El Greco: differenze tra le versioni

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|Cognome = Theotokópoulos
|Pseudonimo = El Greco
|PostPseudonimo = , oppure '''il Greco'''<ref>{{cita web |url = http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=54169&r=8826 |titolo = Dizionario d'ortografia e di pronunzia – greco |autore = Bruno Migliorini |wkautore = Bruno Migliorini |autore2 = Carlo Tagliavini |wkautore2 = Carlo Tagliavini |autore3 = Piero Fiorelli |wkautore3 = Piero Fiorelli |autore4 = Tommaso Francesco Bórri |sito = dizionario.rai.it |editore = Rai |accesso = 10 maggio 2016 |dataarchivio = 3 giugno 2016 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160603232505/http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=54169&r=8826 |urlmorto = sì }}</ref>
|PreData = <small>[[Associazione fonetica internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[ðoˈminikos θeotoˈkopulos]}};<ref group=nota>Theotokópoulos prese il soprannome di "El Greco" in Italia, dove l'abitudine di identificare un uomo chiamandolo con il nome del paese o della città di origine era una pratica comune. La forma dell'articolo ''El'' potrebbe venire sia dal dialetto veneziano o, più probabilmente, dallo spagnolo, anche se in Spagna correttamente il suo soprannome sarebbe stato ''El Griego''. In Italia e Spagna il maestro cretese era comunque generalmente conosciuto come Dominico Greco, e la dizione ''El Greco'' fu usata solo dopo la sua morte. Secondo un suo contemporaneo, ''El Greco'' prese tale nome non solo dal paese di origine, ma anche per la sublimità della sua arte; «Era tenuto in tale considerazione che fu chiamato il Greco» (nota di Giulio Cesare Mancini su El Greco nelle sue ''Cronache'', scritte pochi anni dopo la morte dell'artista).</ref><ref name="Br" /><ref name="Cormack" /><ref>{{cita|Prevelakēs|p. 47}}.</ref> {{lang-el|Δομήνικος Θεοτοκόπουλος}}
|ForzaOrdinamento = El Greco
|PreData = <small>[[Associazione fonetica internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[ðoˈminikos θeotoˈkopulos]}};<ref group=nota>Theotokópoulos prese il soprannome di "El Greco" in Italia, dove l'abitudine di identificare un uomo chiamandolo con il nome del paese o della città di origine era una pratica comune. La forma dell'articolo ''El'' potrebbe venire sia dal dialetto veneziano o, più probabilmente, dallo spagnolo, anche se in Spagna correttamente il suo soprannome sarebbe stato ''El Griego''. In Italia e Spagna il maestro cretese era comunque generalmente conosciuto come Dominico Greco, e la dizione ''El Greco'' fu usata solo dopo la sua morte. Secondo un suo contemporaneo, ''El Greco'' prese tale nome non solo dal paese di origine, ma anche per la sublimità della sua arte; «Era tenuto in tale considerazione che fu chiamato il Greco» (nota di Giulio Cesare Mancini su El Greco nelle sue ''Cronache'', scritte pochi anni dopo la morte dell'artista).</ref><ref name="Br" /><ref name="Cormack" /><ref name="Prevelakis47">P. Prevelakis, ''Theotocópoulos—Biography'', 47.</ref> {{lang-el|Δομήνικος Θεοτοκόπουλος}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Candia
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|Attività3 = architetto
|Nazionalità = greco
|PostNazionalità = , vissuto in [[Italia]] ede in [[Spagna]]. È tra le figure più importanti del tardo [[Rinascimento spagnolo]] ed è spesso considerato il primo maestro del [[Siglo de Oro]]
|Immagine = El Greco - Portrait of a Man - WGA10554.jpg
|Didascalia = ''Ritratto di un uomo vecchio'', autoritratto di El Greco ([[1604]])
}}
 
Nacque a [[Creta (Grecia)|Creta]], allora parte della [[Repubblica di Venezia]] e centro, all'epoca, di un importante movimento pittorico post-bizantino chiamato [[Scuola cretese]]. Dopo l'apprendistato come pittore di [[icona (arte)|icone]], diventò maestro d'arte seguendo il corso di quella tradizione artistica, prima di intraprendere, all'età di 26 anni, il viaggio verso [[Venezia]], usuale meta dei pittori greci dell'epoca.<ref name="Brown27">{{cita|Brown|pp. 75–77|brown}}.</ref> Nel [[1567]] si trasferì nella Serenissima, lasciando Creta e la propria moglie, probabilmente per trovare nuovi sbocchi di mercato e per confrontarsi direttamente con le famose botteghe di [[Tiziano Vecellio|Tiziano]], [[Jacopo Bassano|Bassano]], [[Tintoretto]] e [[Paolo Veronese|Veronese]].<ref>{{cita|Tazartes||tazartes}}.</ref> Nel 1570 si recò anche a [[Roma]], dove aprì una bottega e dipinse una serie di opere.
 
Durante il soggiorno in Italia modificò il suo stile in modo sostanziale, arricchendolo con elementi tratti dal [[manierismo]] e dal [[Rinascimento veneziano]], ispirati soprattutto al [[Tintoretto]] nelle linee sinuose e allungate, nel senso del movimento e nella drammaticità dell'illuminazione, e al tardo [[Tiziano]] nell'uso del colore.<ref>Ian Chilvers, ''Dizionario dell'arte'', Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2008. ISBN 978-88-6073-115-9.</ref> Nel 1577 si trasferì a [[Toledo]], in [[Spagna]], dove visse e lavorò fino al giorno della morte. Proprio a Toledo ricevette numerose importanti commissioni e realizzò alcune delle sue opere più importanti e conosciute.
 
Lo stile drammatico ed espressionistico di El Greco era guardato con perplessità dai suoi contemporanei, ma è stato molto apprezzato e rivalutato nel corso del XX secolo. La sua personalità e le sue opere sono diventate fonte di ispirazione per poeti e scrittori come [[Rainer Maria Rilke]] e [[Nikos Kazantzakis]]. Alcuni studiosi moderni lo hanno definito come un artista assai singolare e difficilmente inquadrabile nelle scuole pittoriche tradizionali.<ref name="Br">{{cita|''Encyclopaedia libroBritannica''|titolo="Greco, El|pubblicazione=Encyclopaedia Britannica|anno=2002"}}.</ref> È famoso per le sue figure umane sinuosamente allungate e per i colori originali e fantasiosi di cui spesso si serviva, frutto dell'incontro tra l'[[arte bizantina]] e la pittura occidentale.<ref name="Plaka53">{{cita|Lambraki-Plaka, ''El Greco-The Greek''|p. 60|lambraki1999}}.</ref>
 
== Biografia ==
=== La famiglia e la gioventù ===
[[File:Dormition El Greco.jpg|thumb|La ''[[Dormizione della Vergine (El Greco)|Dormizione della Vergine]]'' (anteriore al 1567, [[tempera]] e oro su pannello 61,4 × 45 cm, Cattedrale della Dormizione della Vergine, [[Ermoupoli]], [[Syra]]) fu probabilmente realizzata verso la fine del periodo cretese dell'artista. Il dipinto unisce elementi stilistici e [[iconografia|iconografici]] dell'arte post-bizantina e del [[manierismo]] italiano]]
 
Nacque nel 1541 nel villaggio di Fodele o a Candia (denominazione veneziana di Chandax, oggi [[Heraklion]]) a [[Creta (Grecia)|Creta]]. Il dibattito circa il luogo di nascita è ancora aperto: la maggior parte dei ricercatori e degli studiosi lo identificano in Candia<ref name="PlTazSch">{{cita|Lambraki-Plaka|pp. 40-41}}; {{cita|Scholz-Hänsel|p. 7}}; {{cita|Tazartes|p. 23}}.</ref><ref group=nota>; nondimeno, secondo il celebre giornalista greco Achileus A. Kyrou, El Greco nacque a Fodele e le rovine della casa della sua famiglia sono ancora presenti nel luogo dove sorgeva la vecchia Fodele (il villaggio in seguito fu spostato per proteggersi dalle incursioni dei pirati). La pretesa di Candia di avergli dato i natali si basa su due documenti tratti da un processo del 1606, quando il pittore aveva 65 anni. I sostenitori della teoria di Fodele ipotizzano che probabilmente El Greco, quando era in Spagna, disse a tutti che era di Heraklion perché era la città più vicina, tra quelle conosciute, alla piccola Fodele.</ref><ref name="Helios" /><ref>{{Cita news | titolo = A Cretan Village that Was the Painter's Birthplace Bridles at a nearby Town's Claim |pubblicazione=The Boston Globe | cognome = Kakissis | nome = Joanna | url = https://www.boston.com/travel/articles/2005/03/06/the_root_of_the_matter__el_greco/ | data=6 marzo 2005 | accesso=17 dicembre 2006| lingua=en }}</ref> El Greco faceva parte di una ricca famiglia di città, probabilmente trasferitasi a Candia tra il 1526 e il 1528, una volta fuggita dalla [[La Canea|Canea]] in seguito a una rivolta contro i [[Repubblica di Venezia|veneziani]].<ref name="Plaka41">{{cita|Lambraki-Plaka|pp. 40-41}}.</ref> Il padre di El Greco, Geórgios Theotokópoulos (morto nel 1556) era un mercante ed esattore delle imposte. Nulla si sa della madre, se non che anch'ella era greca.<ref name="Scholz7">{{cita|Scholz-Hänsel|p. 7}}.</ref><ref>{{cita|Tazartes|p. 23}}.</ref> Il fratello maggiore, Manoússos Theotokópoulos (1531&nbsp;– 13 dicembre 1604), diventò a sua volta un agiato mercante e trascorse gli ultimi anni della sua vita nella casa di El Greco a Toledo.<ref name="SHelcholz7">{{cita|Scholz-Hänsel|p. 7}}; {{cita|''Encyclopaedia The Helios''|"Theotocópoulos, Doménicos"}}.</ref>
Nacque nel 1541 nel villaggio di Fodele o a Candia (denominazione veneziana di Chandax, oggi [[Heraklion]]) a [[Creta]]. Il dibattito circa il luogo di nascita è ancora aperto: la maggior parte dei ricercatori e degli studiosi lo identificano in Candia<ref name="PlTazSch">M. Lambraki-Plaka, ''El Greco—The Greek'', 40–41
* {{cita|Scholz-Hänsel|p. 7|sh}}
* {{cita|Tazartes|p. 23|tazartes}}</ref><ref group=nota>; nondimeno, secondo il celebre giornalista greco Achileus A. Kyrou, El Greco nacque a Fodele e le rovine della casa della sua famiglia sono ancora presenti nel luogo dove sorgeva la vecchia Fodele (il villaggio in seguito fu spostato per proteggersi dalle incursioni dei pirati). La pretesa di Candia di avergli dato i natali si basa su due documenti tratti da un processo del 1606, quando il pittore aveva 65 anni. I sostenitori della teoria di Fodele ipotizzano che probabilmente El Greco, quando era in Spagna, disse a tutti che era di Heraklion perché era la città più vicina, tra quelle conosciute, alla piccola Fodele.</ref><ref name="Helios" /><ref>J. Kakissis, [https://www.boston.com/travel/articles/2005/03/06/the_root_of_the_matter__el_greco/ A Cretan Village that was the Painter's Birthplace].</ref> El Greco faceva parte di una ricca famiglia di città, probabilmente trasferitasi a Candia tra il 1526 e il 1528, una volta fuggita dalla [[La Canea|Canea]] in seguito a una rivolta contro i [[Repubblica di Venezia|veneziani]].<ref name="Plaka41">{{cita|Lambraki-Plaka, ''El Greco—The Greek''|pp. 40-41|lambraki1999}}.</ref> Il padre di El Greco, Geórgios Theotokópoulos (morto nel 1556) era un mercante ed esattore delle imposte. Nulla si sa della madre, se non che anch'essa era greca.<ref name="Scholz7">{{cita|Scholz-Hänsel|p.7|sh}}.</ref><ref>{{cita|Tazartes|p. 23|tazartes}}.</ref> Il fratello maggiore, Manoússos Theotokópoulos (1531&nbsp;– 13 dicembre 1604), diventò a sua volta un agiato mercante e trascorse gli ultimi anni della sua vita nella casa di El Greco a Toledo.<ref name="SHelcholz7">{{cita|Scholz-Hänsel|p. 7|sh}}.
* {{cita libro|titolo=Theotocópoulos, Doménicos|pubblicazione=Encyclopaedia The Helios|anno=1952}}.</ref>
 
El Greco iniziò il proprio apprendistato artistico come pittore di [[icona (arte)|icone]] della [[Scuola cretese]], dove si era sviluppato il nucleo principale dell'arte post-bizantina. Oltre alla pittura, studiò probabilmente i testi classici dell'[[Grecia antica|antica Grecia]] e forse anche quelli [[letteratura latina|latini]]; alla sua morte lasciò una raccolta di 130 testi personali, tra cui la [[Sacra Bibbia|Bibbia]] in [[Lingua greca|greco]] e una copia commentata de ''[[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori]]'' del [[Giorgio Vasari|Vasari]].<ref name="Brown45">{{cita|Brown|p. 45|brown}},.</ref> Candia era un centro di attività artistica in cui le culture orientale e occidentale coesistevano in armonia, dove nel [[XVI secolo]] risiedevano circa duecento pittori in attività che si erano organizzati in una [[Gilda (storia)|gilda]] sul modello di quelle italiane.<ref name="Plaka41" /> Nel 1563, a ventidue anni, venne definito in un documento come un "maestro" ("maestro Domenigo"), il che significa che era già maestro della gilda e quindi presumibilmente gestiva una propria bottega.<ref name="Brown75">{{cita|Brown|p. 75|brown}}.</ref> Tre anni dopo, nel giugno 1566, come testimonia un contratto, firmava come μαΐστρος Μένεγος Θεοτοκόπουλος σγουράφος, ovvero "Maestro Menégos Theotokópoulos, pittore".<ref group=nota>Questo documento proviene dagli archivi notarili di Candia e fu reso pubblico nel 1962. ''Menego'' è la forma dialettale veneziana per ''Domenicos'', mentre ''Sgourafos'' (''σγουράφος''=''ζωγράφος'') è il termine greco che significa ''pittore''.</ref><ref>{{Cita namepubblicazione|cognome=Mertzios|nome="Mertzios297-308">K.D.|titolo=Selections Mertzios,of ''Selections'',the 29.Registers of the Cretan Notary Michael Maras (1538–1578)|rivista=Cretan Chronicles|volume=2|numero=15–16|pp=55–71|data=1961–1962|lingua=el}}</ref>
 
