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{{Valle
|nomevalle = Val Leogra
|image = Forte Monte Maso7.jpg
|image_text = La Val Leogra da Forte Monte Maso
|nazione = {{ITA}}
|regione = {{IT-VEN}}
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=== La configurazione della valle ===
La Val Leogra è una profonda incisione nelle Prealpi vicentine in cui si è incanalato il torrente [[Leogra]].
[[File:Forte Monte Maso8.jpg|thumb|left|L'Alta Val Leogra con Punta Favella (1828 m)]]
 
Inizia al [[Pian delle Fugazze]] - dove, attraverso l'omonimo passo, entra in comunicazione con la trentina [[Vallarsa]], mentre verso nord-est valicato il passo o [[Colle Xomo]] comunica con la Val [[Posina]] - ai piedi del massiccio del [[Pasubio]], alla quota altimetrica di 1162 metri.
 
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Giunto in pianura il torrente attraversa la città di [[Schio]] per poi gettarsi, dopo alcuni chilometri, nel [[Timonchio]], mentre le pendici della valle si aprono:
* verso nord-est continuando nei fianchi del [[Tretto]] e del [[Monte Summano]], ai cui piedi stanno [[Santorso]] e [[Piovene Rocchette]], per poi congiungersi alla [[Valdastico]];
* verso sud-est continuando nella zona collinare dei [[Lessini]], dove si trovano [[Magrè (Schio)|Monte Magrè]], [[San Vito di Leguzzano]], [[Monte di Malo]] e [[Malo (Italia)|Malo]], [[Isola Vicentina]].
Tutte queste zone e località hanno avuto nel tempo connessioni e presentano affinità con la Val Leogra.
 
=== L'acqua ===
La corona di montagne posta a ovest della vallata obbliga le numerose e ricche sorgenti d'acqua a riversarsi verso la pianura. Il bacino montano piuttosto ampio favorisce il nascere di innumerevoli corsi d'acqua che, arricchiti anche dalle abbondanti piogge di questa zona, attraverso molte piccole valli confluiscono nel torrente Leogra.
 
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{{vedi anche|Storia del territorio vicentino}}
=== Toponimi ===
Il toponimo sembra derivare dal latino ''valles vigra'', cioè valle inesplorata, incolta, termine poi corrotto in quello di ''vallesvogre'', ''levogre'' ed infine Leogra<ref>{{Cita| Leogra, 1976| p. XVII}}.</ref>.
 
=== Epoca antica ===
Secondo l'ipotesi più accreditata, tutta la zona pedemontana e quindi anche quella della Val Leogra, durante il primo millennio a.C. fu abitata dagli [[Euganei]]. Altri ritengono che il territorio fosse abitato dai [[Reti]], che abitavano le valli e i monti della regione alpina centro-orientale; il loro centro religioso sorgeva a [[Magrè (Schio)|Magrè]] dove, sulla collina del Castello, furono trovate corna di cervo con incise iscrizioni<ref>{{cita web|url=http://www.comune.torrebelvicino.vi.it/web/torrebelvicino/vivere/vivere-interna?p_p_id=ALFRESCO_MYPORTAL_CONTENT_PROXY_WAR_myportalportlet_INSTANCE_nc6A&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&template=/regioneveneto/myportal/myportal-news-detail&uuid=49113a1d-c38d-49c4-8d91-73c4ed8c2242&lang=it&contentArea=_Torrebelvicino_vivere-interna_Body1_|titolo=Sito del Comune di Torrebelvicino|accesso=13 novembre 2014}} e {{cita web|url=http://www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=49412|titolo="Il retico" su "Dipartimento di scienze dell'antichità e del vicino oriente" (Università Cà Foscari di Venezia).| accesso=4 ottobre 2009|urlmorto=sì|dataarchivio=13 aprile 2013|urlarchivio=https://archive.is/20130413112426/http://www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=49412}}</ref>.
 
