Alan Clarke

regista britannico

Alan Clarke (Wallasey, 28 ottobre 1935Londra, 24 luglio 1990) è stato un regista britannico.

Ha lavorato principalmente in ambito televisivo, ma è considerato tra i più importanti registi inglesi, amato e ammirato da autori come Stephen Frears, Danny Boyle, Paul Greengrass[1], Harmony Korine e Gus Van Sant[2], il cui Elephant è un omaggio ad un film con lo stesso titolo, diretto da Alan Clarke[3].

Biografia

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Alan Clarke nasce a Wallasey, Cheshire, nel 1935. Emigra in Canada negli anni cinquanta per lavorare come minatore e successivamente conseguire gli studi in radio e televisione, presso il Ryerson Institute of Technology di Toronto.[4][5] Tornato nel Regno Unito dopo la laurea, comincia a lavorare in teatro per curare la regia di alcune piece, tra cui il Macbeth, per il Questors Theatre ad Ealing.[4][5] L'esperienza teatrale gli consente di fare apprendistato presso la ITV così da dirigere, tra il 1967 e il 1969, alcune piece teatrali per le serie televisive Half Hour Story, Company of Five, Saturday Night Theatre[5]. Proprio la ITV lo decreta come miglior regista dell'anno nel 1967[6]. Tra il 1970 e il 1981 contribuisce in modo regolare alla serie BBC intitolata Play For Today, realizzando film come Sovereign's Company da un testo di Don Shaw[7], The Hallelujah Handshake di Colin Welland[8], Penda’s Fen, dramma tratto da un testo di David Rudkin[4], To Encourage the Others, ispirato alla vicenda biografica di Derek Bentley[9], ingiustamente condannato a morte dalla giustizia britannica.[10]

Molte delle opere di Clarke, contestano in modo aspro l'establishment britannico[5], come nel caso di Scum, film del 1977 ambientato in un carcere minorile, uno dei casi più celebri nella storia della censura inglese.[11] Il film viene infatti realizzato per la serie BBC intitolata Play for today e successivamente bloccato per la durezza di alcune sequenze e per l'aperta critica contro il sistema carcerario britannico; sarà infatti trasmesso solamente nel 1991, un anno dopo la morte dello stesso Clarke.[11][12] Per le stesse ragioni, Clarke realizza una versione cinematografica di Scum nel 1979[13] destinata solo alle sale, dove i toni più aspri e più crudeli del film originariamente realizzato per la televisione, vengono mitigati.[12]

Nel 1982 dirige sempre per la televisione Made in Britain, con la sceneggiatura di David Leland e interpretato da Tim Roth qui al suo debutto[14]. Lo stesso anno, dirige David Bowie nell'adattamento televisivo del brechtiano Baal. Clarke aveva pensato inizialmente a Steven Berkoff per il ruolo, ma è il suo collaboratore John Willet a consigliare l'ingaggio del musicista inglese.[15] Alan Clarke, insieme a registi come Mike Leigh, Stephen Frears, Roland Joffé, Michael Apted, e Richard Eyre, contribuisce a cambiare linguaggio e stile dei TV Drama inglesi con una maggiore attenzione per lo spazio della messa in scena rispetto al valore del testo[16]. Attento alla vita degli ultimi e degli emarginati, affronta con spirito anarchico istituzioni come la Chiesa, il governo, la legge, la scuola, le carceri e persino le istituzioni sanitarie[16].

Tra il 1985 e il 1987 dirige il secondo e il terzo dei suoi film per il cinema, ovvero Billy the Kid and the Green Baize Vampire, musical stilizzato e sperimentale, debitore dell'opera di Bertolt Brecht[17], e Rita, Sue e Bob in più, storia licenziosa e proletaria di due ragazze della periferia dello Yorskshire sedotte da Bob, marito e padre esemplare.[18] Nelle opere della seconda metà degli anni ottanta, Clarke sperimenta ancora con l'organizzazione dello spazio e la struttura della sequenza, impiegando la Steadicam per sabotare dall'interno la forma narrativa tradizionale.[16] I film di questo periodo in cui fa uso insistito della Steadicam per mettere in relazione i personaggi con una suburbia oppressiva e senza alcuna via di fuga, sono Christine, del 1987, co-sceneggiato insieme ad Arthur Ellis e incentrato sull'ipnotica deambulazione quotidiana di un'adolescente tossicodipendente[19], Road, sempre dello stesso anno, scritto da Jim Cartwright[20], ambientato nelle zone più depresse e proletarie dell'Inghilterra settentrionale ed infine il breve Elephant, del 1989, 39 minuti prodotti da Danny Boyle che estremizzano gli aspetti sperimentali dei film precedenti[21], attraverso un'analisi violenta e astratta delle conseguenze legate ai troubles irlandesi. Il film è costituito da 18 scene che rappresentano esclusivamente esecuzioni e vendette, mediante arma da fuoco[16][22] e ispirerà Gus Van Sant per la realizzazione dell'omonimo Elephant.[23] L'ultima produzione di Alan Clark è The Firm, del 1989. Scritto da Hal Hunter e interpretato da Gary Oldman, è un'esplorazione antropologica del machismo all'interno della comunità hooligan, ma anche una disamina impietosa dell'Inghilterra Thatcheriana[24][25].

