Il paradiso degli animali
Il paradiso degli animali è un romanzo di Carlo Cassola pubblicato da Rizzoli nel 1979.
Il paradiso degli animali | |
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Autore | Carlo Cassola |
1ª ed. originale | 1979 |
Genere | Romanzo |
Lingua originale | italiano |
Ambientazione | Maremma |
Pur non facendo parte della cosiddetta «trilogia atomica» (Il superstite, Ferragosto di morte, Il mondo senza nessuno), il romanzo si inserisce in quel filone atomico-apocalittico che caratterizzerà la produzione dell'ultima fase dell'autore.[1] Inoltre, è il terzo romanzo di Cassola che ha come protagonista il mondo animale (dopo L'uomo e il cane e il sopracitato Il superstite).[1]
Trama
modificaIl dominio degli esseri umani sulla Terra è terminato: la specie si è estinta dopo una terribile guerra nucleare e gli unici superstiti sono gli animali. Un gruppo di animali che vive in Maremma decide, guidato dai gatti e dai cani, di riunirsi in una comunità, iniziando ad evolversi per imitare gli umani. Una delle prime decisioni prese è quella di diventare vegetariani e tutti acconsentono fatta eccezione per i serpenti, che diventeranno quindi i principali antagonisti.[2]
La critica
modificaScrive Renato Bertacchini che la vicenda avvia e concretizza «artisticamente con un romanzo di robusta coralità la poetica dell'angoscia per la morte collettiva professata da Cassola».[2] I cani e i gatti vengono scelti a rappresentare i due principi su cui si fonda la convivenza: il cane rappresenta la socialità, il gatto l'individualismo. L'atteggiamento di Cassola è fortemente moralizzante: spesso durante la narrazione, l'autore-narratore dà sfogo ai suoi pensieri spiegando direttamente le motivazioni di alcune scelte allegoriche.
Edizioni
modifica- Carlo Cassola, Il paradiso degli animali, Milano, Rizzoli, 1979.
Note
modificaBibliografia
modifica- Renato Bertacchini, L'ultimo Cassola e la morte atomica, in «Otto/Novecento», n. 2, marzo-aprile 1979.
- Renato Bertacchini, Carlo Cassola. Introduzione e guida allo studio dell'opera cassoliana, terza ed., Firenze, Le Monnier, 1990, pp. 150–152.