Sulle alture gli Euganei erano stati spinti dall'invasione dei [[Veneti]] intorno all'VIII secolo a.C. Non vi sono prove archeologiche che le due popolazioni si siano fuse, neppure dopo l'arrivo dei Romani intorno al terzo secolo. Mentre i Veneti, che popolavano prevalentemente la pianura, furono assimilati dai Romani, gli Euganei restarono arroccati nelle zone collinari e montane e, semmai, furono protagonisti di scontri con i nuovi dominatori; dagli scavi presso il castello di Magrè sembra che, in età augustea, sia stato distrutto un "santuario"<ref>{{Cita| Mantese, 1952| pp. 4-10}}.</ref>.
 
Certamente i romani arrivarono fino al punto in cui la Val Leogra sbocca in pianura, costruendo una strada che da Vicenza seguiva il corso del torrente [[Orolo]] fino ad incontrare la "pista dei veneti" che correva ai piedi delle colline da [[Sovizzo]] alla [[ValdasticoVal d'Astico]]: ne sono testimonianza i reperti ritrovati, tra l'altro, nei territori di Giavenale e San Martino di [[Schio]], Salzena di [[Santorso]], a Pievebelvicino, dove furono trovate monete, resti di edifici, una statuetta di Priapo, una coppa in bronzo ed altri oggetti. Non sembra però che i romani si siano addentrati più di tanto nella valle; forse non si spinsero più a ovest di Belvicino<ref>Il prefisso "Torre" sembra rivelare l'origine romana del centro, dove i romani avrebbero costruito una torre di guardia e segnalazione</ref>; il territorio ''[[Centuriazione|centuriato]]'', cioè organizzato secondo lo schema che prevedeva un reticolo ortogonale di strade, canali e appezzamenti agricoli destinati ai coloni<ref>Tracce di centuriazione si trovano ancora nelle zone di Schio e di [[San Vito di Leguzzano]]. {{Cita| Mantese, 1952| p. 13}}</ref> era sempre in pianura.
 
Nel II secolo d.C. fu costruita una strada che, partendo dall'insediamento di Ascledum ([[Schio]]), risaliva la Val Leogra fino al valico oggi denominato [[Pian delle Fugazze]] e scendeva per la [[Vallarsa]], innestandosi a [[Villa Lagarina]] con la [[Claudia Augusta]], l'importante arteria che percorreva la [[Valle dell'Adige]]. La Val Leogra, tranne che a Pieve, non ebbe ancora insediamenti stabili; era incolta e selvaggia, percorsa da cacciatori, da pastori transumanti e presidiata da militari in determinati punti strategici<ref name= Torre>{{cita web|url=http://www.comune.torrebelvicino.vi.it/web/torrebelvicino/vivere/vivere-interna?p_p_id=ALFRESCO_MYPORTAL_CONTENT_PROXY_WAR_myportalportlet_INSTANCE_nc6A&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&template=/regioneveneto/myportal/myportal-news-detail&uuid=49113a1d-c38d-49c4-8d91-73c4ed8c2242&lang=it&contentArea=_Torrebelvicino_vivere-interna_Body1_|titolo=Sito del Comune di Torrebelvicino|accesso=13 novembre 2014; autorizzazione all'uso di parti del testo 17 novembre 2014 prot. 6051}}</ref>.
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Durante il IX e il X secolo il vicentino fu funestato dalle scorrerie degli Ungari, che razziavano soprattutto i centri religiosi in cui trovavano oggetti preziosi. Gli imperatori del tempo, da Berengario agli Ottoni, affidarono la difesa del territorio ai vescovi, unica autorità allora credibile che si era organizzata sulla base dei municipi romani. Al vescovo di Vicenza fu assegnata la zona compresa tra le pendici dei [[Lessini]] e la sponda occidentale dell'[[Astico]], che quindi comprendeva anche la Val Leogra<ref>Mentre la zona compresa tra la sponda sinistra dell'Astico e quella destra del Brenta fu affidata al vescovo di Padova nel 917.</ref>.
 
A difesa del territorio il vescovo di Vicenza fece costruire una serie di castelli; alcuni di essi seguivano la via romana che portava alla Val Leogra: erano i castelli di [[Isola Vicentina|Isola]], [[Priabona]], [[Malo (Italia)|Malo]], [[Torrebelvicino|Belvicino]] - quest'ultimo costruito sulla collina che si eleva a forma di cono, lambita dal torrente Leogra - [[Magrè (Schio)|Magrè]].
 
