Società foggiana: differenze tra le versioni

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# Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese.
 
Nonostante queste tre batterie siano state spesso in conflitto, non sono mancati accordi con i quali sono stati costituiti assetti multipartecipativi ad esempio del traffico di droga o delle estorsioni per condividere e spartire il profitti. Si assiste inoltre ad una costante evoluzione dei gruppi criminali, a causa di lunghe detenzioni dei principali referenti e di periodiche scissioni. In seguito alle maxi condanne del boss Roberto Sinesi e di suo figlio Francesco, e alla detenzione dei fratelli Francavilla, alcuni gruppi si sono messi in proprio: su tutti i fratelli Donato e Francesco Delli Carri (nipoti di Roberto Sinesi cui venne conferita la [[Dote ('ndrangheta)|dote]] di "[[Vangelo ('ndrangheta)|evangelista]]" dal boss calabrese [[Franco Coco Trovato]])<ref name=":15" /> e i fratelli Frascolla, in grado di costituire batterie autonome. Negli anni la criminalità foggiana ha continuamente ridefinito i suoi equilibri di potere tra le diverse batterie in modo spregiudicato e violento. Dal [[2013]] si è verificata una polarizzazione del potere criminale sulle prime due batterie, impegnate fra loro in una violenta contrapposizione armata per la leadership interna e in una capillare attività estorsiva.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2021/04/05/malavita-foggiana-la-magistratura-indica-nomi-e-collegamenti-dei-mafiosi-della-citta-ricostruita-la-cupola/|pubblicazione=immediato.net|titolo=Mafia foggiana: la magistratura indica nomi e collegamenti dei mafiosi della città.|data=5 aprile 2021|lingua=it|accesso=}}</ref>
 
=== Prima guerra di mafia (1986-89) ===
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La seconda guerra di mafia, legata al controllo dei traffici di droga, si svolge a partire dagli anni '90. Con i boss Rizzi e Moretti detenuti per omicidio, le redini della Società Foggiana sono nelle mani di Gerardo Agnelli e Michele Mansueto. È in fase di ascesa un nuovo protagonista della criminalità foggiana, Roberto Sinesi, legato alla [['Ndrina|'ndrina calabrese]] di [[Franco Coco Trovato]] (alleato dei [['Ndrina De Stefano|De Stefano]] di [[Reggio Calabria]]).<ref name=":15">{{Cita web|url=http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_4.pdf|titolo=RASSEGNA DI DOCUMENTI PROCESSUALI CONCERNENTI LE MAFIE PUGLIESI|autore=Michele Emiliano - Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari|wkautore=Michele Emiliano|accesso=26 maggio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160208011835/http://www.csm.it/quaderni/quad_99a/quad_99_4.pdf|dataarchivio=8 febbraio 2016|urlmorto=sì}}</ref>
 
'''10 giugno 1990:''' Gerardo Agnelli, ''il Professore'', viene ucciso mentre si trova davanti al suo autosalone in via Onorato, a porta Manfredonia. Un killer che indossa una parrucca e due pistole lo insegue tra la folla e lo crivella di colpi, esplodendogli anche colpi di grazia alla testa e fuggendo su una moto guidata da un complice. Solo dopo 16 anni, a seguito di rivelazioni di pentiti, verranno arrestati Rocco Moretti, già detenuto, indicato come il mandante che avrebbe frenato le ambizioni di Agnelli di ascendere al vertice della criminalità cittadina e Vincenzo Antonio Pellegrino, ''Capantica'', indicato come il killer. Condannati in primo grado nel 2007, sono stati entrambi assolti in appello.
 
