Genocidio armeno: differenze tra le versioni
Annullata la modifica 87288170 di Retaggio (discussione) - opsss |
|||
Riga 22: | Riga 22: | ||
=== Il genocidio === |
=== Il genocidio === |
||
[[File:Genocide poster USA 3.jpg|thumb|left|upright|Un manifesto statunitense di raccolta fondi del Comitato americano per il soccorso nel Vicino Oriente, destinato ad aiutare le vittime del genocidio.]] |
[[File:Genocide poster USA 3.jpg|thumb|left|upright|Un manifesto statunitense di raccolta fondi del Comitato americano per il soccorso nel Vicino Oriente, destinato ad aiutare le vittime del genocidio.]] |
||
[[File:Rafael de Nogales Mendez.png|thumb|upright|[[Rafael de Nogales Méndez]] (1879-1936), ufficiale di origine [[venezuela]]na che ha servito nell'esercito ottomano, riportò un resoconto dettagliato dei massacri nel suo libro ''Quattro anni sotto la mezzaluna'']] |
[[File:Rafael de Nogales Mendez.png|thumb|upright|[[Rafael de Nogales Méndez]]]] (1879-1936), ufficiale di origine [[venezuela]]na che ha servito nell'esercito ottomano, riportò un resoconto dettagliato dei massacri nel suo libro ''Quattro anni sotto la mezzaluna'']] |
||
Nel periodo antecedente alla [[prima guerra mondiale]], nell'Impero ottomano si era affermato il governo dei «[[Giovani Turchi]]». Essi temevano che gli armeni potessero allearsi con i [[Russia|russi]], di cui erano nemici. |
Nel periodo antecedente alla [[prima guerra mondiale]], nell'Impero ottomano si era affermato il governo dei «[[Giovani Turchi]]». Essi temevano che gli armeni potessero allearsi con i [[Russia|russi]], di cui erano nemici. |
Versione delle 16:30, 29 apr 2017
Con il termine genocidio armeno, talvolta olocausto degli armeni[1][2] o massacro degli armeni, si indicano le deportazioni ed eliminazioni di armeni, popolazione prevalentemente cristiana, perpetrate dall'Impero ottomano tra il 1915 e il 1916,[3] e che causarono circa 1,5 milioni di morti.[4][5][6]
Anche se qualche storico ha avanzato ipotesi diverse sulla reale motivazione di queste stragi, è un dato di fatto che si sono svolte l'anno successivo alla proclamazione del jihād da parte del sultano-califfo Maometto V, avvenuta il 14 novembre 1914, e che la maggioranza degli armeni era di fedi diverse, in prevalenza Cristiani (religione dell'Armenia adottata sin dal I secolo e poi proclamata di Stato già nel 301 d.C.), da quella di stato del califfato ottomano.
Inoltre gli stessi Armeni avevano già subito anche i massacri hamidiani (ed altri ancora prima) per mano e dal nome di un altro precedente Califfo dell'islam turco. Nello stesso periodo storico l'Impero ottomano aveva condotto (o almeno tollerato) attacchi simili anche contro altre etnie (come gli assiri e i greci), e per questo alcuni studiosi credono che ci fosse un progetto di sterminio.[7]
Il centenario del genocidio armeno è stato commemorato, come ogni anno il 24 aprile, nel 2015.[8]
Gli armeni usano l'espressione Medz Yeghern (in lingua armena Մեծ Եղեռն, "grande crimine") o Հայոց Ցեղասպանութիւն (Hayoc' C'eġaspanowt'yown). In turco, si possono usare le espressioni Ermeni Soykırımı ("genocidio armeno", a cui talvolta viene anteposta la parola sözde, ovvero "cosiddetto"), 1915 Olayları ("eventi del 1915") o Ermeni Tehciri ("deportazioni armeni").
Bernard Lewis[9], Stanford Shaw e Guenter Lewy sono gli storici che negano invece che si possa associare il termine genocidio a quegli eventi.[10] Mentre sul piano internazionale ventinove stati[11] hanno ufficialmente riconosciuto come genocidio gli eventi descritti.[12][13][14][15]
Storia
Antefatti
Negli anni 1894-1896 c'era stata una campagna contro gli armeni condotta dal sultano ottomano Abdul-Hamid II (i cosiddetti massacri hamidiani).
