Idi Amin Dada: differenze tra le versioni

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|immagine = Idi Amin at UN (United Nations, New York) gtfy.00132 (cropped).jpg
|carica = [[Presidenti dell'Uganda|Presidente dell'Uganda]]
|mandatoinizio = 25 gennaio [[1971]]
|mandatofine = 11 aprile [[1979]]
|vicepresidente = [[Mustafa Adrisi]]
|predecessore = [[Milton Obote]]
|successore = [[Yusufu Lule]]
|carica2 = [[Presidenti dell'Unione africana|Presidente dell'Organizzazione dell'Unità Africana]]
|mandatoinizio2 = 28 luglio [[1975]]
|mandatofine2 = 2 luglio [[1976]]
|predecessore2 = [[Mohammed Siad Barre]]
|successore2 = [[Seewoosagur Ramgoolam]]
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|Attività = politico
|Attività2 = generale
|AttivitàAltre = e [[dittatore]]<ref>{{cita web|url=https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/giornata-mondiale-democrazia-dittature|titolo=Giornata mondiale Democrazia, da Pol Pot a Hitler: le 7 peggiori dittature della Storia|data=15 settembre 2022|accesso=14 settembre 2024}}</ref>
|AttivitàAltre = e [[dittatore]]
|Nazionalità = ugandese
|PostNazionalità = , [[Presidenti dell'Uganda|Presidente]] dell'[[Uganda]] dal 1971 al 1979
}}
 
La sua condotta in Uganda fu improntata alla più settaria violenza, includendo la [[razzismo|persecuzione razziale]] degli [[Acholi]], [[Lango]], [[India]]ni e altri gruppi etnici inclusi quelli di religione [[Induismo|induista]] e [[Cristianesimo|cristiana]]. L'ammontare delle vittime causate dal regime di Amin non è mai stato quantificato in maniera precisa. Una stima della International Commission of Jurists ha ipotizzato che esse siano non meno di 80.000{{formatnum:80000}} e verosimilmente vicine ai 300.000{{formatnum:300000}}. Un'altra stima, effettuata dalle organizzazioni degli esuli con l'aiuto di [[Amnesty International]], pone il numero di vittime a 500.000{{formatnum:500000}} morti.<ref name="guardian">{{Cita web |url=http://www.guardian.co.uk/obituaries/story/0,3604,1020657,00.html|titolo=Idi Amin|data=18 agosto 2003|pubblicazione=[[The Guardian]] |editore=Guardian News and Media |lingua=en}}</ref>
 
Idi Amin si autoconferì il titolo di ''Eccellenza, [[Presidente]] a vita, [[Feldmaresciallo]] Al Hadji Dottor Idi Amin, VC,<ref>''Victorious Cross'' (VC) (''croce vittoriosa'') era una onorificenza ugandese nata per imitare la ben più famosa [[Victoria Cross]] (VC) britannica.</ref> [[Distinguished Service Order|DSO]], [[Military Cross|MC]], Signore di Tutte le Bestie della Terra e dei Pesci del Mare e Conquistatore dell'Impero britannico, in Africa in Generale e in Uganda in Particolare<ref name="Alistair Boddy-Evans">{{Cita web |url=https://www.thoughtco.com/biography-idi-amin-dada-43590 |titolo=Biography of Idi Amin, Brutal Dictator of Uganda |sito=ThoughtCo. |editore=Dotdash |lingua=en}}</ref>''.
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== Biografia ==
=== Infanzia e adolescenza ===
Idi Amin non scrisse mai un'autobiografia e non autorizzò mai nessuno a scriverla. Ci sono perciò disaccordi sul dove e quando lui sia nato. Le fonti biografiche usualmente ci danno come luogo [[Koboko]] nella [[Nilo Occidentale|Provincia del Nilo OvestOccidentale]] nella tribù dei kakwa, e come data il 1924 o il 1925.<ref name="britannica">{{Britannica}}</ref> Accettando i dati del ricercatore ugandese [[Fred Guweddeko]] della [[Makerere University]], Idi Amin sarebbe nato a [[Kampala]] il 17 maggio 1928 come Idi Awo-Ongo Angoo, da Andreas Nyabire (1889 - 1976). Nyabire era di etnia kakwa e di [[religione cattolica]] ma in seguito si convertì all'[[Islam]] e cambiò il proprio nome in Amin Dada.<ref name="monitor">{{Cita news |autore=Fred Guweddeko |url=http://www.monitor.co.ug/specialincludes/ugprsd/amin/articles/index.php |titolo=Rejected then taken in by dad; a timeline |pubblicazione=The Monitor |data=1º marzo 2004 |lingua=en |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070612053237/http://www.monitor.co.ug/specialincludes/ugprsd/amin/articles/index.php}}</ref> Si dice di Amin che il soprannome Dada gli fu dato durante la carriera militare.<ref name="nation">{{Cita news |url=http://www.nationaudio.com/News/DailyNation/17082003/News/Amin_News170820039.html |titolo='Dada' always rubbed Kenya the wrong way |pubblicazione=Sunday Nation |data=17 agosto 2003 |lingua=en |urlmorto=sì |accesso=12 febbraio 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080206065709/http://www.nationaudio.com/News/DailyNation/17082003/News/Amin_News170820039.html }}</ref>
 
