Termini Imerese

comune italiano

Termini Imerese (Tèrmini in siciliano) è un comune italiano di 24 918 abitanti[1] della città metropolitana di Palermo in Sicilia.

Termini Imerese
comune
Termini Imerese – Stemma
Termini Imerese – Bandiera
Termini Imerese – Veduta
Termini Imerese – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Palermo
Amministrazione
SindacoMaria Terranova (M5S) dal 5-10-2020
Territorio
Coordinate37°59′N 13°42′E
Altitudine77 m s.l.m.
Superficie78,19 km²
Abitanti24 918[1] (31-5-2022)
Densità318,69 ab./km²
FrazioniBuonfornello, Contrada Calcasacco, Contrada Caracoli, Contrada Chianche, Contrada Chiarera, Contrada San Girolamo Alto, Contrada San Girolamo Basso, Danigarci, Villaggio Tedeschi, Villaurea
Comuni confinantiCaccamo, Campofelice di Roccella, Cerda, Collesano, Sciara, Trabia
Altre informazioni
Cod. postale90018
Prefisso091
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT082070
Cod. catastaleL112
TargaPA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona B, 864 GG[3]
Nome abitantitermitani, tirminisi (siciliano)
PatronoBeato Agostino Novello
Giorno festivo19 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Termini Imerese
Termini Imerese
Termini Imerese – Mappa
Termini Imerese – Mappa
Posizione del comune di Termini Imerese nella città metropolitana di Palermo
Sito istituzionale

È uno tra i più importanti comuni della città metropolitana di Palermo, da cui dista 33 km.[4] Sede di distretto giudiziario, è un importante snodo ferroviario e marittimo grazie alla presenza di una stazione ferroviaria ben collegata con il territorio e di un ampio porto mercantile.

Culturalmente interessante per via delle vicine rovine di Himera e dell'antiquarium ad esse connesso, per la presenza di numerose e interessanti chiese, di ruderi di periodo romano e di reperti preistorici, nonché per l'annuale festività del Carnevale termitano, uno dei più antichi d’Italia, ed erede diretto dell'antico Carnevale di Palermo. Nella parte bassa della città, nel cuore del centro storico termitano, si trova lo stabilimento termale del Grand Hotel delle Terme, dove sgorgano pregiate acque di derivazione vulcanica note sin dall’antichità.

Nel suo territorio, e in quello dei vicini centri di Sciara e Caccamo, è accolta la Riserva naturale orientata Monte San Calogero, un'area naturale costituita dal sistema montuoso del San Calogero, che si erge tra la costa del Golfo di Termini Imerese e il fertile e pianeggiante territorio circostante[5]. Nella zona est del territorio imerese è presente un'importante zona industriale, conosciuta per l'ex stabilimento Fiat, in cui sorge la centrale Enel "Ettore Majorana".

Geografia fisica

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TERMINI IMERESE Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 14,214,515,918,422,426,329,229,526,822,818,815,614,818,928,322,821,2
T. min. media (°C) 8,68,59,411,414,718,621,422,019,916,412,910,19,111,820,716,414,5
Precipitazioni (mm) 756250432074133780758021711324192546

[6]

Il sito, fortificato naturalmente, dove sorge il nucleo più antico della città, fu abitato sin dalla preistoria, grazie anche alla presenza di grotte e di ripari sotto roccia. Una stazione preistorica dell'Epigravettiano è documentata nel cosiddetto riparo del castello di Termini. Dopo la distruzione di Imera da parte dei Cartaginesi, nel 409 a.C., l'insediamento fu ricostruito due anni dopo (407 a.C.) a 12 km ad ovest del precedente, nel luogo dove oggi sorge Termini Imerese. Il nome che esso allora assunse Thermai Himeraìai (in latino Thermae Himerae) è dovuto all'esistenza nei pressi di sorgenti di acque calde, ancor oggi utilizzate: le Terme moderne, nella città bassa, occupano lo stesso luogo di quelle romane, delle quali conservano ancora alcuni resti. Note già molto prima della distruzione di Imera, queste acque sono, infatti, ricordate da Pindaro nella XII olimpica, in onore di Ergoteles di Imera. Secondo il mito, esse sarebbero sgorgate ad opere delle Ninfe, che volevano compiacere Atena: in esse si sarebbe bagnato per la prima volta Ercole, dopo la lotta contro Erice. Le monete di Termini, che sul dritto hanno la testa di Ercole e sul rovescio tre Ninfe, s'ispirano a questo mito.

