Blank verse

verso della poesia inglese e tedesca

Il Blank verse è stato inventato da Henry Howard, conte di Surrey (1517-1547), usandolo nella traduzione del secondo e quarto libro dell'Eneide. [1] Portato al massimo livello da Christopher Marlowe, fu poi adottato - tra gli altri - da Shakespeare e Donne. È un sistema giambico a cinque accenti (pentametro giambico), ovviamente non dipendenti dalla quantità della sillaba: si considera un verso come un insieme di dieci sillabe e si accentano (qualora sia necessario) quelle pari, l'ultima compresa. Un esempio:

«Shall Ì compàre thee tò a sùmmer's dày?»

Altra caratteristica mutuata dalle lingue classiche è che i dittonghi vengono perlopiù considerati bisillabici e conseguentemente scanditi. Va tenuto presente che i metri "germanici" o non classici non sono per loro natura regolari. La tendenza a conservare l'assetto del verso è propria del mondo antico e della metrica italiana. Osserveremo quindi, prima di Shakesperare e dalla fine dell'Ottocento in poi, una forte irregolarità del numero delle sillabe e un'accentazione enfatica e non determinata a priori. Questo anche perché il blank verse, come le strofette di settenari sdruccioli e tronchi (Coleridge, Dickinson), sono metri molto rigidi e difficili da rispettare. Lo stesso Shakespeare, che sa essere limpidissimo nella sua prosodia, crea spesso versi strani, appesantiti, ritorti.[senza fonte]

Esempi

For the main criminal I have no hope
Except in such a suddenness of fate.
I stood at Naples once, a night so dark
I could have scarce conjectured there was earth
Anywhere, sky or sea or world at all:
But the night’s black was burst through by a blaze —
Thunder struck blow on blow, earth groaned and bore,
Through her whole length of mountain visible:
There lay the city thick and plain with spires,
And, like a ghost disshrouded, white the sea.
So may the truth be flashed out by one blow,
And Guido see, one instant, and be saved.
Else I avert my face, nor follow him
Into that sad obscure sequestered state
Where God unmakes but to remake the soul
He else made first in vain; which must not be.
Enough, for I may die this very night
And how should I dare die, this man let live?
Carry this forthwith to the Governor![2]
(Robert Browning, The Ring and the Book - L'Anello e il Libro)

Note

  1. ^ Storia della letteratura inglese. A cura di Paolo Bertinetti. Vol.I, Einaudi, p. 76
  2. ^ https://ebooks.adelaide.edu.au/b/browning/robert/ring/complete.html#book10

Voci correlate

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