La maggior parte degli studiosi ritiene che "la famiglia Theotokópoulos fosse quasi certamente di religione [[Chiesa greco-ortodossa|greco-ortodossa]]",<ref>{{cita|Bray|p. 8}}; {{cita|Lambraki-Plaka|pp. 40-41}}.</ref> anche se alcune fonti lo vogliono nato [[Chiesa cattolica|cattolico]].<ref group=nota>Le argomentazioni delle fonti cattoliche si basano sull'assenza di un archivio dei registri battesimali ortodossi a Creta e sul fatto che El Greco in gioventù avesse disinvoltamente adottato sia riti cattolici sia ortodossi. Basandosi sull'assunto che la sua arte riflette lo spirito religioso della [[Spagna degli Asburgo]] e su un'annotazione del testamento, dove si descrive come "devoto cattolico", alcuni studiosi sostengono che El Greco facesse parte della minoranza cattolica cretese o almeno che si fosse convertito al cattolicesimo prima di lasciare l'isola.</ref><ref name="Hammerman">{{Cita web|autore=N. Hamerman|url=http://www.catholicherald.com/stories/bEl-Greco-Paintings-Lead-Toward-City-of-Godb,2888|titolo=El Greco Paintings Lead Toward "City of God"|sito=catholicherald.com|data=12 aprile 2003|accesso=20 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110926223909/http://www.catholicherald.com/stories/bEl-Greco-Paintings-Lead-Toward-City-of-Godb%2C2888|dataarchivio=26 settembre 2011}}.</ref><ref>{{cita web|url=https://www.tuppenceworth.ie/ArtsEnt/elgreco-st-francis-receiving-the-stigmata.htm|titolo=St Francis Receiving The Stigmata|autore=Simon McGarr|accesso=11 ottobre 2013|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070207103000/http://www.tuppenceworth.ie/ArtsEnt/elgreco-st-francis-receiving-the-stigmata.htm|dataarchivio=7 febbraio 2007}}</ref><ref name="Sethre90">{{cita|Sethre|p. 90}}.</ref> Al pari di molti [[Eruditi bizantini nel Rinascimento|emigranti ortodossi]] in Europa dell'epoca, dopo il suo arrivo apparentemente si convertì al cattolicesimo, e sicuramente lo professò in Spagna, dove nel suo [[testamento]] si descrisse come un "devoto cattolico". Le approfondite ricerche d'archivio condotte fin dall'inizio degli [[anni 1960|anni sessanta]] da ricercatori come Nikolaos Panayotakis, Pandelis Prevelakēs e Maria Constantoudaki suggeriscono comunque che la famiglia e gli antenati di El Greco fossero greco-ortodossi. Uno dei suoi zii era un prete ortodosso e il suo nome non viene menzionato nell'archivio dei registri battesimali di Creta. Prevelakēs si spinge oltre, esprimendo il dubbio che in realtà l'artista non abbia mai praticato il cattolicesimo.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Wethey|nome=Harold E.|titolo=Letter to the Editor|url=https://archive.org/details/sim_art-bulletin_1966-03_48_1/page/125|rivista=Art Bulletin|volume=48|numero=1|pp=125–127|mese=marzo| anno=1966|editore=College Art Association|jstor=3048356|cognome2=Forsyth|nome2=G. H.|cognome3=Levitine|nome3=G.|cognome4=Wethey|nome4=H. E.|cognome5=Kelemen|nome5=P. L.|lingua=en}}</ref>
La maggior parte degli studiosi ritiene che "la famiglia Theotokópoulos fosse quasi certamente di religione [[Chiesa greco-ortodossa|greco-ortodossa]]",<ref>{{cita|Bray|p. 8|bray}}.
* {{cita|Lambraki-Plaka, ''El Greco—The Greek''|pp. 40-41|lambraki1999}}.</ref> anche se alcune fonti lo vogliono nato [[Chiesa cattolica|cattolico]].<ref group=nota>Le argomentazioni delle fonti cattoliche si basano sull'assenza di un archivio dei registri battesimali ortodossi a Creta e sul fatto che El Greco in gioventù avesse disinvoltamente adottato sia riti cattolici sia ortodossi. Basandosi sull'assunto che la sua arte riflette lo spirito religioso della [[Spagna degli Asburgo]] e su un'annotazione del testamento, dove si descrive come "devoto cattolico", alcuni studiosi sostengono che El Greco facesse parte della minoranza cattolica cretese o almeno che si fosse convertito al cattolicesimo prima di lasciare l'isola.</ref><ref name="Hammerman">{{Cita web|autore=N. Hamerman|url=http://www.catholicherald.com/stories/bEl-Greco-Paintings-Lead-Toward-City-of-Godb,2888|titolo=El Greco Paintings Lead Toward "City of God"|sito=catholicherald.com|data=12 aprile 2003|accesso=20 agosto 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110926223909/http://www.catholicherald.com/stories/bEl-Greco-Paintings-Lead-Toward-City-of-Godb%2C2888|dataarchivio=26 settembre 2011}}.</ref><ref name="McGarrRom">{{cita web|url=https://www.tuppenceworth.ie/ArtsEnt/elgreco-st-francis-receiving-the-stigmata.htm|titolo=St Francis Receiving The Stigmata|autore=Simon McGarr|accesso=11 ottobre 2013|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070207103000/http://www.tuppenceworth.ie/ArtsEnt/elgreco-st-francis-receiving-the-stigmata.htm|dataarchivio=7 febbraio 2007}}</ref><ref name="Sethre90">{{cita|Sethre|p. 90|sethre}}.</ref> Al pari di molti [[Eruditi bizantini nel Rinascimento|emigranti ortodossi]] in Europa dell'epoca, dopo il suo arrivo apparentemente si convertì al cattolicesimo, e sicuramente lo professò in Spagna, dove nel suo [[testamento]] si descrisse come un "devoto cattolico". Le approfondite ricerche d'archivio condotte fin dall'inizio degli [[anni 1960|anni sessanta]] da ricercatori come Nikolaos Panayotakis, Pandelis Prevelakis e Maria Constantoudaki suggeriscono comunque che la famiglia e gli antenati di El Greco fossero greco-ortodossi. Uno dei suoi zii era un prete ortodosso e il suo nome non viene menzionato nell'archivio dei registri battesimali di Creta. Prevelakis si spinge oltre, esprimendo il dubbio che in realtà l'artista non abbia mai praticato il cattolicesimo.<ref name="Wethey125-127">H.E. Wethey, ''Letters to the Editor'', 125–127.</ref>
 
=== Il periodo italiano ===
[[File:Julije Klovic 2.jpg|thumb|''[[Ritratto di Giulio Clovio|Ritratto di Giorgio Giulio Clovio]]'', il più antico ritratto realizzato da El Greco giunto fino a noi (c. 1570, [[Pittura a olio|olio su tela]], 58 × 86 cm, [[Museo di Capodimonte]], [[Napoli]]). Nel ritratto di Clovio, amico e sostenitore del giovane artista cretese nel periodo romano, è già evidente il talento di El Greco come [[ritratto|ritrattista]]|alt=]]
[[File:7222 Adoración de los Reyes Magos.jpg|thumb|''L'[[Adorazione dei Magi (El Greco Benaki)|Adorazione dei Magi]]'', [[1568]], [[Museo Soumaya]], [[Città del Messico]]|alt=]]
Dal momento che [[Creta]] era, fin dal 1211, un possedimento della [[Repubblica di Venezia]], fu naturale per il giovane El Greco continuare la propria carriera a [[Venezia]].<ref name="Br" /> Anche se l'anno esatto del trasferimento non è noto, la maggior parte degli studiosi concorda nello stabilirlo attorno al 1567.<ref group=nota>Secondo il risultato di ricerche d'archivio condotte verso la fine degli anni novanta, all'età di 26 anni El Greco si trovava ancora a Candia. Le sue opere, create secondo lo stile e lo spirito della scuola di pittura cretese post-bizantina, erano molto apprezzate. Il 26 dicembre 1566 El Greco chiese alle autorità veneziane il permesso di vendere «un quadro della Passione del Nostro Signor Giesu Christo, dorato». L'icona in stile bizantino del giovane Domenico venne valutata e venduta il 27 dicembre 1566 a Candia per un prezzo di settanta ducati d'oro (l'opera era stata valutata da due diversi artisti; uno di loro era l'esecutore di icone Georgios Klontzas. Una valutazione fu di ottanta ducati, l'altra di settanta), lo stesso valore attribuito all'epoca ad opere di Tiziano o del Tintoretto. Sembra quindi che El Greco sia andato a Venezia dopo tale data. In uno dei suoi ultimi articoli Wethey rivedette le sue valutazioni precedenti e accettò il fatto che El Greco avesse lasciato Creta nel 1567.</ref><ref name="Cormack" /><ref name="Constantoudaki71">{{cita libro | autore=M. Constantoudaki | titolo=Theotocópoulos from Candia to Venice | p=71 }}</ref><ref name="Sethre90"/><ref name="Wetheyar" /> Secondo altro materiale d'archivio, ovvero dei disegni che mandò a un [[cartografo]] cretese, l'artista nel 1568 si trovava a Venezia.<ref name="Constantoudaki71" /> Non si sa molto degli anni trascorsi in Italia da El Greco. Visse a Venezia fino al 1570 e, secondo quanto scritto in una lettera da un suo più anziano amico, il più grande [[miniatura|miniaturista]] dell'epoca, il [[Croazia|croato]] [[Giulio Clovio]], fu "discepolo" di [[Tiziano Vecellio|Tiziano]], che allora aveva circa ottant'anni, ma era ancora in attività. Questo potrebbe significare che abbia lavorato nella grande bottega di Tiziano, ma ciò non è sicuro. Clovio lo descrisse come «un talento raro nell'arte della pittura».<ref name="Plaka42">{{cita|Lambraki-Plaka, ''El Greco—The Greek''|p. 42|lambraki1999}}.</ref>
 
Dal momento che [[Creta (Grecia)|Creta]] era, fin dal 1211, un possedimento della [[Repubblica di Venezia]], fu naturale per il giovane El Greco continuare la propria carriera a [[Venezia]].<ref name="Br" /> Anche se l'anno esatto del trasferimento non è noto, la maggior parte degli studiosi concorda nello stabilirlo attorno al 1567.<ref group=nota>Secondo il risultato di ricerche d'archivio condotte verso la fine degli anni novanta, all'età di 26 anni El Greco si trovava ancora a Candia. Le sue opere, create secondo lo stile e lo spirito della scuola di pittura cretese post-bizantina, erano molto apprezzate. Il 26 dicembre 1566 El Greco chiese alle autorità veneziane il permesso di vendere «un quadro della Passione del Nostro Signor Giesu Christo, dorato». L'icona in stile bizantino del giovane Domenico venne valutata e venduta il 27 dicembre 1566 a Candia per un prezzo di settanta ducati d'oro (l'opera era stata valutata da due diversi artisti; uno di loro era l'esecutore di icone Georgios Klontzas. Una valutazione fu di ottanta ducati, l'altra di settanta), lo stesso valore attribuito all'epoca ad opere di Tiziano o del Tintoretto. Sembra quindi che El Greco sia andato a Venezia dopo tale data. In uno dei suoi ultimi articoli Wethey rivedette le sue valutazioni precedenti e accettò il fatto che El Greco avesse lasciato Creta nel 1567.</ref><ref name="Cormack" /><ref name="Constantoudaki71">{{Cita pubblicazione|cognome=Constantoudaki|nome=Maria|titolo=D. Theotocópoulos, from Candia to Venice|rivista=Bulletin of the Christian Archeological Society|volume=8 (period IV)|p=71|data=1975–1976|lingua=el}}</ref><ref name="Sethre90"/><ref name="Wetheyar" /> Secondo altro materiale d'archivio, ovvero dei disegni che mandò a un [[cartografo]] cretese, l'artista nel 1568 si trovava a Venezia.<ref name="Constantoudaki71" /> Non si sa molto degli anni trascorsi in Italia da El Greco. Visse a Venezia fino al 1570 e, secondo quanto scritto in una lettera da un suo più anziano amico, il più grande [[miniatura|miniaturista]] dell'epoca, [[Giulio Clovio]], fu "discepolo" di [[Tiziano Vecellio|Tiziano]], che allora aveva circa ottant'anni, ma era ancora in attività. Questo potrebbe significare che abbia lavorato nella grande bottega di Tiziano, ma ciò non è sicuro. Clovio lo descrisse come «un talento raro nell'arte della pittura».<ref name="Plaka42">{{cita|Lambraki-Plaka|p. 42}}.</ref>
Nel 1570 si trasferì a [[Roma]], dove eseguì una serie di opere fortemente caratterizzate dallo stile appreso nel suo apprendistato veneziano.<ref name="Plaka42" /> Non si sa quanto a lungo sia rimasto a Roma, anche se potrebbe essere tornato a Venezia (verso il 1575-76) prima di partire per la Spagna.<ref name="Mayer28">A.L. Mayer, ''Notes on the Early El Greco'', 28.</ref> A Roma, dietro raccomandazione di [[Giulio Clovio]],<ref>[https://en.wikisource.org/wiki/Catholic_Encyclopedia_%281913%29/Domenico_Theotocopuli_%28El_Greco%29 Catholic Encyclopedia (1913)/Domenico Theotocopuli (El Greco) su en.wikisource].</ref> fu accolto come ospite a [[Palazzo Farnese (Roma)|Palazzo Farnese]], che il [[cardinale]] [[Alessandro Farnese il Giovane|Alessandro Farnese]] aveva trasformato nel centro artistico e intellettuale della città. Lì entrò in contatto con l{{'}}''élite'' intellettuale romana, tra cui l'erudito [[Fulvio Orsini]], la cui collezione in seguito incluse sette dipinti dell'artista (tra cui ''Veduta del Monte Sinai'' e un ritratto di Clovio).<ref name="Scholz19">{{cita|Scholz-Hänsel|p. 19|sh}}.</ref>
 
Nel 1570 si trasferì a [[Roma]], dove eseguì una serie di opere fortemente caratterizzate dallo stile appreso nel suo apprendistato veneziano.<ref name="Plaka42" /> Non si sa quanto a lungo sia rimasto a Roma, anche se potrebbe essere tornato a Venezia (verso il 1575-76) prima di partire per la Spagna.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Mayer|nome=Aygust L.|titolo=Notes on the Early El Greco|rivista=The Burlington Magazine for Connoisseurs|volume=74|numero=430|p=28|editore=The Burlington Magazine Publications|mese=gennaio|anno=1939|jstor=867546|lingua=en}}</ref> A Roma, dietro raccomandazione di [[Giulio Clovio]],<ref>[https://en.wikisource.org/wiki/Catholic_Encyclopedia_%281913%29/Domenico_Theotocopuli_%28El_Greco%29 Catholic Encyclopedia (1913)/Domenico Theotocopuli (El Greco) su en.wikisource].</ref> fu accolto come ospite a [[Palazzo Farnese (Roma)|Palazzo Farnese]], che il [[cardinale]] [[Alessandro Farnese il Giovane|Alessandro Farnese]] aveva trasformato nel centro artistico e intellettuale della città. Lì entrò in contatto con l{{'}}''élite'' intellettuale romana, tra cui l'erudito [[Fulvio Orsini]], la cui collezione in seguito incluse sette dipinti dell'artista (tra cui ''Veduta del Monte Sinai'' e un ritratto di Clovio).<ref name="Scholz19">{{cita|Scholz-Hänsel|p. 19}}.</ref>
Diversamente da altri artisti cretesi trasferitisi a [[Venezia]], modificò il suo stile in modo sostanziale e cercò di distinguersi inventando interpretazioni nuove e insolite dei soggetti religiosi tradizionali.<ref name="Mann89">R.G. Mann, ''Tradition and Originality in El Greco's Work'', 89.</ref> Le opere dipinte in Italia furono influenzate dallo stile del [[rinascimento veneziano]] dell'epoca e presentano figure allungate che rievocano quelle del [[Tintoretto]] e un uso del colore che riconduce a Tiziano.<ref name="Br" /> I pittori veneziani gli insegnarono anche ad organizzare sulla tela le sue composizioni di varie figure, creando scenari pieni di vita e con una [[luce]] capace di creare atmosfera.
 
Diversamente da altri artisti cretesi trasferitisi a [[Venezia]], modificò il suo stile in modo sostanziale e cercò di distinguersi inventando interpretazioni nuove e insolite dei soggetti religiosi tradizionali.<ref>{{cita|Mann|p. 89}}.</ref> Le opere dipinte in Italia furono influenzate dallo stile del [[Rinascimento veneziano]] dell'epoca e presentano figure allungate che rievocano quelle del [[Tintoretto]] e un uso del colore che riconduce a Tiziano.<ref name="Br" /> I pittori veneziani gli insegnarono anche a organizzare sulla tela le sue composizioni di varie figure, creando scenari pieni di vita e con una [[luce]] capace di creare atmosfera.
Grazie al periodo trascorso a Roma, i suoi dipinti si arricchirono di caratteristiche tipiche del [[manierismo]] dell'epoca.<ref name="Plaka42" /> All'epoca del suo arrivo in città, [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] e [[Raffaello Sanzio|Raffaello]] erano già morti, ma il loro esempio continuava ad essere estremamente importante, praticamente inevitabile per tutti i giovani pittori. El Greco era deciso a lasciare la propria traccia a Roma, difendendo le sue convinzioni artistiche, le sue idee e il suo stile.<ref name="ScholzTazartes">{{cita|Scholz-Hänsel|p. 20|sh}}.
* {{cita|Tazartes|pp. 31-32|tazartes}}.</ref> Apprezzò molto il lavoro del [[Correggio (pittore)|Correggio]] e del [[Parmigianino]]<ref name="Kimmelman">M. Kimmelman, [https://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9A04E1DB173CF930A35753C1A9659C8B63 El Greco, Bearer Of Many Gifts].</ref> ma non esitò a criticare duramente il ''[[Giudizio universale (Michelangelo)|Giudizio universale]]'' di Michelangelo realizzato nella [[Cappella Sistina]];<ref group=nota>Mancini riporta che El Greco disse al Papa che se l'intera opera avesse dovuto essere demolita, l'avrebbe rifatta lui stesso in maniera corretta e appropriata.</ref><ref name="Scholz">{{cita|Scholz-Hänsel|p. 92|sh}}.</ref> fece a [[papa Pio V]] la proposta di lasciarlo ridipingere interamente l'affresco secondo i dettami della nuova e più rigida dottrina cattolica.<ref name="Scholz20">{{cita|Scholz-Hänsel|p. 20|sh}}.</ref> Quando, successivamente, gli venne chiesto che cosa pensasse di Michelangelo, rispose che «era un brav'uomo, ma non sapeva dipingere».<ref name="Plaka47-49">{{cita|Lambraki-Plaka, ''El Greco—The Greek''|pp. 47-49|lambraki1999}}.</ref> Si è quindi posti di fronte a un paradosso: si sa che rigettò con forza o addirittura condannò l'opera di Michelangelo, ma allo stesso tempo gli fu impossibile sfuggire alla sua influenza.<ref name="BrahamG">A. Braham, ''Two Notes on El Greco and Michelangelo'', 307–310
* J. Jones, [http://www.guardian.co.uk/culture/2004/jan/24/1 The Reluctant Disciple].</ref> L'influenza di Buonarroti infatti si può vedere in opere più tarde, come l{{'}}''Allegoria della Lega Santa''.<ref name="Boubli217">L. Boubli, ''Michelangelo and Spain'', 217.</ref> Realizzando i ritratti di Michelangelo, Tiziano, Clovio e, presumibilmente, Raffaello in uno dei suoi dipinti (''La purificazione del tempio''), non solo espresse la sua gratitudine nei loro confronti, ma di fatto reclamò di poter essere messo sullo stesso piano di quei grandi maestri. Come si può leggere nei suoi stessi commentari, vedeva quegli artisti come modelli da emulare.<ref name="Scholz20" /> Nelle sue ''Cronache'', scritte nel [[XVII secolo]], Giulio Mancini lo incluse tra i pittori che avevano promosso, in vari modi, una rivalutazione degli insegnamenti di Michelangelo.<ref name = "Tazartes32"/>
 
