Visualizza wikitesto di Vujadin Boškov

== Carriera ==
=== Giocatore ===
====Club====
{{dx|[[File:Vujadin Boškov 1961.jpg|thumb|upright|Boškov giocatore della Sampdoria nel 1961-1962]]}}

Nel 1946 lasciò il suo piccolo villaggio per andare a giocare nel [[Fudbalski klub Vojvodina|Vojvodina]] di [[Novi Sad]].<ref name=marca>{{cita web|url=http://www.marca.com/2014/04/27/futbol/futbol_internacional/1398617958.html|titolo=El mítico Vujadin Boskov fallece a los 82 años|data=27 aprile 2014|lingua=es}}</ref> Iniziò a giocare con la prima squadra nel 1950 e vi restò per dieci anni.

Durante questo periodo non raccolse vittorie, poiché i tornei [[Jugoslavia|jugoslavi]] erano a esclusivo appannaggio di [[Fudbalski klub Crvena zvezda|Stella Rossa]], [[Fudbalski klub Partizan|Partizan]], [[Hrvatski Nogometni Klub Hajduk Split|Hajduk]] e [[Građanski nogometni klub Dinamo Zagreb|Dinamo Zagabria]], i cosiddetti ''grandi quattro'' (''velika četvorka'').<ref name=ilsd>{{cita web|url=http://www.ilsussidiario.net/News/Calcio-e-altri-Sport/2014/4/27/Morto-Vujadin-Boskov-La-camera-ardente-sara-allestita-il-29-aprile-2014/494783/|titolo=Morto Vujadin Boskov. Mannini "spiega" la sua tattica|}}</ref> Il massimo piazzamento raggiunto dal Vojvodina fu il secondo posto in campionato nella stagione 1956-1957, alle spalle della Stella Rossa, oltre a una finale di [[Kup Maršala Tita|Coppa di Jugoslavia]] persa nel 1951 contro la [[Građanski nogometni klub Dinamo Zagreb|Dinamo Zagabria]].

Nel 1958, a causa di uno scontro con un portiere avversario, s'infortunò a una gamba e ciò lo condizionò per circa due anni.<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.tag24.it/212843-boskov/|titolo=Boskov è sempre nel cuore della gente di mezza Europa|autore=Max Cannalire|sito=Informazioni condivise|data=12 luglio 2018|accesso=10 marzo 2019}}</ref> Nel 1961 si trasferì in Italia, alla [[Unione Calcio Sampdoria|Sampdoria]], all'età di 30 anni; all'epoca la federazione calcistica jugoslava vietava trasferimenti all'estero ai giocatori prima del loro trentesimo compleanno.<ref name=ilsd/> Indossò la maglia numero 7.<ref name=":1" /> Militò in Serie A solo nella stagione [[Serie A 1961-1962|1961-1962]], risentendo di problemi fisici.<ref name=ilsd/> Sotto la guida di [[Eraldo Monzeglio]], la squadra raggiunse il decimo posto; Boškov collezionò 13 presenze e un gol.

Dal 1962 al 1964 giocò in [[Svizzera]] negli [[Young Fellows Zürich|Young Fellows]] di [[Zurigo]], con cui fu giocatore ed allenatore.<ref name=veint/><ref name=marca/> Iniziò ad allenare quando, durante un allenamento, l'allenatore si fece male a un ginocchio e lasciò a Boškov il fischietto, dicendogli di continuare al suo posto.<ref name=veint/>

Nella sua carriera sul campo si distinse per correttezza e sportività, diventando uno dei pochi giocatori a non ricevere mai nessuna ammonizione o espulsione in assoluto.<ref name=veint/>

====Nazionale====
{{citazione|Boskov aveva accumulato quasi sessanta presenze nella Jugoslavia di 60 anni fa, nazionale di livello, non a caso gli jugoslavi erano chiamati i «brasiliani d'Europa».|Sebastiano Vernazza, ''La Gazzetta dello Sport'', 30 aprile 2014}}

