Leoluca Bagarella: differenze tra le versioni
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|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , legato a [[Cosa Nostra]], affiliato al [[Clan dei Corleonesi]]
|Immagine = Leoluca Bagarella 2002.jpg
}}
[[Assassino]] spietato, ''Don Luchino'' è stato autore di centinaia di omicidi dagli [[anni '70]] ai [[anni '90|'90]], oltre che diretto responsabile di alcuni tra i più gravi fatti di sangue di Cosa Nostra, tra cui la [[Strage di Capaci]] e il sequestro del piccolo [[Omicidio di Giuseppe Di Matteo|Giuseppe Di Matteo]].<ref name=autogenerato3>{{cita testo|url=http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=24114|titolo=Mafia. Omicidio Di Matteo, confermato ergastolo a Bagarella e pene ai boss - Rainews 24|accesso=12 febbraio 2010|dataarchivio=9 giugno 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110609193938/http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=24114|urlmorto=sì}}</ref> Ha avuto condanne per [[Omicidio|omicidio multiplo]], [[traffico di droga]], [[ricettazione]], [[strage]] ed è stato condannato all'[[ergastolo]] in regime carcerario di [[41 bis]]. È attualmente rinchiuso nel carcere di [[Bancali]] a [[Sassari]],<ref>{{Cita web|url=https://www.palermotoday.it/cronaca/mafia/41-bis-boss-palermitani-dove-si-trovano-mappa.html|titolo=Messina Denaro con Graviano, ecco chi sono gli 83 boss palermitani al 41 bis e dove sono reclusi|data=16 febbraio 2023}}</ref> dove sta scontando 13 ergastoli.<ref>{{Cita web|url=https://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/03/25/news/calcolate_le_pene_complessive_di_provenzano_e_bagarella_insieme_hanno_collezionano_33_ergastoli-81854325/|titolo=Calcolate le pene di Provenzano e Bagarella: insieme hanno collezionano 33 ergastoli|sito=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=25 marzo 2014|accesso=7 settembre 2024|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20240523224320/https://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/03/25/news/calcolate_le_pene_complessive_di_provenzano_e_bagarella_insieme_hanno_collezionano_33_ergastoli-81854325/|dataarchivio=23 maggio 2024|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www-ansa-it.cdn.ampproject.org/v/s/www.ansa.it/amp/sicilia/notizie/2014/03/25/mafia-20-ergastoli-per-provenzano_1969cf24-0740-4948-8cb8-d1e66583f9e4.html?amp_gsa=1&_js_v=a9&usqp=mq331AQIUAKwASCAAgM%3D#amp_ct=1716505031200&_tf=Da%20%251%24s&aoh=17165049812154&referrer=https%3A%2F%2Fbackend.710302.xyz%3A443%2Fhttps%2Fwww.google.com|titolo=Mafia: 20 ergastoli per Provenzano|sito=[[ANSA]].it|data=25 marzo 2014|accesso=7 settembre 2024|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20240523231142/https://www-ansa-it.cdn.ampproject.org/v/s/www.ansa.it/amp/sicilia/notizie/2014/03/25/mafia-20-ergastoli-per-provenzano_1969cf24-0740-4948-8cb8-d1e66583f9e4.html?amp_gsa=1&_js_v=a9&usqp=mq331AQIUAKwASCAAgM%3D|dataarchivio=23 maggio
== Biografia ==
=== Gli inizi dell'attività mafiosa ===
Quarto figlio del [[Cosa Nostra|mafioso]] [[Salvatore Bagarella]], fratello di [[Antonietta Bagarella]], entrò a far parte della ''[[cosca]]'' di [[Corleone]] dopo che suo fratello maggiore [[Calogero Bagarella|Calogero]] era diventato uno dei fedelissimi del boss [[Luciano Liggio]] e dei suoi luogotenenti [[Salvatore Riina|Totò Riina]] e [[Bernardo Provenzano]]. Il fratello [[Calogero Bagarella|Calogero]] venne ucciso dal boss [[Michele Cavataio]] nella [[strage di viale Lazio]] nel [[1969]] e Leoluca si diede alla latitanza. Nel [[1972]] anche l'altro fratello Giuseppe viene ucciso in carcere; nel [[1974]] sua sorella sposò in segreto [[Salvatore Riina|Totò Riina]],<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/luglio/05/Sugnu_Luchinu_cosi_Riina_accoglie_co_0_9507052263.shtml|titolo="Sugnu ' ca, Luchinu"
Il 20 agosto [[1977]] commette il suo primo omicidio "eccellente", uccidendo il colonnello dei [[carabinieri]] [[Giuseppe Russo (carabiniere)|Giuseppe Russo]] con la complicità di [[Giovanni Brusca]]; nel [[1978]] partecipa all'omicidio del boss di [[Caltanissetta]] [[Giuseppe Di Cristina]], che prima di morire riesce a ferirlo. Nel gennaio [[1979]] uccide, in Viale Campania, con 6 pallottole il giornalista [[Mario Francese]], che investigava sugli affari dei [[Clan dei Corleonesi|Corleonesi]], e in particolare, sulla costruzione della diga di Garcia.