Finita la minaccia degli Ungari verso la metà del X secolo, il vescovo diede in concessione gran parte del territorio in suo possesso ai [[benedettini]], che dal [[Basilica dei Santi Felice e Fortunato|monastero dei Santi Felice e Fortunato]] di Vicenza si irradiarono in tutte le direzioni per bonificare e destinare a coltivazione i terreni, a quel tempo per la maggior parte paludosi e boscosi; tra i loro insediamenti sono documentati<ref>In particolare dal ''privilegium'' del vescovo Rodolfo del 983</ref> quelli che si snodavano lungo le pendici collinari: Costa Fabrica (Costabissara), [[Isola Vicentina|Castelnuovo]], [[Malo (Italia)|Malo]]<ref>L'attuale chiesa parrocchiale dedicata a [[San Benedetto]] è probabilmente di origine benedettina. Nel 983 essi possedevano ''in Malado casalis novem'': {{Cita| Mantese, 1952| p. 154}}</ref>, [[San Vito di Leguzzano]]<ref>Dove si trovano ancora le chiese di San Vito e di San Valentino, tipici santi benedettini</ref>, [[Magrè (Schio)|Magrè]]<ref>Anche qui la chiesa parrocchiale è dedicata a [[San Benedetto]]. Il privilegium del 983 ricorda ''in Magrade casale unum'': {{Cita| Mantese, 1952| p. 154}}</ref>, [[Torrebelvicino|Pievebelvicino]] (che aveva un priorato benedettino a San Martino di Schio), [[Torrebelvicino|Torre]], [[Santorso]].
 
Nell'XI e nel XII secolo tutto il territorio era diviso in [[feudi]]: alcuni affidati ai monasteri, altri concessi a signori rurali fedeli al vescovo, altri ancora in possesso di signori cui la concessione era stata fatta dall'imperatore o che, semplicemente, si erano appropriati di terre altrui. In Val Leogra il torrente divideva i feudi: sulla riva destra quello dei [[da Vivaro]], feudatari del [[vescovo di Vicenza]]; sulla riva sinistra quello dei conti di Vicenza, i [[Maltraversi]]. A poco a poco, stretti tra gli usurpatori e gli usurai, i vescovi di Vicenza persero tutto il loro potere, con conseguenze drammatiche come la morte cruenta prima di [[Giovanni de Surdis Cacciafronte|Cacciafronte]] e poi di [[Pistore]] e la vendita dei castelli di [[Malo (Italia)|Malo]] e [[Priabona]].
 
=== Basso Medioevo ===
Nel XIII secolo la situazione cambiò ancora: i signori risiedevano sempre più in città - con gli statuti del comune di Vicenza del 1311 furono obbligati a farlo - e da lì gestivano i feudi contrattando con le comunità rurali, che in quel periodo si stavano costituendo, il grado di autonomia che ad esse veniva riconosciuto e l'ammontare delle rendite, sempre più corrisposte in denaro. L'aristocrazia del comune di Vicenza, che aveva il potere di nominare i capi delle comunità rurali e dalle cui filafile uscivano tutti i giudici e i notai e gli altri magistrati, creò un sistema inattaccabile di dominio e di sfruttamento del contado.
 
Anche se il comune di Vicenza perse ben presto l'indipendenza e fu soggetto dapprima ai padovani, poi a [[Ezzelino III da Romano|Ezzelino da Romano]], poi ancora ai padovani e in successione agli [[Scaligeri]] di Verona e ai [[Visconti]] di Milano, le famiglie aristocratiche non persero il loro potere sulle comunità rurali; quando infine nel 1404 si sottomisero alla [[Repubblica di Venezia]], con il patto di dedizione pretesero che fosse loro garantito questo sistema di potere, che quindi perdurò durante tutta l'età moderna fino all'arrivo delle truppe napoleoniche.
 