Sempre nel giugno del 1990, Michele Mansueto, capo dell'organizzazione criminale cittadina su delega dei boss in stato di detenzione [[Giosuè Rizzi]] e Rocco Moretti, sfugge ad un agguato scagliandosi contro e disarmando due killer nascosti nel portone della sua abitazione. Nella colluttazione rimane ferito da un proiettile all’addome, ma se la cava. Probabilmente l'agguato determina un ridimensionamento del suo ruolo.
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== Operazioni di polizia e Procedimenti giudiziari ==
=== L'operazione ''"Panunzio"'' (dicembre 1991) ===
L'operazione prende il nome da Giovanni Panunzio, l'imprenditore nato a Foggia il 4 febbraio 1941, ucciso nel 1992 dai malavitosi del racket delle estorsioni per essersi rifiutato di pagare il pizzo. Panunzio, imprenditore edile di rilievo del capoluogo foggiano, con più di 70 persone alle dipendenze, riceve nel dicembre 1989 una richiesta estorsiva da parte di emissari della “Società Foggiana”, per due miliardi di lire. Giovanni non cede. Iniziano a susseguirsi avvertimenti, minacce sia personali che rivolte alla sua famiglia. Un giorno due persone, dopo essersi avvicinate, gli puntano addosso una pistola. Giovanni inizia ad aver paura, si confida con le Forze dell’Ordine e gli viene assegnato un trattamento di vigilanza: deve avvisare la [[Questura]] di ogni suo spostamento. L'imprenditore sa che rischia la vita, ma sceglie ugualmente di schierarsi dalla parte giusta, di rompere il muro dell'omertà e di puntare il dito contro la mafia foggiana. Affida paure, sospetti e certezze ad un memoriale che consegnerà ai [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]] per denunciare i suoi estorsori. Quel memoriale, nel dicembre del 1991, è determinante per far scattare un blitz in città da cui scaturiscono 14 arresti per esponenti di spicco della mafia locale, tra i quali Giuseppe Spiritoso, Leonardo Piserchia, Antonio Bernardo, Pompeo Raffaele Carella, Mario Carella, Leonardo Corvino, Francesco Selicato, Aniello Palmieri, Salvatore e Pasquale Campaniello. La risposta della mafia non si farà attendere. Il 6 novembre del 1992 Giovanni esce dalla sala consiliare dove è in corso una seduta sul [[Piano regolatore generale comunale|piano regolatore]] della città, sale sulla sua [[Autobianchi Y10]] e si dirige verso casa. È il giorno del suo anniversario di matrimonio. Mentre percorre via Napoli, a poca distanza dal Comune, Giovanni, colpito da proiettili alle spalle, al collo e al polso, si accascia sul volante: a nulla servirà la corsa contro il tempo per raggiungere il vicino ospedale. Giovanni Panunzio viene punito per non aver pagato il pizzo e per aver osato parlare. C'è però un passante, Mario Nero, che è in giro con il suo cagnolino, un chihuahua. Mario si trova faccia a faccia con il killer che inciampa nel guinzaglio del cane, perde la pistola, lo guarda dritto negli occhi e fugge via. Il giorno seguente Mario vede in tv l’appello del figlio della vittima. Ricostruisce la vicenda e con grande coraggio si reca in questura a denunciare l’accaduto. Ma anche la sua vita verrà travolta: dovrà vivere sotto protezione, cambiare 13 località e residenze, i figli della prima moglie non gli rivolgeranno più la parola, la famiglia originaria lo allontanerà in quanto infame<ref>{{Cita web|url=https://bari.repubblica.it/cronaca/2021/01/14/news/morte_mario_nero-282553228/|titolo=È morto Mario Nero, unico testimone di giustizia di Foggia: "Ho avuto 2 nemici nella mia vita: la mafia e lo Stato”|sito=la Repubblica|data=2021-01-14|lingua=it|accesso=2022-10-01}}</ref>. La sua storia ispirerà il tv movie "[[Il testimone (miniserie televisiva)|''Il testimone'']]", diretto da [[Michele Soavi]] con la partecipazione di [[Raoul Bova]]. Grazie alla testimonianza di Mario Nero, viene spiccata una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Donato Delli Carri, 30 anni, nipote di Roberto Sinesi, affiliato alla batteria Delli Carri, costola del clan Sinesi-Francavilla, successivamente condannato in primo grado all'[[ergastolo]] e in via definitiva a 26 anni di reclusione. Il procedimento sulla morte di Panunzio certificherà l’esistenza dell'associazione di stampo mafioso “Società Foggiana” con a capo [[Giosuè Rizzi]] e [[Rocco Moretti]]<ref name=":0">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/07/30/delitto-panunzio-46-condanne.html|titolo=DELITTO PANUNZIO, 46 CONDANNE - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=30 luglio 1994|lingua=it|accesso=1°º ottobre 2022}}</ref>. Il nome del cartello criminale era stato svelato dal pentito di Trani, [[Salvatore Annacondia]] soprannominato “''Manomozza''” nel corso del processo di primo grado celebrato tra il 1993 e il 1994. Trenatasei persone verranno condannate in via definitiva per associazione di stampo mafioso, droga e omicidi<ref name=":0" />. A seguito della vicenda giudiziaria, sia [[Palazzo Chigi]] sia il [[Viminale (colle)|Viminale]] si costituirono [[parte civile]] ottenendo il diritto al risarcimento in sede civile che fu stabilito in 6 milioni di euro per la «ferita» causata alla città e per le spese in uomini, mezzi e ogni risorsa per contrastare il dilagare del fenomeno criminoso.<ref>{{Cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/313661/la-mafia-foggiana-dovra-risarcire-lo-stato-6-milioni-lelenco-dei-36-condannati.html|titolo=La mafia foggiana dovrà risarcire lo Stato: 6 milioni L’elenco dei 36 condannati}}</ref>
 
