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{{Organizzazione
|Nome =
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|Anno impiegati =
}}
La '''Carboneria''' è stata una [[società segreta]] [[Rivoluzione|rivoluzionaria]] [[italia]]na. Nacque nel [[Regno di Napoli]] durante i primi anni del [[XIX secolo]] con valori [[Patriottismo|patriottici]] e [[Liberalismo|liberali]]. La Carboneria, oltre al suo operato in Italia, ha influenzato altri gruppi [[rivoluzionari]] in [[Francia]], [[Grecia]], [[Spagna]], [[Portogallo]], [[Romania]], [[Brasile]] e [[Uruguay]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Anthony H.|cognome=Galt|data=1994|titolo=The Good Cousins' Domain of Belonging: Tropes in Southern Italian Secret Society Symbol and Ritual, 1810-1821|rivista=Man|volume=29|numero=4|pp=785-807|accesso=11 maggio 2020|doi=10.2307/3033969|url=http://www.jstor.org/stable/3033969}}</ref> Nonostante i suoi obiettivi avessero delle basi [[Liberalismo|liberali]] e [[Patriottismo|patriottiche]], mancavano di una [[politica]] immediata.<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Denis Mack|cognome=Smith|titolo=The Making of Italy, 1796–1866|url=http://dx.doi.org/10.1007/978-1-349-19189-5_1|accesso=11 maggio 2020|data=1988|editore=Palgrave Macmillan UK|pp=1-12|ISBN=978-0-333-43808-4}}</ref> Lo scopo primario della società era quello di sconfiggere la [[Tiranno|tirannia]] [[Austria|austriacaaustria]]ca in Italia e unificare la penisola sotto una [[Repubblica]] [[Democrazia|democratica]]. Nell'[[Italia settentrionale]]meridionale altre organizzazioni, come quelle ad [[Adelfia]] e [[Filadelfia (Italia)|Filadelfia]], erano in stretto contatto con la Carboneria.<ref name=":0" /><ref>{{Cita libro|titolo=Duggan, Christopher (2008), The Force of Destiny}}</ref>
 
== Storia ==
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=== L'inizio del XX secolo e lo scioglimento ===
Dal 1915, sarebbe stata attivissima nella propaganda interventista, ritenendo tale conflitto come l'ultima propaggine del processo risorgimentale. Scioltasi con l'avvento del fascismo avrebbe cercato di riorganizzarsi, anche se con difficoltà per l'assiduo controllo della polizia e dell'[[OVRA]]. Molti suoi esponenti avrebbero partecipato alla Resistenza tra le filafile del PRI, mentre altri avrebbero dato vita a brigate della "Carboneria Italiana", quali la "Mazzini" e la "Mameli". La Carboneria quindi avrebbe continuato a lavorare all'interno del [[Partito Repubblicano Italiano]] almeno fino agli anni settanta del Novecento.<ref>Gian Mario Cazzaniga, Marco Marinucci, ''Per una Storia della Carboneria dopo l'Unità d'Italia (1871-1975)'', GaffiRoma, RomaGaffi, 2014 -; ''Carbonari del XX secolo - fra rituali adelfici e intransigenza repubblicana'', Pisa, Edizioni ETS, Pisa 2015.</ref>
 
== L'ideologia ==
Dopo aver raccolto il favore di molti elementi della borghesia cittadina come artigiani e mercanti (che non avevano perdonato al sovrano borbonico la sua politica favorevole ai grandi proprietari terrieri) la Carboneria iniziò ad assecondare le volontà guerresche dei suoi capi, tralasciando altri gravi problemi politico-sociali che avrebbero creato all'interno di essa stessa un'ideologia e dei percorsi politici tortuosi e spesso contraddittori: ad esempio i carbonari si dichiaravano favorevoli all'indipendenza italiana, ma non accennavano minimamente all'eventuale governo che avrebbe dovuto guidare l'Italia libera.
 
