L'ultima legione
L'ultima legione, edito in Italia nel 2002, è un romanzo storico dello scrittore modenese Valerio Massimo Manfredi. Ha venduto oltre 6 milioni di copie nel mondo.[senza fonte]
L'ultima legione | |
---|---|
Autore | Valerio Massimo Manfredi |
1ª ed. originale | 2002 |
Genere | romanzo |
Sottogenere | romanzo storico |
Lingua originale | italiano |
Dal romanzo è stato parzialmente tratto un film omonimo nel 2007.
Trama
Nell'anno 476 l'Impero romano d'Occidente è sotto l'attacco delle armate del Generale Odoacre. Le forze fedeli all'impero sono state annientate e l'Imperatore Romolo Augusto, un bambino di soli 13 anni, è stato deposto e condotto a Ravenna. Nel frattempo a Dertona, dove sorge il castrum dell'ultima legione romana, la "Nova Invicta", infuria la battaglia contro i cavalieri eruli.
L'ufficiale Aureliano Ambrosio, distaccatosi dai suoi compagni, cavalca disperatamente verso la villa del nobile Flavio Oreste per chiedere aiuto, ma la trova distrutta dagli eruli e può soltanto ricevere l'ultima richiesta di Oreste morente: salvare e proteggere Romolo Augusto, suo figlio, ultimo imperatore di Roma.
Aureliano tenta di liberare Romolo imprigionato a Ravenna ma viene ferito. Quando ormai per il legionario si profila una morte certa, in suo aiuto interviene una giovane ragazza veneta, Livia Prisca, che elimina i barbari al suo inseguimento e cura la ferita di Aureliano. Livia sembra riconoscere quel coraggioso ufficiale pensando che sia lo stesso che l'aveva salvata molti anni prima ad Aquileia. Aureliano però non ricorda il suo passato e neanche lui si spiega il perché, ma comunque nega la versione di Livia. Durante la sua permanenza nelle paludi intorno a Ravenna, Aureliano viene a sapere da un informatore di Livia che alcuni soldati romani della legione "Nova Invicta" sono stati catturati. Aureliano, grazie agli informatori di Livia, viene a sapere che alcuni dei suoi vecchi amici sono stati condotti a Miseno nel sud Italia. Sempre grazie agli informatori i due scoprono anche che Romolo è stato condotto a Capri assieme al suo precettore Meridius Ambrosinus. Giunti a Miseno, Livia e Aureliano riescono a liberare due compagni d'armi di Aureliano: Batiato e Vatreno. Il primo è un gigante etiopico dalla forza eccezionale, il secondo è un veterano dalla grandissima esperienza. Vengono anche liberati altri due schiavi che in precedenza erano soldati romani: Demetrio e Orosio. Entrambi avevano perduto le famiglie a causa degli assalti delle varie tribù barbare e per questo volevano vendicarsi per la morte dei loro cari. Aureliano e Livia insieme ai loro compagni si recano a Napoli e lì organizzano la liberazione di Romolo e del suo precettore Ambrosinus.
Intanto a Capri dove era stato tenuto prigioniero fino ad allora dai Barbari, Romolo scopre un luogo segreto della villa in cui era tenuto prigioniero - un magnifico "santuario" dedicato a tutti gli imperatori romani - e inoltre scopre anche una magnifica statua in marmi policromi rappresentante Giulio Cesare. Ma Romolo fa una scoperta ancora più grande: ritrova la leggendaria spada calibica di Giulio Cesare.
Romolo porta con sé la spada e qualche giorno dopo il gruppo di soldati, capeggiati da Livia, irrompe nella villa e libera Romolo. Da qui inizia una lunga fuga prima verso Fano, dove la nave che doveva portare Romolo a Costantinopoli non arriva, e poi sempre più a nord verso la Gallia e attraverso il regno di Soissons. Sempre incalzati dalle truppe di Wulfila che cerca vendetta nei confronti di Aureliano, giungono infine in Britannia e qui scopriranno che il ricordo della passata romanità, e con essa della vecchia e leggendaria Legio XII Draco, non è ancora del tutto scomparso. Minacciati ancora da Wulfila in possesso della spada di Cesare e in più dal vecchio tiranno Vortigern, che regna su gran parte dell'isola con il volto celato da una maschera d'oro, decidono di affrontare tutti i loro nemici in una battaglia finale presso il monte Badon vicino al grande vallo di Adriano. La notte prima della battaglia, grazie ad Ambrosinus, Aurelio scopre il suo passato dimenticato ricordandosi della caduta di Aquileia e dei genitori trucidati da Wulfila e giura vendetta.
In quest'ultima battaglia i nostri eroi riusciranno a sconfiggere i barbari vincendo definitivamente la lunghissima guerra. Nella impari battaglia però vengono uccisi Vatreno, trafitto da tre lance e inchiodato a un albero, Demetrio e Orosio. Batiato e Livia rimangono solo feriti. Infine Wulfila, lo spietato guerriero erulo, in procinto di uccidere selvaggiamente Romolo, verrà invece ucciso da quest'ultimo che lo trapassa con la spada, placando anche la vendetta di Aureliano nei confronti di Wulfila che gli aveva massacrato i genitori anni prima ad Aquileia. La vittoria è quindi per Aurelio e Romolo, anche grazie all'aiuto della "Legio XII Draco", comandata da Kustennin, che contribuisce ad eliminare il nemico. Romolo però si accorge della morte dei suoi amici e, furibondo, scaglia la scintillante spada in uno scoglio al centro di un lago (e, col passare del tempo, a causa delle intemperie dell'incisione "Cai.Iul.Caes.Ensis Caliburnus", ovvero "la spada Calibica di Giulio Cesare" si leggeranno solo le lettere E-S-CALIBUR). Infine da Romolo chiamato Pendragon, e da Ygraine, figlia del comandante della Legio XII, nascerà un figlio che sarà in futuro il leggendario protagonista del ciclo arturiano: re Artù.
Trasposizione filmica
Dal romanzo di Manfredi è stato tratto il film omonimo L'ultima legione (titolo originale: The Last Legion), che è uscito nelle sale italiane il 14 settembre 2007. Il film, diretto da Doug Lefler, riprende seppur con notevoli differenze le vicende narrate nel libro.
Edizioni
- Valerio Massimo Manfredi, L’ultima legione, collana Omnibus, Arnoldo Mondadori Editore, 2002, pp. 472, ISBN 88-04-52118-X.
- Valerio Massimo Manfredi, L’ultima legione, Oscar Bestsellers, Arnoldo Mondadori Editore, 2003, pp. 476, ISBN 978-88-04-52118-1.
Curiosità
L'edizione della Oscar Mondadori ha esattamente 476 pagine, come l'anno in cui è ambientato il romanzo. Alla pagina 476 compaiono il luogo di stampa e il timbro SIAE.