Secondo le dichiarazioni di Patrizio Villani, killer garganico al soldo della batteria Sinesi-Francavilla e condannato a 30 anni di reclusione per l'omicidio Tizzano, l'autore dell'omicidio Panunzio fu in realtà Federico Trisciuoglio, boss dell'omonima batteria Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese e non Donato Delli Carri.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2022/05/28/mafia-foggia-bomba-sullomicidio-panunzio-fu-ucciso-da-trisciuoglio-non-da-delli-carri-la-confessione-del-pentito/|titolo=Mafia Foggia, bomba sull’omicidio Panunzio: “Fu ucciso da Trisciuoglio, non da Delli Carri”. La confessione del pentito}}</ref>
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L’indagine, coordinata dalla [[Direzione distrettuale antimafia|Direzione Distrettuale Antimafia]] di Bari, prende questo nome in quanto rappresenta la decima (in ordine di tempo) delle più importanti operazioni antimafia effettuate nella città di Foggia. Viene documentata la contrapposizione tra le due “batterie” mafiose egemoni sul territorio (da una parte quella dei Sinesi-Francavilla e dall’altra quella dei Moretti-Pellegrino-Lanza) che sono comunque inquadrabili in un unico contesto all’interno della [[Società Foggiana]]. I due gruppi criminali storicamente in contrapposizione infatti sul fronte del racket chiudevano affari in sinergia e si spartivano i ricavi grazie ad una “cassa comune”. Per i pubblici ministeri della [[Direzione distrettuale antimafia|DDA]] commercianti e imprenditori foggiani taglieggiati sono dei “coraggiosi al contrario” che accettano una vita di soprusi, quasi “disumana”. Ascoltati dai magistrati, nonostante il carattere incontrovertibile delle [[Estorsione|estorsioni]] di cui erano vittime, negavano di aver mai pagato il pizzo e addirittura alcuni di loro, dopo essere state ascoltate dagli inquirenti, comunicavano immediatamente la circostanza agli estorsori tranquillizzandoli di non aver detto nulla.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2018/11/30/decima-azione-mafia-foggiana-minacciava-bombe-a-residenza-sanitaria-i-tentacoli-dei-boss-su-discoteche-e-ipermercati/|titolo=“Decima Azione”, mafia foggiana minacciava bombe a residenza sanitaria. I tentacoli dei boss su discoteche e ipermercati}}</ref>
 
Il 26 novembre 2020 verranno condannati i maggiori boss della Società Foggiana e i loro collaboratori: 11 anni e 4 mesi al boss [[Rocco Moretti]] detto “il porco”, 14 anni a Roberto Sinesi alias “lo zio”, 10 al figlio Francesco, 10 a Cosimo Damiano Sinesi, 14 a Vito Bruno Lanza detto “U’ Lepr”, 10 al figlio Leonardo e all’altro figlio Savino.
 
=== L'operazione "''Decimabis''" ===
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L'operazione si realizza nell'ottobre 2020 con un blitz della [[Direzione distrettuale antimafia|Direzione Distrettuale Antimafia]] e carabinieri del Ros che porta in cella noti mafiosi foggiani, ma anche funzionari regionali, professionisti e intermediari dei clan. L’ordinanza ''monstre'', oltre mille pagine, svela una serie infinita di reati che includono associazione di tipo mafioso, riciclaggio, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi/esplosivi, truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche (anche con riferimento a quelle UE) ed altri delitti, tutti aggravati ex art. 416 bis.1 C.P, per aver agevolato le attività di una organizzazione mafiosa.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2020/10/27/mafia-dallassassino-di-panunzio-al-killer-aghilar-tutti-i-nomi-del-grande-carro-della-societa-foggiana-il-business-della-batteria-delli-carri/|titolo=Mafia, dall’assassino di Panunzio al killer Aghilar: tutti i nomi del “Grande Carro” della Società Foggiana. Il business della batteria Delli Carri}}</ref>
 
