L'Europeo

rivista italiana di attualità

L'Europeo è stato un settimanale italiano d'attualità, pubblicato dal 1945 al 1995. Dal 2001 ha conosciuto una nuova stagione editoriale, che si è conclusa nel luglio 2013.

L'Europeo
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StatoItalia (bandiera) Italia
Linguaitaliano
Periodicitàsettimanale (1945-1995),
trimestrale (2001-2002),
bimestrale (2003-2007)
mensile (2008-2013)
Generestampa nazionale
FondatoreArrigo Benedetti, Gianni Mazzocchi
Fondazione4 novembre 1945, 2001
Chiusura1995, luglio 2013
SedeMilano
EditoreEditoriale Domus (1945-1953), Rizzoli Editore (1953-1995, 2001-2013)
DirettoreArrigo Benedetti, Michele Serra, Vittorio Feltri, Daniele Protti
Redattore capoEmilio Radius
ISSN0014-3189 (WC · ACNP)
 

Fondato da Gianni Mazzocchi (editore) e Arrigo Benedetti (direttore), il primo numero esce il 4 novembre 1945 con un editoriale di Bertrand Russell e una presentazione del direttore-fondatore Arrigo Benedetti[1]. La foliazione iniziale è di otto pagine in formato lenzuolo.

La redazione, che aveva sede a Milano in via Monte di Pietà 15, comprendeva nomi destinati a diventare famosi: Tommaso Besozzi, Oriana Fallaci, Vittorio Gorresio, Vittorio Zincone, Gian Franco Venè e Giorgio Bocca. La formula era innovativa: L'Europeo era un “quotidiano” che usciva una volta alla settimana. Il formato lenzuolo (lo stesso dei quotidiani) consentì innovative soluzioni grafiche e un'impaginazione creativa e mobile. Dopo il successo riscontrato dalle vendite, entro il primo anno la foliazione raggiunse le sedici pagine.

Nel luglio 1950 Tommaso Besozzi firmò un'inchiesta sulla morte di Salvatore Giuliano. Il pezzo, con il famoso titolo ideato da Emilio Radius, Di sicuro c'è solo che è morto[2], lanciò definitivamente il settimanale. Arrigo Benedetti portò nella redazione anche scrittori come Manlio Cancogni, Camilla Cederna e Ugo Stille (corrispondente da New York). Dal 24 giugno 1951 il periodico adottò il procedimento di stampa a rotocalco.

Nel 1953 Mazzocchi cedette la testata ad Angelo Rizzoli e Giorgio De Fonseca. Dopo appena un anno Arrigo Benedetti si dimise da direttore. Il suo successore fu Michele Serra, a cui successe a sua volta Giorgio Fattori. Quest'ultimo chiamò al giornale alcuni giovani talenti: Tommaso Giglio, Gianni Roghi, Lietta Tornabuoni e Gianluigi Melega.

Un altro periodo d'oro del periodico coincise con la direzione di Tommaso Giglio (1966-76), durante la quale L'Europeo toccò le 230.000 copie a numero. In questo periodo scrissero per il settimanale i più importanti giornalisti italiani dell'epoca. Nel 1975 fu adottato un formato più ridotto, seguendo una linea adottata dai maggiori settimanali d'attualità. Alla fine degli anni settanta L'Europeo conobbe un periodo di calo delle vendite. Per rilanciarlo, nel 1979 si decise di trasferire la redazione a Roma. Il 21 giugno di quell'anno il giornale uscì con una nuova veste grafica, un nuovo ordinamento delle sezioni e anche una nuova collocazione politica, filosocialista[3]. I risultati non furono soddisfacenti (la diffusione scese a 140.000 copie), per cui l'anno successivo il giornale fu riportato a Milano. Fu chiamato alla direzione Lamberto Sechi, che aveva diretto per 14 anni Panorama (1965-1979), portandolo a grandi livelli di diffusione. Sechi frenò l'emorragia di vendite. Durante la sua direzione la testata fu accorciata in Europeo, togliendo l'articolo iniziale. Nel 1983 Sechi fu ringraziato e congedato. Dopo di lui, però, il settimanale faticò a mantenere un soddisfacente livello di vendite.