Grazie al periodo trascorso a Roma, i suoi dipinti si arricchirono di caratteristiche tipiche del [[manierismo]] dell'epoca.<ref name="Plaka42" /> All'epoca del suo arrivo in città, [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] e [[Raffaello Sanzio|Raffaello]] erano già morti, ma il loro esempio continuava a essere estremamente importante, praticamente inevitabile per tutti i giovani pittori. El Greco era deciso a lasciare la propria traccia a Roma, difendendo le sue convinzioni artistiche, le sue idee e il suo stile.<ref name="ScholzTazartes">{{cita|Scholz-Hänsel|p. 20}}; {{cita|Tazartes|pp. 31-32}}.</ref> Apprezzò molto il lavoro del [[Correggio (pittore)|Correggio]] e del [[Parmigianino]]<ref name="Kimmelman">{{Cita news | titolo = Art Review; El Greco, Bearer Of Many Gifts |pubblicazione=The New York Times | cognome = Kimmelman | nome = Michael | url = https://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9A04E1DB173CF930A35753C1A9659C8B63 | data=3 ottobre 2003 | accesso=17 dicembre 2006| lingua=en }}</ref> ma non esitò a criticare duramente il ''[[Giudizio universale (Michelangelo)|Giudizio universale]]'' di Michelangelo realizzato nella [[Cappella Sistina]];<ref group=nota>Mancini riporta che El Greco disse al Papa che se l'intera opera avesse dovuto essere demolita, l'avrebbe rifatta lui stesso in maniera corretta e appropriata.</ref><ref name="Scholz">{{cita|Scholz-Hänsel|p. 92}}.</ref> fece a [[papa Pio V]] la proposta di lasciarlo ridipingere interamente l'affresco secondo i dettami della nuova e più rigida dottrina cattolica.<ref name="Scholz20">{{cita|Scholz-Hänsel|p. 20}}.</ref> Quando, successivamente, gli venne chiesto che cosa pensasse di Michelangelo, rispose che «era un brav'uomo, ma non sapeva dipingere».<ref name="Plaka47-49">{{cita|Lambraki-Plaka|pp. 47-49}}.</ref> Si è quindi posti di fronte a un paradosso: si sa che rigettò con forza o addirittura condannò l'opera di Michelangelo, ma allo stesso tempo gli fu impossibile sfuggire alla sua influenza.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Braham|nome=Allan|titolo=Two Notes on El Greco and Michelangelo|rivista=[[The Burlington Magazine]]|volume=108|numero=759|pp=307–310|editore=The Burlington Magazine Publications|mese=giugno|anno=1966|jstor=874984|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita news | titolo = The Reluctant Disciple | cognome = Jones | nome = Jonathan |pubblicazione=The Guardian |città=Londra | url = http://www.guardian.co.uk/culture/2004/jan/24/1 | data=24 gennaio 2004 | accesso=18 dicembre 2006 | lingua=en }}</ref> L'influenza di Buonarroti infatti si può vedere in opere più tarde, come l{{'}}''Allegoria della Lega Santa''.<ref name="Boubli217">{{cita|Boubli|p. 217}}.</ref> Realizzando i ritratti di Michelangelo, Tiziano, Clovio e, presumibilmente, Raffaello in uno dei suoi dipinti (''La purificazione del tempio''), non solo espresse la sua gratitudine nei loro confronti, ma di fatto reclamò di poter essere messo sullo stesso piano di quei grandi maestri. Come si può leggere nei suoi stessi commentari, vedeva quegli artisti come modelli da emulare.<ref name="Scholz20" /> Nelle sue ''Cronache'', scritte nel [[XVII secolo]], Giulio Mancini lo incluse tra i pittori che avevano promosso, in vari modi, una rivalutazione degli insegnamenti di Michelangelo.<ref name = "Tazartes32"/>
A causa delle sue convinzioni artistiche non convenzionali e della sua forte personalità, ben presto a Roma si procurò dei nemici. L'architetto e scrittore [[Pirro Ligorio]] lo definì uno «stupido straniero» e materiale d'archivio recentemente scoperto racconta di una lite con Farnese, che costrinse il giovane artista ad abbandonare il suo palazzo.<ref name="Tazartes32">{{cita|Tazartes|p. 32|tazartes}}.</ref> Il 6 luglio 1572, fece una protesta ufficiale per questo fatto e pochi mesi dopo, il 18 settembre 1572, pagò la propria quota d'iscrizione alla [[Gilda di San Luca]] come pittore [[miniatura|miniaturista]].<ref name="Brown">{{cita|Brown-Mann|p. 42|bm}}.</ref> Alla fine dell'anno aprì la propria bottega e ingaggiò come assistenti i pittori Lattanzio Bonastri de Lucignano e Francisco Preboste.<ref name="Tazartes32" />
 
A causa delle sue convinzioni artistiche non convenzionali e della sua forte personalità, ben presto a Roma si procurò dei nemici. L'architetto e scrittore [[Pirro Ligorio]] lo definì uno «stupido straniero» e materiale d'archivio recentemente scoperto racconta di una lite con Farnese, che costrinse il giovane artista ad abbandonare il suo palazzo.<ref name="Tazartes32">{{cita|Tazartes|p. 32}}.</ref> Il 6 luglio 1572, fece una protesta ufficiale per questo fatto e pochi mesi dopo, il 18 settembre 1572, pagò la propria quota d'iscrizione alla [[Gilda di San Luca]] come pittore [[miniatura|miniaturista]].<ref name="BeM42">{{cita|Brown e Mann|p. 42}}.</ref> Alla fine dell'anno aprì la propria bottega e ingaggiò come assistenti i pittori Lattanzio Bonastri de Lucignano e Francisco Preboste.<ref name="Tazartes32" />
 
=== La Spagna ===
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[[File:Domenikos Theotokópoulos, called El Greco - The Assumption of the Virgin - Google Art Project.jpg|thumb|upright|''L'Assunzione della Vergine'' (1577–1579, olio su tela, 401 × 228 cm, [[Art Institute of Chicago]]) è uno dei nove dipinti che El Greco completò per il [[monastero di San Domenico di Silos]] a Toledo, la prima commissione che ricevette in Spagna]]
 
Nel 1577 si trasferì dapprima a [[Madrid]], quindi a [[Toledo]], dove realizzò le sue opere più mature.<ref name="Tazartges36">{{cita|''Encyclopaedia Britannica''|"Greco, El"}}; {{cita|Tazartes|p. 36}}.</ref> A quell'epoca Toledo era la capitale religiosa della [[Spagna]] e una città molto popolosa<ref group=nota>Toledo all'epoca doveva essere una delle città più popolose d'Europa. Nel 1571 aveva 62.000 abitanti.</ref><ref name="Plaka43-44" /> dall'«illustre passato, prospero presente e incerto futuro».<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Jonathan Brown|autore2=Richard L. Kagan|titolo=View of Toledo|rivista=Studies in the History of Art|volume=11|pp=19–30|anno=1982|lingua=en}}</ref> A Roma, El Greco si era guadagnato il rispetto di vari intellettuali, ma aveva anche dovuto affrontare l'ostilità di alcuni critici.<ref name="Tazartes36">{{cita|Tazartes|p. 36}}.</ref> Nel decennio del 1570 l'immenso monastero-palazzo de [[El Escorial]] era ancora in costruzione e [[Filippo II di Spagna]] incontrava difficoltà nel trovare validi artisti che realizzassero i molti dipinti di grandi dimensioni che dovevano decorarlo. Tiziano era morto, mentre Tintoretto, [[Paolo Veronese|Veronese]] e [[Antonio Moro]] avevano tutti rifiutato di andare in Spagna. Filippo aveva dovuto ripiegare su [[Juan Fernández de Navarrete]], artista di minore talento, le cui ''gravedad y decoro'' (''serietà e dignità'') erano però apprezzate dal re stesso. Navarrete però morì nel 1579; il fatto si rivelò un'occasione propizia per El Greco.<ref>{{cita|Trevor-Roper|pp. 62–68}}.</ref> Tramite Clovio e Orsini incontrò [[Benito Arias Montano]], un [[umanismo|umanista]] spagnolo nonché agente per conto di Filippo, il religioso [[Pedro Chacón]] e [[Luis de Castilla]], figlio di [[Diego de Castilla]] il diacono della [[cattedrale di Toledo]].<ref name="Plaka43-44">{{cita|Lambraki-Plaka|pp. 43-44}}.</ref> Grazie all'amicizia stretta con de Castilla si assicurò la sua prima grande commissione a Toledo. Arrivò in città nel luglio del 1577 e firmò un contratto per realizzare un gruppo di dipinti che dovevano decorare il [[monastero di San Domenico di Silos]] a Toledo e la celebre ''[[Spoliazione di Cristo]]''.<ref name="Irving">{{Cita web|autore=M. Irving|url=http://www.highbeam.com/doc/1P2-1827701.html|titolo=How to Beat the Spanish Inquisition|sito=[[The Independent]], archived at highbeam.com|data=9 febbraio 2004|accesso=20 agosto 201111|dataarchivio=6 novembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121106102500/http://www.highbeam.com/doc/1P2-1827701.html|urlmorto=sì}}.</ref> Entro settembre del 1579 terminò i nove dipinti per il convento, tra cui ''La Trinità'' e ''L'Assunzione della Vergine''. Tali opere fissarono la reputazione di El Greco a Toledo come pittore di alto livello.<ref name="BeM42" />
Nel 1577 si trasferì dapprima a [[Madrid]], quindi a [[Toledo]], dove realizzò le sue opere più mature.<ref name="Tazartges36">{{cita libro|titolo=Greco, El|pubblicazione=Encyclopaedia Britannica|anno=2002}}
* {{cita|Tazartes|p. 36|tazartes}}.</ref> A quell'epoca Toledo era la capitale religiosa della [[Spagna]] e una città molto popolosa<ref group=nota>Toledo all'epoca doveva essere una delle città più popolose d'Europa. Nel 1571 aveva 62.000 abitanti.</ref><ref name="Plaka43-44" /> dall'«illustre passato, prospero presente e incerto futuro».<ref name="Kagan">{{cita|Brown-Kagan|p. 19|kb}}.</ref> A Roma, El Greco si era guadagnato il rispetto di vari intellettuali, ma aveva anche dovuto affrontare l'ostilità di alcuni critici.<ref name="Tazartes36">{{cita|Tazartes|p. 36|tazartes}}.</ref> Nel decennio del 1570 l'immenso monastero-palazzo de [[El Escorial]] era ancora in costruzione e [[Filippo II di Spagna]] incontrava difficoltà nel trovare validi artisti che realizzassero i molti dipinti di grandi dimensioni che dovevano decorarlo. Tiziano era morto, mentre Tintoretto, [[Paolo Veronese|Veronese]] e [[Antonio Moro]] avevano tutti rifiutato di andare in Spagna. Filippo aveva dovuto ripiegare su [[Juan Fernández de Navarrete]], artista di minore talento, le cui ''gravedad y decoro'' (''serietà e dignità'') erano però apprezzate dal re stesso. Navarrete però morì nel 1579; il fatto si rivelò un'occasione propizia per El Greco.<ref>Trevor-Roper, Hugh; ''Princes and Artists, Patronage and Ideology at Four Habsburg Courts 1517–1633'', Thames & Hudson, Londra, 1976, pp. 62–68.</ref> Tramite Clovio e Orsini incontrò [[Benito Arias Montano]], un [[umanismo|umanista]] spagnolo nonché agente per conto di Filippo, il religioso [[Pedro Chacón]] e [[Luis de Castilla]], figlio di [[Diego de Castilla]] il diacono della [[cattedrale di Toledo]].<ref name="Plaka43-44">{{cita|Lambraki-Plaka, ''El Greco—The Greek''|pp. 43-44|lambraki1999}}.</ref> Grazie all'amicizia stretta con de Castilla si assicurò la sua prima grande commissione a Toledo. Arrivò in città nel luglio del 1577 e firmò un contratto per realizzare un gruppo di dipinti che dovevano decorare il [[monastero di San Domenico di Silos]] a Toledo e la celebre ''[[Spoliazione di Cristo]]''.<ref name="Irving">{{Cita web|autore=M. Irving|url=http://www.highbeam.com/doc/1P2-1827701.html|titolo=How to Beat the Spanish Inquisition|sito=[[The Independent]], archived at highbeam.com|data=9 febbraio 2004|accesso=20 agosto 201111|dataarchivio=6 novembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121106102500/http://www.highbeam.com/doc/1P2-1827701.html|urlmorto=sì}}.</ref> Entro settembre del 1579 terminò i nove dipinti per il convento, tra cui ''La Trinità'' e ''L'Assunzione della Vergine''. Tali opere fissarono la reputazione di El Greco a Toledo come pittore di alto livello.<ref name="Brown" />
 
El Greco non aveva progettato di stabilirsi definitivamente a Toledo, in quanto il suo obiettivo era di conquistarsi il favore di Filippo e riuscire a lasciare il segno come artista a corte.<ref name="Lambraki45">{{cita|Lambraki-Plaka, ''El Greco—The Greek''|p. 45|lambraki1999}}.</ref> Per questo riuscì a fare in modo di assicurarsi due importanti commissioni dal re: l{{'}}''Allegoria della Lega Santa'' e il ''Martirio di San Maurizio''. Tuttavia tali opere non piacquero al re, che decise di sistemare la pala di San Maurizio nella [[sala capitolare]], invece che all'interno della cappella per cui era stata commissionata. Pertanto decise di non affidare più commissioni a El Greco.<ref name="Scholz40">{{cita|Scholz-Hänsel|p. 40|sh}}.</ref> I motivi esatti dell'insoddisfazione del re non sono chiari. Alcuni studiosi hanno suggerito che a Filippo non fosse piaciuta l'inclusione di persone viventi in una scena a soggetto religioso;<ref name="Scholz40" /> altri che l'opera di El Greco avesse contravvenuto a una regola fondamentale dell'epoca della [[Controriforma]], ovvero che in un'immagine il contenuto fosse predominante rispetto allo stile.<ref name="Plaka45">{{cita|Lambraki-Plaka,|p. ''El Greco—The45}}; Greek''{{cita|Brown|p. 4598}}.</ref> Filippo seguiva con grande interesse le commissioni artistiche e aveva dei gusti molto definiti: anche una scultura raffigurante una Crocifissione di [[Benvenuto Cellini]], opera che si fece attendere a lungo, non incontrò il suo gusto e venne sistemata in un luogo meno rilevante. Il successivo esperimento di Filippo, che si rivolse a [[Federico Zuccari]], ebbe successo ancor minore.<ref>{{cita|lambraki1999Trevor-Roper|pp. 63, 66–69}}.</ref> Comunque sia andata, l'insoddisfazione di Filippo pose fine a ogni speranza di El Greco di ottenere il patronato reale.<ref name="BeM42" />
* {{cita|Brown|p. 98|brown}}.</ref> Filippo seguiva con grande interesse le commissioni artistiche e aveva dei gusti molto definiti: anche una scultura raffigurante una Crocifissione di [[Benvenuto Cellini]], opera che si fece attendere a lungo, non incontrò il suo gusto e venne sistemata in un luogo meno rilevante. Il successivo esperimento di Filippo, che si rivolse a [[Federico Zuccari]], ebbe successo ancor minore.<ref>Trevor-Roper, op cit pp. 63, 66–69.</ref> Comunque sia andata, l'insoddisfazione di Filippo pose fine ad ogni speranza di El Greco di ottenere il patronato reale.<ref name="Brown" />
 
==== Le opere della maturità e gli ultimi anni ====
[[File:El Greco - The Burial of the Count of Orgaz.JPG|thumb|left|upright|La ''[[Sepoltura del conte di Orgaz]]'' (1586–1588, olio su tela, 480 × 360 cm, Santo Tomé, Toledo), è ai giorni nostri l'opera più famosa di El Greco, e illustra una leggenda popolare locale. Si tratta di un dipinto molto grande e chiaramente diviso in due zone: la parte celeste superiore e la parte "terrena" in basso, fuse insieme dalla composizione del quadro.]]
 
