Santo Stefano Belbo

comune italiano

Santo Stefano Belbo (San Stevo an Belb in piemontese) è un comune italiano di 3 779 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. È il comune più orientale della provincia e quello a minore altitudine.[4] Dal primo gennaio 2019 ha incorporato il comune limitrofo di Camo. È il luogo natale dello scrittore Cesare Pavese e del pilota Rinaldo Capello detto "Dindo".

Santo Stefano Belbo
comune
Santo Stefano Belbo – Stemma
Santo Stefano Belbo – Veduta
Santo Stefano Belbo – Veduta
Santo Stefano Belbo visto da Moncucco
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Piemonte
Provincia Cuneo
Amministrazione
SindacoLaura Maria Cristina Capra (centro-destra) dal 26-9-2020
Territorio
Coordinate44°42′N 8°14′E
Altitudine170 m s.l.m.
Superficie27,18 km²
Abitanti3 800[1] (31-3-2023)
Densità139,81 ab./km²
FrazioniBauda, Camo, Dornere, Moncucco, Robini, San Grato, Santa Libera, Valdivilla, Vogliere, Valle Tinella, San Maurizio, Piacentini
Comuni confinantiCalosso (AT), Canelli (AT), Castiglione Tinella, Cossano Belbo, Loazzolo (AT), Mango
Altre informazioni
Cod. postale12058
Prefisso0141
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT004213
Cod. catastaleI367
TargaCN
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 563 GG[3]
Nome abitantisantostefanesi
Patronosan Rocco
MottoVitis Sancti Stephani Ad Belbum Vita
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Santo Stefano Belbo
Santo Stefano Belbo
Santo Stefano Belbo – Mappa
Santo Stefano Belbo – Mappa
Posizione di Santo Stefano Belbo nella provincia di Cuneo
Sito istituzionale

Situato sulle rive del torrente Belbo, affluente del fiume Tanaro, fa parte della Unione montana Alta Langa, è noto principalmente per la produzione vinicola in particolare il Moscato.

Simboli

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Lo stemma comunale, concesso con regio decreto del 21 agosto 1902[5], si può blasonare:

«Troncato: di sopra, d'oro, all'aquila di nero, rostrata e membrata del campo, caricata in petto di uno scudetto d'argento al capo di rosso; di sotto di rosso, al tralcio di vite con due grappoli d'uva nera e bianca e pampini al naturale. Motto: Vitis Sancti Stephani ad Belbum vita. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone,concesso con DPR del 13 dicembre 1983[5], è un drappo di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo

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Risalente al 1300, sorge accanto ai resti di un'antica torre medievale e ai ruderi del castello. Abbandonata nel 1926, è oggi sede della Biblioteca Civica e della Fondazione Cesare Pavese.

Santuario della Madonna della Neve.

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Si trova in cima alla collina di Moncucco e da qui ogni anno il 4 agosto parte il segnale per l'accensione dei falò che illuminano il paesaggio collinare[6].

Situata sulla strada per Canelli, è ora adibito come museo ed il lato frontale dell'edificio ospita il pub "Paesi tuoi". Nel giardino vi è anche ubicato un monumento allo stesso Pavese.

Laboratorio di falegnameria di Nuto

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Pinolo Scaglione detto "Nuto" era una delle persone più importanti per Pavese, e fece anche parte di molti suoi scritti: come protagonista nella poesia "I fumatori di carta" e presente nel romanzo "La luna e i falò". Oggi la Casa di Nuto ospita numerose testimonianze della sua attività quali la raccolta completa delle opere e delle loro traduzioni in diverse lingue, fotografie dello scrittore e dei luoghi dove sono ambientati i suoi romanzi, nonché una sezione dedicata agli studi sull’autore. E ancora: una collezione di oggetti originari della casa, di attrezzi del mondo contadino e di arnesi di una bottega di maniscalco.