Il genocidio
(1879-1936), ufficiale di origine venezuelana che ha servito nell'esercito ottomano, riportò un resoconto dettagliato dei massacri nel suo libro Quattro anni sotto la mezzaluna]]
Nel periodo antecedente alla prima guerra mondiale, nell'Impero ottomano si era affermato il governo dei «Giovani Turchi». Essi temevano che gli armeni potessero allearsi con i russi, di cui erano nemici. Nell'anno 1909 si registrò uno sterminio di almeno 30.000 persone nella regione della Cilicia[16]. Il genocidio vero e proprio fu scatenato nel 1915. Secondo Andrea Riccardi un elemento determinante fu la proclamazione del jihād da parte del sultano-califfo Maometto V il 14 novembre 1914[17]. Lo storico inglese Arnold J. Toynbee ritiene invece che quello dei Giovani Turchi, gruppo in cui militava anche Atatürk e che di fatto condusse la guerra, fosse un gruppo caratterizzato da elementi più nazionalisti che islamici.[18] Allo scoppio della prima guerra mondiale molti armeni disertarono, e battaglioni armeni dell'esercito russo cominciarono a reclutare fra le loro file armeni che prima avevano militato nell'esercito ottomano. La città di Van venne conquistata da queste truppe, che intendevano cederla poi ai russi.[19] Intanto, l'esercito francese finanziava e armava a sua volta gli armeni, incitandoli alla rivolta contro il nascente potere repubblicano.[20] Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 vennero eseguiti i primi arresti tra l'élite armena di Costantinopoli. L'operazione continuò l'indomani e nei giorni seguenti. In un solo mese, più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al parlamento furono deportati verso l'interno dell'Anatolia e massacrati lungo la strada. Friedrich Bronsart von Schellendorf, tedesco e Maggiore Generale dell'Impero ottomano nell'ottica degli stretti rapporti che questi ultimi avevano con l'Impero Prussiano, viene dipinto come "l'iniziatore del regime delle deportazioni armene".
Arresti e deportazioni furono compiuti in massima parte dai «Giovani Turchi». Nelle marce della morte, che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento[21]. Queste marce furono organizzate con la supervisione di ufficiali dell'esercito tedesco in collegamento con l'esercito turco, secondo le alleanze ancora valide tra Germania e Impero ottomano (e oggi con la Turchia) e si possono considerare come "prova generale" ante litteram delle più note marce della morte perpetrate dai nazisti ai danni dei deportati nei propri lager durante la seconda guerra mondiale.[22][23][24] Altre centinaia di migliaia furono massacrate dalla milizia curda e dall'esercito turco. Le fotografie di Armin T. Wegner sono la testimonianza di quei fatti.[25]
Malgrado le controversie storico-politiche, un ampio ventaglio di analisti concorda nel qualificare questo accadimento come il primo genocidio moderno,[26][27][28] e soprattutto molte fonti occidentali enfatizzano la "scientifica" programmazione delle esecuzioni.[29] Secondo lo studioso tedesco Michael Hesemann, si dovrebbe più compiutamente parlare di genocidio cristiano, così scrive nel suo libro Völkermord an den Armeniern (Herbig Verlag), pubblicato nel 2012.[30]
Chi si oppone all'associazione del termine genocidio sostiene che non esistesse, da parte dello stato Turco, un progetto di sterminio nei confronti della popolazione armena; vi era piuttosto l'intento da parte degli Ottomani di impedire agli armeni di unirsi all'esercito russo, ricollocandoli in Siria, nel periodo in cui russi e battaglioni armeni stavano avanzando in Turchia. Viene anche fatto notare che gli Armeni commisero atrocità nei confronti delle popolazioni musulmane nei territori caduti sotto il loro controllo. Dopo che gli Ottomani persero la guerra, l'Alta Commissione Britannica trasse in arresto 144 alti ufficiali turchi e li condusse a Malta per inquisirli riguardo al genocidio. Non vennero tuttavia trovate prove che vi fosse una volontà di sterminio da parte delle autorità o dell'esercito turco, e dunque tutti gli ufficiali vennero rilasciati.[10][19]
Vittime
Il genocidio armeno causò circa 1,5 milioni di morti. Le fonti turche tendono a minimizzare la cifra.