Secondo Diodoro Siculo, la città sarebbe stata fondata dai Cartaginesi, con l'apporto di coloni libici, ma Cicerone afferma che si trattava in realtà di superstiti di Imera: è probabile del resto che le due informazioni non siano contraddittorie, e che nella colonia punica siano successivamente confluiti gli esuli d'Imera. Ciò sembra confermato dal fatto che, quando Dionigi attaccò l'eparchia cartaginese, nel 397 a.C., egli ottenne l'appoggio dei Termitani. Nel 361 a.C., quando la città era sotto il dominio cartaginese, vi nacque Agatocle, il futuro tiranno di Siracusa, figlio di un esule di Reggio. Questi farà di Terme una delle sue basi nella lotta contro i Cartaginesi.

Nel 260 a.C., nel corso della prima guerra punica, i Romani subirono presso la città una durissima sconfitta ad opera di Amilcare, ma successivamente riuscirono a conquistarla, nel 253 a.C. . Da allora rimase fedele a Roma, e fu tra quelle soggette a tributo. Dopo la conquista di Cartagine, nel 146 a.C., Scipione Emiliano restituì a Terme le opere d'arte sottratte dai Cartaginesi ad Imera: tra queste era una statua di Stesicoro, che vi aveva soggiornato. C'è pervenuta la base di una di queste statue, con parte dell'iscrizione. Nel corso delle guerre civili la città parteggiò contro Gneo Pompeo Magno (forse in essa vivevano molti di quei commercianti italici che costituivano una parte importante del partito mariano): Pompeo, nell'81 a.C., s'apprestava a punire duramente Terme, quando ne fu distolto dall'intervento del più influente cittadino, Stenio, che, da partigiano di Gaio Mario, divenne allora sostenitore ed amico di Pompeo (Plutarco); il che non impedì a Verre di spogliare la casa di Stenio delle sue opere d'arte e d'intentargli un processo.

Dopo la guerra con Sesto Pompeo Augusto, vi dedusse una colonia: è probabile che questo fatto costituisse una punizione per la città, che, per legami clientelari, aveva abbracciato probabilmente il partito pompeiano. La radicalità dell'operazione risulta dalle numerose iscrizioni latine che ci sono pervenute, e soprattutto dalla presenza massiccia in esse di nomi romani ed italici: il vecchio fondo della popolazione sembra praticamente scomparire all'inizio dell'età imperiale.

La continuità di vita attraverso il Medioevo ha probabilmente permesso la conservazione delle linee fondamentali dell'impianto primitivo. Il Foro corrispondeva probabilmente alla zona dell'attuale piazzale del Duomo (a nord della piazza Vittorio Emanuele), il cardo a via del Belvedere e il decumanus alle vie che conducono dal Duomo a San Giovanni.

Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente iniziò un periodo di decadenza della cittadina. Termini fu sede vescovile sino al XII secolo, anche se la serie dei vescovi presenta diverse lacune ed incertezze. Nel XIII secolo, durante la Dinastia Altavilla del Regno di Sicilia, divenne città regia e successivamente entrò a far parte delle città demaniali. La signoria di Termini, al termine delle Guerre del Vespro, è assegnata da Re Federico IV di Sicilia a Vinciguerra d'Aragona.