Nel 1951 esordì con la nazionale jugoslava. Nel 1953, ventiduenne, fu convocato dalla [[Fédération Internationale de Football Association|FIFA]] nella formazione del Resto d'Europa per una gara a Wembley contro l'Inghilterra; l'incontro finì 4 a 4.<ref name=veint/> Con la Jugoslavia partecipò ai [[Calcio ai Giochi della XV Olimpiade|Giochi Olimpici del 1952]]; la squadra di [[Milorad Arsenijević]] raggiunse la finale, ma fu sconfitta per 2-0 allo [[Olympiastadion (Helsinki)|Stadio Olimpico]] di [[Helsinki]] dalla "[[Squadra d'oro]]" dell'[[Nazionale di calcio dell'Ungheria|Ungheria]], con reti di [[Ferenc Puskás|Puskás]] e [[Zoltán Czibor|Czibor]].<ref name=marca/>

Partecipò a due campionati del mondo. In Svizzera, nel [[Campionato mondiale di calcio 1954|1954]], la Jugoslavia fu eliminata ai quarti di finale dai futuri campioni della Germania Ovest, come [[Campionato mondiale di calcio 1958|quattro anni dopo]] in Svezia.

===Allenatore===
[[File:Trainer Boskov (FC Den Haag) juichend, Bestanddeelnr 927-9293.jpg|thumb|left|Boškov esulta per la vittoria del suo [[ADO Den Haag|Den Haag]] nella finale della [[KNVB beker 1974-1975]]]]

Tornato in patria nel 1964, allenò per sette anni la "sua" [[Fudbalski klub Vojvodina|Vojvodina]], portandola alla vittoria del campionato jugoslavo per la prima volta nella sua storia, nella stagione [[Prva Liga 1965-1966|1965-1966]]. Nel 1971, a quarant'anni, fu chiamato ad allenare la [[Nazionale di calcio della Jugoslavia|nazionale jugoslava]]: alle [[qualificazioni al campionato europeo di calcio 1972]]; i ''blu'' vinsero il proprio girone, sopravanzando i quotati Paesi Bassi del [[calcio totale]], la Germania Est e il Lussemburgo, ma furono sconfitti ai play-off dall'Unione Sovietica. Nel 1973 Boškov lasciò il suo Paese per dissapori con il regime di [[Josip Broz Tito|Tito]].<ref name=":0" />

Si trasferì nei [[Paesi Bassi]], dove guidò il {{Calcio ADO Den Haag|N|1974}}. Con i ''cigni'' vinse la [[KNVB beker 1974-1975|Coppa d'Olanda 1974-1975]], battendo in finale il [[Football Club Twente|Twente]]; nella stagione successiva raggiunse i quarti di finale della [[Coppa delle Coppe 1975-1976|Coppa delle Coppe]], venendo eliminato dagli inglesi del [[West Ham United Football Club|West Ham]]. A fine anno passò al [[Feyenoord Rotterdam|Feyenoord]]. Con la squadra di [[Rotterdam]] raggiunse i quarti della Coppa UEFA, concludendo quarto il campionato, ma l'anno dopo il club non andò oltre il decimo posto. Nei Paesi Bassi fu accolto con grande affetto, ma dovette lasciare anche questa nazione a causa di una nuova legge sugli extracomunitari.
[[File:Sampdoria anni '80 - Briegel, Cerezo e Boškov.jpg|thumb|Boškov, a destra, allenatore della Sampdoria negli anni ottanta, con i propri giocatori [[Hans-Peter Briegel|Briegel]] e [[Toninho Cerezo|Cerezo]]]]