Secondo il Patriarcato armeno di Costantinopoli, nel 1914 gli Armeni anatolici andavano da un minimo di 1.845.000 ad un massimo di 2.100.000.
Lo storico Arnold J. Toynbee, che fu ufficiale dell'intelligence britannica in Anatolia nella prima guerra mondiale, stima in 1.800.000 il numero complessivo degli Armeni di quel paese. L'Enciclopedia Britannica indica come probabile il numero di 1.750.000.[31][32]
Toynbee ritiene che i morti furono 1.200.000. Gli storici stimano che la cifra vari fra i 1.200.000 e 2.000.000 di morti, ma il totale di 1.500.000 è quello più diffuso e comunemente accettato.
Riconoscimento del genocidio
La maggior parte degli storici tende a considerare le motivazioni addotte dai Giovani Turchi come propaganda, e a sottolinearne il progetto politico mirante alla creazione in Anatolia di uno stato turco etnicamente omogeneo. Altri studiosi, sostenendo l'inesistenza di un progetto di genocidio, richiamano l'attenzione sul fatto che non tutti i numerosi armeni d'Istanbul furono coinvolti nel massacro e che non fu approntato un piano sistematico di eliminazione paragonabile a quello messo in pratica dai nazisti contro gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. Questa la tesi sostenuta, tra gli altri, da Guenter Lewy. A questo proposito lo studioso armeno Lévon Boghos Zékiyan spiega che la persecuzione degli armeni di Istanbul fu solo il punto di partenza delle milizie turche, destinato a colpire esclusivamente gli intellettuali, le menti pensanti: l'obiettivo della deportazione riguardava non tanto gli Armeni in quanto componente etnica, ma piuttosto gli Armeni come componente territoriale dell'Anatolia, nel quadro del progetto detto della Grande Turchia (o del panturchismo). Lévon Boghos Zékiyan sottolinea che "gli armeni residenti nella capitale erano estranei alla legge di deportazione, ovviamente per un riguardo alle missioni diplomatiche straniere" mentre in Anatolia "un'operazione così ampia era facilitata nell'esecuzione dallo stato di guerra in cui si trovava impegnata tutta l'Europa".[33]
Il governo turco rifiuta di riconoscere il genocidio ai danni degli armeni[34] ed è questa una delle cause di tensione tra Unione europea e Turchia e anche con la Santa SedeErrore nelle note: Parametro non valido nel tag <ref>
. Una legge francese punisce con il carcere la negazione del genocidio armeno. Per converso, già da tempo la magistratura turca punisce con l'arresto e la reclusione fino a tre anni il nominare in pubblico l'esistenza del genocidio degli armeni in quanto gesto anti-patriottico. In tale denuncia, poi ritirata, è incappato lo scrittore turco Orhan Pamuk, a seguito di un'intervista a un giornale svizzero in cui accennava al fenomeno.[35]
Lo storico turco Taner Akçam, il primo a parlare apertamente di genocidio, fu arrestato nel 1976 e condannato a dieci anni di reclusione per i suoi scritti; l'anno successivo riuscì a fuggire e a rifugiarsi in Germania; lavora negli Stati Uniti, presso lo Strassler Family Center for Holocaust and Genocide Studies della Clark University, dopo essere stato Visiting Associate Professor of History alla University of Minnesota.[36]
La presa di posizione vaticana
Il 12 aprile 2015 papa Francesco riferendosi agli avvenimenti ha parlato esplicitamente di genocidio[37], citando una dichiarazione del 2001 di papa Giovanni Paolo II e del patriarca armeno[38], in occasione della messa di commemorazione del centenario in San Pietro, dichiarando che quello armeno «generalmente viene definito come il primo genocidio del XX secolo». Il papa ha denunciato il genocidio come una delle tante persecuzioni ai danni di cristiani che "vengono pubblicamente e atrocemente uccisi - decapitati, crocifissi, bruciati vivi -, oppure costretti ad