Abbandonato dal padre, Idi Amin fu cresciuto dalla famiglia materna. Sua madre, secondo Guweddeko, si chiamava Assa Aatte (1904-1970), apparteneva all'etnia [[lugbara]] ed era un'erborista tribale che curò anche membri della famiglia reale del [[Buganda]]. Amin iniziò a frequentare una scuola islamica di Bombo nel 1941, dove eccelse nella recitazione del [[Corano]]. Altre fonti sostengono che fu invece cresciuto da una scuola di missionari, pur rimanendo semianalfabeta. Dopo pochi anni lasciò la scuola e fece lavori occasionali prima di essere arruolato nell'esercito coloniale [[Regno Unito|britannico]].
 
=== Carriera militare ===
Amin entrò a far parte dei [[King's African Rifles]] (KAR) dell'esercito coloniale britannico nel [[1946]] nei servizi di lavanderia e cucina mentre era una recluta in addestramento. Nel [[1947]], con il [[grado militare|grado]] di [[soldato]] semplice, fu trasferito in [[Kenya]] a prestare servizio in fanteria. Idi Amin dichiarò in seguito di aver prestato servizio nel reggimento KAR nella campagna di [[Birmania]] durante la [[seconda guerra mondiale]]; questo è incerto ma i documenti dicono che il suo arruolamento fu successivo alla fine della guerra.<ref name="guardian" /><ref>{{Cita news |autore=Austin Bay |url=https://www.strategypage.com/on_point/20030820.aspx |titolo=Why Didn't Amin Rot and Die in Jail? |pubblicazione=Strategy Page |editore=StrategyWorld.com |data=20 agosto 2003 |lingua=en}}</ref>
 
Prestò servizio nella 21ª [[Brigata]] di [[fanteria]] dei KAR presso [[Gigil]], Kenya, fino al [[1949]]; in seguito la brigata fu dispiegata in [[Somalia]] per contrastare i ribelli [[Shifta]] che effettuavano razzie di bestiame bovino.<ref name="ContWldHist">{{Cita|Jan Palmowski, 2003}}.</ref> Nel [[1952]] il suo [[battaglione]] fu impiegato per contrastare i [[Mau-Mau]]. Fu promosso [[caporale]] lo stesso anno e [[sergente]] nel [[1953]].<ref name=monitor/>
 