Privo del sostegno del Re, si vide costretto a restare a Toledo, dove fin dal suo arrivo nel 1577 era considerato un grande pittore.<ref name="Pijoah">J.{{Cita pubblicazione|cognome=Pijoan, ''|nome=Joseph|titolo=El Greco—A Spaniard'',|url=https://archive.org/details/sim_art-bulletin_1930-03_12_1/page/12|rivista=Art Bulletin|volume=12|numero=1|p=12|mese=marzo|anno=1930|editore=College Art Association|doi=10.2307/3050759|jstor=3050759|lingua=en}}</ref> Secondo [[Hortensio Félix Paravicino]], un predicatore e poeta spagnolo del [[XVII secolo]], «Creta gli diede i natali e l'abilità di pittore, Toledo gli diede una patria migliore, dove nel cammino verso la morte iniziò a conquistarsi la vita eterna».<ref name="Berg">L. Berg, {{Cita web | titolo = El Greco in Toledo | cognome = Berg | nome = Liisa | url = http://www.kaiku.com/greco.html |titolo accesso =El Greco14 inottobre 2006 Toledo|sito=kaiku.com| urlarchivio = https://web.archive.org/web/2009052810205720060621074024/http://kaiku.com/greco.html | dataarchivio =28 maggio21 giugno 2006 2009|accesso lingua =20 agostoen 2011| urlmorto = }}.</ref> Nel 1585 sembra avesse ingaggiato un assistente, il pittore italiano Francesco Preboste, e possedeva una bottega in grado di produrre oltre a dipinti anche statue e cornici d'altare.<ref>{{cita|Brown e Mann|p. 42}}.</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Gudiol|nome=José|titolo=Iconography and Chronology in El Greco's Paintings of St. Francis|url=https://archive.org/details/sim_art-bulletin_1962-09_44_3/page/n26|rivista=Art Bulletin|volume=44|numero=3|pp=195–203|editore=College Art Association|mese=settembre|anno=1962|doi=10.2307/3048016|jstor=3048016|lingua=en}}</ref> Il 12 marzo 1586 ottenne una commissione per realizzare la ''[[Sepoltura del conte di Orgaz]]'', che oggi è diventata la sua opera più celebre.<ref name="GudiolTazartes49">{{cita|Brown-MannTazartes|p. 4249}}.</ref> Il decennio che va dal 1597 al 1607 per El Greco fu un periodo di intensa attività. In quegli anni ricevette varie commissioni importanti e la sua bottega realizzò gruppi pittorici e scultorei per diverse istituzioni religiose. Tra le commissioni più rilevanti del periodo ci sono tre altari realizzati per la Cappella di San Giuseppe a Toledo (1597–1599), tre dipinti per il Collegio de Doña María di Aragona (1596–1600), un monastero [[Ordine di Sant'Agostino|bmagostiniano]] di Madrid, e l'altare maggiore con quattro altari laterali e il dipinto di ''San Ildefonso'' per la cappella Maggiore dell'Hospital de la Caridad di [[Illescas]] (1603-1605).<ref name="Br" /> La minuta della commissione per la ''Vergine dell'Immacolata Concezione'' (1607–1613), scritta dal personale dell'amministrazione cittadina, descrive El Greco come "uno degli uomini più grandi sia all'interno del regno che fuori".<ref>{{cita|Gudiol|p. 252}}.</ref>
 
* J. Gudiol, ''Iconography and Chronology'', 195.</ref> Il 12 marzo 1586 ottenne una commissione per realizzare la ''[[Sepoltura del conte di Orgaz]]'', che oggi è diventata la sua opera più celebre.<ref name="Tazartes49">{{cita|Tazartes|p. 49|tazartes}}.</ref> Il decennio che va dal 1597 al 1607 per El Greco fu un periodo di intensa attività. In quegli anni ricevette varie commissioni importanti e la sua bottega realizzò gruppi pittorici e scultorei per diverse istituzioni religiose. Tra le commissioni più rilevanti del periodo ci sono tre altari realizzati per la Cappella di San Giuseppe a Toledo (1597–1599), tre dipinti per il Collegio de Doña María di Aragona (1596–1600), un monastero [[Ordine di Sant'Agostino|agostiniano]] di Madrid, e l'altare maggiore con quattro altari laterali e il dipinto di ''San Ildefonso'' per la cappella Maggiore dell'Hospital de la Caridad di [[Illescas]] (1603-1605).<ref name="Br" /> La minuta della commissione per la ''Vergine dell'Immacolata Concezione'' (1607–1613), scritta dal personale dell'amministrazione cittadina, descrive El Greco come "uno degli uomini più grandi sia all'interno del regno che fuori".<ref name="Gudio252">{{cita|Gudiol|p. 252|gudiol}}.</ref>
Tra il 1607 e il 1608 rimase coinvolto in una lunga disputa legale, riguardante il pagamento dei suoi lavori, con i responsabile dell'Hospital de la Caridad di Illetas;<ref group=nota>El Greco firmò il contratto per la decorazione dell'altare della chiesa dell'Hospital de la Caridad il 18 giugno 1603. Si impegnò a terminare l'opera entro l'agosto dell'anno seguente. Anche se simili scadenze di rado non venivano rispettate, si trattava comunque di una possibile fonte di contrasti. Consentì anche che fosse la confraternita a scegliere i valutatori. La confraternita approfittò di quel gesto di buona fede impiantando una controversia. Alla fine El Greco si fece rappresentare legalmente da Preboste e da un amico di questi, Francisco Ximénez Montero, accettando un compenso di 2.093 ducati.</ref><ref>{{cita|Engass e Brown|p. 205}}.</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Fernández|nome=Francisco de San Román|titolo=De la vida del Greco—Nueva serie de documentos inéditos|rivista=Archivo Español del Arte y Arqueología|volume=8|pp=172–184|anno=1927|lingua=en}}</ref><ref name="Tazartes56">{{cita|Tazartes|pp. 56, 61}}.</ref> questa, oltre ad altre controversie legali, contribuirono a portarlo verso le difficoltà economiche che incontrò verso la fine della sua vita.<ref name="Tazartes61">{{cita|Tazartes|p. 61}}.</ref> nel 1608 ricevette l'ultima grande commissione, per conto dell'Hospital di San Giovanni Battista a Toledo.<ref name="BeM42" />
 
El Greco aveva eletto Toledo a sua patria. Contratti giunti fino a noi lo citano come proprietario dal 1585 in poi di un complesso di tre appartamenti e ventiquattro stanze appartenute al [[Marchese di Villena]].<ref name="Helios">{{cita|''Encyclopaedia The Helios''|"Theotocópoulos, Doménicos"}}.</ref> Fu proprio in quegli appartamenti, che gli servivano anche come laboratorio e bottega, che trascorse il resto della sua vita, dipingendo e studiando. Tenne uno stile di vita piuttosto elevato e spesso ingaggiava dei musicisti che lo intrattenessero mentre cenava.
 
Mentre lavorava a un'opera commissionatagli dall'[[Hospital de Tavera]] si ammalò gravemente e, un mese dopo, il 7 aprile 1614, morì. Pochi giorni prima, il 31 marzo, aveva incaricato il figlio di porre in atto le sue ultime volontà. Testimoni di quest'atto furono due suoi amici greci (non aveva mai perso del tutto il contatto con le sue origini).<ref name="Scholz81">{{cita|Scholz-Hänsel|p. 81}}.</ref> Fu sepolto nella chiesa di San Domenico Vecchio. Ma nel 1618 le sue spoglie vennero traslate nel Monastero di S. Torquato, che venne a sua volta distrutto nel 1868.<ref>{{cita|Hispanic Society of America|pp. 35–36}}; {{cita|Tazartes|p. 67}}.</ref>
 
==== El Greco e gli ebrei ====
Tra il 1607 e il 1608 rimase coinvolto in una lunga disputa legale, riguardante il pagamento dei suoi lavori, con i responsabile dell'Hospital de la Caridad di Illetas;<ref group=nota>El Greco firmò il contratto per la decorazione dell'altare della chiesa dell'Hospital de la Caridad il 18 giugno 1603. Si impegnò a terminare l'opera entro l'agosto dell'anno seguente. Anche se simili scadenze di rado non venivano rispettate, si trattava comunque di una possibile fonte di contrasti. Consentì anche che fosse la confraternita a scegliere i valutatori. La confraternita approfittò di quel gesto di buona fede impiantando una controversia. Alla fine El Greco si fece rappresentare legalmente da Preboste e da un amico di questi, Francisco Ximénez Montero, accettando un compenso di 2.093 ducati.</ref><ref name="Engass205">{{cita|Enggass-Brown|p. 205|enggassbrown}}.</ref><ref name="Fernádez172-184">F. de S.R. Fernádez, ''De la Vida del Greco'', 172–184.</ref><ref name="Tazartes56">{{cita|Tazartes|pp. 56, 61|tazartes}}.</ref> questa, oltre ad altre controversie legali, contribuirono a portarlo verso le difficoltà economiche che incontrò verso la fine della sua vita.<ref name="Tazartes61">{{cita|Tazartes|p. 61|tazartes}}.</ref> nel 1608 ricevette l'ultima grande commissione, per conto dell'Hospital di San Giovanni Battista a Toledo.<ref name="Brown" />
[[File:Greco_-_camaldulenses_-_Valencia.jpg|thumb|''Allegoria dell'Ordine Camaldolese'' (1597), [[olio su tela]], 138 x 108 cm, Museo del Patriarca, Valencia, Spagna. Nella disposizione dei caseggiati dell'[[Eremo di Camaldoli]], alcuni critici intravedono una 'menorah', nascosta nell'opera come una sorta di omaggio da parte di El Greco ai suoi amici cripto-ebrei di Toledo.]]
Alcuni storici dell'arte spagnoli, tra i quali Óscar González Palencia e Antonio Illán <ref>Óscar González Palencia, Antonio Illán, ''Visiones de El Greco'', Madrid, Edit. Diario de ABC, 2016.</ref>, hanno ipotizzato stretti legami tra El Greco e alcuni ebrei convertiti al cattolicesimo; legami che avrebbero influito sull'arte del pittore spingendolo a nascondere simboli ebraici in alcune delle sue opere, come ad esempio ''Allegoria dell'Ordine camaldolese'' (1597), la cui struttura ricorda vagamente una 'menorah'. Quest'opera, in realtà, fu realizzata da El Greco su commissione dei monaci camaldolesi e perciò fu sottoposta al rigoroso vaglio della censura ecclesiastica, che non avrebbe avuto difficoltà a scoprire la 'menorah' nella trama del dipinto e a punire l'autore in quanto amico degli ebrei, a quell'epoca sottoposti a durissime vessazioni. Inoltre, una copia di quest'opera, anch'essa realizzata da El Greco, fu donata a [[Juan de Ribera]], arcivescovo di [[Valencia]] e patriarca di Antiochia. Infatti, porta evidente lo stemma dell'alto prelato. Il dettaglio della 'menorah' non sarebbe sfuggito neppure a Juan de Ribera, ricordato come un intransigente "cacciatore" di cripto-ebrei e di [[moriscos]].<ref>Richard Kagan, “The Count of Los Arcos as Collector and Patron of El Greco,” Anuario del Departamento de Historia y Teoría del Arte, Vol. IV (1992), p.156.</ref>
 
ElNon Grecoci avevasono elettoneppure Toledoconferme adel suafatto patria.la Contrattisua giunticompagna finospagnola, aJerónima noide loLas citanoCuevas, come proprietario dal 1585 in poifosse di unorigini complesso di tre appartamenti e ventiquattro stanze appartenute al [[Marchese di Villena]]ebraiche.<ref name="Helios">{{citaFélix libro|titolo=Theotocópoulos,del Doménicos|pubblicazione=EncyclopaediaValle The Helios|anno=1952}}.</ref> Fu proprio in quegli appartamentiDíaz, che''Doña gliJerónima servivanode anchelas come laboratorio e bottegaCuevas, chemujer trascorsede ilEl resto della sua vitaGreco'', dipingendoin e studiando.''Toletum: Tenneboletín unode stilela diReal vitaAcademia piuttostode elevatoBellas eArtes spessoy ingaggiavaCiencias deiHistóricas musicistide cheToledo'', loNº. intrattenessero59, mentre2014, cenavapp. Non115-131 ciISSN sono0210-6310.</ref> confermeLa del fattodonna, che convivesseEl con la sua compagna spagnola, Jerónima de Las Cuevas, che probabilmenteGreco non sposò mai. La donna, fu la madre del suo unico figlio, [[Jorge Manuel Theotocópuli|Jorge Manuel]], nato nel 1578, che diventò a sua volta un pittore aiutando il padre e continuando a imitare il suo stile compositivo per anni dopo averne ereditato la bottega.<ref group=nota>Sembra che Doña Jerónima de Las Cuevas sia sopravvissuta a El Greco e che, anche se il Maestro riconosceva come propria famiglia sia lei che il figlio, non l'abbia mai sposata. Il fatto ha disorientato gli studiosi, anche perché viene citata in numerosi documenti, tra cui il testamento dell'artista. La maggior parte ha concluso che El Greco in gioventù avesse contratto un matrimonio infelice e che quindi non abbia poi voluto legalizzare alcun altro legame.</ref><ref name="Br" /> Nel 1604 Jorge Manuel e Alfonsa de los Morales diventarono genitori del nipote di El Greco, Gabriel, che fu battezzato da Gregorio Angulo, governatore di Toledo e amico personale dell'artista.<ref name="Tazartes61" />
 
La maggior parte degli storici ha concluso che El Greco in gioventù avesse contratto un matrimonio infelice e che quindi non abbia poi voluto legalizzare alcun altro legame.</ref><ref name="Br" /> Nel 1604 Jorge Manuel e Alfonsa de los Morales diventarono genitori del nipote di El Greco, Gabriel, che fu battezzato da Gregorio Angulo, governatore di Toledo e amico personale dell'artista.<ref name="Tazartes61" />
Mentre lavorava a un'opera commissionatagli dall'[[Hospital de Tavera]] si ammalò gravemente e, un mese dopo, il 7 aprile 1614, morì. Pochi giorni prima, il 31 marzo, aveva incaricato il figlio di porre in atto le sue ultime volontà. Testimoni di quest'atto furono due suoi amici greci (non aveva mai perso del tutto il contatto con le sue origini).<ref name="Scholz81">{{cita|Scholz-Hänsel|p. 81|sh}}.</ref> Fu sepolto nella chiesa di San Domenico di Antigua. Ma nel 1618 le sue spoglie vennero traslate nel Monastero di S.Torquato, che venne a sua volta distrutto nel 1868.<ref name="HispTaz">Hispanic Society of America, ''El Greco'', 35–36
* {{cita|Tazartes|p. 67|tazartes}}.</ref>
 
== La sua arte ==
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Uno dei principi fondamentali dello stile di El Greco è il primato dell'immaginazione e dell'intuizione sulla rappresentazione soggettiva della creazione.<ref name="Plaka47-49" /> El Greco rifiutò i principi classicisti come misura e proporzione. Credeva che la grazia fosse l'obiettivo principale dell'arte, ma il pittore ha raggiunto la grazia solo se riesce a risolvere le problematiche più complesse con facilità e disinvoltura.<ref name="Plaka47-49" />
 
El Greco pensava che il [[colore]] fosse l'elemento più importante e allo stesso tempo meno governabile di un dipinto, e dichiarò che il colore aveva la supremazia rispetto all'immagine.<ref name="Plaka47-49" /> [[Francisco Pacheco del Río]], un pittore che fece visita a El Greco nel 1611, scrisse che all'artista piacevano «grandi macchie di colori puri e non mescolati, come fossero immodesti segni della sua abilità».<ref name="Landon330">A{{cita|Landon|p. E. Landon, ''Reincarnation Magazine 1925'', 330}}.</ref>
 
Lo storico dell'arte [[Max Dvořák]] è stato il primo studioso a mettere in relazione l'arte di El Greco con il [[manierismo]] e l'[[antinaturalismo]].<ref name="Lopera20">J{{cita|Tazartes|pp.A. Lopera, ''El Greco: From Crete to Toledo'', 20–21}}.</ref> Gli studiosi moderni definiscono la dottrina dei El Greco come «tipicamente manierista» e individuano le sue origini nel [[neoplatonismo]] rinascimentale.(<ref>{{cita|Brown|p. name="BrownMar"110}}; {{cita|Marias|pp. 183–184}}.</ref> Jonathan Brown ritiene che El Greco si sia sforzato di creare una forma d'arte raffinata;<ref>{{cita|Brown|p. 110}}.</ref> secondo Nicholas Penny «giunto in Spagna, fu capace di inventare un proprio stile personale che sconfessava la maggior parte delle ambizioni descrittive della pittura».<ref>{{Cita web |brown titolo = At the National Gallery | cognome = Penny | nome = Nicholas | url = http://www.lrb.co.uk/v26/n05/penn02_.html | accesso = 25 ottobre 2006 | lingua = en | dataarchivio = 10 dicembre 2006 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20061210001810/http://www.lrb.co.uk/v26/n05/penn02_.html | urlmorto = sì }}</ref>
* F. Marias, ''El Greco's Artistic Thought'', 183–184.</ref> Jonathan Brown ritiene che El Greco si sia sforzato di creare una forma d'arte raffinata;<ref name="Brown110">{{cita|Brown|p. 110|brown}}.</ref> secondo Nicholas Penny «giunto in Spagna, fu capace di inventare un proprio stile personale che sconfessava la maggior parte delle ambizioni descrittive della pittura».<ref name="Penny">N. Penny, [http://www.lrb.co.uk/v26/n05/penn02_.html At the National Gallery].</ref>
 