Le indagini consentono di documentare l'operatività della batteria Delli Carri (costola dei Sinesi-Francavilla) non solo su Foggia, [[Orta Nova]], [[Ascoli Satriano]] e Cerignola, ma anche su Rimini, l’alta Irpinia, nonché in Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca, dove viene accertato il reinvestimento di fondi illeciti nell’acquisto di un complesso immobiliare di Praga, del valore di oltre mezzo milione di euro. Sono coinvolti innanzi tutto Francesco Delli Carri, storico esponente della Società foggiana e suo fratello Donato (già condannato per l'omicidio Panunzio), ma emergono anche le figure di Aldo Delli Carri, cugino degli stessi, impegnato nel reinvestimento dei proventi illeciti nel settore immobiliare e nelle truffe per l’indebita percezione di contributi per l’[[agricoltura]] erogati dall’UE e dalla Regione Puglia e i rapporti dei “Delli Carri” con esponenti della criminalità garganica e di [[Canosa di Puglia]] (BT), grazie ai quali riescono ad esercitare le proprie attività illecite in quelle aree. Sotto il profilo delle attività criminali, emerge una forte pressione estorsiva esercitata dal sodalizio a carico di aziende agricole, ditte di trasporti e di onoranze funebri, società attive nella realizzazione di impianti eolici e nel settore delle energie alternative le quali, a seguito di sistematica attività intimidatoria, sono state costrette al versamento di percentuali sui ricavi, nonché ad affidare in subappalto ad aziende riconducibili al sodalizio l’esecuzione di contratti di lavoro, servizi e forniture, oppure a rinunciare alle commesse già ottenute. Una serie di imprese operanti nei settori edile, movimento-terra, trasporti, ristorazione e gaming in Emilia Romagna viene ricondotta alla Batteria che, tramite prestanomi, costituiva ex novo società, oppure infiltrava gli assetti societari esistenti. Tra gli esponenti della società civile coinvolti ci sono commercialisti accusati di fornire ai sodali consigli e istruzioni su come realizzare la fittizia intestazione di società, funzionari regionali in servizio presso l’ispettorato provinciale agricoltura di Foggia, responsabili del rilascio di false attestazioni durante le ispezioni e agronomi.
 
Nel luglio 2022 arrivano le condanne al termine del processo con rito abbreviato: il Tribunale di Bari condanna Francesco Delli Carri, considerato uno dei capi dell’organizzazione criminale, a 16 anni di reclusione e confisca dei beni in sequestro.
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Nel 2013 il giornalista [[Roberto Saviano]] in proposito ha dichiarato: "È la mafia più ignorata dai media, potentissima ed efferata",<ref>{{Cita web|url=https://www.foggiatoday.it/cronaca/societa-foggiana-roberto-saviano.html|titolo=Società Foggiana, Saviano: “Mafia più ignorata dai media, potentissima ed efferata”|sito=FoggiaToday|lingua=it|accesso=2022-09-21}}</ref> e in una intervista del 2016, il [[Questore (ordinamento italiano)|questore]] della [[Polizia di Stato]] di Foggia Piernicola Silvis ha dichiarato che l'80% dei commercianti paga il ''[[Pizzo (mafia)|pizzo]]''.<ref name="RefA">{{cita web|url=http://www.lastampa.it/2016/01/31/italia/omicidi-estorsioni-e-bombe-in-puglia-la-mafia-pi-cattiva-RjUuJGHx9eWO9McXkNcFBJ/pagina.html|titolo=Omicidi, estorsioni e bombe: in Puglia la mafia “più cattiva”}}</ref>
 
Il 19 gennaio 2023 durante un'intervista a ''[[Piazzapulita]]'', trasmissione televisiva su [[LA7|La7]], il ministro dell'interno [[Matteo Piantedosi]] ha dichiarato: "Preoccupante quanto accade a [[Foggia]], presto sarò lì per presiedere un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, come contributo di vicinanza a quei luoghi e agli operatori. La mafia foggiana si sta caratterizzando per l’esercizio di una violenza fisica e talvolta eclatante, da questo punto di vista è quella che più si avvicina alla [[Cosa nostra|mafia]] [[Clan dei Corleonesi|corleonese]], quella che spara ancora, uccide, fa operazioni eclatanti come l’assalto ai portavalori anche al costo di operazioni spettacolari sulle autostrade."<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2023/01/19/piantedosi-presto-saro-a-foggia-dove-ce-la-mafia-piu-violenta-molto-simile-a-quella-dei-corleonesi/|titolo=Piantedosi: "Presto sarò a Foggia dove c'è la mafia più violenta, molto simile a quella dei corleonesi"|autore=Redazione|sito=l'Immediato|data=2023-01-19|lingua=it-IT|accesso=2023-05-06}}</ref>
 