Nel [[1954]] Amin fu nominato [[effendi]] ([[warrant officer]]), all'epoca il più alto grado conferibile a un africano di colore all'epoca nell'esercito coloniale britannico, equivalente a quello di maresciallo. Sembra che abbia acquisito il soprannome "Dada" durante il periodo di servizio in Kenya; infatti ogni qualvolta veniva sorpreso insieme a una donna nella sua tenda si difendeva dichiarando che era sua "dada" (''sorella'' in [[Lingua swahili|swahili]]), in modo tale da lasciare ai suoi superiori un modo per evitargli una punizione.<ref name="nation" />
 
Amin ritornò in Uganda nel 1954. Nel [[1961]], mancando due anni all'indipendenza dell'Uganda, fu uno dei primi due ugandesi a diventare ufficiale con il grado di [[sottotenente]]. Fu quindi assegnato alla repressione delle razzie di bestiame che avvenivano tra i [[karamojong]] dell'Uganda e i nomadi [[Turkana (popolo)|turkana]] del Kenya. Ricevuto l'ordine di disarmare entrambi i contendenti, il plotone di Amin minacciò di castrare i nomadi se questi non avessero rivelato dove fossero nascoste le loro lance.
 
Alto 1,93 metri per 120&nbsp;kg di peso, durante il periodo di servizio nell'esercito Amin praticò la [[boxe]] e ottenne il titolo di campione dei pesi massimi dell'Uganda dal [[1951]] al [[1960]].<ref name="Alistair Boddy-Evans" />
 
==== Promozioni nell'esercito ====
Dopo l'indipendenza ottenuta nell'ottobre [[1962]] [[Milton Obote]], [[primo ministro]] dell'Uganda, ricompensò Idi Amin per la sua lealtà con la promozione a [[capitano]] nel [[1963]] e a vice comandante dell'[[esercito]] nel [[1964]]. Nel [[1965]] Obote e Amin vennero implicati nel contrabbando di [[oro]], [[caffè]] e [[avorio]] al di fuori di quella che ora è la [[Repubblica Democratica del Congo]].
 
Un'indagine parlamentare in proposito, richiesta dal [[Presidenti dell'Uganda|Presidente]] [[Mutesa]] (che era anche Kabaka, ovvero re, del [[Buganda]]), mise Obote sulla difensiva. Nel [[1966]] Obote promosse Amin [[generale]] e [[comandante (grado militare)|comandante]] dell'esercito, fece arrestare cinque ministri, sospese la [[costituzione]] del [[1962]] e si proclamò nuovo presidente. Nello stesso anno Mutesa venne costretto ad andare in esilio in [[Inghilterra]] dove rimarrà fino alla sua morte nel [[1969]].
 
Amin iniziò a reclutare membri delle etnie [[nubia]]ne (kawka, lugbare e altre) provenienti dall'area a ovest del [[Nilo]] che si trova vicino alla frontiera con il [[Sudan]]. Queste tribù vivevano in Uganda dall'inizio del XX secolo e vi erano giunte dal [[Sudan]] per servire nell'esercito coloniale. In Uganda erano comunque percepiti come sudanesi (e quindi stranieri) ed erroneamente chiamati anyanya (gli anyanya sono i ribelli sudanesi del sud nella [[Prima Guerra Civile Sudanese]] e non sono mai stati presenti in Uganda). Le dichiarazioni insistono sul fatto che l'esercito di Idi Amin era formato principalmente da soldati sudanesi - un equivoco in quanto molti dei gruppi etnici presenti nel nord dell'Uganda abitano anche il Sudan.
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Una volta al governo Amin promise di far tenere elezioni nei mesi successivi. Subito dopo la presa del potere, comunque, Amin creò il cosiddetto "State Research Bureau" il quale dirigeva le squadre della morte che si occuparono di scovare e assassinare i sostenitori di Obote così come gli intellettuali che non godevano della fiducia del nuovo regime. I capi militari che non avevano sostenuto il colpo di Stato vennero giustiziati, molti tramite impiccagione.
 