abbandonare la loro terra"[39]. In risposta, il governo turco ha immediatamente convocato il nunzio apostolico ad Ankara e ritirato l'ambasciatore presso la Santa Sede in segno di protesta. Per analoghi motivi, nello specifico una mozione del parlamento austriaco che riconosce il genocidio, è stato richiamato anche l'ambasciatore turco a Vienna[40]. La dichiarazione ha anche suscitato una forte reazione del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan che il 14 aprile 2015 ha ammonito Papa Francesco affermando che «quando i politici e i religiosi si fanno carico del lavoro degli storici non dicono delle verità, ma delle stupidaggini». Nel giugno 2016 Bergoglio, durante il viaggio in Armenia, utilizza nuovamente il termine "genocidio" scatenando la dura reazione del vice primo ministro turco Nurettin Canikli[41]. Come emerso recentemente dalle carte adesso consultabili dell'archivio segreto Vaticano e dell'archivio di Stato Vaticano la Santa Sede non ha fatto altro che rendere più esplicita quella che è sempre stata la sua posizione sulla vicenda poiché ha fin dal principio tentato di opporsi a questo sterminio, ne abbiamo testimonianza grazie alle lettere del legato apostolico di Costantinopoli e dei vari nunzi apostolici, fra i quali il futuro Pio XII ( Eugenio Pacelli ) che rivelano un'opera incessante in favore del popolo armeno[42]. Anche il presidente statunitense Barack Obama «ha più volte riconosciuto come un fatto storico che 1,5 milioni di armeni furono massacrati negli ultimi giorni dell'Impero ottomano e che un pieno, franco e giusto riconoscimento dei fatti è nell'interesse di tutti»[43][44]. Il 22 aprile 2015 anche la cancelliera tedesca Merkel ha usato per la prima volta il termine genocidio.
Posizione della comunità internazionale
A partire dal 1965 (Uruguay), 29 Paesi del mondo hanno ufficialmente riconosciuto il genocidio:
- Argentina (2 leggi,[45][46] 3 risoluzioni[47][48][49])
- Armenia[50]
- Austria[51]
- Belgio[52]
- Bolivia[53][54]
- Brasile[55]
- Bulgaria[56]
- Canada (1996,[57] 2002,[58] 2004[59])
- Cile[60]
- Cipro[61]
- Francia (2001 atto del Parlamento[62][63][64][65][66][67])
- Germania (2 giugno 2016)[68]
- Grecia[69]
- Italia[70]
- Lituania[71]
- Libano[72]
- Lussemburgo[73]
- Paesi Bassi[74]
- Paraguay[75]
- Polonia[76]
- Repubblica Ceca[77]
- Russia[78]
- Siria[79]
- Slovacchia[80]
- Svezia[81]
- Svizzera[82]
- Uruguay (1965,[83] 2004[84])
- Unione europea (1987)[85][86](2015)[87]
- Vaticano[88][89]
- Venezuela[90]
Inoltre, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato a marzo 2010 una risoluzione che chiede al presidente Obama il riconoscimento di tale tragedia.[91]
Negazionismo del genocidio
Il negazionismo del genocidio armeno indica un atteggiamento storico-politico che, utilizzando a fini ideologici-politici modalità di negazione di fenomeni storici accertati, nega contro ogni evidenza il fatto storico del genocidio del popolo armeno.[92]
Benché il fatto sia ritenuto storicamente accertato, interessi ideologici-politici-storici tendono a renderne difficile la constatazione da parte di quanti in qualche modo si sentano vicini agli autori dell'olocausto degli armeni, o abbiano difficoltà culturali-storiche ad accettarlo, o per interessi geo-politici considerano dannoso ammetterlo.[93]
Il negazionismo è un atteggiamento storico culturale, che fa uso di una serie di strumenti dialettici per negare l'evidenza dei fatti. Le motivazioni per assumere un atteggiamento negazionista possono essere disparate, tuttavia nel caso del genocidio armeno gli interessi politici concreti prevalgono su quelli culturali, avendosi una utilizzazione del metodo negazionista in funzione di non fare concessioni politiche, necessarie in caso di ammissione del fatto.