Nelle opere della maturità dimostrò una caratteristica tendenza a drammatizzare piuttosto che a descrivere;<ref name="Br" /> un forte turbamento spirituale si trasferisce dal dipinto direttamente agli osservatori. Secondo Pacheco il perturbato, distorto e talvolta apparentemente poco curato tratto di El Greco era in realtà dovuto al suo meditato impegno nel tentare di acquisire una libertà di stile.<ref name="Landon330" /> La preferenza di El Greco per le figure molto alte e snelle e per le composizioni verticalmente allungate, capaci sia di soddisfare i suoi scopi espressivi chesia di obbedire alaalla sua dottrina estetica, lo portò a trascurare le leggi di natura e ad allungare sempre di più le sue composizioni, in particolare quando erano destinate a delle pale d'altare.<ref name="Lambraki57-59">{{cita|Lambraki-Plaka, ''El Greco—The Greek''|pp. 57-59|lambraki1999}}.</ref> Nelle opere della sua maturità l'[[anatomia umana]] venne sempre più trasfigurata; per ''[[Immacolata Concezione (El Greco Toledo)|La Vergine dell'Immacolata Concezione]]'' chiese di allungare la pala stessa di circa mezzo metro «perché in questo modo la sua immagine sarà perfetta e non ridotta, che è la cosa peggiore che può capitare a una figura». Una delle innovazioni più significative delle opere della maturità di El Greco fu l'integrazione tra immagini e spazio; viene sviluppata una reciproca relazione che unifica completamente la superficie dipinta. Un'integrazione simile sarebbe riemersa solo tre secoli dopo, nelle opere di [[Paul Cézanne|Cézanne]] e [[Pablo Picasso|Picasso]].<ref name="Lambraki57-59" />
[[File:Saint Martin and the Beggar (c1597-1600) by El Greco - Chicago.jpg|sinistra|miniatura|356x356px|''[[San Martino e il mendicante]]'', c. 1597–1600, [[Art Institute of Chicago]]]]
 
[[File:Saint Martin and the Beggar (c1597-1600) by El Greco - Chicago.jpg|sinistra|miniatura|''[[San Martino e il mendicante]]'', c. 1597–1600, [[Art Institute of Chicago]]]]
Altra caratteristica del tardo stile di El Greco è l'uso della luce. Come nota Jonathan Brown, «ogni figura sembra avere la propria luce dentro di sé oppure riflette la luce che proviene da una sorgente invisibile».<ref name="Brown136">{{cita|Brown|p. 136|brown}}.</ref> Fernando Marias e Agustín Bustamante García, gli studiosi che hanno trascritto le annotazioni manoscritte di El Greco, associano la forza che il pittore dona alla luce con l'ideale alla base del [[neoplatonismo cristiano]].<ref>Marias-Bustamante, {{lang|es|''Las Ideas Artísticas de El Greco''}}, 52.</ref>
 
Altra caratteristica del tardo stile di El Greco è l'uso della luce. Come nota Jonathan Brown, «ogni figura sembra avere la propria luce dentro di sé oppure riflette la luce che proviene da una sorgente invisibile».<ref name="Brown136">{{cita|Brown|p. 136}}.</ref> Fernando Marias e Agustín Bustamante García, gli studiosi che hanno trascritto le annotazioni manoscritte di El Greco, associano la forza che il pittore dona alla luce con l'ideale alla base del [[neoplatonismo cristiano]].<ref>{{cita|Marias e Bustamante García|p. 52}}.</ref>
La critica moderna pone l'attenzione sull'importanza che ebbe Toledo per il completo sviluppo dello stile di El Greco e pone in rilievo la capacità dell'artista di adattare il suo stile all'ambiente che lo circondava.<ref name="Hatz89-133">N. Hadjinikolaou, ''Inequalities in the work of Theotocópoulos'', 89–133.</ref> [[Harold Wethey]] sostiene che «anche se era greco di origine e italiano come preparazione artistica, l'artista si immerse così a fondo nell'ambiente profondamente religioso spagnolo da diventare l'artista visuale più rappresentativo del [[misticismo]] spagnolo»; egli crede che nelle opere più mature di El Greco «la sua attitudine profondamente spirituale riflette lo spirito della chiesa cattolica romana di Spagna del periodo della Controriforma».<ref name="Br" />
 
La critica moderna pone l'attenzione sull'importanza che ebbe Toledo per il completo sviluppo dello stile di El Greco e pone in rilievo la capacità dell'artista di adattare il suo stile all'ambiente che lo circondava.<ref>{{cita|Hadjinicolaou 1994|pp. 89–133}}.</ref> [[Harold Wethey]] sostiene che «anche se era greco di origine e italiano come preparazione artistica, l'artista si immerse così a fondo nell'ambiente profondamente religioso spagnolo da diventare l'artista visuale più rappresentativo del [[misticismo]] spagnolo»; egli crede che nelle opere più mature di El Greco «la sua attitudine profondamente spirituale riflette lo spirito della chiesa cattolica romana di Spagna del periodo della Controriforma».<ref name="Br" />
El Greco fu anche un eccellente ritrattista, capace di mettere sulla tela le sembianze di chi posava, di comunicare il suo carattere.<ref name="Metropolitan">The Metropolitan Museum of Art, [http://www.metmuseum.org/toah/hd/grec/hd_grec.htm El Greco].</ref> Eseguì numericamente meno ritratti rispetto ai dipinti di argomento religioso, ma la loro qualità è egualmente elevata. Wethey afferma che "''in modo semplice l'artista creava caratterizzazioni memorabili che lo pongono tra i ritrattisti più gradi, insieme a [[Tiziano Vecellio|Tiziano]] e [[Rembrandt Harmenszoon van Rijn|Rembrandt]]''".<ref name="Br" />
 
El Greco fu anche un eccellente ritrattista, capace di mettere sulla tela le sembianze di chi posava, di comunicare il suo carattere.<ref>{{Cita web | titolo = El Greco |sito=The Metropolitan Museum of Art, Department of European Paintings | url = http://www.metmuseum.org/toah/hd/grec/hd_grec.htm | accesso=17 ottobre 2006| lingua=en }}</ref> Eseguì numericamente meno ritratti rispetto ai dipinti di argomento religioso, ma la loro qualità è egualmente elevata. Wethey afferma che "in modo semplice l'artista creava caratterizzazioni memorabili che lo pongono tra i ritrattisti più grandi, insieme a [[Tiziano Vecellio|Tiziano]] e [[Rembrandt Harmenszoon van Rijn|Rembrandt]]".<ref name="Br" />
 
=== Possibili affinità con l'arte bizantina ===
[[File:El Greco View of Toledo.jpg|thumb|left|upright|''[[Veduta di Toledo]]'' (c. 1596–1600, olio su tela, 47,75 × 42,75 cm, [[Metropolitan Museum of Art]], [[New York]]) è una delle due vedute della città realizzate da El Greco giunte fino a noi.]]
 
A partire dagli inizi del [[XX secolo]], gli studiosi hanno iniziato a chiedersi se lo stile di El Greco potesse avere le sue origini nell'[[arte bizantina]]. Alcuni storici dell'arte hanno sostenuto che le radici artistiche di El Greco affondavano profondamente nella tradizione bizantina, e che le sue caratteristiche più peculiari discendono in maniera diretta dall'arte dei suoi antenati,<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Byron|nome=Robert|titolo=Greco: The Epilogue to Byzantine Culture|rivista=Burlington Magazine for Connoisseurs|volume=55|numero=319|pp=160–174|editore=The Burlington Magazine Publications|mese=ottobre|anno=1929|jstor=864104|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Procopiou|nome=Angelo|titolo=El Greco and Cretan Painting|rivista=The Burlington Magazine|volume=94|numero=588|pp=74|mese=marzo|anno=1952|url=https://links.jstor.org/sici?sici=0007-6287(195203)94%3A588%3C74%2B76%3AEGACP%3E2.0.CO%3B2-P|editore=The Burlington Magazine Publications|lingua=en}}</ref> altri al contrario hanno affermato che l'arte bizantina non può essere messa in relazione con le opere di El Greco della fine della sua carriera.<ref>{{cita|Cossío|pp. 501–512}}.</ref>
 
La scoperta della ''[[Dormizione della Vergine (El Greco)|Dormizione della Vergine]]'' sull'isola di [[Siro (Grecia)|Siro]], opera autentica e firmata dall'artista del suo periodo cretese, e le approfondite ricerche d'archivio dei primi [[anni 1960|anni sessanta]], hanno contribuito a riaccendere il dibattito e a rivalutare queste teorie. Nonostante segua diverse delle convenzioni stilistiche proprie delle [[icona (arte)|icone]] bizantine, alcuni aspetti del dipinto mostrano senza dubbio l'influenza dell'arte veneziana e la composizione, che mostra la morte di Maria, fonde le differenti dottrine della [[dormizione di Maria|dormizione]] [[chiesa ortodossa|ortodossa]] e dell'[[assunzione di Maria|assunzione]] cattolica.<ref>{{cita|Cormack|p. 199}}.</ref>
A partire dagli inizi del [[XX secolo]], gli studiosi hanno iniziato a chiedersi se lo stile di El Greco potesse avere le sue origini nell'[[arte bizantina]]. Alcuni storici dell'arte hanno sostenuto che le radici artistiche di El Greco affondavano profondamente nella tradizione bizantina, e che le sue caratteristiche più peculiari discendono in maniera diretta dall'arte dei suoi antenati,<ref name="PrBC">R. Byron, ''Greco: The Epilogue to Byzantine Culture'', 160–174
* A. Procopiou, ''El Greco and Cretan Painting'', 74.</ref> altri al contrario hanno affermato che l'arte bizantina non può essere messa in relazione con le opere di El Greco della fine della sua carriera.<ref name="Cossio">{{cita|Cossío|pp. 501–512|cossio}}.</ref>
 
Importanti lavori critici della seconda metà del XX secolo dedicati a El Greco rivalutano alcune delle interpretazioni della sua opera, tra cui le supposte radici bizantine.<ref name="Cormack">{{Cita web|autore=Cormack-Vfassilaki|url=http://www.findarticles.com/p/articles/mi_m0PAL/is_522_162/ai_n15950295/pg_1|titolo=The Baptism of Christ|sito=Apollo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090315010458/http://findarticles.com/p/articles/mi_m0PAL/is_522_162/ai_n15950295|dataarchivio=15 marzo 2009|accesso=20 agosto 2011|urlmorto=sì}}.</ref> Basandosi sugli appunti scritti da El Greco stesso, con il suo tipico stile, e sul fatto che l'artista scrivesse la sua firma in caratteri greci, si può individuare una continuità organica tra la pittura bizantina e la sua arte.<ref>{{cita|Helm|pp. 93–94}}.</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Mayer|nome=Aygust L.|titolo=El Greco—An Oriental Artist|rivista=Art Bulletin|volume=11|numero=2|p=146|mese=giugno|anno=1929|editore=College Art Association|doi=10.2307/3045440|jstor=3045440|lingua=en}}</ref> Secondo Marina Lambraki-Plaka «lontano dall'influenza dell'Italia, in un luogo neutrale e simile sotto il profilo intellettuale al suo luogo di nascita, Candia, gli elementi bizantini della sua formazione emersero ed ebbero un ruolo importante nella nuova concezione dell'immagine che ci viene presentata nelle sue opere della maturità».<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Lambraki-Plaka|nome=Marina|titolo=El Greco, the Puzzle. Doménicos Theotocópoulos today|rivista=To Vima|data=19 aprile 1987|p=19|lingua=en}}</ref> Con questo giudizio la Lambraki-Plaka si pone in contrapposizione ai professori dell'[[Università di Oxford]] [[Cyril Mango]] e [[Elizabeth Jeffreys]], che sostengono che «nonostante si affermi il contrario, l'unico elemento bizantino dei suoi più celebri dipinti era la firma in caratteri greci».<ref>{{cita|Mango e Jeffreys|p. 305}}.</ref> Nikos Hadjinikolaou afferma che a partire dal 1570 la pittura di El Greco è «né bizantina né post-bizantina, ma occidentale. Le opere che realizzò in Italia appartengono alla [[storia dell'arte italiana]], e quelle che produsse in Spagna alla storia dell'arte spagnola».<ref name="Hatz92">{{cita|Hadjinikolaou|p. 92}}.</ref>
La scoperta della ''[[Dormizione della Vergine]]'' sull'isola di [[Siro (Grecia)|Siro]], opera autentica e firmata dall'artista del suo periodo cretese, e le approfondite ricerche d'archivio dei primi [[anni 1960|anni sessanta]], hanno contribuito a riaccendere il dibattito e a rivalutare queste teorie. Nonostante segua diverse delle convenzioni stilistiche proprie delle [[icona (arte)|icone]] bizantine, alcuni aspetti del dipinto mostrano senza dubbio l'influenza dell'arte veneziana e la composizione, che mostra la morte di Maria, fonde le differenti dottrine della [[dormizione di Maria|dormizione]] [[chiesa ortodossa|ortodossa]] e dell'[[assunzione di Maria|assunzione]] cattolica.<ref>{{cita|Cormack|p. 199|cormack}}.</ref>
 
Importanti lavori critici della seconda metà del XX secolo dedicati a El Greco rivalutano alcune delle interpretazioni della sua opera, tra cui le supposte radici bizantine.<ref name="Cormack">{{Cita web|autore=Cormack-Vfassilaki|url=http://www.findarticles.com/p/articles/mi_m0PAL/is_522_162/ai_n15950295/pg_1|titolo=The Baptism of Christ|sito=Apollo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090315010458/http://findarticles.com/p/articles/mi_m0PAL/is_522_162/ai_n15950295|dataarchivio=15 marzo 2009|accesso=20 agosto 2011|urlmorto=sì}}.</ref> Basandosi sugli appunti scritti da El Greco stesso, con il suo tipico stile, e sul fatto che l'artista scrivesse la sua firma in caratteri greci, si può individuare una continuità organica tra la pittura bizantina e la sua arte.<ref name="Helm93-94">R.M. Helm, ''The Neoplatonic Tradition in the Art of El Greco'', 93–94
* A.L. Mayer, ''El Greco—An Oriental Artist'', 146.</ref> Secondo Marina Lambraki-Plaka «lontano dall'influenza dell'Italia, in un luogo neutrale e simile sotto il profilo intellettuale al suo luogo di nascita, Candia, gli elementi bizantini della sua formazione emersero ed ebbero un ruolo importante nella nuova concezione dell'immagine che ci viene presentata nelle sue opere della maturità».<ref name="LambrakiVima">M. Lambraki-Plaka, ''El Greco, the Puzzle'', 19.</ref> Con questo giudizio la Lambraki-Plaka si pone in contrapposizione ai professori dell'[[Università di Oxford]] [[Cyril Mango]] e [[Elizabeth Jeffreys]], che sostengono che «nonostante si affermi il contrario, l'unico elemento bizantino dei suoi più celebri dipinti era la firma in caratteri greci».<ref name="Mango">{{cita|Mango-Jeffreys|p. 305|jm}}.</ref> Nikos Hadjinikolaou afferma che a partire dal 1570 la pittura di El Greco è «né bizantina né post-bizantina, ma occidentale. Le opere che realizzò in Italia appartengono alla [[storia dell'arte italiana]], e quelle che produsse in Spagna alla storia dell'arte spagnola».<ref name="Hatz92">N. Hadjinikolaou, ''El Greco, 450 Years from his Birth'', 92.</ref>
[[File:El Greco - The Adoration of the Magi - Google Art Project (721007).jpg|thumb|''L'[[Adorazione dei Magi (El Greco Benaki)|Adorazione dei Magi]]'' (1565–1567, 40 × 45 cm, [[Museo Benaki]], [[Atene]]). L'icona, firmata da El Greco ("Χείρ Δομήνιχου", It. creata dalla mano di Doménicos), fu dipinta a Candia e faceva parte di un antico scrigno.]]
 