Obote si rifugiò in [[Tanzania]], da dove cercò di riconquistare il paese tramite un'invasione militare nel settembre del [[1972]], senza successo. I sostenitori di Obote presenti nell'esercito ugandese, principalmente appartenenti alle [[tribù]] [[Acholi]] e [[Lango]], furono coinvolti nel tentativo di invasione. Amin per ritorsione bombardò le città tanzaniane ed eliminò gli ufficiali acholi e lango dal proprio esercito. Le [[violenze etniche]] scatenate crebbero fino a includere l'intero esercito e anche i civili. Nella misura in cui la violenza aumentava Amin diventava via via più paranoico, avendo paura di un golpe contro il suo governo. Il [[Nile Mansion Hotel]] di [[Kampala]] divenne famigerato come centro di interrogatori e tortura. Anche il Kabaka Palace, unaun'altra delle residenze di Idi Amindel Dadadittatore, fu teatro di sevizie e uccisioni di prigionieri; nei sotterranei dell'edificio furono costruite camere di tortura e si stima che vi siano morti più di 200.000 prigionieri, durante gli anni di dittatura da parte di Amin Dada.<ref>{{Cita web|url=https://www.iwmf.org/reporting/ghost-stories-idi-amins-torture-chambers/|titolo=Ghost Stories: Idi Amin’s torture chambers|data=27 dicembre 2016}}</ref>
[[File:Amin Dadas Torture chambers.jpg|thumb|Ingresso delle camere di tortura presso il Kabaka Palace]]
Il 4 agosto 1972 Amin stabilì l'[[espulsione degli asiatici dall'Uganda]], dando ai 50.000 asiatici ugandesi (la maggior parte indiani di origine [[gujarat]]i) novanta giorni per lasciare l'Uganda: disse questo perché aveva fatto un sogno nel quale, dichiarò, [[Allah]] gli diceva di cacciarli. Questa espulsione, che faceva parte di un progetto più complesso che egli chiamò "economia di guerra", causò naturalmente una significativa diminuzione degli [[induismo|induisti]] e dei [[musulmani]] presenti nel paese, oltre a un significativo declino dell'economia del paese, in quanto gli asiatici gestivano la maggior parte delle piccole e medie imprese ugandesi.<ref>{{Cita web |url=http://lcweb2.loc.gov/frd/cs/ugtoc.html#ug0159 |titolo=A Country Study: Uganda |sito=[[Biblioteca del Congresso|Library of Congress]] |lingua=en |urlmorto=sì |accesso=13 luglio 2010 |dataarchivio=25 giugno 2012 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/68gVRQx8W?url=http://lcweb2.loc.gov/frd/cs/ugtoc.html#ug0159 }}</ref>
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Sempre nel 1972 Amin troncò le [[diplomazia|relazioni diplomatiche]] con lo Stato di [[Israele]] (ebbe a dichiarare infatti: "Hitler ha fatto bene a [[Olocausto|uccidere sei milioni di ebrei]]"<ref>{{Cita web |url=http://history.state.gov/ |titolo=240. Telegram 1 From the Embassy in Uganda to the Department of State, January 2nd, 1973, 0700Z |sito=Office of the Historian |data=2 gennaio 1973 |accesso=8 agosto 2009 |lingua=en |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160731033538/https://history.state.gov/ }}</ref>), intensificando le relazioni con [[Muʿammar Gheddafi]] (capo di Stato della [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista|Libia]]) e con l'[[Unione Sovietica]]. Di conseguenza, nel 1973 gli [[Stati Uniti d'America]] chiusero la loro ambasciata a Kampala e nel 1976 il [[Regno Unito]] chiuse il suo [[Alto commissario (diplomazia)|Alto Commissariato]] in Uganda, seguiti poi da altri paesi come la [[Francia]].
 
Sotto la guida di Amin l'Uganda pianificò un grande incremento delle spese militari, il che preoccupò molto [[Nairobi]]. Durante i primi giorni di giugno del 1975 le autorità del Kenya sequestrarono un grande convoglio di armi di fabbricazione sovietica, partito dal [[porto]] di [[Mombasa]], le cui armi eranoe destinatedestinato all'Uganda.
 
