Marco Aurelio Caro
Marco Aurelio Caro (in latino Marcus Aurelius Carus; Narona o Mediolanum, 230 circa – Mesopotamia, luglio/agosto 283) è stato un imperatore romano dal 282 alla sua morte.
Marco Aurelio Caro | |
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Imperatore romano | |
Moneta di Marco Aurelio Caro | |
Nome originale | Marcus Aurelius Carus |
Regno | 282 – 283 |
Cognomina ex virtute | Germanicus Maximus[1] Persicus Maximus[2] |
Nascita | ca. 230 Narona[3] o Mediolanum[4] |
Morte | luglio/agosto 283 Mesopotamia |
Predecessore | Probo |
Successore | Carino, con Numeriano |
Consolato | nel 283 |
Prefetto | Del pretorio di Probo |
Durante il suo breve regno ottenne un'importante vittoria contro i Persiani, anche se la sua morte non permise ai Romani di capitalizzare il successo.
Biografia
modificaOrigini familiari
modificaNativo di Narona in Dalmazia[3] (e facente parte dell'Illiricum),[5] o di Mediolanum (iscritto all'anagrafe di Aquileia)[4] forse si chiamava Marco Aurelio Numerio Caro.[6] Aveva due figli, Carino e Numeriano, e una figlia, Paolina; ebbe anche un nipote, Nigriniano, morto prima della sua ascesa al trono, figlio di Carino o di Paolina.[7] La Historia Augusta riporta la storia delle sue origini e della sua vita prima del raggiungimento della porpora, ma questa versione non sembra a tutti completamente attendibile.[8]
Ascesa al trono
modificaFu prefetto del pretorio sotto l'imperatore Probo, anche se non raggiunse mai il consolato, come per i prefetti Volusiano, sotto Gallieno, e Placidiano, sotto Probo, prima di lui.[7]
Riguardo l'occasione della sua ascesa al trono, le fonti si dividono tra quelle che la vogliono avvenuta per mano dell'esercito dopo l'inaspettata morte di Probo,[9] e quelle che raccontano della ribellione avvenuta quando questi era ancora vivo. Nel tardo 282, infatti, Probo si trovava al comando dell'esercito romano in Norico e Rezia, quando i soldati si ribellarono all'imperatore, proclamando suo successore il proprio comandante.[7] Secondo una tradizione greca, Caro fu proclamato augusto contro la propria volontà e chiese consiglio a Probo prima che le truppe passassero alle vie di fatto;[10] secondo una ben più numerosa tradizione latina, Caro non contattò Probo, anzi fu responsabile per la rivolta.[11] Probo inviò alcune truppe contro il ribelle, che però passarono dalla parte del suo avversario; tra settembre e dicembre di quell'anno Probo fu assassinato e Caro non ebbe rivali. Sebbene non si sia mai recato a Roma per far ratificare la propria elezione dal Senato romano, non di meno rispettò l'antico e prestigioso organo dello stato.[7]
Regno (282-283)
modificaCondivide il potere con i figli Carino e Numeriano
modificaAssunse probabilmente il consolato per il resto del 282, in sostituzione di Probo; nominò il figlio maggiore Carino cesare e designò sé stesso e Carino consoli per il 283.[12] Combatté contro i Franchi, Quadi e i Sarmati,[13] ottenendo il titolo di Germanicus Maximus.[1]
Campagna sasanide
modificaIntraprese poi una campagna contro i Sasanidi, ennesimo episodio delle guerre romano-sasanidi. Le ragioni per la campagna possono essere diverse: è possibile che fosse stata progettata da Probo, anche se non vi sono prove numismatiche a favore, o che i Romani rispondessero ad un attacco sasanide; in ogni caso, l'occasione fu probabilmente fornita dalla ribellione contro lo scià persiano Bahram II del fratello Ormisda, che tentò di ritagliarsi uno stato semi-indipendente nella parte orientale dell'impero sasanide, prima di essere sconfitto.[14]
All'inizio del 283 associò al trono Carino, nominandolo augusto e incaricandolo dell'amministrazione delle province occidentali;[7] rafforzò ulteriormente la propria posizione dinastica facendo sposare Numeriano alla figlia del prefetto del pretorio Arrio Apro.[12]
La campagna fu un successo. Caro discese dall'Armenia[15] lungo il Tigri, senza trovare opposizione, in quanto il sovrano persiano non aveva ancora consolidato il proprio potere.[12] Caro, accompagnato da Numeriano, conquistò Seleucia e la capitale sasanide Ctesifonte, proseguendo oltre; assunse anche il titolo onorifico di Persicus Maximus.[2]
Morte
modificaDurante la campagna, Caro morì, nel tardo luglio o all'inizio di agosto 283,[16] in circostanze non chiare. Le fonti antiche lo dicono morto di malattia[17] o ucciso da un fulmine, in quanto volle proseguire oltre Ctesifonte sebbene un oracolo gli avesse concesso un'avanzata vittoriosa solo fino a lì.[13][17][18]
Alcune ricostruzioni moderne lo vogliono assassinato dal prefetto del pretorio Arrio Apro.[19] In generale gli storici moderni propendono per la morte per malattia, considerato il fatto che l'esercito aveva appena conseguito una grande vittoria e che la successione del figlio Numeriano avvenne senza intoppi.[12] Altre si basano sul racconto di Giovanni Malala, secondo il quale Caro fu ucciso durante una campagna contro gli Unni successiva alla campagna sasanide,[20] confermato da una versione raccontata da Giovanni Zonara,[21] per ipotizzare una campagna unnica in oriente, successiva a quella persiana, in cui Caro avrebbe perso la vita.[22] Dopo la sua morte Caro fu divinizzato.[23]
Importanza della vittoria di Caro
modificaLa vittoria di Caro in oriente fu importante dal punto di vista politico, in quanto si trattò di una vittoria durevole, che permise a Diocleziano di ottenere un accordo con i Persiani (forse nel 288), ma anche dal punto di vista culturale.
