Buddhi

concetto della religione induista

Presso la religione induista, per buddhi si intende l'intelletto, l'intelligenza, o l'intuito, concepito come la facoltà di penetrare l'interiorità dei concetti (bodhanaat Buddhih); esso svolge le funzioni di decodifica, comprensione delle informazioni provenienti dalla mente (manas), rese possibili grazie a jñāna e vijñāna (conoscenza e scienza).[1]

Hanuman, divinità indù protagonista del poema Ramayana, raffigurato come detentore del potere interiore di buddhi.

Induismo e buddismo

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L'importanza dell'intelletto è testimoniata dal numero di sinonimi esistenti per descriverlo. La sua sede è alla sommità del capo; è legato permanentemente con il corpo causale, per mezzo della mente.

Oltre che un organo di rappresentazione, è anche un organo di capacità e decisione.[2] Partecipe sia del macrocosmo, che dell'anatomia umana a livello microcosmico,[3] si tratta di un principio supremo, inferiore solo all'anima cosmica (purusa, dove risiede la luce della coscienza), e dal quale discende il senso dell'Io (ahaṃkāra).[3] Insieme a quest'ultimo, è uno dei quattro componenti della mente nel suo complesso, oltre a manas e chitta.[4] È anche la sede delle otto disposizioni (bhāva).[3]

«Dalla prakṛti sorge il Grande [buddhi], da questo il Senso dell'Io, da questo il gruppo dei sedici. Inoltre, da cinque dei sedici sorgono i cinque elementi grossi.»

Nel buddismo, poiché il risveglio della buddhi consiste nell'illuminazione (bodhi), il termine è diventato una qualifica di Siddharta Gautama dopo che l'ebbe raggiunta, per la quale egli venne perciò chiamato Buddha.[5]

 
Il dio Ganesha (dalla tipica proboscide di elefante) con le sue ancelle Siddhi e Buddhi, cioè successo e intelligenza (miniatura indiana da Kangra).[6]

Iconografia di Buddhi

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In alcune tradizioni dell'induismo, Buddhi viene personificata come una figlia del dio Brahma e sposa di Ganesha insieme a Siddhi.[7]

Teosofia

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Nella moderna teosofia, il termine Buddhi è stato ripreso per indicare il secondo costituente supremo, dopo l'Atma, della settuplice anatomia occulta dell'essere umano, anteriore al Manas (che ne è il terzo).[8]

Atma-Buddhi-Manas formano la triade immortale dell'io umano, che sopravvive alla morte; il secondo e il terzo di essi, cioè Buddhi e Manas, si rivestono ad ogni incarnazione di una personalità psico-fisica per servirsene come strumento con cui fare esperienza nella materia, mentre Atma resta un principio non incarnato perché incondizionato.[9]

Buddhi è conosciuto nella teosofia anche come l'«Anima Spirituale», il canale attraverso cui lo Spirito Divino della Monade raggiunge l'Ego;[8] mentre il suo veicolo a sua volta è il Manas,[8] con cui forma insieme lo spirito dell'uomo propriamente detto,[10] ossia la coscienza che dovrà diventare la sede del risveglio di prajña (saggezza o discernimento).[11]

Se Atma è il raggio della volontà, e Manas della mente, Buddhi è il raggio dell'amore.[12] Anche nella teosofia è inoltre un piano di esistenza nella gerarchia dei livelli cosmici: si tratta del piano delle intuizioni, colorite di amore e di aspirazioni altruistiche.[13] Come il piano causale si riflette nel mentale inferiore, così quello buddhico si riflette nel piano astrale, che è il penultimo più basso, corrispondente nell'uomo al corpo astrale, sede delle emozioni e dei desideri egoistici non ancora trasmutati.[14]

Nell'antroposofia di Rudolf Steiner, buddhi o spirito vitale è la parte del corpo eterico modificata dall'io.[15]

  1. ^ Salvatore Giuseppe Sorisi, Mentalità e morte: percezioni, concezioni e credenze in Occidente e in India, pag. 366, FrancoAngeli, 2019.
  2. ^ Giuseppe Tucci, Storia della filosofia indiana, pag. 99, Bari-Roma, Laterza, 2005.
  3. ^ a b c d Scienza indiana: il pensiero indiano, in Storia della scienza, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2001-2004.
  4. ^ Cfr. Arthur Powell, Il corpo mentale: dove si sviluppano i poteri della mente, pag. 277, Arianna Editrice, 2016.
  5. ^ Edoardo Cicconi, Siddharta, un Buddha, su macrolibrarsi.it, Macrolibrarsi, 2022.
  6. ^ Dizionario di mitologia indiana, su miti3000.it.
  7. ^ Yuvraj Krishan, The Origins of Gaṇeśa, in Artibus Asiae, vol. 43, n. 4, Artibus Asiae Publishers, 1981–1982, pp. 285–301, DOI:10.2307/3249845, JSTOR 3249845.
  8. ^ a b c Buddhi, in Glossario della Dottrina segreta, Società Teosofica Italiana.
  9. ^ (EN) Buddhi, su theosophy.wiki.
  10. ^ Quando Manas invece è slegato da Buddhi, viene indicato semplicemente come «anima», e se unito al desiderio (kāma) nella sua parte inferiore, viene chiamato «anima animale» (kama-manas), cfr. Edoardo Bratina, Corso di Teosofia (PDF), su famigliafideus.com, p. 23.
  11. ^ G. de Purucker, Le Paramita e il Nobile Ottuplice Sentiero, in La Sorgente Primordiale dell'Occultismo, sezione 2, Pasadena, Theosophical University Press.
  12. ^ Dario Atena, L'antica scienza della resurrezione, pag. 15, Fontana Editore, 2013.
  13. ^ Michele Zappalà, Il corpo astrale e le forme pensiero (PDF), in Il pensiero teosofico: analisi di Pensiero-Mente-Coscienza secondo la Teosofia, Società Teosofica, 2022, p. 30.
  14. ^ Arthur E. Powell, Il corpo causale: l'eredità della reincarnazione, pag. 143, cap. 26, Arianna Editrice, 2016.
  15. ^ Rudolf Steiner, Il Vangelo di Giovanni, Editrice antroposofica, 2014, p. 31, ISBN 978-88-7787-427-6.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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