Il 20 aprile del 2023 durante un incontro con gli studenti del dipartimento di [[giurisprudenza]] all'[[Università di Foggia]] il magistrato e procuratore delle repubblica presso il tribunale di [[Catanzaro]] [[Nicola Gratteri]] ha dichiarato: "Le mafie del foggiano sono mafie violente. Sono strutture molto simili a quelle degli anni ottanta in [[Sicilia]], ma anche di qualche decennio fa in [[Calabria]] – ha aggiunto -. Le mafie del foggiano stanno facendo di tutto per farsi conoscere, per crearsi uno spazio, per essere mafie evolute sul piano economico e nel riciclaggio come lo sono oggi la [['Ndrangheta]] e le altre mafie storiche"<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2023/04/20/gratteri-a-foggia-qui-la-mafia-vuole-farsi-spazio-e-ricorda-gli-affari-con-la-ndrangheta-tra-coca-e-armi/|titolo=Gratteri a Foggia: "Qui la mafia vuole farsi spazio". E ricorda gli affari con la 'ndrangheta tra coca e armi|autore=Redazione|sito=l'Immediato|data=2023-04-20|accesso=2023-05-06}}</ref>
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[[File:Sinesi Roberto 09-05-1998.png|miniatura|Roberto Sinesi, detto ''Lo Zio'', in una foto del 1998, è tuttora l'indiscusso capo della batteria Sinesi-Francavilla|165x165px]]
 
