Yōko Kanno

Musicista e compositrice giapponese

Yōko Kanno (菅野よう子?, Kanno Yōko) (Sendai, 19 marzo 1964) è una musicista giapponese, autrice di numerose colonne sonore di film e anime.

Yōko Kanno (Otakon 1999)

Il nome della cantautrice Gabriela Robin[1] è uno pseudonimo della stessa Yōko Kanno. Il fatto è stato confermato nel 2009[2], quando la presunta Robin rivelò in un'intervista che si sarebbe esibita dal vivo in un concerto in cui, poi, ad esibirsi fu proprio la stessa Kanno in un brano attribuito a Gabriela Robin.

Biografia

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Kanno iniziò a studiare il piano all'età di quattro anni e, sebbene si sia laureata all'Università di Waseda (Tokyo) e abbia conseguito un periodo di formazione musicale a Parigi, è un'autodidatta nel campo musicale.

Nel 1987 entrò nel gruppo Tetsu 100% (てつ100%?) (traducibile come "100% metallo") come tastierista e autrice di canzoni, fino al suo scioglimento nel 1989. Nello stesso anno cominciò a collaborare con la casa di videogames Koei, componendo musiche per videogiochi (in seguito anche per Dreamcast), e poi film, serie TV e pubblicità.

Yōko Kanno è stata sposata con il compositore Hajime Mizoguchi con cui spesso collabora e condivide il talento musicale poliedrico. Ha composto, assieme a lui, le colonne sonore di Escaflowne[3] e Proteggi la mia terra. I due hanno divorziato nel 2007.

Tra i suoi brani più famosi vi sono Kiseki no umi (Record of Lodoss War), Voices (Macross Plus), Tank! (Cowboy Bebop)[4], Yakusoku wa Iranai (I cieli di Escaflowne), Gravity (Wolf's Rain), Inner Universe (Ghost in the Shell: Stand Alone Complex) e Rise (Stand Alone Complex - 2nd GIG)[5].

Kanno è la leader della big band di 14 elementi The Seatbelts, riunitasi per la registrazione della colonna sonora di Cowboy Bebop, il cui genere varia dal jazz alla fusion fino al blues ed al rock.

Nel 2012 Kanno ha composto la canzone "Hana wa Saku", con il testo di Shunji Iwai e prodotta da NHK. La canzone, i cui introiti sono stati in parte donati alle aree colpite dal Terremoto e maremoto del Tōhoku del 2011, è stata usata ufficialmente per sensibilizzare le persone sulla calamità e contribuire alla ricostruzione attraverso le royalties. La prima versione è stata interpretata da cantanti, artisti del mondo dello spettacolo e atleti provenienti dalle aree colpite dal terremoto. Fra le versioni che sono state realizzate, vi sono quella del coro dei Piccoli cantori di Vienna e un DVD aventi per protagonisti i campioni olimpici Shizuka Arakawa e Yuzuru Hanyū.[6] In seguito Hanyū ha interpretato spesso il brano con l’intento di portare l’interesse sulle aree devastate dal terremoto e sulla ricostruzione.[7]

Opere per l'animazione

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Anime di cui ha composto, integralmente o in larga parte, la colonna sonora:

Anime in cui ha contribuito parzialmente:

Opere per i lungometraggi

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  • Ashura-jo no Hitomi
  • Beautiful Sunday
  • Boku wa Benkyou ga Dekinai
  • Mizu no Onna
  • Natsujikan no Otonatachi
  • Onkyou Seimeitai Noiseman (Noiseman Sound Insect)
  • Kamikaze Girls
  • Tokyo.sora
  • Clover Live-Action
  • Little Sister
  • Cowboy Bebop
  • Makanai – serie TV (2023)

Videogiochi

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Artisti con cui ha collaborato

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  1. ^ (EN) Who is Gabriela Robin?, su geocities.com (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2008).
  2. ^ (EN) New Yoko Kanno releases announced, su Anime News Network. URL consultato il 20 maggio 2021.
  3. ^ (EN) Egan Loo, Voices: An EX.org Exclusive Interview with Yoko Kanno, su EX. URL consultato il 9 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2000).
  4. ^ (EN) Yousef Mousavi, Yoko Kanno: What's She Been Up To?, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 9 agosto 2021. URL consultato il 9 agosto 2021.
  5. ^ (EN) Keith Cahoon, Yoko Kanno, su Nippop. URL consultato il 9 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2005).
  6. ^ (JA) 花は咲く on ICE ~荒川静香 羽生結弦 (Flowers Bloom on ICE ~Shizuka Arakawa Yuzuru Hanyu), su nhk-ep.com. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  7. ^ (EN) Editorial: Japanese skating star Hanyu looks to wider stage as he retires from competition, su mainichi.jp. URL consultato il 23 febbraio 2024.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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