Lo storico dell'arte britannico David Davies cerca le origini dello stile di El Greco nella sua educazione greco-cristiana e nel suo ricordo degli aspetti [[liturgia|liturgici]] e cerimoniali della Chiesa ortodossa. Davies crede che l'atmosfera religiosa del periodo della controriforma e l'estetica del manierismo abbiano agito da catalizzatori nella creazione della sua tecnica personale. Egli afferma inoltre che le filosofie [[Platonismo|platonica]] e [[Neoplatonismo|neoplatonica]], le opere di [[Plotino]] e dello [[Pseudo-Dionigi l'Areopagita]], i testi dei [[Padri della Chiesa]] e la liturgia offrono le chiavi per comprendere lo stile di El Greco.<ref name="Davies20">D{{cita|Hadjinicolaou|pp. Davies20, ''The425–445}}.</ref> InfluenceRiassumendo ofle Neo-Platonismvarie ondiscussioni su questo punto, José Álvarez Lopera, curatore del [[Museo del Prado]] di [[Madrid]], conclude che la presenza dei "ricordi bizantini" è evidente nelle opere di El Greco'' della maturità, 20anche eccse ci sono ancora dei punti oscuri riguardo alle sue origini bizantine che avrebbero bisogno di ulteriori chiarimenti.<ref name="Lopera18-19">{{cita|Tazartes|pp. 18–19}}.</ref>
* D. Davies, ''the Byzantine Legacy in the Art of El Greco'', 425–445.</ref> Riassumendo le varie discussioni su questo punto, José Álvarez Lopera, curatore del [[Museo del Prado]] di [[Madrid]], conclude che la presenza dei "ricordi bizantini" è evidente nelle opere di El Greco della maturità, anche se ci sono ancora dei punti oscuri riguardo alle sue origini bizantine che avrebbero bisogno di ulteriori chiarimenti.<ref name="Lopera18-19">J.A. Lopera, ''El Greco: From Crete to Toledo'', 18–19.</ref>
 
=== Architettura e scultura ===
El Greco fu notevolmente apprezzato dai suoi contemporanei anche come [[architetto]] e [[scultore]].<ref name="Griffith">W{{cita|Allardyce|p. Griffith, ''Historic Shrines of Spain'', 184}}.</ref> Era solito progettare e realizzare per intero le composizioni artistiche che decoravano gli altari non solo intervenendo come pittore, come fece, ad esempio per l{{'}}''Hospital de la Caridad''. Decorò infatti la cappella dell'Hospital, ma l'altare ligneo e le sculture sono con ogni probabilità andati perduti.<ref>{{Cita namepubblicazione|cognome="Harris">E. Harris, ''|nome=Enriquetta|titolo=A Decorative Scheme by El Greco'',|rivista=The Burlington Magazine for Connoisseurs|volume=72|numero=421|p=154.|editore=The Burlington Magazine Publications|mese=aprile|anno=1938|jstor=867279|lingua=en}}</ref> Per l{{'}}''El Espolio'' l'artista progettò l'altare originale di legno [[doratura|dorato]] che è andato distrutto, ma il piccolo gruppo scultoreo del ''Miracolo di San Ildefonso'' è arrivato fino a noi.<ref name="Br" />
 
La sua più importante opera architettonica furono la chiesa e il monastero di Santo Domingo el Antiguo, edifici per cui realizzò anche sculture e dipinti.<ref name="Allardyce">{{cita|Allardyce|p. 174|allardyce}}.</ref> El Greco è considerato un pittore che tende ada incorporare l'architettura nei suoi dipinti.<ref name="Tzonis164">{{cita|Lefaivre-Tzonis, ''Thee Emergence of Modern Architecture'',Tzonis|p. 164}}.</ref> Si ritiene che nel periodo trascorso a Toledo fosse solito anche realizzare le complesse cornici dei suoi dipinti; Pacheco lo definisce uno «scrittore di pittura, scultura e architettura».<ref name="Plaka47-49" />
 
Nei [[marginalia]] che El Greco aggiunse alla sua copia della traduzione del ''[[De Architectura]]'' di [[Marco Vitruvio Pollione|Vitruvio]] fatta da [[Daniele Barbaro]], l'artista rifiuta l'attaccamento che Vitruvio manifesta verso le rovine archeologiche, le proporzioni canoniche, la [[prospettiva]] e la [[matematica]]. El Greco avversava il concetto stesso di regola in architettura; credeva soprattutto nella libertà di inventare e difendeva le novità, la varietà e la complessità. Queste idee furono però di gran lunga troppo azzardate per la sua epoca e non riuscirono ad avere alcuna risonanza nell'immediato.<ref name="Tzonis164" />
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== L'eredità ==
=== La considerazione postuma da parte dei critici ===
[[File:Trinidad El Greco2.jpg|thumb|upright|''[[Trinità (El Greco)|La Santa Trinità]]'' (1577–1579, 300 × 179 cm, olio su tela, [[Museo del Prado]], Madrid, Spagna). Faceva parte di un gruppo di opere dipinte per la chiesa di "Santo Domingo el Antiguo".]]
El Greco fu molto poco considerato dalle generazioni immediatamente successive, perché il suo lavoro sotto molti aspetti era opposto ai principi del primo stile [[barocco]] che iniziò ada imporsi verso gli inizi del [[XVII secolo]] e che presto finì per soppiantare gli ultimi fuochi del manierismo del XVI secolo.<ref name="Br" /> El Greco fu giudicato incomprensibile e non ebbe seguaci di rilievo.<ref name="Plaka49">{{cita|Lambraki-Plaka, ''El Greco—The Greek''|p. 49|lambraki1999}}.</ref> Solo suo figlio e alcuni altri sconosciuti pittori realizzarono delle poco valide imitazioni dei suoi lavori. Tra la fine del XVII secolo e l'inizio del [[XVIII secolo|XVIII]] dei critici spagnoli iniziarono a lodare la sua abilità, criticando però al contempo il suo stile anti-naturalistico e la sua complessa [[iconografia]]. Alcuni di questi studiosi, come [[Acislo Antonio Palomino de Castro y Velasco]] e [[Juan Agustín Ceán Bermúdez]], descrissero le sue opere della maturità come «disprezzabili», «ridicole» e «meritevoli di disprezzo».<ref name="BrownFou">{{cita|Brown- e Mann|p. 43}}; {{cita|bmTamvaki|pp. 100–101}}.</ref> Il punto di vista di Palomino e Bermúdez venne frequentemente ripreso nella [[storiografia]] spagnola, con l'aggiunta di termini come «strano», «bizzarro», «originale», «eccentrico» e «stravagante».<ref name="Foundoulaki100">{{cita|Tamvaki|pp. 100–101}}.</ref>
* {{cita|Foundoulaki|pp. 100–101|foundoulaki}}.</ref> Il punto di vista di Palomino e Bermúdez venne frequentemente ripreso nella [[storiografia]] spagnola, con l'aggiunta di termini come «strano», «bizzarro», «originale», «eccentrico» e «stravagante».<ref name="Foundoulaki100">{{cita|Foundoulaki|pp. 100–101|foundoulaki}}.</ref>
 
Con l'arrivo del [[romanticismoRomanticismo]] alla fine del XVIII secolo, le opere di El Greco furono valutate di nuovo e in maniera diversa.<ref name="Plaka49" /> Secondo lo scrittore francese [[Théophile Gautier]], El Greco fu il precursore del movimento romantico europeo nella sua ricerca della stranezza e dell'estremo.<ref name="Russel1Russel">J.{{Cita news | titolo = Art View; Seeing the Art of El Greco as never before |pubblicazione=New York Times | cognome = Russel, [| nome = John | url = https://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9C0CE5DC1739F93BA25754C0A964948260 Seeing| Thedata=18 Artluglio Of1982 El| Grecoaccesso=17 Asdicembre Never2006| Before].lingua=en }}</ref>
 
Gautier giudicava El Greco come l'eroe romantico ideale (il «talentuoso», l'«incompreso», il «folle»),<ref>{{cita|Gautier|p. 217|gautier}}.</ref> e fu il primo ada esprimere esplicitamente la sua ammirazione per la tecnica di El Greco delle sue ultime opere.<ref name="Foundoulaki100" /> I critici d'arte francesi [[Zacharie Astruc]] e [[Paul Lefort]] contribuirono a promuovere un diffuso rinnovato interesse verso la sua pittura. Nel decennio del 1890, vari pittori spagnoli residenti a [[Parigi]] lo adottarono come propria guida e punto di riferimento.<ref name="Russel1Russel" />
 
Nel 1908, lo storico dell'arte spagnolo Manuel Bartolomé Cossío pubblicò il primo catalogo generale delle opere di El Greco; nel testo El Greco fu presentato come il fondatore della scuola spagnola.<ref name="Brown43">{{cita|Brown- e Mann|p. 43}}; {{cita|bmTamvaki|p. 103}}.</ref> Nello stesso anno Julius Meier-Graefe, studioso dell'[[Impressionismo]] francese, fece un viaggio in Spagna con l'intento di studiare [[Diego Velázquez|Velásquez]], ma rimase invece affascinato da El Greco; raccontò le sue esperienze in ''Spanische Reise'', il libro che finì per imporre definitivamente El Greco come grande pittore del passato anche al di fuori di ristretti circoli.<ref>{{cita|Talbot Rice|p. 165}}.</ref> Nell'opera di El Greco Meier-Graefe vede i prodromi dell'arte moderna.<ref>{{cita|Sheehan|p. 150}}.</ref>
* {{cita|Foundoulaki|p. 103|foundoulaki}}.</ref> Nello stesso anno Julius Meier-Graefe, studioso dell'[[impressionismo]] francese, fece un viaggio in Spagna con l'intento di studiare [[Diego Velázquez|Velásquez]], ma rimase invece affascinato da El Greco; raccontò le sue esperienze in ''Spanische Reise'', il libro che finì per imporre definitivamente El Greco come grande pittore del passato anche al di fuori di ristretti circoli.<ref>Talbot Rice, ''Enjoying Paintings'', 165.</ref> Nell'opera di El Greco Meier-Graefe vede i prodromi dell'arte moderna.<ref>J.J. Sheehan, ''Museums in the German Art World'', 150.</ref>
 
Nel 1920 l'artista e critico d'arte inglese [[Roger Fry]] scrisse che El Greco fu un tipico genio che agiva come meglio pareva a lui «del tutto indifferente all'effetto che il modo di esprimersi che riteneva corretto avrebbe potuto produrre sul pubblico». Fry lo descrisse come «un antico maestro, che non solo è comunque moderno, ma di fatto sembra essere ancora molti passi avanti a noi e si volta indietro per mostrarci la via».<ref name="Kimmelman" />
 
Nello stesso periodo altri ricercatori svilupparono teorie alternative e più radicali. I medici August Goldschmidt e Germán Beritens ipotizzarono che El Greco dipingesse figure umane così allungate perché aveva problemi di vista (forse un [[astigmatismo (occhio)|astigmatismo]] o [[strabismo]] progressivo) che gli facevano vedere i corpi più lunghi di quanto fossero e con un'angolatura più verticale.<ref group=nota>Questa teoria godette di una sorprendente popolarità durante i primi anni del XX secolo e ad essa si oppose lo psicologo tedesco David Kuntz. Sul fatto che El Greco abbia sofferto o meno di un progressivo astigmatismo il dibattito è tuttora aperto. Stuart Anstis, professore del dipartimento di psicologia dell'Università della California, ha concluso che «anche se El Greco fosse stato astigmatico, si sarebbe adattato alla situazione, e le sue figure, disegnate grazie ai ricordi accumulati nel resto della vita, avrebbero avuto le normali proporzioni. Le sue figure allungate erano quindi frutto di un'espressione artistica, non di una malattia della vista». Secondo il professore di spagnolo John Armstrong Crow «l'astigmatismo non potrà mai donare la qualità a un dipinto né il talento a uno sciocco».</ref><ref name="HelmTe93-94">{{cita libro | autore=R.M. Helm |pp. titolo=The Neoplatonic Tradition in the Art of El Greco | pp=93–94 }}; {{cita|Tazartes|pp. 68-69|tazartes}}.</ref><ref name=">{{cita|Grierson">I|p. Grierson, ''The Eye Book'', 115}}.</ref><ref>S.{{Cita pubblicazione|cognome=Anstis, ''|nome=Stuart|titolo=Was El Greco Astigmatic'', |rivista=Leonardo|volume=35|numero=2|p=208|anno=2002|url=http://psy.ucsd.edu/~sanstis/PDFs/Greco.pdf|doi=10.1162/00240940252940612|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090326090036/http://psy.ucsd.edu/~sanstis/PDFs/Greco.pdf|dataarchivio=26 marzo 2009|urlmorto=sì|lingua=en}}</ref><ref name="Crow">J.A{{cita|Crow|p. Crow, ''Spain: The Root and the Flower'', 216}}.</ref> Un altro medico, Arturo Perera, attribuì invece il suo particolare stile all'uso di [[cannabis|marijuana]].<ref name="Tazartes68-69">{{cita|Tazartes|pp. 68-69|tazartes}}.</ref> [[Michael Kimmelman]], critico del ''[[The New York Times]]'', sostenne che «per i greci diventò la quintessenza del pittore greco e per gli spagnoli la quintessenza di quello spagnolo».<ref name="Kimmelman" />
 
Come dimostrato dal felice esito della campagna di raccolta fondi lanciata dalla Pinacoteca Nazionale di Atene nel 1995 per l'acquisto del ''San Pietro'', El Greco è apprezzato non solo dagli esperti e amanti dell'arte, ma anche dalla gente comune; grazie alle donazioni di singoli individui e di fondazioni di beneficenza Lala pinacoteca riuscì a raccogliere 1,2 milioni di dollari, acquistando così il dipinto.<ref name="Plaka59">{{cita|Lambraki-Plaka,|p. 59}}.</ref><ref>{{Cita news | titolo = Greece buys unique ''El Greco—TheGreco for 1.2&nbsp;million dollars, Athens Greek''|p data=9 giugno 1995 |editore=Athens News Agency | url = http://www.hri.org/news/greek/ana/1995/95-06-09.ana.html#10 59|lambraki1999 accesso=7 dicembre 2006| lingua=en }}</ref>
* Athens News Agency, [http://www.hri.org/news/greek/ana/1995/95-06-09.ana.html#10 Greece buys unique El Greco for 1.2 million dollars].</ref>
 
=== Influenza su altri artisti ===
[[File:El Greco, The Vision of Saint John (1608-1614).jpg|thumb|left|upright|L{{'}}''[[Apertura del quinto sigillo dell'Apocalisse]]'' (1608–1614, olio, 225&nbsp;×&nbsp;193&nbsp;cm., [[New York]], [[Metropolitan Museum of Art]]) è probabilmente stata una delle prime fonti di ispirazione per ''[[Les Demoiselles d'Avignon]]'' di Picasso.]]
 
La rivalutazione dell'arte di El Greco non fu limitata ai soli studiosi. Secondo Efi Foundoulaki, «pittori e teorici fin dall'inizio del XX secolo 'scoprirono' un nuovo El Greco ma, nel mentre, scoprirono anche se stessi».<ref name="Foundoulaki113">{{cita|FoundoulakiTamvaki|p. 113|foundoulaki}}.</ref> La sua capacità espressiva e il suo uso del colore influenzarono [[Eugène Delacroix]] e [[Édouard Manet]].<ref name="Wethey55">H.E{{cita|Wethey|p. Wethey, ''El Greco and his School'', II, 55}}.</ref>
 
Secondo il gruppo di artisti [[Der Blaue Reiter]], formatosi a [[Monaco di Baviera]] nel 1911, El Greco simboleggiava la «struttura mistica interiore» la riscoperta della quale era l'obiettivo della loro generazione.<ref name="Foundoulaki103">{{cita|FoundoulakiTamvaki|p. 103|foundoulaki}}.</ref> Il primo pittore che sembra essersi interessato al codice strutturale della morfologia dei dipinti dell'El Greco della maturità fu [[Paul Cézanne]], uno dei precursori del [[cubismo]].<ref name="Plaka49" /> Analisi morfologiche comparative dell'opera dei due pittori rivelano i loro elementi comuni, come la distorsione della figura umana, gli sfondi rossastri e (solo in apparenza) poco elaborati e le somiglianze nell'utilizzo e nella rappresentazione degli spazi.<ref name="Foundoulaki105-106">{{cita|FoundoulakiTamvaki|pp. 105–106|foundoulaki}}.</ref> Secondo Brown, «Cézanne ed El Greco sono spiritualmente fratelli, a dispetto dei secoli che li separano».<ref name="Brown28">{{cita|Brown|p. 28|brown}}.</ref>
 
I [[Simbolismo|simbolisti]], e [[Pablo Picasso]] nel suo ''[[Pablo Picasso#Periodo blu|periodo blu]]'', si ispirarono alle tonalità fredde di El Greco, servendosi anche della stessa anatomia delle sue figure ascetiche. Mentre Picasso stava lavorando a ''[[Les Demoiselles d'Avignon]]'', fece visita all'amico [[Ignacio Zuloaga]] nel suo atelier di [[Parigi]] e studiò l{{'}}''[[Apertura del quinto sigillo dell'Apocalisse]]'' di El Greco (che era di proprietà di Zuloaga dal 1897).<ref>C.B.{{Cita web | titolo = The Shock of the Old | cognome = Horsley, [| nome = Carter B | url = http://www.thecityreview.com/elgreco.html The| Shockaccesso=26 ofottobre the2006| Old].lingua = en }}</ref> Il rapporto tra ''Les Demoiselles d'Avignon'' e l{{'}}''Apertura del quinto sigillo dell'Apocalisse'' venne messa in evidenza nei primi [[anni 1980|anni ottanta]], quando le similitudini stilistiche e le correlazioni tra gli elementi base dei due dipinti vennero attentamente analizzate.<ref>{{Cita namepubblicazione|cognome="Johnson">R. Johnson, ''|nome=Ron|titolo=Picasso's "Demoiselles d'Avignon''," and the Theatre of the Absurd|rivista=Arts Magazine|volume=V|numero=2|pp=102–113|mese=ottobre|anno=1980|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Richardson|nome=John|titolo=Picasso's Apocalyptic Whorehouse|rivista=The New York Review of Books|volume=34|numero=7|pp=40–47|data=23 aprile 1987|editore=The Burlington Magazine Publications|anno=1938|jstor=867279|lingua=en}}</ref>
* J. Richardson, ''Picasso's Apocalyptic Whorehouse'', 40–47.</ref>
 
[[File:El Greco - Portrait of the Artist's Son Jorge Manuel Theotokopoulos - WGA10567.jpg|thumb|upright|''[[Ritratto di Jorge Manuel Theotocópuli]]'' (1600–1605, olio su tela, 81 × 56 cm, [[Museo de Bellas Artes|Museo Provinciale di Belle Arti]], [[Siviglia]]).]]
 
