Val Leogra: differenze tra le versioni
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=== La configurazione della valle ===
La Val Leogra è una profonda incisione nelle Prealpi vicentine in cui si è incanalato il torrente [[Leogra]].
[[File:Forte Monte Maso8.jpg|thumb|left|L'Alta Val Leogra con Punta Favella (1828 m)]]▼
Inizia al [[Pian delle Fugazze]] - dove, attraverso l'omonimo passo, entra in comunicazione con la trentina [[Vallarsa]], mentre verso nord-est valicato il passo o [[Colle Xomo]] comunica con la Val [[Posina]] - ai piedi del massiccio del [[Pasubio]], alla quota altimetrica di 1162 metri.
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Giunto in pianura il torrente attraversa la città di [[Schio]] per poi gettarsi, dopo alcuni chilometri, nel [[Timonchio]], mentre le pendici della valle si aprono:
* verso nord-est continuando nei fianchi del [[Tretto]] e del [[Monte Summano]], ai cui piedi stanno [[Santorso]] e [[Piovene Rocchette]], per poi congiungersi alla [[Valdastico]];
* verso sud-est continuando nella zona collinare dei [[Lessini]], dove si trovano [[Magrè (Schio)|Monte Magrè]], [[San Vito di Leguzzano]], [[Monte di Malo]] e [[Malo (Italia)|Malo]], [[Isola Vicentina]].
Tutte queste zone e località hanno avuto nel tempo connessioni e presentano affinità con la Val Leogra.
▲[[File:Forte Monte Maso8.jpg|thumb|left|L'Alta Val Leogra con Punta Favella (1828 m)]]
=== L'acqua ===
La corona di montagne posta a ovest della vallata obbliga le numerose e ricche sorgenti d'acqua a riversarsi verso la pianura. Il bacino montano piuttosto ampio favorisce il nascere di innumerevoli corsi d'acqua che, arricchiti anche dalle abbondanti piogge di questa zona, attraverso molte piccole valli confluiscono nel torrente Leogra.
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=== Epoca antica ===
Secondo l'ipotesi più accreditata, tutta la zona pedemontana e quindi anche quella della Val Leogra, durante il primo millennio a.C. fu abitata dagli [[Euganei]]. Altri ritengono che il territorio fosse abitato dai [[Reti]], che abitavano le valli e i monti della regione alpina centro-orientale; il loro centro religioso sorgeva a [[Magrè (Schio)|Magrè]] dove, sulla collina del Castello, furono trovate corna di cervo con incise iscrizioni<ref>{{cita web|url=http://www.comune.torrebelvicino.vi.it/web/torrebelvicino/vivere/vivere-interna?p_p_id=ALFRESCO_MYPORTAL_CONTENT_PROXY_WAR_myportalportlet_INSTANCE_nc6A&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&template=/regioneveneto/myportal/myportal-news-detail&uuid=49113a1d-c38d-49c4-8d91-73c4ed8c2242&lang=it&contentArea=_Torrebelvicino_vivere-interna_Body1_|titolo=Sito del Comune di Torrebelvicino|accesso=13 novembre 2014}} e {{cita web|url=http://www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=49412|titolo="Il retico" su "Dipartimento di scienze dell'antichità e del vicino oriente" (Università Cà Foscari di Venezia).|accesso=4 ottobre 2009|urlmorto=sì|dataarchivio=13 aprile 2013|urlarchivio=https://archive.is/20130413112426/http://www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=49412}}</ref>.
Sulle alture gli Euganei erano stati spinti dall'invasione dei [[Veneti]] intorno all'VIII secolo a.C. Non vi sono prove archeologiche che le due popolazioni si siano fuse, neppure dopo l'arrivo dei Romani intorno al terzo secolo. Mentre i Veneti, che popolavano prevalentemente la pianura, furono assimilati dai Romani, gli Euganei restarono arroccati nelle zone collinari e montane e, semmai, furono protagonisti di scontri con i nuovi dominatori; dagli scavi presso il castello di Magrè sembra che, in età augustea, sia stato distrutto un "santuario"<ref>{{Cita| Mantese, 1952| pp. 4-10}}.</ref>.
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Durante il IX e il X secolo il vicentino fu funestato dalle scorrerie degli Ungari, che razziavano soprattutto i centri religiosi in cui trovavano oggetti preziosi. Gli imperatori del tempo, da Berengario agli Ottoni, affidarono la difesa del territorio ai vescovi, unica autorità allora credibile che si era organizzata sulla base dei municipi romani. Al vescovo di Vicenza fu assegnata la zona compresa tra le pendici dei [[Lessini]] e la sponda occidentale dell'[[Astico]], che quindi comprendeva anche la Val Leogra<ref>Mentre la zona compresa tra la sponda sinistra dell'Astico e quella destra del Brenta fu affidata al vescovo di Padova nel 917.</ref>.
A difesa del territorio il vescovo di Vicenza fece costruire una serie di castelli; alcuni di essi seguivano la via romana che portava alla Val Leogra: erano i castelli di [[Isola Vicentina|Isola]], [[Priabona]], [[Malo (Italia)|Malo]], [[Torrebelvicino|Belvicino]] - quest'ultimo costruito sulla collina che si eleva a forma di cono, lambita dal torrente Leogra - [[Magrè (Schio)|Magrè]].