La tensione tra Kenya e Uganda raggiunse il suo massimo nel febbraio del [[1976]], quando il presidente Amin improvvisamente annunciò che era sua intenzione investigare in merito alla possibilità che larga parte del sud del Sudan e il Kenya occidentale e centrale, fino a 32&nbsp;km da Nairobi, fossero storicamente parte dell'Uganda in epoca coloniale. Il governo keniota rispose due giorni dopo con uno scarno comunicato in cui diceva che non "un solo centimetro di territorio" sarebbe stato ceduto. Amin fece marcia indietro solo dopo che il Kenya dispiegò truppe e mezzi corazzati lungo il confine tra i due paesi.
 
Amin aveva anche un forte legame con l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina ([[OLP]]): l'ambasciata ugandese fu offerta all'OLP come quartier generale. Il volo AF139, un aereo dell'[[Air France]] dirottato da [[Atene]] il 27 giugno [[1976]], fu invitato da Amin a fare sosta all'[[Entebbe International Airport]] nella città di [[Entebbe]], che dista 32&nbsp;km dalla capitale Kampala. I dirottatori, che erano sostenuti dall'esercito di Amin, chiedevano in cambio del rilascio di 256 ostaggi la liberazione di 53 membri dell'OLP e della [[Rote Armee Fraktion]] (organizzazione armata tedesca, nota anche come "banda Baader Meinhof"). Amin visitò gli ostaggi in più di una occasione. I dirottatori acconsentirono a rilasciare tutti gli ostaggi, meno coloro che erano di nazionalità israeliana. Le persone liberate, tramite un aereo fornito da Amin, sarebbero state trasportate in Europa, mentre gli israeliani sarebbero stati trattenuti. L'[[equipaggio]] dell'Air France, comunque, rifiutò di essere liberato finché tutti i passeggeri non fossero stati rilasciati.
 
A mezzanotte del 3 luglio [[1976]] le forze speciali israeliane, in quella che fu chiamata [[Operazione Entebbe]], attaccarono l'[[aeroporto]], riuscendo a liberare tutti gli ostaggi meno quattro che furono uccisi (uno per errore dai soldati israeliani, due dagli ugandesi e un'altra, la settantacinquenne Dora Bloch, che era stata trasferita in ospedale prima dell'operazione di salvataggio, fu uccisa per ordine diretto di Amin da due ufficiali dell'esercito dopo il salvataggio degli ostaggi). Uno dei componenti del commando fu ucciso, si trattava di [[Yonatan Netanyahu]], fratello del futuro Primo Ministro israeliano [[Benjamin Netanyahu]]. Durante l'operazione l'aeronautica ugandese fu fortemente danneggiata e i suoi caccia furono distrutti.
 
Fu il governo francese a sollecitare Amin Dada, vicino ai paesi occidentali, ad accettare di ricevere l'aereo sequestrato per impedire ai dirottatori di cercare rifugio in un paese più lontano a livello diplomatico. Il dittatore ugandese fu avvertito solo quando l'aereo stava già sorvolando Entebbe e gli fu negato l'accesso all'aereo dal commando.<ref>{{Cita news |url=http://www.rfi.fr/afrique/20160703-israel-ouganda-france-raid-entebbe-amin-dada-40-ans-amin-dada |titolo=40 ans après le raid israélien d’Entebbe, en Ouganda: merci Idi Amin Dada? |data=3 luglio 2016 |accesso=19 gennaio 2019 |sito=RFI |lingua=fr}}</ref>
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Con il passare degli anni, Amin divenne sempre più eccentrico e [[logorroico]]. Indossava un'uniforme militare dalla giacca particolarmente lunga, sulla quale appuntava molte medaglie della Seconda guerra mondiale, incluse la ''[[Military Cross]]'' e la ''[[Victoria Cross]]''. Si conferì molti titoli, fra i quali "[[Re di Scozia]]" (King of Scotland).
 