Soprattutto dal medioevo e sino agli inizi del XIX secolo fu uno dei maggiori centri di raccolta ed imbarco del grano e di altre derrate che venivano stoccate e sottoposte a dazio in appositi magazzini (Regio Caricatore). La presenza del caricatore fece la fortuna della cittadina che divenne uno dei maggiori porti siciliani ed ebbe intensi rapporti commerciali con le repubbliche marinare di Genova, Pisa e Venezia e con i maggiori porti mediterranei (Marsiglia, Barcellona etc.) e nel XVI secolo anche atlantici. Alla fine del Settecento fu sede della sezione Ereina Imerese dell'Accademia Ereina di Palermo e poco dopo dell'Accademia Euracea. Nel XIX secolo la chiusura del Caricatore del Grano fu l'inizio di una profonda crisi economica che si attenuò solo alla fine del secolo quando si svilupparono attività artigianali e protoindustriali. Il calo demografico, legato soprattutto all'emigrazione verso le Americhe, fu compensato agli inizi del XX secolo da un'immigrazione dall'Agrigentino, dal Messinese e dal Ragusano.

Simboli

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Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'8 novembre 1993.[7]

Stemma

«Di azzurro, alla montagna di verde, fondata in punta e uscente dai fianchi dello scudo, sostenente la figura di San Calogero, in maestà, benedicente, aureolato d'oro, con il viso e la mano di carnagione, vestito di nero e di argento, la montagna attraversata a destra dalla fanciulla vestita d'oro, il viso, il braccio destro, la gamba destra, di carnagione, capelluta d'oro, la chioma ornata di spighe d'oro, tenente con la mano destra la cornucopia d'oro, colma di frutti e spighe al naturale, essa montagna caricata in punta dalla capretta riposante, di argento, con la testa rivoltata, e, a sinistra, dalla figura di Stesicoro, vestito con la tunica di nero, curvo, il viso e le mani di carnagione, capelluto e barbuto di argento, tenente con la mano destra il bastone di nero, terminante a forcella, posto in banda alzata, e con la mano sinistra il libro di rosso. Ornamenti esteriori da Città.»

Gonfalone

«Drappo trinciato di rosso e di giallo, riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dallo stemma sopra descritto con l'iscrizione centrata in oro, recante la denominazione della città. Le parti di metallo ed i cordoni saranno dorati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della città e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.»

Onorificenze

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Il 30 luglio 1953 a Termini Imerese è stato concesso il titolo di città.[7]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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A Termini Imerese vi sono numerose chiese:

  • Duomo di San Nicola di Bari[8][9]
  • Chiesa di Maria SS. Annunziata
  • Chiesa di Sant'Orsola
  • Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria
  • Chiesa di Santa Maria di Gesù
  • Chiesa della Santa Croce al Monte (Chiesa del Monte)
  • Chiesa di San Girolamo (Cappuccini)
  • Chiesa di San Carlo Borromeo
  • Chiesa della Madonna del Carmelo e convento dell'Ordine carmelitano
  • Chiesa di Maria SS. della Provvidenza (S. Filippo Neri)
  • Chiesa Parrocchiale Maria SS. della Consolazione
  • Chiesa di Maria SS. dell'Odigitria (Itria)
  • Chiesa della Madonna della Catena
  • Chiesa di S. Giacomo (antica Chiesa Madre)
  • Chiesa di S. Caterina
  • Chiesa del SS. Salvatore
  • Chiesa di Sant'Anna
  • Chiesa di San Giuseppe
  • Chiesa di Sant'Antonio
  • Chiesa di Sant'Antoninello
  • Chiesa di San Francesco Saverio
  • Chiesa del Crocifisso dei Pirreri
  • Chiesa di San Bartolomeo
  • Chiesa di Santa Marina
  • Chiesa di San Calogero
  • Chiesa di San Lorenzo
  • Chiesa di San Pietro
  • Chiesa di Santa Lucia
  • Chiesa di San Francesco di Paola (Santo Padre)
  • Chiesa di San Marco
  • Chiesa di San Giovanni Battista (ne resta solo il campanile restaurato nella Villa Palmeri)

Architetture civili

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Resti di edifici romani furono visti in passato presso il Duomo, e identificati senza motivo con la casa di Stenio: si trattava probabilmente di costruzioni pubbliche annesse al Foro. A quest'ultimo appartiene verosimilmente un grande portico scoperto nel secolo scorso lungo il fianco sinistro del Duomo e la via del Belvedere: trattasi di un edificio allungato (m 130 x 18,40), preceduto da una gradinata con un colonnato a est e una serie d'ambienti ad ovest, pavimentati in signino, databile tra il II e il I secolo a.C.