* Roberto Sinesi, detto "''lo zio''", nato a Foggia il 16.10.1962, capo del clan Sinesi-Francavilla<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2019/09/10/la-chiacchierata-con-lagente-che-inguaia-il-boss-di-foggia-nel-vivo-il-processo-allo-zio-roberto-sinesi/|titolo=La chiacchierata con l'agente che inguaia il boss di Foggia. Nel vivo il processo allo "zio" Roberto Sinesi|sito=l'Immediato|data=2019-09-10 settembre 2019|lingua=it|accesso=2020-05-11 maggio 2020}}</ref>, attualmente detenuto al 41 bis nel carcere di Rebibbia.
*Francesco Sinesi, nato nel 1985, figlio dello "''Zio''" e cognato di Pasquale Moretti (batteria opposta), condannato in via definitiva a 20 anni quale mandante dell'omicidio di Roberto Tizzano (29/10/2016) nel bar H24 di Foggia, compiuto dal killer Patrizio Villani (a sua volta condannato a 30 anni). L'omicidio di Tizzano fu la risposta all’agguato del 6 ottobre 2016 nel quale rimase ferito suo padre Roberto Sinesi e il nipotino, sebbene l'obiettivo principale era Giuseppe Albanese, detto ''Prnion,'' considerato l'esecutore dell'agguato a Sinesi.
*Cosimo Damiano Sinesi, nato nel 1985, nipote dello "''Zio''", anche lui condannato in via definitiva a 20 anni per l'omicidio di Roberto Tizzano: è accusato di aver indicato ai killer l'obiettivo da eliminare.
*Antonello Francavilla, genero dello "''Zio''", avendone sposato la figlia Elisabetta Sinesi, condannato in via definitiva per il duplice tentato omicidio dei cugini Rodolfo e Gianfranco Bruno compiuto il 1º aprile 2003 a Foggia, per mafia e per violazioni della sorveglianza speciale e in via definitiva a 13 anni e 4 mesi per importazione di 300 quintali di hashish dal Marocco attraverso la Spagna e per associazione mafiosa, in secondo grado a 6 anni per estorsione. Mentre sconta gli arresti domiciliari in una villetta in via Greccio 14, a Nettuno, il 2 marzo 2022, è oggetto di un agguato. Due persone con il viso coperto da mascherine sanitarie suonano al portone d'ingresso dell'appartamento spacciandosi per agenti di polizia e lo colpiscono con tre colpi di pistola ferendo gravemente anche il figlio quindicenne Mario che si trova temporaneamente in casa. Questa volta il tentato omicidio non matura all'interno delle famiglie mafiose rivali: il 6 agosto 2022 viene infatti arrestato con l'accusa di tentato omicidio un costruttore taglieggiato dal Francavilla, Antonio Fratianni, che sarebbe stato oggetto a sua volta di un tentato omicidio sventato dalla polizia il 26 giugno 2022, organizzato proprio da Antonello ed Emiliano Francavilla.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2022/08/06/mafia-foggiana-fratianni-da-imprenditore-a-giustiziere-il-clan-mi-impose-di-non-partecipare-a-gare-dappalto-in-citta/|titolo=Mafia foggiana: Fratianni da imprenditore a giustiziere. “Il clan mi impose di non partecipare a gare d’appalto in città”}}</ref>. Torna libero il 4 aprile 2022 ed è arrestato nuovamente il 18 gennaio 2023 perché gira con una pistola con silenziatore e colpo in canna e condannato a 4 anni.
*Emiliano Francavilla, nato il 16.08.1979, fratello di Antonello<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2019/07/17/in-cella-tre-big-della-mafia-foggiana-ce-anche-il-boss-di-noto-clan-a-segno-loperazione-rodolfo/|titolo=In cella tre big della mafia foggiana: c'è anche il boss di noto clan. A segno l'operazione "Rodolfo"|sito=l'Immediato|data=2019-07-17 luglio 2019|lingua=it|accesso=2020-05-11 maggio 2020}}</ref>. Ha svolto funzioni di capo-batteria in seguito all'arresto dei familiari. Nel 2018 è condannato in Corte d'Appello a 9 anni e 8 mesi di reclusione. La sua ex-moglie, Sabrina Campaniello, è diventata collaboratrice di giustizia. Legato sentimentalmente all'avvocato Gabriella Capuano, condannata in via definitiva a 3 anni e 6 mesi di reclusione per concorso in estorsione.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2020/10/03/mafia-e-tangenti-la-cassazione-presenta-il-conto-alla-societa-foggiana-condanne-definitive-per-capantica-e-per-lavvocato-capuano/|titolo=Mafia e tangenti, la Cassazione presenta il conto alla “Società Foggiana”. Condanne definitive per “Capantica” e per l’avvocato Capuano}}</ref>. Condannato a 3 anni e 6 mesi per aver favorito la latitanza del boss garganico Franco Li Bergolis in ragione dell'alleanza con l'omonimo clan. Scarcerato il 28 marzo 2022, viene arrestato il 22 luglio 2022 per il tentato omicidio del costruttore Antonio Fratianni sospettato d’aver sparato a Nettuno il 2 marzo 2022 al fratello Antonello e al figlio minorenne ferendoli.
*Leonarda (Dina) Francavilla, sorella di Antonello, condannata in secondo grado a 6 anni di reclusione per estorsione. Posta alla detenzione domiciliare il 7 aprile 2023 per scontare 4 anni e 7 mesi per estorsione aggravata dalla mafiosità nel processo Rodolfo.
*Mario Lanza, marito di Leonarda Francavilla, condannato a 9 anni e 10 mesi per estorsione. Scarcerato il 21 marzo dopo 12 anni in carcere e ai domiciliari per una serie di condanne è tornato in carcere poche settimane dopo per scontare oltre 2 anni per il blitz antidroga “White Bridge” del 2012.
*Antonio Salvatore, genero di Leonarda, detto "''Lascia Lascia",'' condannato a 3 anni di reclusione in pena concordata per tentato furto nel caveau della Società di trasporto Loomis Schweiz, sventato dai carabinieri di Cerignola e di Milano in collaborazione con la polizia svizzera.
*Luigi Biscotti, nipote dello ''"Zio"'', condannato nel gennaio 2017 in rito abbreviato a 10 anni di reclusione per il tentato omicidio di ''"U'Lepre"''.
*Ciro Francavilla, nato a Foggia il 13.9.1974, cugino di Antonello, detto "''il capellone''", condannato in appello a 4 anni e 2 mesi per tentata estorsione. Da gennaio 2024 diventa collaboratore di giustizia<ref>{{cita news|url = https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/foggia/1471172/foggia-la-mafia-ha-un-nuovo-pentito-e-il-boss-ciro-francavilla.html|titolo = Foggia, la mafia ha un nuovo pentito: è il boss Ciro Francavilla|pubblicazione = lagazzettadelmezzogiorno.it|data = 30 gennaio 2024|lingua = it|accesso = 30 gennaio 2024}}</ref>.
*Giuseppe Francavilla, nato a Foggia il 6.11.1978, fratello di Ciro e cugino di Antonello, detto anche lui "''il capellone''", condannato in appello a 4 anni e 8 mesi per tentata estorsione.
*Donato Delli Carri, nato nel 1969, figlio di Giovanna Sinesi (sorella dello "''Zio")'', condannato a 27 anni di reclusione per l'omicidio di Panunzio (1992) e a 8 anni nel maxi-processo Day-Before.
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Nel 2017, la società Segnaletica Meridionale, che già da diversi anni aveva l'appalto per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei semafori e per quella relativa sia alle “strisce” orizzontali sia ai segnali stradali, si aggiudicava il nuovo appalto della durata di 5 anni per un importo base di 2,5 milioni, con una offerta al ribasso di 1,8 milioni di euro. La Prefettura di Foggia emetteva tuttavia un provvedimento di interdittiva antimafia nei confronti della società in quanto l'amministratrice della società, Veronica Colecchia, figlia del fondatore Giuliano, risultava essere la convivente di Pasquale Moretti, erede designato dal padre Rocco ad ereditare la gestione del sodalizio mafioso. Tra i dipendenti della società negli anni 2015 e 2016, inoltre, risulta esserci Francesco Tizzano, cognato di Veronica, in quanto sposato con la sorella Deborah. Tizzano, esponente di spicco del clan Moretti-Lanza-Pellegrino, è un noto pregiudicato foggiano più volte colpito da arresti per gravi reati anche di tipo mafioso.<ref>{{Cita web|url=https://www.foggiacittaaperta.it/news/read/appalto-segnaletica-meridionale-comune-foggia-interdittiva-antimafia|titolo=Appalto segnaletica e semafori, Prefettura blocca l'azienda vincitrice: "Possibili infiltrazioni mafiose"}}</ref>
 
