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Belmonte Piceno: differenze tra le versioni

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* Silvestro Baglioni: "La necropoli di Belmonte Piceno". Fabriano, 1927.
* Silvestro Baglioni: "La necropoli di Belmonte Piceno". Fabriano, 1927.
* Joachim Weidig: "Il ritorno dei tesori piceni a Belmonte. La riscoperta a un secolo dalla scoperta.". Spoleto, 2017
* Joachim Weidig: "Il ritorno dei tesori piceni a Belmonte. La riscoperta a un secolo dalla scoperta.". Spoleto, 2017
* AA. VV. "BC Belmonte c
* AA. VV. "BC Belmonte
Comics". Belmonte Piceno, 2018
Comics". Belmonte Piceno, 2018
*Joachim Weidig: "Racconti di scavo, restauro e ricerca". Belmonte Piceno, 2018
*Joachim Weidig: "Racconti di scavo, restauro e ricerca". Belmonte Piceno, 2018

Versione delle 21:47, 22 ago 2019

Belmonte Piceno
comune
Belmonte Piceno – Stemma
Belmonte Piceno – Bandiera
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Marche
Provincia Fermo
Amministrazione
SindacoIvano Bascioni (Libera Scelta - Belmonte Piceno) dal 25-05-2014
Territorio
Coordinate43°05′29.4″N 13°32′19.97″E
Altitudine312 m s.l.m.
Superficie10,53 km²
Abitanti628[1] (30-9-2018)
Densità59,64 ab./km²
FrazioniCastellarso Ete, Castellarso Tenna, Colle Ete, Colle Tenna
Comuni confinantiFalerone, Fermo, Grottazzolina, Monsampietro Morico, Montegiorgio, Monteleone di Fermo, Montottone, Servigliano
Altre informazioni
LingueInglese, Francese, Spagnolo, Tedesco
Cod. postale63838
Prefisso0734
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT109003
Cod. catastaleA760
TargaFM
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 2 091 GG[3]
Nome abitantibelmontesi
PatronoEsaltazione della Santa Croce
Giorno festivo3 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Belmonte Piceno
Belmonte Piceno
Belmonte Piceno – Mappa
Belmonte Piceno – Mappa
Posizione del comune di Belmonte Piceno nella provincia di Fermo
Sito istituzionale

Belmonte Piceno è un comune italiano di 628 abitanti[1] della provincia di Fermo.

Storia


Argomento "2" non riconosciuto

La necropoli di Belmonte Piceno

Il professor Silvestro Baglioni raccolse, già nei primi del Novecento, reperti dalle tombe, trovati dai contadini. Ma solo con gli scavi governativi, condotti dall'allora funzionario della Soprintendenza Innocenzo Dall'Osso, effettuati tra il 1909 e 1911 nella necropoli di Colle Ete, si portarono alla luce oltre 200 sepolture, databili dall'VIII al V secolo a.C.. Alcune di queste con corredo tombale ricchissimo, appartenenti ai membri della fascia sociale più alta della comunità.

La più importante in assoluto è la "tomba del Duce", un principe seppellito intorno alla metà del VI secolo a.C., con sei carri a due ruote e un armamento quasi completo, composto da dischi-corazza in bronzo, schinieri figurati, lance, pugnali, spade, teste di mazza e quattro elmi in bronzo, due corinzi e due piceni. In questa sepoltura sono state trovate le due famose anse in bronzo che raffigurano un guerriero oplita con due cavalli affiancati, chiamato "il signore dei cavalli".

Dall'Osso scoprì anche due sepolture di donne, con carri a due ruote, che erano ricoperte da fibule in ambra decorata, di gusto greco e piceno, nonché da molte fibule e pendagli in bronzo. La particolarità fu il ritrovamento di lance e teste di mazza in ferro, che ha fatto da subito coniare la definizione di "tombe delle Amazzoni", donne di potere, madri, spose o figlie dei principi.

