Pace di Cambrai

storico accordo tra Francia e Spagna
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La pace di Cambrai, o pace delle due dame,[1] fu un accordo tra Francesco I di Valois e Carlo V d'Asburgo, rispettivamente sovrani di Francia l'uno e Spagna, Austria e Germania l'altro, firmato il 3 agosto 1529 nell'omonima località della Francia settentrionale: ciò pose fine alla guerra della Lega di Cognac.[2]

Pace di Cambrai
Tipotrattato di pace
Firma3 agosto 1529
LuogoCambrai
PartiFrancesco I di Francia
Luisa di Savoia
Carlo V d'Asburgo
Margherita d'Asburgo
FirmatariFrancesco I di Francia e Carlo V d'Asburgo
Linguefrancese medio
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Margherita d'Asburgo (1480-1530)
Luisa di Savoia

Contesto

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La pace di Cambrai modificò a vantaggio della Francia il precedente trattato di Madrid del 1526[3]: la Borgogna rimase unita alla Francia e Carlo V d'Asburgo liberò i due figli di Francesco I, fino ad allora ostaggi degli austro-spagnoli.

Anche il re d'Inghilterra Enrico VIII prese parte alla pacificazione di Cambrai, mentre papa Clemente VII aveva già firmato il trattato di Barcellona con Carlo V.

La pace di Cambrai e la successiva pace di Cateau-Cambrésis del 1559 porranno le basi della dominazione spagnola sull'Italia meridionale e il Ducato di Milano

  1. ^ In riferimento a Luisa di Savoia, madre di Francesco I di Valois, e a Margherita d'Asburgo, zia di Carlo V e Reggente dei Paesi Bassi, che trattarono sottobanco l'accordo. Le due dame erano cognate in quanto il fratello di Luisa, Filiberto II di Savoia, era stato marito di Margherita d'Asburgo (che lo aveva sposato in seconde nozze nel 1501 e di cui, dopo 3 anni, era rimasta vedova).
  2. ^ La pace venne firmata nel palazzo di Saint-Pôl, residenza di Cambrai di Maria di Lussemburgo-Saint-Paul, contessa di Saint-Pol, di Marle, di Soissons e signora di Condé.
  3. ^ Il Trattato aveva costretto Francesco I di Valois a rinunciare ad ogni pretesa francese sul Regno di Napoli (che restò fino al 1734 un Vicereame spagnolo), al Ducato di Milano (che, fra alterne vicende, appartenne prima alla Spagna, poi all'Impero d'Austria) e all'eredità di Carlo il Temerario.

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