Luigi I Gonzaga

signore di Mantova, fondatore della casata dei Gonzaga
Disambiguazione – "Ludovico I Gonzaga" rimanda qui. Se stai cercando l'omonimo nipote, vedi Ludovico I Gonzaga (1334-1382).

Luigi I Gonzaga (Mantova, 1268Mantova, 18 gennaio 1360), conosciuto anche come Ludovico[1] (o Luigi Corradi da Gonzaga), fu il primo capitano del popolo di Mantova e vicario imperiale del Sacro Romano Impero. Fu il fondatore della dinastia dei Gonzaga.

Luigi I Gonzaga
Ritratto di Luigi I Gonzaga

Capitano del popolo di Mantova
Durata mandato25 agosto 1328 –
18 gennaio 1360
Capo di StatoSignore di Mantova
PredecessoreRinaldo Bonacolsi
SuccessoreGuido Gonzaga

Dati generali
Partito politicoGhibellini
Signori di Mantova
Gonzaga

Luigi I
Guido
Ugolino
Figli
Ludovico I
Figli
Francesco I
Gianfrancesco
Modifica
Luigi I Gonzaga
Ritratto di Luigi I Gonzaga, Universitätsbibliothek Salzburg
NascitaMantova, 1268
MorteMantova, 18 gennaio 1360
Cause della mortemorte naturale
Luogo di sepolturaCattedrale di San Pietro
Dati militari
BattaglieAssedio di Mantova (1328)
voci di militari presenti su Wikipedia
Stemma primitivo della famiglia Corradi-Gonzaga sino al 1328, anno della presa al potere su Mantova.
Domenico Morone, Cacciata dei Bonacolsi, (Mantova, Palazzo Ducale, 1494).
Mantova, Palazzo del Capitano

Biografia

modifica

Luigi I Gonzaga,[1][2] uomo abilissimo militarmente e di ampie vedute, ricchissimo, era figlio di Guido (chiamato anche Corrado[3]) (m. 1318) e di Estrambina, figlia di Strambino, dei conti San Martino di Strambino[4][5]; era nipote di Antonio (m. 1283). Il suo nome compare per la prima volta nel 1312 in un rogito per acquisto di terreni a Palidano di Gonzaga e successivamente a Buscoldo, Carzédole e Volta Mantovana.[6] Nel 1313 venne nominato podestà di Modena da Rinaldo (Passerino) dei Bonacolsi, nel 1318 fu podestà di Mantova e nel 1319 di Parma.

I Gonzaga al potere

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Presa di Mantova.

Con l'appoggio del ghibellino Cangrande I della Scala, che aveva mire sulla città e che gli fornì fanti e cavalleria, contando sull'appoggio del genero Guglielmo Azzone Castelbarco[7], riuscì a spodestare Rinaldo Bonacolsi, il 16 agosto 1328, e a subentrargli quale capitano generale, con diritto di nominare il proprio successore. Il 25 agosto 1328 venne acclamato capitano generale del Comune e del popolo di Mantova[8]. L'11 novembre 1329, per la sua devozione all'Impero, fu nominato vicario imperiale da Ludovico il Bavaro[9]. Nel 1331 entrò nella lega di Castelbaldo contro Giovanni I di Boemia e nel 1335 divenne signore di Reggio.

A sancire la sua fede ghibellina, fu in questo periodo che Luigi mutò lo stemma primitivo della famiglia, costituito da tre montoni d'argento, cornati e squillati d'oro in campo nero nello stemma a tre fasce nere in campo d'oro (i colori politici dei ghibellini),[10] che rimase per sempre nello scudo della famiglia Gonzaga.

Nel 1337 i Gonzaga, assieme a Venezia, Milano, Ferrara e Firenze, aderirono alla lega antiscaligera contro i signori di Verona. Un decennio dopo non ricambiarono però il favore alla dinastia veronese: Mastino II della Scala, si alleò all'usurpatore Lodrisio Visconti, contro i due fratelli ed il nipote di quest'ultimo, rispettivamente Luchino, Giovanni ed Azzone, Signori di Milano; Ludovico partecipò inviando milizie in appoggio all'esercito ambrosiano, vincitore nella Battaglia di Parabiago (21 febbraio 1339).

Nel 1342 andò in soccorso dei pisani contro i fiorentini e nel 1349 accolse Francesco Petrarca, in visita alla tomba di Virgilio. Combatté contro Bernabò Visconti che per mesi prese d'assedio Castiglione, possedimento di confine dei Gonzaga. È di questo periodo la realizzazione del serraglio mantovano, opera di difesa dei confini gonzagheschi ad ovest.[11]

Morì a Mantova nel 1360 a 92 anni e fu sepolto nella cattedrale di San Pietro.[12] Il suo sarcofago venne distrutto nel Cinquecento, durante i lavori di sistemazione della chiesa.[13]

Il suo motto fu:

(LA)

«Qui vivens laedit mortem medetur.»

(IT)

«Qui vivono i feriti, guariti dalla morte.»

con riferimento forse ai Templari che, sfuggiti al rogo, trovarono riparo nel mantovano.[14]

 
Benedetto Pagni, Giuramento di Luigi Gonzaga, Mantova, Palazzo Ducale.

