Media inglese
La media inglese è un criterio dell'ambito calcistico[1], basato sul punteggio in classifica ottenuto da una squadra in competizioni strutturate col formato del girone all'italiana.[1]
L'aggettivo «inglese» è riconducibile alla nazionalità del tecnico che pianificò la formula[1], poi importata in Italia col nome di media scudetto per la censura linguistica ordinata dal fascismo.[1]
Sinossi
modificaL'assunto originario della media prevede che il conseguimento della vittoria finale in campionato di una squadra passi da un rendimento lineare[1][2], composto ovverosia di affermazioni in casa — facendo dunque valere appieno il fattore campo —[1][2] e pareggi in trasferta[1][2]: è implicitamente sottinteso che la formazione non riporti alcuna sconfitta.[2]
Il calcolo
modificaIn base al sistema di assegnazione che attribuisce 3 punti alla vittoria e uno al pareggio[3][4], la media assume i seguenti valori[1][2]:
Vittoria | Pareggio | Sconfitta | |
---|---|---|---|
In casa | 0 | −2 | −3 |
In trasferta | +2 | 0 | −1 |
In un campionato con 20 squadre partecipanti e 38 gare in calendario[2], la media inglese viene per esempio fissata a quota 76 punti[2]:
- 57 punti in casa (19 partite per 3 punti)
- 19 punti in trasferta (19 partite per un punto)
L'ideale punteggio costituito dalla media viene comparato con l'effettivo numero di punti riportato dalla squadra[1][2]; col summenzionato esempio si ha che:
- Una quota di 82 punti in classifica finale determina un valore di +6 rispetto alla media inglese;
- Una quota di 73 punti in classifica finale determina un valore di −3 rispetto alla media inglese.[1]
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i j A che cosa serve la media inglese ?, in SportWeek, La Gazzetta dello Sport, 1º aprile 2000.
- ^ a b c d e f g h Mattia Pianezzi, Chi ha ucciso la media inglese ?, su ultimouomo.com, 17 marzo 2018.
- ^ Tutti i numeri del campionato, in La Gazzetta dello Sport, 26 aprile 1999.
- ^ Tutti i numeri del campionato, in La Gazzetta dello Sport, 11 giugno 2001.