Un altro monumento superstite della città si trova nella Villa Palmeri (o Municipale). Si tratta di resti di un edificio in opera cementizia, con paramento a blocchetti; falsamente identificato con la curia. Non lontano è l'anfiteatro, uno dei tre conosciuti in Sicilia (oltre a quelli di Siracusa e di Catania): esso occupa la zona compresa tra via Garibaldi e via San Marco, dove un gruppo di case ne ha conservato la pianta. È in gran parte realizzato con paramento a blocchetti in opera cementizia, e presenta un doppio ambulacro, fatto notevole per un edificio così piccolo (m 98 x 75 circa). La cavea era in parte scavata e in parte costruita: resta una parte dell'ordine inferiore delle arcate, visibile sul lato occidentale (in via Anfiteatro). Non sappiamo se esistessero ordini superiori. L'anfiteatro, come gli altri simili della Sicilia, fu probabilmente realizzato in età augustea, in relazione con la deduzione della colonia.

Negli stessi anni, e nella medesima occasione, dovette essere costruito l'acquedotto, il più importante e meglio conservato dell'isola. Le sorgenti si trovano 5 km ad est della città, alle falde del Monte San Calogero. Qui, in località Brucato, si possono ancora vedere i resti delle due vasche di decantazione. Il passaggio del torrente Barratina avveniva in località Fontana Superiore.

In un primo tempo dovette essere realizzato con un sifone lungo circa 600 m, del quale resta il castello di compressione a pianta esagonale, ben conservato, alto m 15,60 e poggiante su uno zoccolo quadrato di m 6 di lato. Su cinque dei lati si aprono finestre, e dal lato E partiva il condotto. Su questa torre era un tempo una grande iscrizione, ora scomparsa: aquae Cornealiae ductus p. XX. L'ultima indicazione ("venti piedi") corrisponde forse all'area di rispetto ai lati del manufatto.

Più tardi sembra che l'acquedotto passasse più a valle: in contrada Figurella è ancora visibile un ponte a doppio ordine di arcate (in origine nove nell'inferiore, quindici nel superiore: due archi per ogni ordine sono crollati), alto 14 m. La struttura, in opera cementizia con paramento in blocchetti, è la stessa dell'anfiteatro e della curia, e mostra d'appartenere allo stesso progetto edilizio, nel quale non si può identificare quello della colonia augustea.

Nei pressi della città, presso il fiume San Leonardo, sorge il ponte omonimo, fu ricostruito per la settima volta dal 1721 al 1723 sotto il regno di Carlo VI d’Asburgo dall'architetto Agatino Daidone. All'ingresso del ponte sorge un'iscrizione in latino che ne attesta la sestupla ricostruzione[10]

Di notevole interesse nell’ambito dell’archeologia industriale gli edifici ottocenteschi nei pressi del porto che erano la sede dell’impresa di Pasquale Mormino, una delle principali realtà economiche della città all’epoca.

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[11]

Etnie e minoranze straniere

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Al 1 gennaio 2023 i residenti stranieri erano 357, pari all'1,42% della popolazione.[12]

Cultura

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Istruzione

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Biblioteca Liciniana

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Biblioteca Liciniana.

La Biblioteca Liciniana è la biblioteca comunale di Termini Imerese; istituita il 17 maggio del 1800, su iniziativa dal sacerdote Giuseppe Ciprì e, successivamente, chiamata “Liciniana”, dallo pseudonimo di Mopso Licinio che egli stesso aveva scelto entrando nell'Accademia euracea. La biblioteca nel 2009 possiede un patrimonio di 102.000 volumi e un archivio di atti risalente al XVI secolo.