In realtà furono utilizzati vari espedienti per mantenere il silenzio, dalla minimizzazione del numero degli uccisi, dalla presentazione delle circostanze come necessità di difesa, dalla scissione dei massacri in singole azioni di dimensione inferiore al complesso.[94]
Negazionismo della Turchia
La posizione ufficiale del governo turco è che le morti degli armeni durante i "trasferimenti" o "deportazioni" non possono essere semplicemente considerate "genocidio". Tale posizione è stata appoggiata da una lunga serie di giustificazioni, tutte divergenti tra loro: le uccisioni non erano deliberate o non erano orchestrate dal governo; le uccisioni erano giustificate dalla minaccia filorussa costituita dagli armeni[95] come gruppo culturale; gli armeni sono semplicemente morti di fame; altre spiegazioni chiamano in causa le fameliche "bande armene".[96][97][98] Alcune argomentazioni tentano di screditare l'ipotesi del genocidio sul piano semantico o mettendone in risalto lo specifico anacronismo (la parola stessa genocidio non esisteva prima del 1943).[99]
Anche i dati delle perdite turche nella Prima guerra mondiale sono spesso invocati per ridimensionare il numero dei morti armeni.[100] Fonti ufficiali turche hanno affermato che la stessa "tolleranza del popolo turco"[101] rende impossibile il genocidio armeno. Un documento militare fa leva su un episodio storico dell'XI secolo per confutare il genocidio armeno: "Furono i selgiuchidi che salvarono gli armeni caduti in loro dominio nel 1071 dalla persecuzione bizantina ed assicurarono loro il diritto di vivere come spetta ad un uomo."[101][102]
Nel 2005, il primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan invitò gli storici turchi, armeni ed internazionali a rivalutare i "fatti del 1915" (la sua locuzione preferita in proposito)[103] usando gli archivi reperibili in Turchia, Armenia ed altri paesi.[104] Il presidente armeno Ṙobert K'očaryan rifiutò l'offerta dicendo:
«It is the responsibility of governments to develop bilateral relations and we do not have the right to delegate that responsibility to historians. That is why we have proposed and propose again that, without pre-conditions, we establish normal relations between our two countries.»
«È responsabilità dei governi sviluppare relazioni bilaterali e noi non abbiamo il diritto di delegare tale responsabilità agli storici. Ecco perché abbiamo proposto ed ancora proponiamo che, senza pre-condizioni, stabiliamo normali relazioni tra i nostri due paesi.»
Inoltre, il ministro degli esteri turco dell'epoca, Abdullah Gül, invitò gli Stati Uniti ed altri paesi a contribuire a quella commissione incaricando degli studiosi di "investigare su questa tragedia ed aprire strade a turchi ed armeni per riunirsi."[106]
Il governo turco continua a contrastare il riconoscimento formale del genocidio da parte di altri paesi e a mettere in discussione che un genocidio sia mai accaduto. Non solo: parlare di "genocidio" è un reato punibile con la reclusione da sei mesi a due anni, in base all'art. 301 del codice penale ("vilipendio dell'identità nazionale"). La legge è stata applicata anche nei confronti di personalità turche conosciute internazionalmente: nel 2005 fu incriminato Orhan Pamuk, il massimo scrittore turco vivente. Il processo a Pamuk è iniziato il 16 dicembre 2005 ma è stato successivamente sospeso in attesa dell'approvazione del ministro della giustizia turco; quello invece al giornalista Hrant Dink si è concluso nello stesso 2005 con la condanna a sei mesi.[107]
Anche il regista Fatih Akim, cittadino tedesco di origine turca ed autore del film Il padre del 2014, è stato minacciato da ultranazionalisti turchi per le sue posizioni riguardo a quello che lui stesso definisce apertamente "genocidio"; le minacce provenienti dalla Turkish Turanist Association sono state rivolte anche al settimanale armeno Agos che lo ha intervistato[108], i cui giornalisti sono stati appellati come "fascisti armeni ed autodefinitisi intellettuali", con minacce di morte contenute in una frase che recita “Minacciamo apertamente il giornale Agos ... Questo film non verrà proiettato in alcuna sala turca. Stiamo seguendo gli sviluppi con i nostri berretti bianchi e le bandiere azere.”[109]. Il berretto bianco è un riferimento all'omicida di Hrant Dink, che appunto ne indossava uno durante l'assassinio.