I primi esperimenti cubisti di Picasso avrebbero poi svelato altre caratteristiche tipiche delle opere di El Greco: l'analisi strutturale delle sue composizioni, la rifrazione multiforme delle immagini, l'intreccio di forme e spazio e gli speciali effetti causati dalle zone di massima luce. Diversi aspetti del cubismo, come le distorsioni e l'interpretazione fisica del tempo trovano analogie nelle opere di El Greco. Secondo Picasso la struttura delle opere di El Greco è cubista.<ref name="SouchèreFoun">{{cita|FoundoulakiTamvaki|p. 111}}; {{cita|foundoulakiDor de la Souchère|p. 15}}.</ref> Il 22 febbraio 1950 Picasso inaugurò la sua serie di ''parafrasi'' di opere di altri pittori con ''Il ritratto di un pittore dopo El Greco''.<ref name="Foundoulaki111">{{cita|Tamvaki|p. 111}}.</ref> Foundoulaki dice che Picasso «completò [...] il processo di rivitalizzazione dei valori pittorici di El Greco che era stato iniziato da Manet e portato avanti da Cézanne».<ref name="Foundoulaki40-47">{{Cita pubblicazione|cognome=Foundoulaki|nome=Efi|titolo=Reading El Greco through Manet|lingua=greco|rivista=Anti|numero=445|pp=40–47|data=24 agosto 1990}}</ref>
* D. de la Souchère, ''Picasso à Antibes'', 15.</ref> Il 22 febbraio 1950 Picasso inaugurò la sua serie di ''parafrasi'' di opere di altri pittori con ''Il ritratto di un pittore dopo El Greco''.<ref name="Foundoulaki111">{{cita|Foundoulaki|p. 111|foundoulaki}}.</ref> Foundoulaki dice che Picasso «completò [...] il processo di rivitalizzazione dei valori pittorici di El Greco che era stato iniziato da Manet e portato avanti da Cézanne».<ref name="Foundoulaki40-47">E. Foundoulaki, ''Reading El Greco through Manet'', 40–47.</ref>
 
Gli [[Espressionismo|espressionisti]] concentrarono l'attenzione sulle distorsioni espressive di El Greco. [[Franz Marc]], uno dei principali rappresentanti del movimento [[Espressionismo tedesco (pittura)|espressionista tedesco]], disse «Ci rifacciamo con piacere e risolutezza a El Greco, perché la fama di questo pittore è strettamente legata all'evoluzione delle nostre nuove intuizioni artistiche».<ref name="Kandinsky75-76">{{cita|Kandinsky-Marc, ''Blauee Reiter'',Marc|pp. 75–76}}.</ref> Anche [[Jackson Pollock]], grande esponente della corrente dell'[[espressionismoEspressionismo astratto]], fu influenzato da El Greco. Prima della fine del 1943 Pollock aveva realizzato sessanta composizioni a disegno sulla scia di quelle di El Greco e possedeva tre libri sulle opere del maestro cretese.<ref>{{Cita namepubblicazione|cognome="Pollock">J.Valliere|nome=James T. Valliere, ''|titolo=The El Greco Influence on Jackson Pollock'',s Early Works|rivista=Art Journal|volume=24|numero=1|pp=6–9|data=Autumn 1964|anno=1964|editore=College Art Association|mese=novembre|doi=10.2307/774739|jstor=774739|lingua=en}}</ref>
 
La personalità e il lavoro di El Greco furono fonte di ispirazione per il poeta [[Rainer Maria Rilke]]. Un gruppo di poesie di Rilke (''Himmelfahrt Mariae I.II.'', 1913) furono direttamente basate sull{{'}}''Immacolata Concezione'' del pittore.<ref>F.{{Cita Naqvipubblicazione|cognome=Nagvi-Peters,|nome=Fatima|titolo=A Turning Point in Rilke''s Evolution: The Experience of El Greco'',|rivista=Germanic Review|volume=72|data=22 settembre 1997|p=345|url=https://www.questia.com/googleScholar.qst?docId=97922727|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110629084111/http://www.questia.com/googleScholar.qst?docId=97922727|dataarchivio=29 giugno 2011|urlmorto=sì|lingua=en}}</ref>
 
Lo scrittore greco [[Nikos Kazantzakis]], che sentiva una grande affinità spirituale con il pittore, intitolò la propria [[autobiografia]] ''Rapporto a El Greco'' e scrisse inoltre un tributo all'artista di origine cretese.<ref name="Sanders10">{{cita|Rassias-Alaxiou-Bien, ''DemoticAlexiou Greeke II'',Bien|p. 200}}; {{cita|Sanders e Kearney|p. 10}}.</ref>
* Sanders-Kearney, ''The Wake of Imagination'', 10.</ref>
 
Nel 1998 il compositore di [[musica elettronica]] e artista [[Vangelis]] pubblicò ''[[El Greco (Vangelis)|El Greco]]'', un album sinfonico ispirato all'artista. L'album rappresenta un'espansione di un precedente lavoro di Vangelis ''[[Foros Timis Ston Greco]]'' (Φόρος Τιμής Στον Γρέκο, It. "Un tributo a El Greco").
 
La vita dell'artista nato a Creta è stata anche il soggetto del film ''[[El Greco (film 2007)|El Greco]]'', coproduzione greco - spagnolo - britannica. Il primo ciak della pellicola diretta da [[Yannis Smaragdis]] fu dato a Creta nell'ottobre 2006;<ref name="El Greco film">[https://www.imdb.com/title/tt0905329/ El Greco, 2007], The Internet Movie Database.</ref> El Greco è stato interpretato dall'attore britannico [[Nick Ashdon]].<ref>{{Cita news | titolo name=" Film on life">[ of painter El Greco planned, Athens | data=9 maggio 2006 |editore=Athens News Agency | url = http://www.hri.org/news/greek/ana/2006/06-05-09.ana.html#32 Film| onaccesso=17 Lifedicembre of2006| Painterlingua=en El Greco Planned.] Athens News Agency.}}</ref>
 
=== Altri film e documentari ===
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== Il dibattito sulle attribuzioni ==
{{doppia immagine|left|The Modena Triptych.jpg|180|ElGreco signature.jpg|180|''[[Trittico di Modena]]'' (1568, tempera su legno, 37 × 23,8 cm (centrale), 24 × 18 cm (pannelli laterali), [[Galleria Estense]], [[Modena]]) è una piccola composizione attribuita ada El Greco.|«Δομήνικος Θεοτοκόπουλος ἐποίει» sono le parole che El Greco usava per firmare i suoi dipinti. Dopo il suo nome aggiungeva la parola "ἐποίει" che significa "lo fece".}}
 
Il numero esatto delle opere di El Greco è una questione che ha provocato molte discussioni. Nel 1937, un celebre studio dello storico dell'arte Rodolfo Pallucchini ebbe l'effetto di aumentare grandemente il numero dei dipinti accettati come di mano dell'artista. Pallucchini attribuì a El Greco un piccolo [[trittico]] che si trova nella [[Galleria Estense]] di [[Modena]] basandosi su una firma che si trova sul retro del pannello centrale dell'opera, Χείρ Δομήνιχου ("Creata dalla mano di Domenico").<ref name="Tazartes25">{{cita|Tazartes|p. 25|tazartes}}.</ref> Si trovò così consenso sull'idea che il trittico fosse davvero un'opera giovanile di El Greco e la pubblicazione di Pallucchini diventò in pratica il metro di giudizio usato per attribuire opere all'artista.<ref name="Palluchini">R.{{Cita pubblicazione|cognome=Pallucchini, ''|nome=Rodolfo|titolo=Some Early Works by El Greco'',|rivista=The Burlington Magazine|volume=90|numero=542|pp=130–135.|editore=The Burlington Magazine Publications|mese=maggio|anno=1948|jstor=869910|lingua=en}}</ref> Tuttavia, Wethey negò che il Trittico di Modena avesse qualcosa a che spartire con l'artista e, nel 1962, scrisse un catalogo ''ragionato'' riducendo molto il numero di opere di El Greco riconosciute come tali. Mentre lo storico dell'arte José Camón Aznar aveva attribuito al maestro cretese tra 787 e 829 dipinti, Wethey si limitò a riconoscere come autentiche 285 opere: Halldor Sœhner, uno studioso tedesco dell'arte spagnola, ne riconobbe solo 137.<ref>{{cita|Tazartes|p. 70|tazartes}}.</ref>
 
Wethey e altri studiosi rifiutarono il concetto che Creta avesse avuto un qualsiasi ruolo nella sua formazione, rifiutando così una serie di opere ritenute appartenenti alla gioventù di El Greco.<ref>{{Cita namepubblicazione|cognome="Arslan">E. Arslan, ''|nome=Edoardo|titolo=Cronisteria del Greco Madonnero'', |rivista=Commentari|volume=xv|numero=5|pp=213–231.|anno=1964|lingua=en}}</ref>
 
A partire dal 1962, la scoperta della ''Dormizione'', e le approfondite ricerche di archivio hanno convinto gli studiosi che le valutazioni di Wethey non erano del tutto corrette e che le scelte che aveva fatto per costruire il suo catalogo probabilmente avevano distorto la completa percezione della natura, delle origini, dello sviluppo e degli inizi dell'arte di El Greco. La scoperta della ''Dormizione'' condusse all'attribuzione a El Greco di altre tre opere firmate Δομήνικος (''Trittico di Modena'', ''San Luca con la Vergine e il bambino'' e l{{'}}''Adorazione dei Magi'') e in seguito all'accettazione come autentiche di altre opere - alcune firmate altre no (come la ''Passione di Cristo'' dipinta nel 1566)<ref>{{Cita news | titolo = Collector is Vindicated as Icon is Hailed as El Greco | cognome name="Alberge">D. Alberge, [http| nome = Dalya |pubblicazione=The Times |città=Londra | url = https://www.guardianthetimes.co.uk/ukarticle/2002/nov/23/artsandhumanities.artscollector-is-vindicated-as-icon-is-hailed-as-el-greco-t2btvffbbgr Collector| Isdata=24 Vindicatedagosto as2006 Icon| isaccesso=31 Hailedmarzo as2022 El| Greco].lingua=en }}</ref> - che furono inserite nel gruppo delle opere del primo periodo di El Greco. El Greco oggi è visto come un artista che ha avuto un'esperienza artistica formativa a Creta. Una serie di opere illustrano il suo primo stile, alcune dipinte proprio a Creta, altre nel primo periodo veneziano, altre ancora durante la permanenza a Roma.<ref name="Cormack" /> Anche Wethey finì per accettare che «probabilmente dipinse il piccolo e molto discusso trittico della Galleria Estense di Modena prima di lasciare Creta».<ref name="Wetheyar">{{Cita pubblicazione|cognome=Wethey|nome=Harold E.|titolo=El Greco in Rome and the Portrait of Vincenzo Anastagi|rivista=Studies in the History of Art|volume=13|pp=171–178|anno=1984|lingua=en}}</ref> Nondimeno la disputa sul numero esatto delle autentiche opere di El Greco resta irrisolta e l'attendibilità del catalogo di Wethey è al centro di tali discussioni.<ref>{{cita|Mann|p. 102}}.</ref>
/> Anche Wethey finì per accettare che «probabilmente dipinse il piccolo e molto discusso trittico della Galleria Estense di Modena prima di lasciare Creta».<ref name="Wetheyar">H.E. Wethey, ''El Greco in Rome'', 171–178.</ref> Nondimeno la disputa sul numero esatto delle autentiche opere di El Greco resta irrisolta e l'attendibilità del catalogo di Wethey è al centro di tali discussioni.<ref name="Mann102">R.G. Mann, ''Tradition and Originality in El Greco's Work'', 102.</ref>
 
Poche sculture sono state attribuite a El Greco, tra le quali ''Epimeteo e Pandora''. Questa attribuzione dubbia è basata sulla testimonianza di Pacheco (egli vide nello studio di El Greco una serie di figurine, ma potrebbero essere state semplicemente dei modelli di prova). Tra le opere di El Greco giunte fino a noi ci sono anche quattro disegni; tre di questi sono lavori preparatori per la pala d'altare di Santo Domingo el Antiguo, mentre il quarto è uno studio per uno dei suoi dipinti, ''La crocifissione''.<ref>{{Cita news | titolo name="Web2">[http El Greco Drawings could fetch £400,000 |pubblicazione=The Guardian |città=Londra | url = https://www.guardiantheguardian.co.ukcom/uk/2002/nov/23/artsandhumanities.arts El| Grecodata=23 Drawingsnovembre Could2002 Fetch| £400,000],accesso=17 Thedicembre Guardian.2006 |lingua=en }}</ref>
 
=== Opere a Creta (fino al [[1567]]) ===
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|contenuto= {{Timeline di El Greco}}
}}
* [[1567]] circa: ''[[Dormizione della Vergine (El Greco)|Dormizione della Vergine]]'', tempera e oro su tavola, 61,4 x 45&nbsp;cm, Ermoupolis, Cattedrale della Dormizione della Vergine.
* 1567: ''[[San Luca dipinge la VergineMadonna col Bambino (El Greco)|San Luca dipinge la Madonna col Bambino]]'', tempera e olio su tela attaccata su tavola, 41,6 x 33&nbsp;cm, [[Atene]], Museo Benaki.
* [[1570]] circa: ''[[Deposizione nel sepolcro (El Greco)|Deposizione nel sepolcro]]'', olio e tempera su tavola, 51,5 x 43&nbsp;cm, [[Atene]], Alexandros Soutzos Museum.
 
=== Il periodo a Venezia ([[1567]]-[[1570]]) ===
* 1567 circa: ''[[Guarigione del cieco nato (El Greco)|Guarigione del cieco nato]]'', olio su tavola, 65,5 x 84&nbsp;cm, [[Dresda]], Gemäldegalerie.
* [[1567]]-[[1570]]: ''Adorazione dei pastori'', olio su tela, 80 x 140&nbsp;cm, Chiesa di [[San Michele di Piave]].<ref>{{Cita web|url=https://venetocultura.org/el_greco_adorazione_dei_pastori.php|titolo=Adorazione dei pastori di El Greco}}</ref>
* [[1568]] circa: ''[[Trittico di Modena]]'', [[1568]] circa, tempera su tavola, 37 x 23,8&nbsp;cm (centrale), 24 x 18&nbsp;cm (laterali) raffiguranti l{{'}}''Adorazione dei pastori'', e il ''Battesimo di Cristo''; il ''recto'' è composto da ''Il Monte Sinai'' (pannello centrale) e dai pannelli laterali con l{{'}}''Annunciazione'' e da ''Adamo ed Eva nel paradiso terrestre'', [[Galleria Estense]], [[Modena]].
* [[1568]] circa: ''[[Ultima Cena (El Greco)|Ultima Cena]]'', olio su tavola, 43 x 52&nbsp;cm, [[Pinacoteca nazionale di Bologna|Pinacoteca nazionale]], [[Bologna]].
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* [[1570]] circa: ''[[Fuga in Egitto (El Greco)|Fuga in Egitto]]'', olio su tavola di pioppo, 15.9 x 21.6&nbsp;cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]].
* 1570 circa: ''Cristo guarisce il cieco'', olio su tela, 119 x 146&nbsp;cm, [[New York]], [[Metropolitan Museum of Art]].
 
* [[1570]]-[[1572]]: ''Adorazione dei pastori'', olio su tela, 114 x 105&nbsp;cm, Collezione privata.
=== Il soggiorno romano ([[1570]]-[[1575]]) ===
* [[1570]]-[[1572]]: ''Stimmate di san Francesco'', tempera su tavola, 28,2 x 20,6&nbsp;cm, Collezione privata.
* [[1570]]-[[1572]]: ''Il monte Sinai'', olio e tempera su tavola, 41 x 47,5&nbsp;cm, Historical Museum of Crete, [[Candia]].
* [[1570]]-[[1575]]: ''[[Guarigione del nato cieco (El Greco, Parma)|Guarigione del cieco]]'', olio su tela, 50 x 61&nbsp;cm, [[Galleria nazionale di Parma|Galleria nazionale]], [[Parma]].
 