Museo Civico

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Nel Museo Civico, installato nell'ex-ospedale dei Fatebenefratelli (in via del Museo Civico, di fronte al Duomo), sono esposti numerosi ed importanti reperti provenienti dalla città e dal suo territorio. Tra questi, otto teste leonine della sima del Tempio della Vittoria a Himera; due leoni in tufo del Foro; un mosaico con pesci; ritratti imperiali (ritratto giulio-claudio; di Agrippina maggiore; di Domiziano; di una dama traianea; statue togate). Inoltre, la ricchissima collezione epigrafica. Tra i dipinti il trittico del 1453 raffigurante la Madonna che allatta il Bambino ritratta tra San Giovanni Battista e San Michele Arcangelo,[13][14] dipinto proveniente dalla chiesa di Santa Maria della Misericordia, opera attribuita a Gaspare da Pesaro.

Ha sede nel comune radio Panorama

Infrastrutture e trasporti

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Panorama del porto, della parte bassa della città e del monte Eurako

I collegamenti stradali principali sono rappresentati da:

Ferrovie

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I collegamenti ferroviari sono assicurati dalla stazione di Termini Imerese, che si trova lungo la direttrice ferroviaria Palermo-Messina, Palermo-Agrigento e Palermo-Catania. Nel comune esistono anche la stazione di Fiumetorto, stazione di Buonfornello e la stazione di Cerda.

Amministrazione

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Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
5 ottobre 1988 12 giugno 1990 Giovanni Aglieri Rinella Democrazia Cristiana Sindaco [15]
12 giugno 1990 6 luglio 1992 Giovanni Aglieri Rinella Democrazia Cristiana Sindaco [15]
6 luglio 1992 8 febbraio 1993 Aurelio Pravatà Democrazia Cristiana Sindaco [15]
11 marzo 1993 29 maggio 1995 Isabella Giannola Comm. straordinario [15]
11 marzo 1993 14 dicembre 1994 Serafina Buarnè Comm. straordinario [15]
11 marzo 1993 18 luglio 1994 Mario Fratantonio Comm. straordinario [15]
18 luglio 1994 29 maggio 1995 Riccardo Cirillo Comm. straordinario [15]
14 dicembre 1994 29 maggio 1995 Maurizio Di Pasquale Comm. straordinario [15]
30 maggio 1995 28 giugno 1999 Enzo Giunta lista civica Sindaco [15]
28 giugno 1999 14 giugno 2004 Luigi Purpi Forza Italia Sindaco [15]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Enzo Giunta centro-sinistra Sindaco [15]
10 giugno 2009 10 giugno 2014 Salvatore Burrafato centro-sinistra Sindaco [15]
10 giugno 2014 12 luglio 2016 Salvatore Burrafato centro-sinistra Sindaco [15]
10 agosto 2016 25 giugno 2017 Girolamo Di Fazio Comm. straordinario [15]
26 giugno 2017 15 maggio 2019 Francesco Giunta FI - FdI-AN Sindaco [15]
4 gennaio 2020 4 ottobre 2020 Antonio Lo Presti Comm. straordinario [15]
5 ottobre 2020 in carica Maria Terranova M5S - PD Sindaco [15]

