Spudaiogeloion
Lo spudaiogeloion (dal greco antico σπουδαῖος, serio, e γέλοιος o γελοῖος, comico) è una tecnica letteraria molto utilizzata nelle letterature antiche. In italiano è anche noto come serio-faceto; esso rappresenta l'alternanza, in una stessa opera, di un linguaggio piuttosto elevato (anche in poesia) e di un linguaggio comico. Tale stile era comunque evitato dalla grande maggioranza degli intellettuali e dei letterati poiché andava a mescolare differenti registri stilistici e non rispettava le unità aristoteliche; infatti il linguaggio, seppur non venga direttamente trattato da Aristotele, era ritenuto elemento significativo per contraddistinguere i vari generi.
Caratteristiche
modificaLo spudaiogeloion nasce come una sorta di "ibrido letterario"; la sua caratteristica saliente è infatti il connubio di vari registri stilistici e l'alternanza di essi all'interno della stessa opera, sia essa in poesia o in prosa. Molto spesso, anzi, lo spudaiogeloion si lega alla tecnica del prosimetrum, l'alternanza di prosa e poesia tipica della satira menippea, utilizzato da Seneca (nelle cui opere si possono, difatti, rintracciare le due tecniche) e in opere più moderne come la Vita Nuova di Dante (in cui lo spudaiogeloion è completamente inutilizzato).
La tecnica nella letteratura
modificaLe origini
modificaPer rintracciare le origini del serio-faceto è necessario risalire alla commedia antica greca; uno dei primi esempi di spudaiogeloion può essere visto nella produzione aristofanea. Le Rane (Βὰτραχοι) costituisce forse la prima opera in cui è presente questa tecnica. I personaggi di Dioniso e Xantia si presentano in un dialogo molto scurrile, tipico dell'aischrologhia del teatro di Aristofane, e si contrappone loro la tenzone poetica tra Eschilo e Euripide (è comunque da notare la prevalenza del comico nello stile di Aristofane). In Pace la grande abilità poetica nel descrivere la campagna, paradiso ormai perduto, si contrappone a nuove forme di aischrologhia. Altri esempi di spudaiogeloin nella letteratura greca antica si ritrovano in Platone (nelle opere come il Gorgia), nel Simposio di Senofonte, e via via nella produzione comica; la produzione letteraria che più utilizzerà questa tecnica sarà comunque quella cinica. La filosofia cinica, combinandosi con la stoica darà infatti luogo alla diàtriba (appunto cinico-stoica); anch'essa utilizzerà molto spesso il serio-faceto.
Il serio-faceto latino
modificaLa letteratura latina riprende lo spudaiogeloion in molte opere. Innanzitutto con Menippo, autore delle Saturae Menippeae, che influenzerà vari autori, tra cui Seneca e Petronio. Dopo di lui Orazio e Giovenale costituiscono importanti esempi al riguardo. Interessante è l'Apokolokyntosis senecano, l'unica satira menippea giunta fino a noi, che quindi, come tale, combina lo spudaiogeloion con il prosimetrum (prosimetro); sempre nella letteratura imperiale ritroviamo tale tecnica nel Satyricon di Petronio che, com'è noto, riprende, rielabora e ribalta (anche in forma provocatoria e pungente) moltissimi generi precedenti, non solo la satira menippea ma anche l'epos e il romanzo greco.
Il Medioevo e l'evoluzione dello spudaiogeloion
modificaLa "rivoluzione" del comico dantesco
modificaNella letteratura italiana una sorta di spudaiogeloion può essere visto nella Commedia dantesca, anche se naturalmente sono necessarie le dovute contestualizzazioni. Lo stesso titolo rievoca l'innalzamento e l'abbassamento continuo del linguaggio, tipico di questa antica tecnica, giunta fino al XIV secolo sotto tale forma, ovvero linguaggio innalzabile a seconda delle situazioni, un concetto non proprio analogo all'originario spudaiogeloion. La modalità con cui Dante elabora il serio-faceto è chiara; lo stile comico è l'alternanza di sublime e comico e utilizza anche suoni, parole e intere frasi onomatopeiche, grottesche, fanciullesche ("il pappo e il dindi"), dai suoni aspri (Pape Satàn, pape Satàn aleppe, If. VII, 1), per aprirsi poi a disquisizioni filosofiche, argomenti teologici, richiami alla classicità, lodi a Dio, non solo da cantica a cantica, ma anche all'interno degli stessi canti, indipendentemente dal regno trattato.
Con un'accezione simile a quella utilizzata da Dante, e con toni già diversi da quelli antichi, il serio-faceto è presente anche nel Boccaccio; non per niente la sua più nota opera è stata anche definita "Commedia umana" (anche se naturalmente non in riferimento allo spudaiogeloion, ma anche questo è un elemento di cui tener conto).
Lo spudaiogeloion come stile vero e proprio può considerarsi esaurito con la letteratura medievale, anche se il cosiddetto serio-faceto caratterizzerà ancora molte opere, distanti, tuttavia, dalla forte impronta stilistica attribuita a questa tecnica nel mondo antico. Opere moderne di vario tipo (ed è da sottolineare la grande importanza ottenuta poi nel genere romanzo) utilizzano certamente il serio-faceto, anche se nell'accezione contemporanea del termine.
Voci correlate
modifica- Diatriba cinico-stoica
- Commedia greca
- Lucio Anneo Seneca
- Divina Commedia
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