=== Il soggiorno romano ([[1570]]-[[1575]]) ===
* [[1570]]-[[1575]]: ''[[Ragazzo che soffia su un tizzone acceso]]'', olio su tela, 72,2 x 68&nbsp;cm, [[Napoli]], [[Reggia e gallerie nazionali di Capodimonte|Gallerie nazionali di Capodimonte]].
* [[1571]]-[[1572]]: ''[[Ritratto di Giulio Clovio]]'', olio su tela, 58 x 86&nbsp;cm, Napoli, Gallerie nazionali di Capodimonte.
* [[1570]]-[[1576]]: ''Adorazione dei pastori'', olio su tela, 114 x 105&nbsp;cm, collezione privata, [[Regno Unito]].<ref>{{Cita web|url=https://arte.cini.it/Opere/421249|titolo=El Greco, Adorazione dei pastori}}</ref>
 
=== Opere spagnole ([[1576]]-[[1614]]) ===
*[[1576]]-[[1578]]: ''[[Maddalena penitente (El Greco Budapest)|Maddalena penitente]]'', olio su tela, [[Museo di belle arti (Budapest)|Museo di Belle Arti]], [[Budapest]].
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* [[1577]]-[[1580]]: ''[[Adorazione del Santo Nome di Gesù]]'', olio su tela di 140 x 110&nbsp;cm, [[Monastero dell'Escorial]] a [[San Lorenzo de El Escorial]].
* [[1580]]: ''[[Sant'Antonio da Padova (El Greco)|Sant'Antonio da Padova]]'', olio su tela di 104 x 79, al Museo del Prado, Madrid.
* [[1582]] circa: ''[[Ritratto di san Luigi Gonzaga]]'', olio su tela di 74 × 57, collezione privata, [[Santa Barbara (California)|Santa Barbara]]
* [[1585]]-[[1588]]: ''[[Sacra Famiglia (El Greco Museo de Santa Cruz)|Sacra Famiglia]]'', olio su tela cm 178 × 105, [[Museo de Santa Cruz]], Toledo.
* [[1586]]: ''[[Sepoltura del conte di Orgaz]]'', olio su tela di cm 430 x 360, Chiesa di San Tommaso, Toledo.
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* [[1597]]-[[1600]]: ''[[Resurrezione di Cristo (El Greco)|Resurrezione di Cristo]]'', olio su tela di cm 275 x 127, [[Museo del Prado]], [[Madrid]].
* [[1597]]-[[1600]]: ''[[Battesimo di Cristo (El Greco Prado)|Battesimo di Cristo]]'', olio su tela di cm 350 x 144, [[Museo del Prado]], [[Madrid]].
* [[1595]]-[[1600]]: ''[[Santi Pietro e Paolo (El Greco Barcellona)|Santi Pietro e Paolo]]'', olio su tela di cm 120 x 92, [[Museo nazionale d'arte della Catalogna]], [[Barcellona]].
* [[1597]]-[[1600]] circa: ''[[San Giuseppe col Bambino (El Greco Museo de Santa Cruz)|San Giuseppe col Bambino]]'', olio su tela, cm 109 x 56, [[Museo de Santa Cruz]], [[Toledo]].
* [[1597]]-[[1600]]: ''[[Pentecoste (El Greco)|Pentecoste]]'', olio su tela di cm 275 × 127 [[Museo del Prado]], [[Madrid]].
* [[1597]]-[[1603]]: ''[[Vergine della Carità]]'', olio su tela, cm 184 x 124, [[Santuario di Nostra Signora della Carità]], [[Illescas]].
* [[1597]]-[[1603]]: ''[[Annunciazione (El Greco Illescas)|Annunciazione]]'', olio su tela cm 128 di diametro, Santuario di Nostra Signora della Carità, Illescas.
* [[1597]]-[[1603]]: ''[[Incoronazione della Vergine (El Greco Illescas)|Incoronazione della Vergine]]'', olio su tela cm 163 x 220, Santuario di Nostra Signora della Carità, Illescas.
* [[1597]]-[[1603]]: ''[[Natività (El Greco)|Natività]]'', olio su tela, cm 128 di diametro, Santuario di Nostra Signora della Carità, Illescas.
* [[1597]]-[[1607]]: ''[[Orazione nell'orto (El Greco Andújar)|Orazione nell'orto]]'', olio su tela, cm 169 x 112, Chiesa di Santa Maria Maggiore, [[Andújar]].
* [[1600]]: ''[[San Francesco in estasi (El Greco 1600)|San Francesco in estasi]]'', olio su tela di cm 110.5 x 84, [[Museo del Prado]], [[Madrid]].
* [[1600]] circa: ''[[Ritratto di cardinale (El Greco)|Ritratto di cardinale]]'', [[1609]], olio su tela di cm 194 x 130, [[Metropolitan Museum of Art]], [[New York]].
* [[1600]] circa: ''[[Cacciata dei mercanti dal Tempio (El Greco Londra)|Cacciata dei mercanti dal Tempio]]'', olio su tela di cm 106 x 130, [[National Gallery (Londra)|National Gallery]], [[Londra]].
* [[1603]]: ''[[San Bernardino da Siena (El Greco)|San Bernardino da Siena]]'', olio su tela di 269 x 144, [[Museo del Prado]], [[Madrid]].
* [[15951605]]-[[16001608]]: ''[[Santi Pietro e Paolo (El Greco Barcellona)|Santi Pietro e Paolo]]'', olio su tela di cm 120 x 92, [[Museo nazionale d'arte della CatalognaNationalmuseum]], [[BarcellonaStoccolma]].
* [[1597]]-[[1600]]: ''[[Pentecoste (El Greco)|Pentecoste]]'', olio su tela di cm 275 × 127 [[Museo del Prado]], [[Museo del Prado]], [[Madrid]].
* [[1597]]-[[1603]]: ''[[Vergine della Carità]]'', olio su tela di cm 184 x 124, [[Santuario di Nostra Signora della Carità]], [[Illescas]].
* [[1597]]-[[1603]]: ''[[Annunciazione (El Greco Illescas)|Annunciazione]]'', olio su tela cm 128 di diametro, Santuario di Nostra Signora della Carità, Illescas.
* [[1597]]-[[1603]]: ''[[Incoronazione della Vergine (El Greco Illescas)|Incoronazione della Vergine]]'', olio su tela cm 163 x 220, Santuario di Nostra Signora della Carità, Illescas.
* [[1597]]-[[1603]]: ''[[Natività (El Greco)|Natività]]'', olio su tela cm 128 di diametro, Santuario di Nostra Signora della Carità, Illescas.
* [[1597]]-[[1607]]: ''[[Orazione nell'orto (El Greco Andújar)|Orazione nell'orto]]'', olio su tela di cm 169 x 112, Chiesa di Santa Maria Maggiore, [[Andújar]].
* [[1605]]-[[1608]]: ''I santi Pietro e Paolo'', olio su tela, [[Nationalmuseum]], [[Stoccolma]].
* [[1605]]-[[1610]]: ''San Luca'', olio su tela, [[Toledo]], [[Cattedrale di Santa María de Toledo|Cattedrale di Santa María]].
* [[1605]]-[[1610]]: ''Maddalena penitente'', olio su tela, collezione privata.
* [[1605]] circa: ''[[San Giovanni Evangelista (El Greco Madrid)|San Giovanni Evangelista]]'', olio su tela, cm 99,7 x 78, [[Museo del Prado]] [[Madrid]].
* [[1608]]: ''[[San Pietro (El Greco)|San Pietro]]'', olio su tela, cm 207 x 105, [[Monastero dell'Escorial]], [[San Lorenzo de El Escorial]].
* [[1608]]: ''[[Concerto degli angeli]]'', olio su tela, cm 115 x 217, Pinacoteca nazionale, [[Atene]].
* [[1608]] circa: ''[[Santi Giovanni Evangelista e Francesco]]'', olio su tela, cm 110 x 86, [[Firenze]], [[Uffizi]].
Line 271 ⟶ 264:
* [[1609]]: circa: ''Frate Hortensio Félix Paravicino'', olio su tela, [[Museum of Fine Arts (Boston)|Museum of Fine Arts]], [[Boston]].
* [[1610]]: circa: ''[[Veduta di Toledo]]'', olio su tela di cm 121 x 106, [[Metropolitan Museum of Art]], [[New York]].
* [[1608]]-[[1613]]: ''[[Immacolata Concezione (El Greco ToledoMuseo de Santa Cruz)|Immacolata Concezione]]'', olio su tela di cm 347 x 174, [[Museo de Santa Cruz]], [[Toledo]].
* [[1608]]-[[1614]]: ''[[Salvatore (El Greco)|Salvatore]]'', olio su tela di cm 72 x 55, [[Museo del Prado]], [[Madrid]].
* [[1610]]-[[1614]]: ''[[Visitazione (El Greco)|Visitazione]]'', olio su tele di cm 96,52 x 71,44, [[Dumbarton Oaks]], [[Washington]].
* [[1610]]-[[1614]]: ''[[Laocoonte (El Greco)|Laocoonte]]'', olio su tela di cm 142 x 193, [[National Gallery of Art]], [[Washington]].
* [[1608]]-[[1614]]: ''[[San Giacomo il Maggiore (El Greco)|San Giacomo il Maggiore]]'', olio su tela di cm 72 x 55, [[Museo del Prado]], [[Madrid]].
* [[1612]]-[[1614]]: circa: ''[[Adorazione dei pastori (El Greco)|Adorazione dei pastori]]'', olio su tela di cm 320 x 180, [[Museo del Prado]], [[Madrid]].
* [[1608]]-[[1614]]: circa: ''[[Battesimo di Cristo (El Greco Toledo)|Battesimo di Cristo]]'', olio su tela di cm 330 x 221, Hospital de Tavera, [[Toledo]].
* [[1610]]-[[1614]]: circa: ''[[Cacciata dei mercanti dal tempio (El Greco Madrid)|Cacciata dei mercanti dal tempio]]'', olio su tela di cm 106 x 104, [[Chiesa di San Genesio (Madrid)|Chiesa di San Genesio]], [[Madrid]].
* [[1613]]-[[1614]]: ''[[Sposalizio della Vergine (El Greco)|Sposalizio della Vergine]]'', olio su tela di cm 110 x 82, [[Museo nazionale d'arte della Romania]], [[Bucarest]].
 
== Note ==
=== EsplicativeAnnotazioni ===
<references group="nota"/>
 
===Bibliografiche===
=== Fonti ===
<references/>
 
== FontiBibliografia ==
* {{Cita libro|capitolo=Theotocópoulos, Doménicos|titolo=Encyclopaedia The Helios|anno=1952|lingua=en|isbn=no|cid=''Encyclopaedia The Helios''}}
=== Fonti bibliografiche ===
* {{Cita libro|cognome=Allardyce|nome=Isabel|titolo=Historic Shrines of Spain 1912|anno=2003|editore=Kessinger Publishing|isbn=0-7661-3621-3|capitolo=Our Lady of Charity, at Illescas|lingua=en|cid=Allardyce}}
{{Div col|2}}
* {{Cita libro|cognome=ActonBoubli|nome=MaryLizzie|titolo=LearningReactions to Lookthe atMaster Paintingsedited by Francis Ames-Lewis and Paul Joannides|url=https://archive.org/details/isbn_9780754608073|anno=19912003| editore=OxfordAshgate University PressPublishing|isbn=0-5217546-401070807-07|lingua=en|capitolo=Michelangelo and Spain: on the Dissemination of his Draughtmanship|cid=actonBoubli}}
* {{Cita libro|cognome=AllardyceBray|nome=IsabelXavier|titolo=HistoricEl Shrines of Spain 1912Greco|url=https://archive.org/details/elgreco0000bray|anno=20032004| editore=KessingerNational PublishingGallery Company|città=Londra|isbn=01-766185709-3621315-3|capitolo=Our Lady of Charity, at Illescas1|lingua=en|cid=allardyceBray}}
* {{Cita libro|cognomecuratore=Boubli|nome=LizzieJonathan Brown|titolo=ReactionsEl toGreco theof MasterToledo edited by Francis Ames-Lewis and Paul Joannides(catalogue)|anno=20031982| editore=AshgateLittle Publishing, Ltd.Brown|isbnid=0ASIN B-7546000H4-080758C-7|lingua=enY|capitolo=MichelangeloEl Greco and Spain: on the Dissemination of his DraughtmanshipToledo|cid=Brown|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognomeautore=BrayJonathan Brown|nomeautore2=XavierRichard G Mann|titolo=ElSpanish Greco|url=https://archive.org/details/elgreco0000brayPaintings of the Fifteenth Through Nineteenth Centuries|anno=20041990| editore=Cambridge University Press - National Gallery Company|città=Londraof Art|isbn=10-8570989468-315149-14|pp=42-43|lingua=en|cid=brayBrown e Mann}}
* {{Cita libro|cognome=TazartesCormack|nome=MauriciaRobin|titolo=ElPainting Grecothe Soul, Icons, Death Masks and Shrouds|url=https://archive.org/details/paintingsoulicon0000corm|anno=20051997| editore=ExplorerReaktion Books|città=Londra|isbn=960978-79451-8386189-2001-6|cidlingua=tazartesen|linguacid=esCormack}}
* {{Cita libro|cognome=BrownCossío|nome=JonathanManuel (ed.)Bartolomé|titolo=El Greco of Toledo (catalogue)|lingua=es|anno=19821908| editore=LittleVictoriano BrownSuárez|idcittà=ASIN B-000H4-58C-Y|capitolo=El Greco and ToledoMadrid|cid=brownCossío|linguaisbn=enno}}
* {{Cita libro|cognome=Brown JonathanCrow|nome=Mann RichardJohn G.Armstrong|titolo=SpanishSpain: PaintingsThe ofRoot and the Fifteenth Through Nineteenth CenturiesFlower|url=https://archive.org/details/spainrootflower00john|anno=19971985| editore=RoutledgeUniversity (UK)of California Press|isbn=0-415520-1488905133-85|linguacapitolo=enThe Fine Arts—End of the Golden Age|capitololingua=Toneen|cid=bmCrow}}
* {{Cita libro|cognomeautore=Cormack|nome=Robin|titolo=PaintingRomuald theDor Soul,de Icons,la DeathSouchère|titolo=Picasso Masksà and ShroudsAntibes|lingua=fr|anno=19971960| editore=ReaktionFernan BooksHazan|città=LondraParigi|isbn=978-1-86189-001-6|lingua=enno|cid=cormackDor de la Souchère}}
* {{Cita libro|autore=Robert Engass|autore2=Jonathan Brown|titolo=Italian and Spanish Art, 1600–1750|url=https://archive.org/details/italianspanishar0000engg|anno=1992|editore=Northwestern University Press|isbn=0-8101-1065-2|capitolo=Artistic Practice—El Greco versus the Hospital of Charity, Illescas|lingua=en|cid=Engass e Brown}}
* {{Cita libro|cognome=Cossío|nome=Manuel Bartolomé|titolo=El Greco|lingua=es|anno=1908| editore=Victoriano Suárez, Madrid|cid=cossio}} {{NoISBN}}
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* {{Cita web | titolo = Cubism and El Greco (Ta Nea) | cognome = Katimertzi | nome = Paraskevi | url = http://ta-nea.dolnet.gr/print_article.php?e=A&f=16585&m=R26&aa=1 | accesso = 4 dicembre 2006 <!--| urlarchivio = http://web.archive.org/web/20051127194214/http://ta-nea.dolnet.gr/print_article.php?e=A&f=16585&m=R26&aa=1--><!--| dataarchivio=27 novembre 2005--> | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070326012843/http://ta-nea.dolnet.gr/print_article.php?e=A&f=16585&m=R26&aa=1 | dataarchivio = 26 marzo 2007 | lingua = gr | urlmorto = sì }}
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* {{Cita web | titolo = At the National Gallery | cognome = Penny | nome = Nicholas | url = http://www.lrb.co.uk/v26/n05/penn02_.html | accesso=25 ottobre 2006| lingua = en }}
* {{Cita news | titolo = Revelations—The first Major British Retrospective of El Greco Has the Power of a Hand Grenade |pubblicazione=The Guardian |città=Londra | url = http://www.guardian.co.uk/culture/2004/feb/10/1 | data=10 febbraio 2004 | accesso=17 dicembre 2006 | nome=Adrian | cognome=Searle| lingua=en }}
* {{Cita web | titolo = El Greco's Mystical Vision | cognome = Romaine | nome = James | url = http://www.godspy.com/culture/El-Grecos-Mystical-Vision.cfm | accesso = 24 novembre 2006 <!--| urlarchivio = http://web.archive.org/web/20061101122914/http://www.godspy.com/culture/El-Grecos-Mystical-Vision.cfm--><!--| dataarchivio=1º novembre 2006--> | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20061214041131/http://www.godspy.com/culture/El-Grecos-Mystical-Vision.cfm | dataarchivio = 14 dicembre 2006 | lingua = en | urlmorto = sì }}
* {{Cita news | titolo = Art View; Seeing the Art of El Greco as never before |pubblicazione=New York Times | cognome = Russel | nome = John | url = https://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9C0CE5DC1739F93BA25754C0A964948260 | data=18 luglio 1982 | accesso=17 dicembre 2006| lingua=en }}
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== Voci correlate ==
 
* [[Cavalli nell'arte]]
 
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|1=http://www.elgreco2014.com/index.html|2=Sito sulle celebrazioni del 4 centenario della morte|lingua=es|accesso=15 agosto 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130822055245/http://elgreco2014.com/index.html|dataarchivio=22 agosto 2013|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://dominikostheotokopoulos.webnode.gr/|El Greco}}
* Attilio Rossi, [http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1349785653591_5_-_Attilio_Rossi_p._307.pdf ''Due quadri di El Greco alla Galleria Corsini di Roma''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20230621050150/http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1349785653591_5_-_Attilio_Rossi_p._307.pdf |date=21 giugno 2023 }}, Bollettino d'Arte, 8, 1908.
 
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