Gemellaggi

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  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ La distanza tra Termini Imerese, Sicilia e Palermo, Sicilia, su italiadistanza.com. URL consultato l'11 giugno 2017.
  5. ^ Riserva Naturale Orientata Monte S. Calogero, su cittametropolitana.pa.it.
  6. ^ Clima Termini Imerese: temperatura, medie climatiche, pioggia Termini Imerese. Temperatura dell'acqua Termini Imerese - Climate-Data.org, su it.climate-data.org. URL consultato il 28 febbraio 2022.
  7. ^ a b Termini Imerese, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 28 marzo 2024.
  8. ^ Pagina 510, Tommaso Fazello, "Della Storia di Sicilia - Deche Due", Volume uno, Palermo, Giuseppe Assenzio - Traduzione in lingua toscana, 1817.
  9. ^ Tommaso Fazello, Della storia di Sicilia deche due del r.p.m. Tommaso Fazello siciliano tradotte in lingua toscana dal p.m. Remigio fiorentino. Volume primo 3-terzo], dalla tipografia di Giuseppe Assenzio, 1817. URL consultato il 28 febbraio 2022.
  10. ^ Redazione, Il ponte sul fiume San Leonardo, su Beni ambientali e culturali imeresi, 19 settembre 2016. URL consultato il 28 febbraio 2022.
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ demo.istat.it, https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it.
  13. ^ Pagina 124, Gioacchino Di Marzo, "Delle Belle arti in Sicilia: dal sorgere del secolo XV alla fine del XVI" , Volume III, Palermo, Salvatore di Marzo editore, Francesco Lao tipografo, 1862.
  14. ^ Gioacchino Di Marzo, Delle belle arti in Sicilia, Salvatore di Marzo, 1862. URL consultato il 28 febbraio 2022.
  15. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q http://amministratori.interno.it/

Bibliografia

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  • Fabrizio Nicoletti, Sebastiano Tusa, Nuove acquisizioni scientifiche sul Riparo del Castello di Termini Imerese (PA) nel quadro della preistoria siciliana tra la fine del Pleistocene e gli inizi dell'Olocene, Atti della XLI riunione scientifica, dai Ciclopi agli Ecisti. Società e territorio nella Sicilia preistorica e protostorica, San Cipirello, 16-19 novembre 2006, Firenze 2012
  • Salvatore Pedone, Termini Imerese: la città delle terme, Milano 1929.
  • Oscar Belvedere, Termini Imerese: ricerche di topografia e di archeologia urbana, Palermo 1993
  • Antonio Contino, Gli Schimmenti di Castelbuono e la contrada dei Mulinelli a Termini nel secolo XVI, “Le Madonie”, LXXV, 3, 15 febbraio 1995, p. 3.
  • Antonio Contino, Salvatore Mantia, (a cura di), Baldassarre Romano. Notizie Storiche intorno alla Città di Termini, Termini Imerese, ed. GASM 1997, pp. 110.
  • Ignazio Bisesi, Termini Nostra. Ricostruzione critica e sistematica della storia di Termini Imerese, Ed. Faso e Trumbadore
  • Giovanni Mannino, Termini Imerese nella preistoria, GASM, Castelbuono, 2002
  • Giovanni Mannino, Guida alla preistoria del palermitano, Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici, Palermo 2007.
  • Patrizia Bova & Antonio Contino, L’importazione e l’uso del Nero e giallo di Portovenere o Portoro nella Sicilia settentrionale (XVII sec.). In: Marino G. & Termotto R. (a cura di), Arte e Storia delle Madonie Studi per Nico Marino, Atti della quarta e quinta edizione, Cefalù (Palermo) e Castelbuono (Palermo), 18-19 ottobre 2014; Gibilmanna (Cefalù), 17 ottobre 2015, Associazione Culturale “Nico Marino” Cefalù, Ottobre 2016, pp. 391–418.
  • Patrizia Bova, Antonio Contino & Giuseppe Esposito, L'estrazione e l'uso delle “brecce calcaree a rudiste” (Cretaceo sommitale) in Termini Imerese (Palermo) nei sec. XVII-XX. In: Marino G. & Termotto R. (a cura di), Arte e Storia delle Madonie Studi per Nico Marino, VIIa-VIIIa edizione, Cefalù (Palermo), Sala delle Capriate, Palazzo del Comune, Piazza Duomo, Sabato 4 novembre 2017 e Lunedì 3 dicembre 2018, Associazione Culturale “Nico Marino”, Cefalù, Dicembre 2019, pp. 119–141.

Voci correlate

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Altri progetti

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