Almeno quindici sepolture contenevano un carro a due ruote, solitamente posto nella fossa tombale, ad un livello più alto rispetto al defunto. Notevole è il grande numero di tombe di guerrieri con elmi in bronzo, documentati con ben venticinque esemplari. Le sepolture erano ricche di oggetti d'ambra (orecchini, vaghi di collana, amuleti, bulle, pendagli, fibule) e di bronzo (pettorali, pendagli, torques, fibule, collane, armille, bottoni e anelli a nodi). Oggetti commissionati sono senza dubbio le fibule con nuclei di ambra raffiguranti leoni, realizzate o da un artigiano greco che lavorava per i signori piceni o da un artigiano locale che aveva acquisito le tecniche di lavorazione e lo stile da maestri greci. Famose già subito dopo la scoperta furono due figurine femminili alate, in osso, di stile orientale, con le teste intagliate in ambra, che Dall'Osso interpretava come raffigurazioni della presunta "dea Cupra".

Il luogo dove, invece, presumibilmente, abitarono questi principi di Belmonte Piceno fu in parte già indagato dallo stesso Dall'Osso, sul Colle Tenna. La sua ricostruzione, delle presunte capanne individuate, non è più verificabile: restano solo le notizie e le foto delle buche di palo, di intonaci in argilla e di grandi massicciate di pietra.

Etimologia del nome

Il toponimo Belmonte è attestato sin dalla fine del XIII secolo, e indica che il paese sorge in una posizione panoramica tra le valli dei fiumi Tenna ed Ete Vivo; l'aggettivo Piceno, aggiunto dal 21 febbraio 1863[4] in ricordo dei primi abitatori del territorio, per distinguerlo da vari altri "Belmonte", sparsi in giro per l'Italia.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[5]

Monumenti e luoghi di interesse

Architetture religiose

Chiesa di Santa Maria in Muris

Sorge su un'altura a 263 metri di altitudine a pochi metri dal borgo medievale di Belmonte Piceno, la vista che si ha del colle che ospita la chiesa è di 360°, tra la valle del fiume Tenna e la valle del fiume Ete.

La costruzione di origine romana si distingue per la sua originale costruzione con facciata a torre che denota la caratteristica di doppia funzione spirituale e difensiva.

Il nome S. Maria in Muris ne rende note la nascita della chiesa su vecchie mura risalente ad epoca romana.

L’edificio romano probabilmente era un'edicola del I sec. a.C., costruita da un probabile ex-soldato romano che dopo aver prestato servizio nelle legioni romani, gli fu donato un terreno nel territorio del Picenum dove costruire la propria dimora . Ogni villa romana veniva accompagnata dalla costruzione di un'edicola ove riporre le urne cinerarie dei famigliari defunti. Una lapide incastonata nella facciata della chiesa testimonia l’edicola esistita.

Dopo la caduta di Roma, giunsero nuovi dominatori nei nostri territori i Longobardi, l’attuale costruzione turrita e databile proprio al periodo longobardo, dal Registro di Farfa (prov. di Rieti) vengono appunto le più antiche notizie di questo edificio . Si attesta infatti la donazione di questa costruzione da parte di una nobildonna di origine longobarda Albagia ai monaci farfensi . L’utilizzo di materiale di recupero sulla facciata di altre epoche e anche testimonianza della ricostruzione della chiesa in questo periodo storico, perché era peculiarità dell’arte longobarda apporre su i propri edifici materiali di particolare pregio di epoche diverse, come a rimarcare il loro potere e importanza.

Chiesa del SS.Salvatore

Costruita tra il 1771 e il 1776, per decisione dell'arcivescovo fermano cardinale Urbano Paracciani su disegno architettonico di Domenico Fontana, con l'opera del maestro urbanista Piero Augustoni,

La facciata in laterizi e ornata da paraste laterali che corrono fino a metà edificio e lesene terminanti con capitelli dorici, sulla sommità padroneggia un frontone triangolare con al centro il simbolo cristiano della croce.

All'interno della chiesa ad unica navata troviamo tre altari in stucco che incorniciano affreschi di diversi autori, fra i quali spiccano Filippo Ricci, Armando Moreschini e Giuseppe Toscani, quest'ultimo ha realizzato l'affresco nell'abside del Cristo Santissimo Salvatore e l'affresco dei Quattro Evangelisti presente nella volta a botte della navata.