Nella seconda metà degli anni ottanta ricominciò a perdere lettori. La rivista cessò le pubblicazioni nel marzo 1995. Il marchio rimase di proprietà di RCS MediaGroup, che per garantire continuità alla testata, pubblicò alcuni numeri monografici: il primo uscì il 20 febbraio 1997, intitolato Il fattore K; il secondo fu pubblicato quattro anni dopo (aprile 2001, Cinquant'anni di gialli). Avendo ottenuto un soddisfacente successo di vendite, l'editore decise di pubblicare numeri monografici ogni tre mesi. Un'autonoma redazione guidata da Daniele Protti riproponeva gli articoli storici della rivista, contestualizzandoli e legandoli ai fatti recenti. Nel 2003 la periodicità passò da mensile a bimestrale. Dal febbraio 2008 L'Europeo fu distribuito come mensile in abbinamento opzionale al Corriere della Sera. Con il numero di luglio 2013 l'editore ha sospeso definitivamente le pubblicazioni.[4]

L'Europeo Ciac

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Oltre al settimanale cartaceo, la redazione per oltre due anni fu impegnata nella produzione di un cinegiornale: L'Europeo Ciac. I filmati venivano realizzati dalla Compagnia Italiana Attualità Cinematografiche (C.I.A.C., diretta da Sandro Pallavicini e di proprietà di Angelo Rizzoli) mentre i testi erano curati appunto dai giornalisti del settimanale.

Tra il 1956 e il 1958 furono realizzati 116 numeri di L'Europeo Ciac, proiettati nei cinema italiani.
Nel 1997 il fondo è stato acquistato dall'Istituto Luce[5].

Direttori de L'Europeo

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La fine di una direzione non coincide con l'inizio della successiva perché da un numero all'altro passano sette giorni.

Nuova edizione

Tra le firme celebri del settimanale si ricordano[7]:

Fotografi

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Tra i fotografi che hanno lavorato per il settimanale figurano:

  1. ^ L'Europeo/Chi siamo, su leuropeo.com. URL consultato il 2 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2010).
  2. ^
     
    La famosa prima pagina dell'Europeo con l’inchiesta sulla morte di Salvatore Giuliano (16 luglio 1950)
  3. ^ Andrea Aveto, L'Europeo, in Giornalismo italiano 1968-2001
  4. ^ L'Europeo chiude: in edicola l'ultimo numero. La storia per immagini, su huffingtonpost.it. URL consultato il 1/11/2013 (archiviato il 3 novembre 2013).
  5. ^ L'Europeo Ciac (1956 - 1958), su archivioluce.com. URL consultato il 5 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2017).
  6. ^ Alla notizia della nomina di Vittorio Feltri il comitato di redazione proclamò uno sciopero che si protrasse per due mesi, fino a tutto gennaio 1990.
  7. ^ Le firme, su leuropeo.com. URL consultato il 2 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2010).
  8. ^ Curò nei primi anni 1990 (durante la direzione di Vittorio Feltri) la rubrica "Visti da vicino": lo stesso titolo di una serie di libri da lui pubblicati.
  9. ^ Svelò le vere cause della morte del bandito Salvatore Giuliano.
  10. ^ Addio a Claudio Carabba, maestro di critica cinematografica, su fnsi.it. URL consultato il 21 novembre 2022.

Bibliografia

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  • Giornalismo italiano. Volume Terzo. Mondadori, 2009. Collana «I Meridiani».
  • Elena Gelsomini, L'Italia allo specchio. L'Europeo di Arrigo Benedetti (1945-1954), FrancoAngeli, Milano 2011.

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Collegamenti esterni

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