Durante il Basso Medioevo cambiò anche la composizione etnica della popolazione: nell'alta val Leogra e su tutte le zone montane e collinari circostanti giunsero coloni di etnia e lingua tedesca, i [[Cimbri (minoranza linguistica)|Cimbri]], chiamati dai signori per disboscare e mettere a pascolo le terre della zona o per lavorare come minatori nelle attività estrattive. Questa popolazione, che verso il XIV e il XV secolo finì per assorbire quasi totalmente l'elemento latino nelle zone di insediamento, mantenne per diverso tempo lingua e tradizioni, favoriti anche dalla presenza di sacerdoti di lingua tedesca ("''de Alemania''") per la cura pastorale e il servizio religioso<ref>{{Cita| Mantese, 1954| p. 481}}.</ref>.
 
In questo periodo aumentò di molto l'attività economica; oltre all'agricoltura e alla pastorizia nacquero e si moltiplicarono le attività artigianali, che sfruttarono ai fini produttivi la forza dell'acqua che, abbondante, scendeva lungo la valle. Verso la metà del Duecento fu scavata, tra Schio e Pievebelvicino, la [[Roggia Maestra]], una derivazione del torrente Leogra, canalizzando l'acqua che fu impiegata come forza motrice di numerosi mulini.
 
==== Pievi e antiche chiese ====
Fino al Basso Medioevo, l'organizzazione ecclesiastica del territorio, anche dopo la riforma carolingia, si basava su quella romana. La diocesi era articolata in circa 25 [[pievi]] - in genere corrispondenti ai ''[[pagus|pagi]]'' dell'impero romano - e l'archipresbitero della pieve rappresentava il vescovo in quel territorio. Dalla chiesa matrice pievana dipendevano poi le cappelle, o chiese minori, in cui officiava un presbitero ad essa addetto<ref>{{Cita| Mantese, 19541952| pp. 170-73}}.</ref>.
 
La maggior parte del territorio della Val Leogra dipendeva, forse fin dal IV-V secolo, dalla pieve di [[Torrebelvicino|Santa Maria di Belvicino]]. Essa aveva giurisdizione sulla cappella di San Pietro in Garzone, nel [[vicus]] di Ascledum (Schio), menzionata nel ''privilegium'' dell'anno 1064 con cui il vescovo Liudigerio la concedeva alle benedettine del monastero di San Pietro in Vicenza; nel 1123 [[papa Callisto II]] confermava alle monache di San Pietro la pieve di Belvicino con tutte le cappelle ad essa soggette<ref>[[Domenico Bortolan]], ''I privilegi antichi del monastero di San Pietro in Vicenza'', p. 44</ref>.
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Dalle ''Rationes Decimarum'' conservate negli archivi vaticani si apprende poi che, alla fine del secolo XIII, dipendevano da questa stessa pieve le cappelle di San Lorenzo a Torrebelvicino, di San Leonzio a Magrè, di Santa Maria a Valli, di San Vito di Leguzzano e di San Giorgio a Poleo. Forse perché non soggetta alla decima, non si fa menzione della chiesa di Santa Giustina di Giavenale; tutte queste cappelle sono certamente molto antiche, poiché le ''villae'' in cui erano poste - eccezion fatta per Valli del Pasubio - sono citate nel ''privilegium'' del vescovo Rodolfo del 983.
 
Le chiese montane di Enna, Santa Caterina, San Ulderico, San Rocco di Tretto e Monte Magrè sono di origine più recente e non sono citate nei documenti vaticani; probabilmente furono erette dopo l'arrivo dei lavoratori tedeschi immigrati in quelle zone durante il XIII e XIV secolo<ref>{{Cita| Mantese, 19541952| pp. 228-31}}.</ref>.
 
A partire dal X secolo la parte più orientale della valle - il tratto posto alle pendici del [[monte Summano]] - dipese invece, sotto l'aspetto ecclesiastico, dalla chiesa di Santa Maria di Santorso, rimasta isolata in seguito al distacco dalla pieve di [[Caltrano]], dopo che nel 917 [[Berengario I]] ebbe donato tutto il territorio alla sinistra del fiume Astico al vescovo di Padova. Quando si formarono le parrocchie del Tretto, la chiesa di Santorso divenne sede pievana<ref>{{Cita| Mantese, 19541952| pp. 181-82, 231}}.</ref>.
 