Discendenza

modifica

Ebbe tre mogli e numerosi figli.

Da Richilda Ramberti (o Richelda/Richilde Ramberti) (1269-1319) di Ferrara, soprannominata "Brescianina" perché nativa di Brescia, sposata nel 1312, nacquero:

Da Caterina Malatesta (1275-?), figlia di Pandolfo I Malatesta, nacquero:

Da Giovanna Novella Malaspina (o Francesca), figlia di Spinetta Malaspina, sposata nel 1340, nacquero:

  • Azzo (o Azzone) (?-1412);
  • Giacomo (nel 1369, 22 giugno era in Varzi, presente nel atto di divisione fra i Malaspina condomini in quel feudo che si faceva da Manfredino Beccaria come arbitro amichevole);
  • Mario (morto infante);
  • Tommasina, sposò Alidosio Alidosi, figlio di Roberto Alidosi, signore di Imola;
  • Orietta;
  • Giovanni.

Luigi Gonzaga ebbe anche tre figli naturali: Costanza, Bartolomeo e ancora Costanza.

Ascendenza

modifica
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Guidone Corradi Abramino Corradi  
 
 
Antonio Corradi  
 
 
 
Guido Corradi  
Ugone de' Pedroni  
 
 
Richilde Pedroni  
 
 
 
Luigi I Gonzaga  
 
 
 
Strambino di San Martino  
 
 
 
Estrambina di San Martino  
 
 
 
 
 
 
 
 

Genealogia essenziale

modifica
Filippo Corradi
XII secolo
 
 
Abramino Corradi
1165?-1210
 
 
Guidone Corradi
?-1271/1272
 
 
Antonio Corradi
?-1283
 
 
Guido Corradi
?-1318
 
 
Luigi I Gonzaga
1268-1360
 
 
CASA GONZAGA
 
  1. ^ a b Gonzaga Luigi I, su treccani.it. URL consultato il 19 ottobre 2022.
  2. ^ (EN) Enciclopedia Britannica. Luigi Gonzaga I.
  3. ^ Alessandro Luzio, I Corradi di Gonzaga signori di Mantova, Varese, 1913.
  4. ^ Guido Vigna, Storia di Mantova: Da Manto a capitale della cultura.
  5. ^ Galeazzo Nosari, Franco Canova, I Gonzaga di Mantova. Origini di una famiglia dinastica, Reggiolo, 2019.
  6. ^ Nosari-Canova, p.66.
  7. ^ Roberto Brunelli, I Gonzaga. Quattro secoli per una dinastia, Mantova, 2010.
  8. ^ Elezione di Ludovico Gonzaga a capitano generale
  9. ^ Pietro Torelli, Capitanato del popolo e vicariato imperiale, Mantova, 1923.
  10. ^ Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da san Pietro sino ai nostri ...
  11. ^ Nosari-Canova, p.70.
  12. ^ Rosanna Golinelli Berto. Associazione per i monumenti domenicani (a cura di), Sepolcri Gonzagheschi, Mantova, 2013.
  13. ^ a b Giuseppe Amadei e Ercolano Marani (a cura di), I ritratti gonzagheschi della collezione di Ambras, Mantova, 1980, ISBN non esistente.
  14. ^ Cavazzoli, pp.48-49.
  15. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Gonzaga di Mantova, Torino, 1835.

Bibliografia

modifica
  • Cesare Cantù, Grande illustrazione del Lombardo-Veneto. Mantova e la sua provincia. Volume quinto, Milano, 1859. ISBN non esistente.
  • Giuseppe Coniglio, I Gonzaga, Varese, Dall'Oglio, 1973. ISBN non esistente.
  • Adelaide Murgia, I Gonzaga, Milano, Mondadori, 1972. ISBN non esistente
  • Galeazzo Nosari, Franco Canova, I Gonzaga di Mantova. Origini di una famiglia dinastica, Reggiolo, 2019, ISBN 978-88-99339-67-8.
  • Roberto Brunelli, I Gonzaga. Quattro secoli per una dinastia, Mantova, 2010.
  • Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Gonzaga di Mantova, Torino, 1835..
  • Carlo D'Arco, Studi intorno al municipio di Mantova, Mantova, 1871.
  • Giuseppe Amadei e Ercolano Marani (a cura di), I ritratti gonzagheschi della collezione di Ambras, Mantova, 1980, ISBN non esistente.
  • Alessandro Luzio, I Corradi di Gonzaga signori di Mantova, Varese, 1913. ISBN non esistente
  • Pietro Torelli, Capitanato del popolo e vicariato imperiale, Mantova, 1923.
  • Alberto Cavazzoli, Alla ricerca del Santo Graal nelle terre dei Gonzaga, Reggio Emilia, 2008.
  • Luca Sarzi Amadé, I Gonzaga: una dinastia tra Medioevo e Rinascimento, Bari, Laterza, 2019, ISBN 9788858139714.
  • Mario Vaini, Ricerche gonzaghesche (1189-inizi sec. XV), Firenze, Leo S. Olschki, 1994, ISBN 88-222-4216-5.

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN19190702 · CERL cnp00582492 · LCCN (ENnb2003011433 · GND (DE124745512