Nel [[1977]], dopo che la [[Gran Bretagna]] ruppe le relazioni diplomatiche con l'Uganda, Amin dichiarò di aver vinto l'Inghilterra e si conferì la decorazione CBE, ossia di [[Conqueror of British Empire]] (= conquistatore dell'impero britannico). Radio Uganda annunciava per intero il suo nuovo titolo ("Sua [[Eccellenza (titolo)|Eccellenza]] Al-Hadji [[Feldmaresciallo]] Dottor Idi Amin Dada, VC, DSO, MC, CBE, Presidente a vita della Repubblica dell'Uganda"<ref name="guardian"/>).
 
Amin amava molto le macchine da corsa (ne possedeva molte), la [[boxe]] e i cartoni animati [[Disney]]. Molti giornalisti stranieri lo consideravano comico ed eccentrico, mentre in Occidente veniva spesso messo in caricatura come un buffone, criminale e cannibale.
 
Nel [[1977]], comunque, la natura profondamente criminale del regime di Amin venne per la prima volta raccontata dall'interno. [[Henry Kyemba]], ministro della [[Sanità pubblica|sanità]] sotto Amin e in precedenza ufficiale durante il primo regime di Obote, temendo per la propria incolumità se fosse rimasto in Uganda, approfittò di un viaggio intrapreso al fine di partecipare a una conferenza dell'[[Organizzazione Mondiale della Sanità]] per defezionare. Rifugiatosi in Inghilterra, Kyamba scrisse e pubblicò ''A State of Blood'', un racconto che rivelò la vera natura del regime di Amin, distruggendo l'alone di comicità e di eccentricità che resisteva intorno alla sua figura.
 
==== Deposizione ed esilio ====
[[File:Idi Amin and Mobutu.jpeg|thumb|Idi Amin fa visita a [[Mobutu Sese Seko|Mobutu]] nell'aprile del 1977]]
Nell'ottobre del [[1978]] Amin ordinò l'[[guerra ugandese-tanzaniana|invasione della Tanzania]], mentre nello stesso tempo cercava di reprimere un [[ammutinamento]] militare. Con l'aiuto di truppe libiche tentò di annettersi la [[regione del Kagera]] (nel nord della [[Tanzania]]). La Tanzania, con a capo il presidente [[Julius Nyerere]], dichiarò guerra all'Uganda e iniziò un contrattacco a cui parteciparono anche gli esiliati ugandesi.
 
L'11 aprile [[1979]] Amin dovette abbandonare la capitale [[Kampala]] in quanto l'esercito tanzaniano, aiutato dagli esuli ugandesi che si erano riuniti nell'[[Uganda National Liberation Army]], prese la città. Le perdite totali dell'esercito tanzaniano furono di un [[carro armato]].<ref name="Kapuscinski">{{Cita|Ryszard Kapuściński, 2000}}.</ref> Amin andò in esilio, inizialmente in [[Libia]], su un Bell UH-1 registrato come 5X-UWG e vi rimase fino al dicembre 1979 o, secondo altre fonti, fino all'inizio del 1980; successivamente trovò rifugio in [[Iraq]], prima di trovare finalmente asilo in [[Arabia Saudita]].
 
Aprì un [[conto corrente]] a [[Gedda]] e vi risiedette, vivendo grazie a uno stipendio governativo. Il nuovo governo ugandese scelse di lasciarlo in esilio, dichiarando che Amin avrebbe dovuto rispondere dei suoi crimini se mai fosse ritornato. Il motivo per cui i sauditi non gli permisero di parlare fu per il danno che essi credevano avrebbe arrecato all'[[Islam]].
 