La parte più a sud, infine, comprendente le ''villae'' e relative chiese di Malo, Monte di Malo, Priabona e Santomio, dipendeva dalla pieve di Santa Maria di Malo; più tardi ad essa fu annessa anche la chiesa di Santa Maria di Marano<ref>{{Cita| Mantese, 19541952| pp. 211-13}}.</ref>.
 
=== Epoca moderna ===
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Iniziò così un lungo periodo di pace - a parte il momento drammatico della [[guerra della lega di Cambrai]] - e di relativa prosperità; all'attività agricola, ancora prevalente se ne affiancarono altre due specifiche della vallata. La prima fu l'attività estrattiva, voluta e protetta da Venezia, che sfruttò le vene metallifere del Civillina-Rovegliana e del Tretto con gli altiforni di Torrebelvicino<ref>Restano ancora i toponimi Collareda, Dalle Fusine, Fusinato, Fusinieri</ref>.
 
L'altra fu l'arte della lana, testimoniata da numerosi lanifici delle famiglie [[Schio|scledensi]] e dal privilegio di lavorare "panni alti", ottenutorichiesto da Schio nel 1697 e da Malo nel 1748. Quest'ultima attività, in particolare, favorì e rese anzi necessaria l'elevazione culturale e quindi la creazione di scuole, più o meno regolari, che si tennero in tutti i centri più importanti della Val Leogra<ref>{{cita|Leogra, 1976|pp. XVIII-XIX}}.</ref>.
 
Nell'insieme, però, questo sviluppo fu un prodotto più dell'iniziativa privata che pubblica: la Serenissima non era di grande stimolo alle attività economiche, anche perché queste sarebbero state in contrasto con gli interessi dell'oligarchia dominante, sia veneziana che vicentina. La popolazione era quindi sostanzialmente povera, costantemente impegnata a soddisfare le elementari esigenze primarie, a difendersi da quelle calamità che scandivano la vita del tempo: la scarsità di cibo, fornito da un'avara agricoltura di sussistenza, che dipendeva strettamente dall'andamento climatico; le malattie endemiche, conseguenza della malnutrizione; le periodiche pestilenze (quella "manzoniana" del 1630 farà la sua luttuosa comparsa anche nella Val Leogra). La povertà era aggravata da un fisco sempre più pesante e vorace, col quale lo stato cercava di far fronte all'aumento pauroso del debito pubblico<ref name= Torre />.
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La [[Prima guerra mondiale]] costituì un evento traumatico per la vallata, accentuato dal fatto di essere a ridosso del fronte: l'alta Val Leogra, in particolare le montagne del [[Pasubio]] e del [[Novegno]], fu infatti teatro di operazioni militari. Nei tre anni e mezzo di guerra gli abitanti dei paesi valligiani conobbero fame, epidemie di [[tifo addominale|tifo]] e di [[influenza spagnola|spagnola]], subirono bombardamenti, furono costretti a sopravvivere in uno scenario di guerra, e in molti dovettero abbandonare le loro case.
 
Verso la fine della [[Secondaseconda guerra mondiale]], nella valle si susseguirono azioni partigiane e di repressione nazifascista.
 
== Natura ==
{{...|geografia}}
 
== Economia ==
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In alcuni centri della Valle sono aperti al pubblico Musei che conservano reperti e illustrano attività di interesse storico, artistico, economico locale:
 