Nel 2021 venivano alla luce le intercettazioni ambientali a carico della consigliera comunale di maggioranza Liliana Iadarola (indipendente) alla quale il suo compagno, Fabio Delli Carri già noto alle forze di polizia, condannato nel 2014 per il reato di estorsione legato al 'racket delle mozzarelle e appartenente alla famiglia Delli Carri (clan Sinesi-Francavilla), chiedeva di mettersi di traverso rispetto all’azione amministrativa attuata dall’assessorato alla Legalità ed in particolare al potenziamento delle videocamere di sorveglianza.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2021/03/16/mafia-foggiana-bombe-e-quelle-pressioni-in-comune-il-compagno-estorsore-della-consigliera-alle-telecamere-puoi-scrivere-di-no/|titolo=Mafia foggiana, bombe e quelle pressioni in Comune. Il compagno (estorsore) della consigliera: “Alle telecamere puoi scrivere di no?”|pubblicazione=immediato.it|data=17 marzo 2021|lingua=it|accesso=}}</ref>
 
== Presenza nel territorio ==
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==== San Severo ====
A [[San Severo]] e nel resto dell'Alto Tavoliere, operava negli [[Anni 1990|anni '90]] il clan capeggiato da Agostino Campanaro, affiliato alla [['Ndrangheta|'ndrangheta]] calabrese da [[Franco Coco Trovato]]<ref name=":22">{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1996/04/16/page_042.pdf|titolo='Ndrangheta - Manette al boss latitante|autore=|editore=L'Unità|data=16 aprile 1996}}</ref> e poi ucciso nel [[2002]] da un commerciante stanco delle sue continue richieste estorsive<ref name=":15" /><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/05/23/boss-ucciso-il-fornaio-confessa-ero-stufo.html|titolo=Boss ucciso, il fornaio confessa 'Ero stufo di pagargli il pizzo' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2022-10-06}}</ref>. Oggi gli assetti risultano prevalentemente stabili. La batteria foggiana Moretti-Pellegrino-Lanza vi ha concentrato i propri interessi e sostenuto il clan La Piccirella-Testa, che si caratterizza ormai come un gruppo autonomo indipendente, al cui vertice vi sono Giuseppe Vincenzo La Piccirella e Severino Testa. Tale clan ha definitivamente affermato la propria supremazia in un sistema precedentemente caratterizzato da diversi gruppi autonomi, monopolizzando il racket delle estorsioni ed il traffico di sostanze stupefacenti, ambito in cui la città di San Severo si conferma uno degli snodi più rilevanti della provincia. La criminalità sanseverese ha esteso la sua influenza criminale anche in altri comuni vicini.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2021/09/22/malavita-di-san-severo-in-contatto-con-camorra-e-ndrangheta-la-dia-ha-un-ruolo-determinante-nei-traffici-di-droga/|titolo=Malavita di San Severo in contatto con camorra e 'ndrangheta. La Dia: "Ha un ruolo determinante nei traffici di droga"|autore=Redazione|sito=l'Immediato|data=2021-09-22|lingua=it-IT|accesso=2022-09-21}}</ref>
 
In antagonismo con il clan La Piccirella-Testa, rimane attivo il clan Nardino, molto attivo nel traffico degli stupefacenti e dotato di una rete di approvvigionamento diversificata (extranazionale in Olanda e in Germania per la cocaina, presso la criminalità albanese per l’eroina, nonché attraverso esponenti della camorra, della Società Foggiana e della malavita cerignolana) che gli ha consentito di coprire il mercato in modo competitivo.<ref>{{Cita web|url=https://www.immediato.net/2020/01/18/mafia-san-severo-la-supremazia-criminale-del-clan-testa-la-piccirella-la-dia-monopolizza-racket-e-droga-con-laiuto-dei-foggiani-moretti/|titolo=Mafia San Severo, la “supremazia criminale” del clan Testa-La Piccirella. La DIA: “Monopolizza racket e droga con l’aiuto dei foggiani Moretti”}}</ref>
 