Il 21 luglio [[1979]] Bagarella uccise all’interno del Bar Lux di via Francesco Paolo Di Blasi a [[Palermo]] il vice questore [[Boris Giuliano]], capo della [[Squadra mobile]],<ref>{{cita testo|url=http://www.ansa.it/legalita/static/bio/giuliano.shtml|titolo=Boris Giuliano - Ansa.it}}</ref> che stava indagando su di lui dopo essere riuscito a scoprire il suo nascondiglio, un appartamento in via Pecori Giraldi, da dove però Bagarella era riuscito a fuggire in tempo: all'interno dell'appartamento gli uomini del vice questore Giuliano scoprirono armi, quattro chili di [[eroina]] e documenti falsi con fotografie che ritraevano Bagarella e i suoi amici [[Cosa Nostra|mafiosi]].<ref>{{
=== Il ruolo nella guerra allo Stato ===
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=== Il suicidio della moglie Vincenzina ===
La moglie di Bagarella, Vincenzina Marchese, che condivideva la latitanza con il marito, entrò in [[Depressione esistenziale|depressione]] dopo aver subito due [[Aborto|aborti spontanei]] e per la vergogna di essere sorella di [[Giuseppe Marchese (criminale)|Pino Marchese]], "il primo ‘corleonese’ pentito, il collaboratore di giustizia più odiato dalla famiglia Riina".<ref name=":0">Sabella, Cacciatore, op. cit., p. 64.</ref> In particolare, la donna rimase “profondamente turbata, come gran parte del popolo di [[Cosa nostra]], dalla storia del piccolo [[Giuseppe Di Matteo]]” (rapito e poi strangolato e sciolto nell'acido),<ref name=":0" /> al punto da convincersi “che non avere figli [fosse] una sorta di castigo di Dio, una punizione per il rapimento di quel ragazzino innocente eseguito dagli uomini di suo marito.<ref name=":0" /> Stando alla testimonianza di Alfonso Sabella, prima di suicidarsi, Vincenzina avrebbe interrogato suo marito riguardo alle sorti del bambino, il quale a quel tempo era ancora vivo; tuttavia, nonostante il boss le avesse detto la verità, la donna si diede la morte per disperazione, impiccandosi con una corda nella cucina del loro appartamento di Palermo. Secondo Tony Calvaruso, ex autista di Bagarella diventato in carcere [[Collaboratore di giustizia (Italia)|collaboratore di giustizia]],<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/01/15/cosa-nostra-ora-si-pente-il-braccio.html?ref=search|titolo=Cosa nostra ora si pente il braccio destro di Bagarella|autore=Francesco Viviano|sito=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=15 gennaio 1996|accesso=7 settembre 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230418215338/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/01/15/cosa-nostra-ora-si-pente-il-braccio.html?ref=search|dataarchivio=18 aprile 2023|urlmorto=no}}</ref> dopo la morte fu seppellita in gran segreto dal marito su una collina di [[Altarello (Palermo)|Altarello]], vicino a [[Palermo]]. Il suo corpo non è mai stato ritrovato.<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/01/17/la-moglie-di-bagarella-si-impiccata.html|titolo=LA MOGLIE DI BAGARELLA SI È IMPICCATA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=17 gennaio 1996|accesso=22 dicembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/09/10/trovata-la-tomba-della-bagarella-ma.html|titolo='TROVATA LA TOMBA DELLA BAGARELLA' MA NON ERA VERO - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=10 settembre 1996|accesso=22 dicembre 2022}}</ref>
=== Arresto e carcere ===
Fu arrestato dalla [[Direzione Investigativa Antimafia|DIA]] il 24 giugno [[1995]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/06/25/in-trappola-il-vicere-di-cosa-nostra.html|titolo=In trappola il vicerè di Cosa nostra|autore=[[Attilio Bolzoni]]|sito=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=25 giugno 1995|accesso=7 settembre 2024|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20160304134952/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/06/25/in-trappola-il-vicere-di-cosa-nostra.html|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/giugno/25/Arrestato_Bagarella_erede_Riina_co_0_95062512150.shtml|titolo=Arrestato Bagarella, l'erede di Riina|sito=Corriere.it|data=25 giugno 1995|accesso=}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.interno.it/dip_ps/dia/pagine/1995_operazioni_rilievo.htm|titolo=Dal sito del Ministero dell'interno, sezione DIA}}</ref> in [[Corso Tukory]], affollata via di [[Palermo]] che collega la [[Stazione di Palermo Centrale|Stazione Centrale]] al campus universitario. Gli inquirenti lo individuarono grazie ad un suggerimento del collaboratore di giustizia [[Tullio Cannella]], il quale gli consigliò di seguire un suo "autista", Antonio Calvaruso (detto ''Tony''), titolare di un negozio di [[abbigliamento]], che verrà pure lui arrestato e diverrà [[Collaboratore di giustizia (Italia)|collaboratore di giustizia]].<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/01/15/cosa-nostra-ora-si-pente-il-braccio.html|titolo=COSA NOSTRA ORA SI PENTE IL BRACCIO DESTRO DI BAGARELLA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=15 gennaio 1996|accesso=23 febbraio 2022}}</ref> Da allora è sottoposto al regime del [[Articolo 41-bis|41bis]].