Nel [[1989]] Amin, che aveva sempre ritenuto che l'Uganda avesse bisogno di lui e non aveva mai espresso rimorso per gli abusi del suo regime, tentò di ritornare in Uganda, apparentemente per capitanare un gruppo armato organizzato dal Colonnello [[Juma Oris]]. Riuscì ad arrivare fino a [[Kinshasa]], [[Zaire]] (adesso [[Repubblica Democratica del Congo]]), ma fu affrontato dal [[Presidenti dello Zaire|Presidente dello Zaire]], [[Mobutu Sese Seko|Mobutu]], che, dopo un momento iniziale di tensione, in cui si sfiorò lo scontro fra i fedeli di Amin e le guardie presidenziali zairesi, lo convinse a ritornare in Arabia Saudita.
 
Verso la fine degli anni novanta le condizioni di salute dell'ex dittatore peggiorarono a causa di una grave forma di [[insufficienza renale]]. Il suo peso salì a circa 170 chili. Il 20 luglio [[2003]] una delle sue mogli, Madina, dichiarò che era prossimo alla morte e si trovava in coma presso l'ospedale specialistico King Faisal di [[Gedda]]. Madina pregò il presidente dell'Uganda [[Yoweri Museveni]] di permettergli di morire in Uganda. La risposta fu che se fosse ritornato avrebbe dovuto "rispondere per i propri peccati".
 
Idi Amin morì in Arabia Saudita, dove era ricoverato in coma per problemi renali, il 16 agosto [[2003]] e fu sepolto nel cimitero Ruwais di Gedda.<ref>{{cita news |url=http://www.repubblica.it/2003/h/sezioni/esteri/amin/amin/amin.html |titolo=È morto Idi Amin Dada. Per 8 anni dittatore dell'Uganda |pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] |editore=[[GEDI Gruppo Editoriale]] |data=16 agosto 2003}}</ref><ref>{{Cita news |url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/august/16/newsid_3921000/3921361.stm |titolo=2003: 'War criminal' Idi Amin dies |sito=[[BBC]] |lingua=en}}</ref><ref>{{Cita news |autore=Luciano Causa |titolo=Morto Amin, addio a un mostro |pubblicazione=[[La Sicilia]] |data=17 agosto 2003 |p=2}}</ref>
 
Il 17 agosto 2003 [[David Owen]] ha dichiarato in un'intervista a [[BBC]] Radio 4 che, mentre ricopriva la carica di ministro degli Esteri nel governo britannico (1977-1979), aveva suggerito di assassinare Idi Amin. La sua idea fu respinta. Owen ha detto: "Il regime di Amin è stato il peggiore di tutti. È una vergogna il fatto che noi gli abbiamo permesso di rimanere al potere così a lungo".
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}}
{{Onorificenze
|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine nazionaleNazionale al meritoMerito (Guinea)
|collegamento_onorificenza = Ordine nazionale al merito (Guinea)
|immagine = National_Order_of_Merit_-_Grand_Cross_(Guinea).png
}}{{Onorificenze
|nome_onorificenza = Membro di I classeClasse dell'Ordine della Repubblica (Libia)
|immagine = Order_of_the_Republic_(Libya)_-_ribbon_bar.gif
|collegamento_onorificenza = Ordine della Repubblica (Libia)
}}{{Onorificenze
|nome_onorificenza = Membro di I classe dell'Ordine degli OmayydaiOmayyadi (Siria)
|collegamento_onorificenza = Ordine degli Omayyadi
|immagine = Order Of Ummayad (Syria) - ribbon bar.gif
}}{{Onorificenze
|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al meritoMerito (Repubblica Centrafricana)
|collegamento_onorificenza = Ordine al merito (Repubblica Centrafricana)
|immagine = Order_of_Merit_-_Grand_Cross_(Central_African_Republic).png
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|carica = [[Presidenti dell'Uganda|Presidente dell'Uganda]]
|immagine = Flag of Uganda.svg
|periodo = 25 gennaio [[1971]] - 11 aprile [[1979]]
|precedente = [[Milton Obote]]
|successivo = [[Yusuf Lule]]
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[[Categoria:Violazioni dei diritti umani]]
[[Categoria:Presidenti dell'Uganda]]
[[Categoria:Pugili ugandesi]]
[[Categoria:Antisemitismo in Uganda]]