=Boss ucciso, il fornaio confessa 'Ero stufo di pagargli il pizzo' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2022-10-06}}</ref>. Oggi gli assetti risultano prevalentemente stabili. La batteria foggiana Moretti-Pellegrino-Lanza vi ha concentrato i propri interessi e sostenuto il clan La Piccirella-Testa, che si caratterizza ormai come un gruppo autonomo indipendente, al cui vertice vi sono Giuseppe Vincenzo La Piccirella e Severino Testa. Tale clan ha definitivamente affermato la propria supremazia in un sistema precedentemente caratterizzato da diversi gruppi autonomi, monopolizzando il racket delle estorsioni ed il traffico di sostanze stupefacenti, ambito in cui la città di San Severo si conferma uno degli snodi più rilevanti della provincia. La criminalità sanseverese ha esteso la sua influenza criminale anche in altri comuni vicini.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2021/09/22/malavita-di-san-severo-in-contatto-con-camorra-e-ndrangheta-la-dia-ha-un-ruolo-determinante-nei-traffici-di-droga/|titolo=Malavita di San Severo in contatto con camorra e 'ndrangheta. La Dia: "Ha un ruolo determinante nei traffici di droga"|autore=Redazione|sito=l'Immediato|data=2021-09-22|lingua=it-IT|accesso=2022-09-21}}</ref>
 
In antagonismo con il clan La Piccirella-Testa, rimane attivo il clan Nardino, molto attivo nel traffico degli stupefacenti e dotato di una rete di approvvigionamento diversificata (extranazionale in Olanda e in Germania per la cocaina, presso la criminalità albanese per l’eroina, nonché attraverso esponenti della camorra, della Società Foggiana e della malavita cerignolana) che gli ha consentito di coprire il mercato in modo competitivo.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2020/01/18/mafia-san-severo-la-supremazia-criminale-del-clan-testa-la-piccirella-la-dia-monopolizza-racket-e-droga-con-laiuto-dei-foggiani-moretti/|titolo=Mafia San Severo, la “supremazia criminale” del clan Testa-La Piccirella. La DIA: “Monopolizza racket e droga con l’aiuto dei foggiani Moretti”}}</ref>
 
La criminalità organizzata sanseverese vanta buoni rapporti anche con la ''Società Foggiana'' di [[Foggia|Foggia città]], con la ''Mafia Garganica'' (per precisione con la criminalità di [[San Nicandro Garganico]] e [[Vieste]]) e con organizzazioni criminali presenti oltre i confini regionali e persino oltre i confini nazionali.<ref>{{Cita web|url=https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/261-cronaca/86000-criminalita-organizzata-pugliese-le-mafie-della-capitanata.html|titolo=Criminalità organizzata pugliese: le mafie della Capitanata|autore=Antonio Nicola Pezzuto|sito=[[Antimafia Duemila {{!}} Fondatore Giorgio Bongiovanni|lingua=it-IT]]|accesso=2022-09-21}}</ref>
 
==== Cerignola ====
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==== Lucera ====
Nel comune di [[Lucera]], situato nell'entroterra lungo la direttrice che conduce nell'alto [[Molise]], i clan predominanti sono Ritucci-Cenicola, Papa-Ricci, Bayan-Di Corso, Tedesco e Barbetti, ma nonostante la perenne lotta fra loro, il gruppo di maggiore spessore criminale resta quello dei Ritucci-Cenicola che si caratterizza ormai come un gruppo autonomo indipendente. Tale clan ha definitivamente affermato la propria supremazia in un sistema precedentemente caratterizzato da diversi gruppi autonomi, monopolizzando il racket delle estorsioni ed il traffico di sostanze stupefacenti, vantando alleanze con i gruppi garganici nell’area di [[Monte Sant'Angelo]]-[[Vieste]]. Risulta indebolito il clan Bayan, in ragione dello stato di detenzione del suo capo, ergastolano (detenuto nel regime previsto dall’art. 41 bis).<ref>{{Cita web|url=https://www.foggiatoday.it/cronaca/mafia-san-severo-relazione-dia-primo-semestre-2020.html|titolo=La Dia su San Severo: "È centro di raccordo dei fenomeni criminali più significativi"}}</ref>
 