Nel [[2002]], durante un'udienza del processo "''Arca''" a [[Trapani]] alla quale Bagarella partecipò tramite [[videoconferenza]], lesse un comunicato di protesta verso il sistema del [[Articolo 41-bis|carcere duro]], indirizzato al mondo politico, che suscitò scalpore perché ritenuto da molti un messaggio intimidatorio per le promesse non mantenute.<ref>{{cita testo|url=http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=24003|titolo=Mafia. Bagarella ai politici: "le promesse non sono state mantenute" - Rainews 24}}</ref>
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* Nel [[1995]], nel processo per l'omicidio del tenente colonnello [[Giuseppe Russo (carabiniere)|Giuseppe Russo]], Bagarella venne condannato all’ergastolo in [[contumacia]] insieme con [[Salvatore Riina]], [[Michele Greco]] e [[Bernardo Provenzano]].<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/10/30/omicidio-russo-assolto-il-papa.html|titolo=OMICIDIO RUSSO ASSOLTO IL 'PAPA' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=30 ottobre 1997|accesso=27 maggio 2021}}</ref>
* Nello stesso [[1995]], Bagarella è nuovamente ergastolano in [[contumacia]] nel processo per l'omicidio del capo della mobile [[Boris Giuliano]] insieme ai boss [[Salvatore Riina]], [[Bernardo Provenzano]], [[Giuseppe Calò]], [[Bernardo Brusca]], [[Francesco Madonia]], [[Nenè Geraci]] e Francesco Spadaro e nel [[1997]] la [[Corte di cassazione]] confermò la condanna mentre Bagarella era già detenuto.<ref>{{Cita web|url=http://www.camera.it/_bicamerali/leg15/commbicantimafia/cronologiamafieantimafia/schedabase.asp|titolo=Sportello Scuola e Università della Commissione Parlamentare Antimafia|accesso=21 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071214175116/http://www.camera.it/_bicamerali/leg15/commbicantimafia/cronologiamafieantimafia/schedabase.asp|urlmorto=sì}}</ref>
* Nel [[1996]], Bagarella viene condannato all'ergastolo per l'uccisione dell'esattore [[Ignazio Salvo]] insieme ai boss [[Giovanni Brusca]] e Giovanni Scaduto.<ref>{{Cita web|url=https://sites.google.com/site/sentileranechecantano/cronologia/1996-1-gennaio--30-giugno|titolo=Cronologia 1996|sito=Senti le rane che cantano...|accesso=7 settembre 2024|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20150101101235/https://sites.google.com/site/sentileranechecantano/cronologia/1996-1-gennaio--30-giugno|dataarchivio=1º gennaio 2015|urlmorto=sì}}</ref>
* Nel [[2000]], conferma anche a Bagarella e l'intera cupola di Cosa Nostra l'ergastolo per la [[Strage di Capaci]].<ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/legalita/static/bio/falcone.shtml|titolo=Giovanni Falcone|autore=Author: ANSA|accesso=21 aprile 2018}}</ref>
* Nello stesso [[2000]] subì altro ergastolo insieme con [[Giuseppe Graviano]], [[Bernardo Provenzano]] e [[Salvatore Riina]] per gli [[Stragi del '92 e '93|attentati dinamitardi del 1993]] a [[Firenze]], [[Milano]] e [[Roma]].<ref>{{Cita web|autore=Gianluca Monastra|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/01/22/ergastolo-toto-riina-per-la-strage.html|titolo=Ergastolo a Totò Riina per la strage - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=22 gennaio 2000|accesso=8 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140408222433/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/01/22/ergastolo-toto-riina-per-la-strage.html|urlmorto=no}}</ref>
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