Cultura

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Eventi pubblici

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La Notte Gialla

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Santo Stefano Belbo è solita, ogni estate, ospitare la "Notte Gialla", quest'evento rappresenta una grande opportunità per poter mostrare specialmente l'eccellenza del territorio nel settore vitivinicolo. Le strade si animano con spettacoli musicali, mercatini artigianali e degustazioni di prodotti tipici locali, come i celebri vini delle Langhe. La manifestazione è un momento di aggregazione per la comunità locale e un'attrazione per i turisti, offrendo un'esperienza unica che unisce tradizione, arte e gastronomia in un contesto suggestivo e affascinante.

La Fiera dei Cubiot

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Nel paese, all'inizio di dicembre, si tiene una antica fiera chiamata "di cubiot", dedicata ai neofidanzati. Era tradizione che le coppie formate dai "bacialé" (sensali di matrimoni) si mostrassero per la prima volta insieme in questa occasione. Solitamente, i giovani si sposavano poco dopo, al massimo entro Pasqua, prima che l'arrivo della primavera rendesse più impegnativo il lavoro nei campi.

La prima domenica del mese, la fiera si sviluppa lungo le vie del paese, con bancarelle e stand gastronomici. Sotto l'ala vengono distribuite caldarroste, "friciule" (frittelle) e vin brulè. Un'area è dedicata alla mostra di macchine e attrezzi agricoli.

Dalla fine degli anni Novanta, la fiera è stata rinnovata e arricchita con spettacoli, come l'esibizione della banda musicale, gruppi folkloristici, artisti di strada e cantastorie. Inoltre, viene fatta rivivere la figura tipica del bacialé, che un tempo girava per il paese a procacciare matrimoni.

Letteratura

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Cesare Pavese

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Cesare Pavese (1908-1950) è stato uno dei più importanti scrittori e poeti italiani del XX secolo, ha trascorso gran parte della sua vita a Torino dove ha frequentato il liceo e successivamente l'Università, laureandosi in Lettere.

La carriera letteraria di Pavese è strettamente legata alla casa editrice Einaudi, con la quale ha collaborato come traduttore, redattore e infine direttore editoriale. Ha tradotto in italiano opere di scrittori americani come Herman Melville, John Steinbeck e William Faulkner, influenzando significativamente il panorama culturale italiano dell'epoca con la diffusione della letteratura americana.

Pavese è noto per i suoi romanzi e le sue poesie, caratterizzati da uno stile lirico e malinconico, in cui esplora temi come la solitudine, la ricerca di identità e il rapporto tra individuo e società. Tra le sue opere più celebri si annoverano "La luna e i falò" (1950), un romanzo che riflette sul ritorno alle radici e sulla disillusione del dopoguerra, e "Dialoghi con Leucò" (1947), una raccolta di dialoghi filosofici ispirati alla mitologia greca.

La sua vita fu segnata da una profonda inquietudine esistenziale e da frequenti crisi depressive. Il suo diario, pubblicato postumo con il titolo "Il mestiere di vivere" (1952), offre una visione intima delle sue riflessioni personali e della sua lotta interiore. Pavese si tolse la vita il 27 agosto 1950, in una stanza d'albergo a Torino, lasciando un biglietto con le parole "Non fate troppi pettegolezzi".

L'eredità di Cesare Pavese rimane viva nella letteratura italiana, e il suo lavoro continua a essere oggetto di studio e ammirazione. La sua capacità di catturare le sfumature dell'animo umano e di rappresentare la complessità dei rapporti umani lo rende un autore di straordinaria profondità e sensibilità.

Le relazioni con il paese natale
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La relazione di Cesare Pavese con il suo paese natale, Santo Stefano Belbo, è stata profonda e complessa, influenzando in modo significativo la sua vita e la sua opera. Situato nelle Langhe, una regione collinare del Piemonte, Santo Stefano Belbo ha fornito a Pavese un ricco patrimonio di ricordi e immagini che hanno alimentato la sua scrittura.