Finita la minaccia degli Ungari verso la metà del X secolo, il vescovo diede in concessione gran parte del territorio in suo possesso ai [[benedettini]], che dal [[Basilica dei Santi Felice e Fortunato|monastero dei Santi Felice e Fortunato]] di Vicenza si irradiarono in tutte le direzioni per bonificare e destinare a coltivazione i terreni, a quel tempo per la maggior parte paludosi e boscosi; tra i loro insediamenti sono documentati<ref>In particolare dal ''privilegium'' del vescovo Rodolfo del 983</ref> quelli che si snodavano lungo le pendici collinari: Costa Fabrica (Costabissara), [[Isola Vicentina|Castelnuovo]], [[Malo (Italia)|Malo]]<ref>L'attuale chiesa parrocchiale dedicata a [[San Benedetto]] è probabilmente di origine benedettina. Nel 983 essi possedevano ''in Malado casalis novem'': {{Cita| Mantese, 1952| p. 154}}</ref>, [[San Vito di Leguzzano]]<ref>Dove si trovano ancora le chiese di San Vito e di San Valentino, tipici santi benedettini</ref>, [[Magrè (Schio)|Magrè]]<ref>Anche qui la chiesa parrocchiale è dedicata a [[San Benedetto]]. Il privilegium del 983 ricorda ''in Magrade casale unum'': {{Cita| Mantese, 1952| p. 154}}</ref>, [[Torrebelvicino|Pievebelvicino]] (che aveva un priorato benedettino a San Martino di Schio), [[Torrebelvicino|Torre]], [[Santorso]].
Nell'XI e nel XII secolo tutto il territorio era diviso in [[feudi]]: alcuni affidati ai monasteri, altri concessi a signori rurali fedeli al vescovo, altri ancora in possesso di signori cui la concessione era stata fatta dall'imperatore o che, semplicemente, si erano appropriati di terre altrui. In Val Leogra il torrente divideva i feudi: sulla riva destra quello dei [[da Vivaro]], feudatari del [[vescovo di Vicenza]]; sulla riva sinistra quello dei conti di Vicenza, i [[Maltraversi]]. A poco a poco, stretti tra gli usurpatori e gli usurai, i vescovi di Vicenza persero tutto il loro potere, con conseguenze drammatiche come la morte cruenta prima di [[Giovanni de Surdis Cacciafronte|Cacciafronte]] e poi di [[Pistore]] e la vendita dei castelli di [[Malo (Italia)|Malo]] e [[Priabona]].
=== Basso Medioevo ===
Nel XIII secolo la situazione cambiò ancora: i signori risiedevano sempre più in città - con gli statuti del comune di Vicenza del 1311 furono obbligati a farlo - e da lì gestivano i feudi contrattando con le comunità rurali, che in quel periodo si stavano costituendo, il grado di autonomia che ad esse veniva riconosciuto e l'ammontare delle rendite, sempre più corrisposte in denaro. L'aristocrazia del comune di Vicenza, che aveva il potere di nominare i capi delle comunità rurali e dalle cui
Anche se il comune di Vicenza perse ben presto l'indipendenza e fu soggetto dapprima ai padovani, poi a [[Ezzelino III da Romano|Ezzelino da Romano]], poi ancora ai padovani e in successione agli [[Scaligeri]] di Verona e ai [[Visconti]] di Milano, le famiglie aristocratiche non persero il loro potere sulle comunità rurali; quando infine nel 1404 si sottomisero alla [[Repubblica di Venezia]], con il patto di dedizione pretesero che fosse loro garantito questo sistema di potere, che quindi perdurò durante tutta l'età moderna fino all'arrivo delle truppe napoleoniche.
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La [[Prima guerra mondiale]] costituì un evento traumatico per la vallata, accentuato dal fatto di essere a ridosso del fronte: l'alta Val Leogra, in particolare le montagne del [[Pasubio]] e del [[Novegno]], fu infatti teatro di operazioni militari. Nei tre anni e mezzo di guerra gli abitanti dei paesi valligiani conobbero fame, epidemie di [[tifo addominale|tifo]] e di [[influenza spagnola|spagnola]], subirono bombardamenti, furono costretti a sopravvivere in uno scenario di guerra, e in molti dovettero abbandonare le loro case.
Verso la fine della [[
== Natura ==
{{
== Economia ==
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In alcuni centri della Valle sono aperti al pubblico Musei che conservano reperti e illustrano attività di interesse storico, artistico, economico locale:
* [[Malo (Italia)|Malo]] - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/84-museo-dellarte-serica-e-laterizia.html|Museo dell'Arte Serica e Laterizia|}}
* Malo - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/14-museo-la-casabianca.html|Museo a Casabianca|}}
* Malo - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/etnografia/63-museo-della-civilta-rurale-della-val-leogra.html|Museo Civiltà Rurale della Val Leogra|}}
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;Località
* [[Magrè (Schio)]]
* [[Malo (Italia)|Malo]]
* [[Marano Vicentino]]
* [[Monte di Malo]]
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* [[Alto vicentino]]
;Cucina
* [[Barbusti]]
* [[Ciccioli della Val Leogra]]
* [[Luganeghe della Val Leogra]]
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.vicenzae.org/ita/archivi/item/824-schio-e-val-leogra|titolo=Vicenza è, Schio e Val leogra|accesso=12 novembre 2014|dataarchivio=12 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141112034533/http://www.vicenzae.org/ita/archivi/item/824-schio-e-val-leogra|urlmorto=sì}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Vicenza}}
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