La criminalità organizzata sanseverese vanta buoni rapporti anche con la ''Società Foggiana'' di [[Foggia|Foggia città]], con la ''Mafia Garganica'' (per precisione con la criminalità di [[San Nicandro Garganico]] e [[Vieste]]) e con organizzazioni criminali presenti oltre i confini regionali e persino oltre i confini nazionali.<ref>{{Cita web|url=https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/261-cronaca/86000-criminalita-organizzata-pugliese-le-mafie-della-capitanata.html|titolo=Criminalità organizzata pugliese: le mafie della Capitanata|autore=Antonio Nicola Pezzuto|sito=[[Antimafia Duemila {{!}} Fondatore Giorgio Bongiovanni|lingua=it-IT]]|accesso=2022-09-21}}</ref>
 
==== Cerignola ====
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==== Lucera ====
Nel comune di [[Lucera]], situato nell'entroterra lungo la direttrice che conduce nell'alto [[Molise]], i clan predominanti sono Ritucci-Cenicola, Papa-Ricci, Bayan-Di Corso, Tedesco e Barbetti, ma nonostante la perenne lotta fra loro, il gruppo di maggiore spessore criminale resta quello dei Ritucci-Cenicola che si caratterizza ormai come un gruppo autonomo indipendente. Tale clan ha definitivamente affermato la propria supremazia in un sistema precedentemente caratterizzato da diversi gruppi autonomi, monopolizzando il racket delle estorsioni ed il traffico di sostanze stupefacenti, vantando alleanze con i gruppi garganici nell’area di [[Monte Sant'Angelo]]-[[Vieste]]. Risulta indebolito il clan Bayan, in ragione dello stato di detenzione del suo capo, ergastolano (detenuto nel regime previsto dall’art. 41 bis).<ref>{{Cita web|url=https://www.foggiatoday.it/cronaca/mafia-san-severo-relazione-dia-primo-semestre-2020.html|titolo=La Dia su San Severo: "È centro di raccordo dei fenomeni criminali più significativi"}}</ref>
 
==== I Cinque reali siti ====
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In data 6 luglio [[2010]], a [[Fano]] (Pesaro-Urbino) viene sgominata una banda composta da pugliesi e marchigiani, la quale si dedicava ad [[Estorsione|estorsioni]] e spaccio di sostanze [[Anabolizzante|anabolizzanti]]. I capi risultano provenienti da [[San Nicandro Garganico]].<ref>[2° relazione semestrale 2010 della DIA]</ref>
 
Nel novembre 2021 sono stati arrestati due soggetti sannicandresi per [[Pizzo (mafia)|estorsione]] aggravata dal metodo [[Mafia|mafioso]] e [[usura]] aggravata in concorso<ref>{{Cita web|url=https://www.foggiatoday.it/cronaca/arresti-san-nicandro-garganico-foggia-usura-imprenditore-orsara-di-puglia.html|titolo=Imprenditore foggiano taglieggiato fa arrestare coniugi: "Se non paghi ti sparo, sono 25 anni che faccio il criminale e oggi sto come un animale"|sito=FoggiaToday|data=22 novembre 2021|lingua=it|accesso=21 settembre 2022}}</ref>. Uno dei due soggetti arrestati vantava la sua appartenenza alla mafia locale ({{Senza fonte|di [[San Nicandro Garganico|San Nicandro G.]]}}) e vicinanza ad uno dei boss di un noto clan foggiano<ref>{{Cita web|url=https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/254-focus/86907-usura-a-foggia-ai-danni-di-un-imprenditore-arrestati-due-coniugi.html|titolo=Usura a Foggia ai danni di un imprenditore. Arrestati due coniugi|autore=AMDuemila|sito=[[Antimafia Duemila {{!}} Fondatore Giorgio Bongiovanni]]|data=22 novembre 2021|lingua=it|accesso=21 settembre 2022}}</ref>. Il [[blitz]] è stato messo a segno anche nella [[provincia di Pesaro-Urbino]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/fano/cronaca/sequestrati-case-e-porsche-a-un-usuraio-1.7066591|titolo=Sequestrati case e Porsche a un usuraio - Cronaca - ilrestodelcarlino.it|sito=il Resto del Carlino|data=2021-11-23|lingua=it|accesso=2022-09-21}}</ref>
 
=== Piemonte ===