Iniziò quindi una nuova avventura in [[Spagna]], sulle panchine di [[Real Zaragoza|Real Saragozza]], [[Real Madrid Club de Fútbol|Real Madrid]] (conquistando una finale di Coppa dei Campioni, un campionato e due Coppe di Spagna) e [[Real Sporting de Gijón|Sporting Gijon]]. A ciò seguirono dodici anni di esperienza in [[Italia]], dove allenò [[Ascoli Calcio 1898 FC|Ascoli]], {{Calcio Sampdoria|N}}, [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] (dove fece esordire [[Francesco Totti]]<ref>{{cita web|url=http://www.corrieredellosport.it/calcio/serie_a/roma/2015/03/28-402429/Totti,+22+anni+fa+l%27esordio+in+Serie+A+con+la+Roma|titolo=Totti, 22 anni fa l'esordio in Serie A con la Roma|data=28 marzo 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160807121900/http://www.corrieredellosport.it/calcio/serie_a/roma/2015/03/28-402429/Totti,+22+anni+fa+l%27esordio+in+Serie+A+con+la+Roma|urlmorto=sì}}</ref>), [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] e [[Associazione Calcistica Perugia Calcio|Perugia]], con un fugace intermezzo in [[Svizzera]] nel [[Servette Football Club Genève 1890|Servette]], e fu anche docente alla scuola per tecnici e allenatori di [[Coverciano]] sotto la direzione di [[Italo Allodi]]<ref name=ilsd/><ref>{{cita web|url=http://www.ilsecoloxix.it/p/sport/2011/05/16/AO0DKZU-anni_vuja_compie.shtml|titolo=Zio Vuja compie 80 anni|data=16 maggio 2011|accesso=5 novembre 2014|dataarchivio=5 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141105221005/http://www.ilsecoloxix.it/p/sport/2011/05/16/AO0DKZU-anni_vuja_compie.shtml|urlmorto=sì}}</ref>. In Italia il suo nome è legato soprattutto al periodo trascorso alla Sampdoria, dove rimase per sei anni tra la seconda metà degli [[Anni 1980|anni ottanta]] e i primi [[Anni 1990|anni novanta]]; sotto la sua guida la squadra genovese, di cui all'epoca era proprietario e presidente l'imprenditore del settore petrolifero [[Paolo Mantovani]], trascinata dalle reti di [[Gianluca Vialli]] e [[Roberto Mancini]], soprannominati ''I gemelli del gol'', attraversò il periodo più vittorioso della sua storia, conquistando 1 [[Serie A|scudetto]] ([[Serie A 1990-1991|1991]]), 2 [[Coppa Italia|Coppe Italia]] ([[1988]] e [[1989]]), 1 [[Supercoppa italiana]] ([[1991]]), 1 [[Coppa delle Coppe UEFA|Coppa delle Coppe]] ([[1990]]), oltre a raggiungere una finale di [[UEFA Champions League|Coppa dei Campioni]] ([[1992]]).

Il suo ultimo incarico è stato quello di commissario tecnico della nazionale jugoslava, dove arrivò nel 1999<ref name=SRB>{{cita news|autore=Corrado Sannucci|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/07/17/boskov-torna-casa-da-ct.html|titolo=E Boskov torna a casa da ct|pubblicazione=la Repubblica|data=17 luglio 1999|p=42}}</ref> e che portò agli Europei del 2000 (in cui la squadra ebbe la peggior difesa, dopo essere stata eliminata per 6-1 dai Paesi Bassi ai quarti),<ref>{{Cita web|url=https://www.footballpills.com/calcio-europeo/storie-europee/europeo-2000-lultima-folle-jugoslavia/|titolo=Europeo 2000: L'ultima, folle Jugoslavia|data=28 gennaio 2018|accesso=23 maggio 2019}}</ref> lasciando l'incarico dopo la competizione.

Da allenatore raggiunse due volte la finale di [[Coppa dei Campioni]], con il {{Calcio Real Madrid|N}} ([[Coppa dei Campioni 1980-1981|1981]]) e con la Sampdoria ([[Coppa dei Campioni 1991-1992|1992]]), venendo sconfitto in entrambe le occasioni per 1-0 (dal [[Liverpool Football Club|Liverpool]] e dal [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]]).