Alan Clarke è morto per un cancro il 24 luglio 1990, all'età di 54 anni.[22]

Influenza culturale

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I film di Alan Clarke hanno influenzato intere generazioni di registi, attori e sceneggiatori[5][26], tra questi Paul Greengrass, che lo considera il suo maestro[27], Stephen Frears, che lo ha definito come "il migliore di noi"[28] Tim Roth, che ha esordito proprio con Clarke nel film Made in Britain e che lo considera ancora uno dei registi più importanti con cui ha lavorato[29], Harmony Korine, che lo considera il suo regista preferito[30], Gus Van Sant, che per la realizzazione del suo Elephant, si è ispirato al film di Alan Clarke con lo stesso titolo, in particolare per le lunghe sequenze che pedinano i personaggi tra corridoi e spazi angusti.[31] Il critico David Thomson, all'interno del The New Biographical Dictionary of Film edito dalla Alfred A. Knopf afferma che "niente hai mai colto le angustie dell'esistenza come le camminate dei personaggi filmati da Alan Clarke"[32]

Filmografia parziale

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Televisione

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  • Horace (1972)
  • To Encourage the Others (1972)
  • Diane (1975)
  • Bukovsky (1977)
  • Scum (1977)
  • Psy-Warriors (1981)
  • Baal (1982)
  • Made in Britain (1982)
  • Stars of the Roller State Disco (1984)
  • Christine (1987)
  • Road (1987)
  • Elephant (1989)
  • Ultimo stadio (The Firm) (1989)
  • Scum (1991, messa in onda del TV Movie realizzato nel 1977)
  1. ^ Paul Greengrass, Paul Greengrass: My Hero Alan Clarke, su theguardian.com, 1º febbraio 2002. URL consultato il 30 aprile 2021 (archiviato il 30 aprile 2021).
  2. ^ Michael Pattison, Where to Begin with Alan Clarke, su www2.bfi.org.uk, 23 ottobre 2017. URL consultato il 30 aprile 2021 (archiviato il 3 luglio 2021).
  3. ^ Dennis Lim, English history X: Made in Britain's Roth, su villagevoice.com, 31 agosto 2004. URL consultato il 30 aprile 2021 (archiviato il 30 aprile 2021).
  4. ^ a b c (EN) Where to begin with Alan Clarke, su British Film Institute. URL consultato il 28 giugno 2021 (archiviato il 3 luglio 2021).
  5. ^ a b c d e (EN) Alan Clarke: Play for Today Biography – British Television Drama, su britishtelevisiondrama.org.uk. URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 28 giugno 2021).
  6. ^ Dave Rolinson, Alan Clarke, Manchester, Manchester University Press, 2005.
  7. ^ (EN) Sovereign's Company. URL consultato il 28 giugno 2021 (archiviato il 28 giugno 2021).
  8. ^ (EN) The Hallelujah Handshake (1970). URL consultato il 28 giugno 2021 (archiviato il 20 ottobre 2016).
  9. ^ (EN) To Encourage the Others (1972). URL consultato il 28 giugno 2021 (archiviato il 26 maggio 2016).
  10. ^ Derek Bentley, su capitalpunishmentuk.org. URL consultato il 28 giugno 2021 (archiviato il 6 dicembre 2020).
  11. ^ a b (EN) Nicole Cloarec, From the Banned Telefilm to the Feature Film: the Two Versions of Alan Clarke’s Scum (1977-1979), in Revue LISA/LISA e-journal. Littératures, Histoire des Idées, Images, Sociétés du Monde Anglophone – Literature, History of Ideas, Images and Societies of the English-speaking World, Vol. XI - n°3, 26 novembre 2013, DOI:10.4000/lisa.5549. URL consultato il 28 giugno 2021 (archiviato il 27 novembre 2020).
  12. ^ a b (EN) Scum at 40: still the daddy, su British Film Institute. URL consultato il 28 giugno 2021 (archiviato il 28 giugno 2021).
  13. ^ (EN) Facebook, Twitter, Show more sharing options, Facebook, Twitter, LinkedIn, Review: Alan Clarke's 1979 film 'Scum' remains a hard-hitting exposé of British youth prisons, su Los Angeles Times, 6 luglio 2017. URL consultato il 28 giugno 2021 (archiviato il 28 giugno 2021).
