Santa Caterina Villarmosa

comune italiano

Santa Caterina Villarmosa (Santa Catarina in siciliano) è un comune italiano di 4 702 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Caltanissetta in Sicilia.

Santa Caterina Villarmosa
comune
Santa Caterina Villarmosa – Stemma
Santa Caterina Villarmosa – Bandiera
Santa Caterina Villarmosa – Veduta
Santa Caterina Villarmosa – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Caltanissetta
Amministrazione
SindacoGiuseppe Ippolito (lista civica Santa Caterina a vele spiegate) dal 6-10-2020
Territorio
Coordinate37°36′N 14°02′E
Altitudine650 m s.l.m.
Superficie75,82 km²
Abitanti4 702[1] (31-10-2022)
Densità62,02 ab./km²
FrazioniSan Nicola, Turolifi
Comuni confinantiAlimena (PA), Caltanissetta, Enna (EN), Petralia Sottana (PA), Resuttano, Villarosa (EN)
Altre informazioni
Cod. postale93018
Prefisso0934 e l
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT085017
Cod. catastaleI169
TargaCL
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 581 GG[3]
Nome abitanticaterinesi
Patronosanta Caterina d'Alessandria
Giorno festivo25 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Santa Caterina Villarmosa
Santa Caterina Villarmosa
Santa Caterina Villarmosa – Mappa
Santa Caterina Villarmosa – Mappa
Posizione del comune di Santa Caterina Villarmosa nel libero consorzio comunale di Caltanissetta
Sito istituzionale

Geografia fisica

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Il territorio di Santa Caterina Villarmosa è prevalentemente collinare. Essa sorge su una collina, circa 20 km a nord di Caltanissetta, a 606 metri sul livello del mare. È uno dei comuni più a nord della provincia, a ovest del fiume Salso. Nella zona "Scaleri" sorge la Riserva naturale orientata geologica di Contrada Scaleri, con la presenza di "microforme carsiche", rocce gessose variamente incise, di grande interesse scientifico.

È da molti considerato il paese esattamente al centro della Sicilia.[da chi?]

Santa Caterina nasce dalla baronia di Risichilla o Risicalla, feudo dei Chiaromonte (che vi costruiscono la fattoria-castello di Rasicudia), poi dei Platamone di Catania, e infine dei Grimaldi di Enna (1564). Pier Andrea Grimaldi ottiene nel 1572 una prima licentia populandi che diventa definitiva il 28 gennaio 1604 su istanza del figlio Giulio Grimaldi. Con il passaggio ai Grimaldi, il feudo prende nome da Santa Caterina d'Alessandria, alla quale Giulio Grimaldi Barone di Risigallo era molto devoto.[senza fonte] Nel 1625 ne ottengono il titolo di principi.[4] Nel 1661 la baronia passa ai Cottone, principi di Castelnuovo, i quali, per concessione regia, due anni dopo mutano il nome in "principato di Villarmosa"[5] (dallo spagnolo villa hermosa cioè "paese bello").[6] Tra i più illustri dei Cottone di Villarmosa e Castelnuovo vi fu Carlo,[7] protagonista nella vicenda della Costituzione siciliana del 1812.

Tuttavia, "Villarmosa" fu aggiunto al nome del paese solo dopo l'Unità d'Italia. Fino al 1862 infatti era chiamato semplicemente Santa Caterina.[8]

Abbastanza controversa è la questione della origine dell'insediamento urbano: infatti, se da una parte una "curatia" stabile di anime (circoscrizione ecclesiastica che sottintende la nomina di un curato stabile e residente) è attestata solo dagli inizi del XVIII secolo, è anche vero che i registri parrocchiali prendono inizio dal 1605 e che si registrano sul territorio comunale tracce di presenza umana sin dall'epoca preistorica.

Ad ogni modo, la popolazione comincia a essere annotata nei registri parrocchiali dal 1606, e nel primo censimento del 1614 risultano risiedere nel paese 600 persone in 145 famiglie. Nel 1717 si inizia la costruzione della nuova Madrice, e nel 1752 il vescovo di Agrigento costituisce la chiesa locale in arcipretura autonoma.

Il periodo più vivace e anche più turbolento per il paese si ebbe tra la metà del XVIII secolo e la metà del XIX: la strada da Palermo a Catania che dal 1826 la attraversava apportò molti vantaggi, e la popolazione partecipò attivamente a tutte le vicende del secolo, dai moti del 1820 a cui diede inizio nella provincia, alla tragica conclusione dei Fasci Siciliani con la strage in piazza del 5 gennaio 1894. Dal 1860 inizia la decadenza segnata dalle massicce emigrazioni.[senza fonte]

Monumenti e luoghi d'interesse

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  • Chiesa Madre, eretta nel XVII secolo, dedicata all'Immacolata Concezione. L'interno, a tre navate, è ricco di affreschi. La chiesa è sita in piazza Garibaldi.
  • Chiesa Santa Maria delle Grazie (Santuario della SS. Madonna delle Grazie), risalente al 1600, situata in via Roma.
  • Sito archeologico di "Cozzo Scavo", antico insediamento dell'età del ferro; i reperti rinvenuti sono custoditi nel Museo archeologico di Caltanissetta.
  • Chiesa del Purgatorio (Maria Santissima del Suffragio), del 1648, situata tra via Ruggero Settimo e via Avvocato Gallina.

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[9]

Economia

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L'economia del paese è prevalentemente agricola (grano, olive e mandorle). Caratteristica di questo piccolo paese della provincia nissena è la grande tradizione nell'arte del ricamo.

Amministrazione

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Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
22 giugno 1989 8 gennaio 1992 Salvatore Fiandaca Democrazia Cristiana Sindaco [10]
15 febbraio 1992 10 aprile 1993 Renato Tramontana Democrazia Cristiana Sindaco [10]
6 dicembre 1993 1º dicembre 1997 Liborio Lucio Seminatore - Sindaco [10]
1º dicembre 1997 28 maggio 2002 Giuseppe Ippolito Partito Democratico della Sinistra Sindaco [10]
28 maggio 2002 15 maggio 2007 Antonino Fiaccato lista civica Sindaco [10]
15 maggio 2007 6 maggio 2012 Antonino Fiaccato lista civica Sindaco [10]
7 maggio 2012 11 giugno 2017 Michelangelo Saporito lista civica Sindaco [10]
12 giugno 2017 destituito Antonino Fiaccato lista civica Sindaco [10]
6 ottobre 2020 - Giuseppe Ippolito lista civica Sindaco [10]

Gemellaggi

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  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 13 gennaio 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Francesco Maria Emanuele e Gaetani di Villabianca, Della Sicilia nobile, Palermo 1775, T. I, pp.78-80
  5. ^ Isidoro La Lumia, Carlo Cottone, Principe di Castelnuovo, Palermo, Luigi Pedone Lauriel editore, 1872, p. 5.
  6. ^ Pasquale Passarelli e Adele Falasca, Sicilia, collana Comuni d'Italia, Istituto enciclopedico italiano, 2005, p. 99.
  7. ^ A. Mango di Casalgerardo, Nobiliario di Sicilia, su bibliotecacentraleregionesiciliana.it (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2020).
  8. ^ Variazioni Amministrative dei Comuni dall'Unità d'Italia su elesh.it
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ a b c d e f g h i http://amministratori.interno.it/

Bibliografia

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  • I Caterinesi di Giuseppe Lo Vetere - Aprile 2008 - Ed. Lussografica

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN148067750 · LCCN (ENno98131543 · GND (DE4269918-6 · J9U (ENHE987007487186005171
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