==== I Cinque reali siti ====
Ad [[Orta Nova]] opera il [[clan Gaeta]], attivo in tutti i [[cinque reali siti]] e già decimato in molte sue ramificazioni dall{{'}}''Operazione Veleno'', che portò a 52 arresti nel 2007<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/09/26/colpo-all-ecomafia-52-arresti.html|titolo=Colpo all' ecomafia, 52 arresti - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=26 settembre 2007|lingua=it|accesso=2022-09-21 settembre 2022}}</ref>. Cosca ritenuta collegata al clan Moretti-Pellegrino-Lanza di Foggia.I reati connessi riguardano il traffico di stupefacenti e le armi, ma anche ricettazione e riciclaggio di autovetture, furti/rapine e assalti ai bancomat e ai portavalori, ambito quest’ultimo in cui la criminalità di Orta Nova si è ritagliata un ruolo importante. A Stornara, le dinamiche criminali risultano legate in parte alla famiglia malavitosa Masciavè, ma soprattutto all’influenza della criminalità cerignolana che quel territorio può utilizzarlo come base logistica per le proprie operazioni predatorie.<ref>{{Cita web|url=https://direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it/semestrali/sem/2020/2sem2020.pdf|titolo=Relazione semestrale DIA, secondo semestre 2020}}</ref>
 
=== Abruzzo ===
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Da un'inchiesta cominciata nei primi anni del [[2000]] denominata "Reclaim" si è scoperto che i clan della società foggiana si sono insediati nelle [[marche]] dedicandosi prevalentemente allo spaccio di droga, rapine e gestione del gioco d'azzardo. Coinvolti anche esponenti dell'industria di [[Macerata]].<ref>{{cita web|url=http://www.ilrestodelcarlino.it/fermo/2008/11/06/130694-associazione_mafiosa_rivivono.shtml|titolo=Associazione mafiosa, rivivono le 'imprese' della cupola foggiana|data=6 novembre 2008}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.studioexclusive.com/news/2002_maggio_ter/11arresti_per_mafia_anche_in_provincia_di_Macerata_ita2596.asp |titolo=11arresti per mafia anche in provincia di Macerata |accesso=3 ottobre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091117115245/http://www.studioexclusive.com/news/2002_maggio_ter/11arresti_per_mafia_anche_in_provincia_di_Macerata_ita2596.asp |dataarchivio=17 novembre 2009 |urlmorto=sì }}</ref>
 
In data 6 luglio [[2010]], a [[Fano]] (Pesaro-Urbino) viene sgominata una banda composta da pugliesi e marchigiani, la quale si dedicava ad [[estorsioneEstorsione|estorsioni]] e spaccio di sostanze [[anabolizzanteAnabolizzante|anabolizzanti]]. I capi risultano provenienti da [[San Nicandro Garganico]].<ref>[2° relazione semestrale 2010 della DIA]</ref>
 
Nel novembre 2021 sono stati arrestati due soggetti sannicandresi per [[pizzoPizzo (mafia)|estorsione]] aggravata dal metodo [[mafiaMafia|mafioso]] e [[usura]] aggravata in concorso.<ref>{{Cita web|url=https://www.foggiatoday.it/cronaca/arresti-san-nicandro-garganico-foggia-usura-imprenditore-orsara-di-puglia.html|titolo=Imprenditore foggiano taglieggiato fa arrestare coniugi: "Se non paghi ti sparo, sono 25 anni che faccio il criminale e oggi sto come un animale"|sito=FoggiaToday|data=22 novembre 2021|lingua=it|accesso=2022-09-21 settembre 2022}}</ref>. Uno dei due soggetti arrestati vantava la sua appartenenza alla mafia locale ({{Senza fonte|di [[San Nicandro Garganico|San Nicandro G.]]}}) e vicinanza ad uno dei boss di un noto clan [[foggia]]no.foggiano<ref>{{Cita web|url=https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/254-focus/86907-usura-a-foggia-ai-danni-di-un-imprenditore-arrestati-due-coniugi.html|titolo=Usura a Foggia ai danni di un imprenditore. Arrestati due coniugi|autore=AMDuemila|sito=[[Antimafia Duemila]]|data=22 {{!}}novembre Fondatore Giorgio Bongiovanni|lingua=it-IT2021|accesso=21 settembre 2022-09-21}}</ref>. Il [[blitz]] è stato messo a segno anche nella [[provincia di Pesaro-Urbino]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/fano/cronaca/sequestrati-case-e-porsche-a-un-usuraio-1.7066591|titolo=Sequestrati case e Porsche a un usuraio - Cronaca - ilrestodelcarlino.it|sito=il Resto del Carlino|data=2021-11-23|lingua=it|accesso=2022-09-21}}</ref>
 
=== Piemonte ===
Dagli anni 1990 ne è stata segnalata la presenza in [[Piemonte]], in particolare nel quartiere ''[[Falchera]]'' del [[Torino|capoluogo di regione]] in [[provincia di Torino]].
 
===Lombardia===
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{{Mafie italiane}}
{{Criminalità in Puglia}}
{{Sacra Corona Unita}}
 
{{portale|foggia|puglia}}
[[Categoria:Criminalità in Puglia]]
 
[[Categoria:Sacra corona unita]]