  14. ^ BFI Screenonline: Made in Britain (1983), su screenonline.org.uk. URL consultato il 28 giugno 2021 (archiviato il 20 febbraio 2020).
  15. ^ (EN) David Bowie in Baal, su UNCUT, 28 giugno 2016. URL consultato il 28 giugno 2021 (archiviato il 28 giugno 2021).
  16. ^ a b c d (EN) Tough Love: Alan Clarke, su Film Comment, 27 giugno 2016. URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 29 giugno 2021).
  17. ^ BFI Screenonline: Billy the Kid and the Green Baize Vampire (1985), su screenonline.org.uk. URL consultato il 28 giugno 2021 (archiviato il 28 giugno 2021).
  18. ^ (EN) How we made Rita, Sue and Bob Too, su the Guardian, 26 giugno 2017. URL consultato il 28 giugno 2021 (archiviato il 26 maggio 2021).
  19. ^ (EN) The Quietus | Film | Film Features | Walking To Nowhere: Alan Clarke's Christine, su The Quietus. URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 15 luglio 2021).
  20. ^ (EN) Nick Wrigley, Jim Cartwright on working with Alan Clarke in 1987, su Medium, 24 marzo 2014. URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 29 giugno 2021).
  21. ^ BFI Screenonline: Elephant (1989), su screenonline.org.uk. URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 20 febbraio 2020).
  22. ^ a b (EN) Rumsey Taylor, The In-Your-Face Films of Alan Clarke, in The New York Times, 10 agosto 2017. URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 29 giugno 2021).
  23. ^ (EN) Elephant, su tabakalera.eus, 26 gennaio 2017. URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 15 luglio 2021).
  24. ^ (EN) The Firm (1989). URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 5 novembre 2016).
  25. ^ (EN) Cult films to see before you die: Alan Clarke’s The Firm - Reader's Digest, su readersdigest.co.uk. URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 22 ottobre 2020).
  26. ^ (EN) Why Alan Clarke is the key British film-maker whose maverick spirit lives on, su the Guardian, 8 giugno 2015. URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 20 giugno 2021).
  27. ^ (EN) Paul Greengrass, Paul Greengrass: my hero Alan Clarke, su the Guardian, 1º febbraio 2002. URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 20 giugno 2021).
  28. ^ (EN) Alan Clarke, su player.bfi.org.uk. URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 29 giugno 2021).
  29. ^ (EN) Tim Roth, su The Talks. URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 26 gennaio 2021).
  30. ^ (EN) Nick Wrigley, Harmony Korine on Alan Clarke, su Medium, 25 marzo 2014. URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 29 giugno 2021).
  31. ^ (EN) Scott Macaulay, “Agitating the Information”: Director Gus Van Sant on his Long-Take Columbine Drama, Elephant | Filmmaker Magazine, su Filmmaker Magazine | Publication with a focus on independent film, offering articles, links, and resources., 5 luglio 2018. URL consultato il 29 giugno 2021 (archiviato il 29 giugno 2021).
  32. ^ David Thomson, The New Biographical Dictionary of Film, New York, Knopf, 2014.

Bibliografia

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  • Alan Clarke, Richard Kelly (curatore), Londra: Faber, 1998
  • Alan Clarke, Dave Rolinson, Manchester: Manchester University Press, 2005
  • Andrea Grunert, "Alan Clarke: Die unglaubliche Energie der Rechtlosen"; in: Lexikon des Kinder- und Jugendfilms im Kino, im Fernsehen und auf Video, Meitingen: Corian, Novembre 2003 (p. 1–7)

Collegamenti esterni

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