* [[Malo (Italia)|Malo]] - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/84-museo-dellarte-serica-e-laterizia.html|Museo dell'Arte Serica e Laterizia|}}
* Malo - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/14-museo-la-casabianca.html|Museo a Casabianca|}}
* Malo - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/etnografia/63-museo-della-civilta-rurale-della-val-leogra.html|Museo Civiltà Rurale della Val Leogra|}}
* SchioMalo - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/107885-museo-geomineralogicomondonovo-e-del-caolinomaschere.html|Museo geomineralogico e delMondonovo caolinoMaschere|}}
* [[Monte di Malo]] - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/89-museo-dei-fossili-munier-chalmas-et-de-lapparent.html|Museo dei Fossili Munier-Chalmas et De Lapparent|}}
* Monte di Malo - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/1088-parco-del-buso-della-rana.html|Parco del Buso della Rana|}}
* [[San Vito di Leguzzano]] - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/98-museo-etnografico-sulla-lavorazione-del-legno.html|Museo Etnografico sulla Lavorazione del Legno|}}
* [[Santorso]] - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/99-museo-archeologico-dellalto-vicentino.html|Museo Archeologico dell'Alto Vicentino|}}
* Santorso - {{cita web | 1 = http://www.museialtovicentino.it/musei/545-parco-e-villa-rossi.htmll | 2 = Parco e Villa Rossi | 3 = | urlmorto = sì }}
* [[Schio]] - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/304-palazzo-fogazzaro.html|Museo civico Palazzo Fogazzaro|}}
* Schio - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/283-spazio-espositivo-lanificio-conte.html|Spazio espositivo Lanificio Conte|}}
* Schio - ''[[Laboratorio della civiltà industriale|''Ecomuseo dell'Archeologia Industriale'']]''
* Schio - {{cita web | 1 = http://www.fermodellistialtovicentino.it/sitofav/index.php | 2 = Mostra permanente "Il mondo del treno in miniatura" | 3 = | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130524174908/http://www.fermodellistialtovicentino.it/sitofav/index.php | dataarchivio = 24 maggio 2013 | urlmorto = sì }}
* Schio - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/1078-museo-geomineralogico-e-del-caolino.html|Museo geomineralogico e del caolino|}}
* Schio - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/512-giardino-jacquard.html|Giardino Jacquard|}}
* Schio - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/100-laboratorio-didattico-ambientale.html|Laboratorio didattico ambientale|}}
* Schio - {{cita web|http://www.nelregnodellefarfalle.it/|Nel Regno delle Farfalle - Museo entomologico naturalistico|}}
* Schio - ''[[Museo geomineralogico e del caolino]]''{{cita web | 1 = http://museogeomineralogico.oneminutesite.it/index.html | 2 = Sito del Museo | 3 = | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150402093938/http://museogeomineralogico.oneminutesite.it/index.html | dataarchivio = 2 aprile 2015 | urlmorto = sì }}
* Schio - ''Museo del cavallo e degli attrezzi rurali''
* [[Valli del Pasubio]] - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/103-museo-degli-antichi-mestieri.html|Museo degli antichi mestieri|}}
* Valli del Pasubio - {{cita web|http://www.museialtovicentino.it/musei/104-segheria-alla-veneziana.html|Segheria alla veneziana|}}
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== Note ==
{{<references}}/>
 
==Bibliografia==
* {{cita libro|titolo=Civiltà rurale di una valle veneta: la Val Leogra|autore=Terenzio Sartore (a cura di)|editore= Accademia Olimpica|città=Vicenza|anno=1976|cid= Leogra, 1976}}
* {{cita libro|titolo=Memorie storiche della Chiesa vicentina, I, Dalle origini al Mille|autore=[[Giovanni Mantese]]|id=|editore= Accademia Olimpica|città=Vicenza|anno=1952 (ristampa 2002)|cid= Mantese, 1952}}
* {{cita libro|titolo=Memorie storiche della Chiesa vicentina, II, Dal Mille al Milletrecento|autore=[[Giovanni Mantese]]|id=|editore= Accademia Olimpica|città=Vicenza|anno=1954 (ristampa 2002)|cid= Mantese, 1954}}
;Per approfondire
* Igino Giuseppe Sbalchiero, ''Tra gli sterpi del Leogra'', Ars et labor, Vicenza, La Serafica, 1970.
Line 151 ⟶ 158:
;Località
* [[Magrè (Schio)]]
* [[Malo (Italia)|Malo]]
* [[Marano Vicentino]]
* [[Monte di Malo]]
Line 165 ⟶ 172:
* [[Tretto]]
* [[Valli del Pasubio]]
* [[Alto vicentino]]
;Cucina
* [[Barbusti]]
* [[Ciccioli della Val Leogra]]
* [[Luganeghe della Val Leogra]]
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Val Leogra}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.vicenzae.org/ita/archivi/item/824-schio-e-val-leogra|titolo=Vicenza è, Schio e Val leogra|accesso=12 novembre 2014|dataarchivio=12 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141112034533/http://www.vicenzae.org/ita/archivi/item/824-schio-e-val-leogra|urlmorto=sì}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Vicenza}}