Di notevole pregio è il gruppo scultore della Pietà, opera lignea del XV secolo circa. Altro prestigioso manufatto e la Santa Croce in un prezioso reliquario d'argento che conserverebbe al suo interno una piccola parte della Santa Croce.

Museo archeologico comunale

Il Museo archeologico comunale fu inaugurato il 4 ottobre 2015.

Nel museo, situato nella via principale del borgo medievale, trovano posto alcuni dei reperti rinvenuti nella necropoli di Colle Ete. Una raccolta di manufatti, armi e gioielli, in bronzo e ambra, che racconta il popolo piceno, stanziatosi nel territorio in epoca arcaica.

Si possono osservare anse di vasi in stile ellenico, ceramiche dipinte, o in bucchero, commerciate con gli Etruschi, monili in bronzo rinvenuti nelle tombe delle amazzoni, ruote di carri da guerra e un elmo corinzio. Tutto questo nobilitato anche da sapienti intarsi di ambra baltica.

Infine, sono esposti ricostruzioni e foto originali degli scavi, fatti dall'allora soprintendente Dall'Osso e dal professor Baglioni.

Patto d'amicizia tra musei archeologici

Il Patto d'amicizia tra musei archeologici è un'iniziativa, innovativa e sperimentale, che ha il nobile intento di promuovere gli scambi culturali e favorire la conoscenza e la condivisione delle ricche e preziose realtà museali del territorio italiano.

Il filo conduttore che accomuna gli artefici ed i protagonisti del Patto d'amicizia è l'Ambra Baltica, celebre e preziosa resina fossile, denominata anche "Lacrima degli Dei", utilizzata da millenni per creare gioielli che emanano un fascino straordinario, che sfida i secoli e permane intatto nel corso del tempo.

La firma, che ha sancito l'inizio del progetto, è stata apposta a Belmonte Piceno nel novembre 2017.

Da quel momento numerose iniziative hanno visto i "quattro gemelli" protagonisti nel panorama archeologico nazionale.

Attraverso la partecipazione, ad esempio, al TourismA, un importante appuntamento storico-culturale che si tiene a Firenze ogni anno, oppure a vari altri incontri, organizzati e patrocinati da Enti, Associazioni Culturali e da periodici del settore, in cui sono intervenuti importanti studiosi del panorama archeologico internazionale.

La volontà e la speranza è quella di incentivare l'interesse per i nostri antichi progenitori e far apprezzare, e condividere, l'immenso, ancora poco conosciuto, patrimonio storico della nostra penisola.

Attualmente i comuni, con i loro rispettivi musei, partecipanti al Patto d'amicizia sono Belmonte Piceno (FM), Verucchio (RN), Castiglione Della Pescaia (GR) e Concordia Sagittaria (VE).

Eventi

Una festività molto importante che si svolge a Belmonte Piceno il 3 maggio è Santa Croce. Si dice che all'interno di una teca in argento sia contenuto un minuscolo pezzettino del crocefisso su cui fu inchiodato Gesù.

Amministrazione

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
8 giugno 2009 25 maggio 2014 Danilo Pallotti Lista civica Sindaco
26 maggio 2014 in carica Ivano Bascioni Libera scelta Sindaco

Sport

Ciclismo

La Polisportiva Belmontese è l'associazione ciclistica di Belmonte Piceno, organizza e partecipa ad eventi sportivi di rilevanza regionale.

Calcio a 11

La squadra locale, l'A.S.D. Belmontese milita nel campionato UISP.

Note

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 settembre 2018.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ per R.D. 11/01/1863, nº 1126 (G.U. 6/02/1863, nº 32)
  5. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia

  • Silvestro Baglioni: "La necropoli di Belmonte Piceno". Fabriano, 1927.
  • Joachim Weidig: "Il ritorno dei tesori piceni a Belmonte. La riscoperta a un secolo dalla scoperta.". Spoleto, 2017
  • AA. VV. "BC Belmonte

Comics". Belmonte Piceno, 2018

  • Joachim Weidig: "Racconti di scavo, restauro e ricerca". Belmonte Piceno, 2018

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