L'ultima legione: differenze tra le versioni

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Intanto, a Capri, Romolo scopre un luogo segreto della villa in cui era tenuto prigioniero (un magnifico "santuario" dedicato a tutti gli imperatori romani) e con esso anche una magnifica statua in marmi policromi rappresentante [[Giulio Cesare]]. Ma Romolo fa una scoperta ancora più grande: ritrova la leggendaria spada [[Calibi (popolo)|calibica]] di Giulio Cesare. Romolo porta con sé la spada e qualche giorno dopo il gruppo di soldati, capeggiati da Livia, irrompe nella villa e libera Romolo. Da qui inizia una lunga fuga prima verso [[Fano]], dove la nave che doveva portare Romolo a Costantinopoli non arriva, e poi sempre più a nord verso la Gallia e attraverso il [[regno di Soissons]]. Sempre incalzati dalle truppe di Wulfila, che cerca vendetta nei confronti di Aureliano, giungono infine in [[Britannia]], dove scopriranno che il ricordo della passata romanità, e con essa della vecchia e leggendaria Legio XII Draco, non è ancora del tutto scomparso. Minacciati ancora da Wulfila, in possesso della spada di Cesare, ma anche dal vecchio tiranno [[Vortigern]], che regna su gran parte dell'isola con il volto celato da una maschera d'oro, decidono di affrontare tutti i loro nemici in una [[Battaglia del Monte Badon|battaglia finale presso il monte Badon]], vicino al [[Vallo di Adriano|grande vallo di Adriano]]. La notte prima della battaglia, grazie ad Ambrosinus, Aurelio scopre il suo passato dimenticato ricordandosi della caduta di Aquileia e dei genitori trucidati da Wulfila, e giura vendetta.
 
In quest'ultima battaglia, i nostri eroi riusciranno a sconfiggere i barbari vincendo definitivamente la lunghissima guerra. Nella impari battaglia però vengono uccisi Vatreno, trafitto da tre lance e inchiodato a un albero, e i due ex-schiavi Demetrio e Orosio. Batiato e Livia rimangono solo feriti. Wulfila, lo spietato guerriero erulo, tenta di uccidere selvaggiamente Romolo, ma verrà invece ucciso da quest'ultimo che lo trapassa con la spada, placando anche la vendetta di Aureliano nei confronti di Wulfila che gli aveva massacrato i genitori anni prima ad Aquileia. La vittoria è quindi per Aurelio e Romolo, anche grazie all'aiuto della "Legio XII Draco", comandata da Kustennin, che contribuisce ad eliminare il nemico. Romolo però si accorge della morte dei suoi amici e, furibondo, scaglia la scintillante spada in uno scoglio al centro di un lago (e, col passare del tempo, a causa delle intemperie dell'incisione "Cai.Iul.Caes.Ensis Caliburnus", ovvero "la spada Calibica di Giulio Cesare" si leggeranno solo le lettere [[Excalibur|E-S-CALIBUR]]). Infine da Romolo, chiamato [[Uther Pendragon|Pendragon]], e da [[Ygraine]], figlia del comandante della Legio XII, nascerà un bambino che sarà in futuro il leggendario protagonista del [[ciclo arturiano]]: [[re Artù]]. se siete arrivati fin qui, vi saluta mbr
 
== Trasposizione filmica ==