Il poeta africano Nemesiano dedicò molti versi della sua opera Cynegeticon alla celebrazione della vittoria di Caro e Numeriano, raccontando persino un trionfale ritorno a Roma che non ebbe mai luogo.[24] La vittoria ebbe grande eco anche nel V secolo, se il poeta Sidonio Apollinare si rivolse a Consenzio di Narbona ricordandogli l'impresa del suo concittadino[25] e Sinesio di Cirene la citò nel De regno.[6][26]
Note
modifica- ^ a b AE 1967, 00585
- ^ a b Zonara, 12,30; Aurelio Vittore, I Cesari, 38.3; Eutropio, 9,18.1; Festo, 24. Si veda anche CIL VIII, 12522.
- ^ a b Aurelio Vittore, Liber de Caesaribus, 39.2.
- ^ a b Historia Augusta, Carus, Carinus, Numerianus, 4.4.
- ^ Alcuni studiosi lo danno dell'Illirico, anche se questa posizione non sembra da tutti accettata (Southern, p. 132).
- ^ a b Southern, p. 330.
- ^ a b c d e Southern, p. 132.
- ^ Vita di Caro, 4.1-5; Ronald Syme, Ammianus and the Historia Augusta (Oxford, 1968), p. 99; Ronald Syme, Emperors and Biography: Studies in the Historia Augusta (Oxford, 1971), p. 50. Citati in Leadbetter.
- ^ Aurelio Vittore, 37.4; Eutropio, 9.17. Citati in Leadbetter.
- ^ Zonara, 12.29; Giovanni di Antiochia, 160. Citati in Leadbetter.
- ^ Anonimo continuatore di Cassio Dione, frammento 11. Citato in Leadbetter.
- ^ a b c d Leadbetter.
- ^ a b Eutropio, 9,18; Vita di Caro, 9.4. Citati in Leadbetter.
- ^ Southern, p. 241.
- ^ Sidonio Apollinare, 23,91-96.
- ^ Vita di Caro, 8.1.
- ^ a b Vita di Caro, 8,2.
- ^ Aurelio Vittore, 38.4; Epitome dei Cesari, 38.3; Zonara, 12.30.10-14; Festo, 24; Orosio, Contro i pagani, VII.24.4; Giordane, Storia romana, 294.
- ^ Southern, p. 133.
- ^ Malala, 303, 3.
- ^ Zonara XII 30
- ^ Santo Mazzarino, Antico, tardoantico ed era costantiniana, Edizioni Dedalo, 1980, ISBN 88-220-0514-7, p. 23.
- ^ Nemesiano, Cynegeticon, 64.
- ^ Nemesiano, Cynegeticon, vv. 63 e seguenti.
- ^ Sidonio Apollinare, 28, 88-96.
- ^ Sinesio di Cirene, De regno, 18.
Bibliografia
modifica- Fonti primarie
- (LA) Vita di Caro, in Historia Augusta. (testo latino e traduzione inglese).
- (LA) Aurelio Vittore, De Caesaribus. (testo latino e traduzione francese ).
- (LA) Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, vol.. (testo latino e traduzione inglese ).
- Rufio Festo, Breviario
- Giovanni di Antiochia, Cronologia
- Giovanni Zonara, Epitome
- Sidonio Apollinare, Poemi
- Fonti secondarie
- Leadbetter, William, "Carus (282-283 A.D.)", De Imperatoribus Romanis, 11 settembre 2001
- André Chastagnol, L'accentrarsi del sistema: la tetrarchia e Costantino, in: AA.VV., Storia di Roma, Einaudi, Torino, 1993, vol. III, tomo 1; ripubblicata anche come Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, Ediz. de Il Sole 24 ORE, Milano, 2008 (v. il vol. 18°)
- Santo Mazzarino, L'Impero romano, tre vol., Laterza, Roma-Bari, 1973 e 1976 (v. vol. II); riediz. (due vol.): 1984 e successive rist. (v. vol. II)
- Southern, Pat, The Roman Empire from Severus to Constantine, Routledge, 2001, ISBN 0-415-23943-5.
- Approfondimenti
- Meloni, Piero, Il regno di Caro, Carino e Numeriano, Cagliari, 1948.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Marco Aurelio Caro
Collegamenti esterni
modifica- Caro, Marco Aurelio, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Gaetano Mario Columba, CARO, Marco Aurelio, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931.
- Caro, Marco Aurelio, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Caro, Marco Aurèlio, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Carus, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (ES) Marco Aurelio Caro, in Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 307463196 · CERL cnp02102297 · LCCN (EN) no2014032180 · GND (DE) 105105687X · BNF (FR) cb16490844c (data) · J9U (EN, HE) 987007326438005171 |
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