Gli storici riconoscono che la maggior parte degli aderenti alla Carboneria appartenevano agli impiegati e militari napoleonici, licenziati dai nuovi governi, oppure a scrittori e professionisti, avviliti dalla censura sulla stampa, o a borghesi, che si sentivano soffocati dal ritorno delle barriere doganali e dei piccoli mercati. La borghesia era particolarmente bisognosa di strutture liberali e costituì il nerbo della Carboneria.<ref>Carmelo Bonanno, ''L'età contemporanea nella critica storica'', Padova, Liviana editrice, Padova, 1973, vol. 3, pagp. 44</ref>
 
Tale ambiguità (quella cioè di non poter affermare con certezza la collocazione politica della Carboneria, che unì elementi di "destra" con altri di "sinistra" e di "centro") terminerà solo quando, a seguito di una lunga sequela di disfatte militari, alcuni carbonari ripensarono il problema della libertà con una prospettiva più ampia mirante a un'azione comune ed alla formazione di una nazione unita.
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Ecco un esempio di testo facilmente calcolabile:
 
* Originale: Preferisco illa pisellomacchina alla patatamoto.
* Criptato: Blivilezga ro bezirranogghemo orro bododonada.
 
Non essendo propriamente un cifrario a scorrimento non è debole come questo, ma resta comunque non di estrema difficoltà nella sua comprensione.
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Come in ogni società segreta, chi si iscriveva alla Carboneria non ne doveva conoscere tutte le finalità fin dal momento della sua adesione: gli adepti erano infatti inizialmente chiamati "''apprendisti''", diventavano "''maestri''" e, infine, "''grandi maestri''". Il Gran Maestro ricopriva il ruolo più elevato di una ''baracca'' o di una ''vendita locale''; presiedeva agli incontri e ai giuramenti degli ''apprendisti''<ref name="ReferenceB"/>.
 
Altri ruoli all'interno delle vendite erano: l{{'}}''oratore'', che aveva il compito di diffondere i principi della Carboneria attraverso i propri discorsi agli affiliati; il ''segretario'' che redigeva i verbali; gli ''assistenti'', che vigilavano sugli incontri; il ''maestro di cerimonie'' che curava il cerimoniale negli incontri e nelle prove di iniziazione; i ''copritori'' erano le guardie armate che avevano il compito di mantenere la segretezza dell'incontro e di evitare infiltrazioni esterne; veniva detto ''terribile'' chi aveva il ruolo di spaventare coloro i quali volevano diventare affiliati<ref name="ReferenceB"/>. Tutti i carbonari, indipendentemente dal loro ruolo, dovevano impegnarsi a mantenere il più assoluto riserbo, pena la morte.
 
Aderirono alla carboneria, in maniera esplicita o implicita, famosi personaggi dell'[[Italia]] [[Risorgimento|risorgimentale]]: [[Silvio Pellico]], [[Antonio Panizzi]], [[Giuseppe Mazzini]] da giovane, [[Ciro Menotti]], don [[Giuseppe Andreoli (patriota)|Giuseppe Andreoli]], [[Nicola Longo]], [[Emilio Maffei]], [[Gaetano Abela]], [[Piero Maroncelli]], [[Melchiorre Gioia]], [[Napoleone Luigi Bonaparte]], che morì a Forlì nel 1831 (9) .
 
Alla carboneria ma non alla sua struttura furono affiliate anche delle donne, che si organizzarono in un'associazione segreta, simile alla carboneria come struttura, denominata [[Società delle Giardiniere]].
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== Note ==
<references group="9 Giovanni Teresi. Sui moti carbonari del 1920 '21 in Italia. Eventi ed adepti poco noti del periodo ISBN 9788862730259" />
<references/>
 
== Bibliografia ==
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* Renato Soriga, «[http://www.treccani.it/enciclopedia/carboneria_(Enciclopedia-Italiana)/ Carboneria]», la voce nella ''Enciclopedia Italiana'', Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930. Versione online sul sito Treccani.it
*Salvatore Santuccio, ''Uno Stato nello Stato. Sette segrete, complotti e rivolte nella Sicilia di primo Ottocento'', Bonanno, Acireale 2020, ISBN 9788864964966
*Giovanni Teresi, ''Sui moti carbonari del 1820 ’21 in Italia. Eventi ed adepti poco noti del periodo'', Bastogi, Foggia 2007 ISBN 9788862730259
 
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://certosa.cineca.it/chiostro/eventi.php?ID=331&TBL=EVENTI_STORICI|titolo=La Carboneria e altri movimenti politici a Bologna 1815 - 1831|urlmorto=sì|accesso=24 febbraio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130330224024/http://certosa.cineca.it/chiostro/eventi.php?ID=331}}
* {{la}} [https://www.archive.org/stream/iurispontificii00martgoog#page/n625/mode/1up Bolla ''Ecclesia a Iesu Christo''], in Raffaele de Martinis, ''Iuris pontificii de propaganda fide. Pars prima'', Tomo IV, Romae 1891, p.&nbsp;609