Santo Stefano Belbo è stato il luogo dell'infanzia di Pavese, dove ha vissuto fino all'età di sei anni prima di trasferirsi a Torino. Tuttavia, le esperienze e le impressioni di quei primi anni hanno lasciato un segno indelebile nella sua mente. Il paesaggio delle Langhe, con le sue colline, i vigneti e i piccoli borghi, è diventato un simbolo ricorrente nelle sue opere, rappresentando un mondo arcaico e rurale, spesso contrapposto alla modernità e alla vita urbana.

Uno dei testi più significativi in cui Pavese esplora il legame con il suo paese natale è "La luna e i falò" (1950). Questo romanzo, considerato il suo capolavoro, racconta la storia di un uomo che, dopo molti anni trascorsi in America, ritorna nel suo paese d'origine, Santo Stefano Belbo, in cerca delle sue radici e di un senso di appartenenza. Attraverso il protagonista, Pavese riflette sul tema del ritorno, del confronto tra passato e presente, e della ricerca di identità. Il paese diventa un luogo di memoria e di riflessione, dove il protagonista rivive le esperienze della sua infanzia e affronta le delusioni e i cambiamenti del dopoguerra.

La campagna piemontese, con la sua vita semplice e dura, è spesso idealizzata nelle opere di Pavese, ma al contempo è rappresentata con realismo e acutezza. I personaggi che popolano i suoi racconti sono spesso contadini, braccianti e gente semplice, le cui storie riflettono le difficoltà e le speranze della vita rurale.

Nonostante il trasferimento a Torino e il coinvolgimento nella vita intellettuale e politica della città, Pavese mantenne sempre un legame affettivo con Santo Stefano Belbo. Questo legame si manifestava anche nei suoi ritorni periodici al paese, dove cercava rifugio e ispirazione. La casa natale di Pavese, oggi trasformata in un museo, è diventata un luogo di pellegrinaggio per i suoi ammiratori e per chiunque voglia comprendere meglio le radici della sua arte.

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[7]

Etnie e minoranze straniere

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Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Santo Stefano Belbo sono 432[8], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[9]:

  1. Repubblica di Macedonia, 308
  2. Bulgaria, 82
  3. Romania, 79
  4. Albania, 31

Economia

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La maggior parte delle attività economiche di Santo Stefano Belbo ruota intorno alle produzioni vitivinicole. Questa realtà ha anche favorito tutta una serie di attività eno-meccaniche indotte: ricordiamo, tra le tante, il primato santostefanese nel mondo per la costruzione di macchine per il lavaggio e l'asciugatura di bottiglie piene e per le macchine per l'irrorazione del solfato di rame.

Inoltre sono presenti attività dell'artigianato e della piccola industria, legate all'enologia all'automobilismo ed alla lavorazione della nocciola Tonda Gentile.

Amministrazione

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Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
18 gennaio 1988 7 giugno 1993 Giovanni Franco Ceretto Partito Socialista Italiano Sindaco [10]
7 giugno 1993 28 aprile 1997 Luigi Ciriotti Partito Liberale Italiano Sindaco [10]
28 aprile 1997 14 maggio 2001 Luigi Ciriotti - Sindaco [10]
14 maggio 2001 30 maggio 2006 Giuseppe Artuffo Alleanza Nazionale Sindaco [10]
30 maggio 2006 16 maggio 2011 Giuseppe Artuffo centro-destra Sindaco [10]
16 maggio 2011 26 settembre 2020 Luigi Genesio Icardi lista civica: vivere Santo Stefano Sindaco [10]
  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 marzo 2023 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Info su www.tuttitalia.it
  5. ^ a b Santo Stefano Belbo, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 22 dicembre 2023.
  6. ^ Itinerari d'arte in Piemonte, in Regione Piemonte, 2008.
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. ^ Dato Istat al 31/12/2017, su demo.istat.it. URL consultato il 25 agosto 2018.
  9. ^ Dati superiori alle 20 unità
  10. ^ a b c d e f http://amministratori.interno.it/

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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