Le tensioni tra Unione Europea e Turchia
In vista dell'ingresso della Turchia nell'Unione europea il negazionismo del governo turco ha creato difficoltà al negoziato. La Turchia continua a negare il genocidio ai danni degli armeni. La Francia considera invece reato negarlo.[110] Il Parlamento italiano si occupò del problema nel 1998 con una mozione presentata da Giancarlo Pagliarini per il riconoscimento dell'Olocausto armeno, firmata da 165 parlamentari di diversi partiti. Il 17 novembre del 2000 la Camera dei deputati italiana, sulla scia del Parlamento europeo e della Città del Vaticano, ha votato una risoluzione che riconosce il genocidio armeno e invita la Turchia a fare i conti con la propria storia.
Storici negazionisti
L'orientalista Bernard Lewis, membro della British Academy, riconosce che i "massacri del 1915" contro gli armeni dell'Impero ottomano si sono verificati, ma non crede che rientrino nella definizione di genocidio. In Francia, negli anni Novanta, la sua visione critica della violenza perpetrato dai Giovani Turchi contro la minoranza armena (che ha messo in dubbio che possa essere etichettata come "genocidio", ma solamente qualificata come stragi, non mossa dalla chiara volontà di eliminare tutti gli Armeni) gli valse una causa civile e la condanna ad un un'ammenda simbolica di un franco francese.
Filmografia
- Ravished Armenia, di Oscar Apfel (1919)
- Mayrig, di Henri Verneuil (1991)
- Quella strada chiamata paradiso, di Henri Verneuil (1992), seguito del precedente
- Ararat - Il monte dell'Arca, di Atom Egoyan (2002)
- Screamers di Carla Garapedian (2006), documentario
- Memories di Avedis Ohanian (2006), documentario
- La masseria delle allodole, di Paolo e Vittorio Taviani (2007), basato sul romanzo omonimo di Antonia Arslan
- Storie senza storia, di Paolo Facco e Federico Rorato, (2008), documentario
- Il padre (The Cut), di Fatih Akın (2014)
- The Promise, di Terry George (2017)
Nella musica
Il genocidio armeno è stato argomento di molti testi del gruppo alternative metal System of a Down, i cui membri, Serj Tankian, Daron Malakian, Shavo Odadjian e John Dolmayan hanno in comune la perdita di familiari (nonni e bisnonni). Il nonno di Tankian è uno dei pochi superstiti di tale genocidio. Tra le canzoni di denuncia del gruppo spiccano Holy Mountains, P.L.U.C.K e Yes, It's Genocide (prodotta da Serj Tankian come solista).
Un'altra band metalcore statunitense che ha dedicato una canzone al tema sono gli Integrity, nel loro album Systems Overload"(Victory Records, 1995), intitolata Armenian Persecution.
La musicista statunitense Diamanda Galás, di origini greche, nel suo lavoro musicale Defixiones Will and Testament, pubblicato nel 2003, tratta del genocidio delle popolazioni armene, greche ed elleniche da parte dei Turchi, a partire dalla fine dell'Ottocento e durante la prima guerra mondiale, raccogliendo testi e ispirazioni musicali disparate.[111]
Nel 2015, in occasione del centenario del genocidio armeno, Justine Rapaccioli e Marco Bellussi hanno proposto una pièce musico-teatrale dal titolo "Nelle plaghe d'oriente sia pace sulla terra", interpretata, tra gli altri, Ottavia Piccolo, Emiliano De Lello e dall'ottetto vocale Gaspard Edesse, riguardante il tema del genocidio e cercando di creare un punto di incontro tra il popolo armeno e quello turco.
Fumetti
Il genocidio armeno viene descritto in un capitolo di un fumetto digitale (Ebook) scritto e realizzato dall'abruzzese James Fantauzzi, L'Eretica[112]. La storia è ambientata nel deserto durante una delle marce della morte. L'Eretica è un horror dove lo spettro di una donna, Laura, vittima della santa inquisizione spagnola, si ritrova nel corso dei secoli a dover affrontare vari genocidi, tra cui quello armeno ed ebraico. Tenterà di aiutare quelle povere vittime dai soprusi dei perpetratori ma non potrà cambiare il corso della storia. Ci sono poi le graphic novel di Paolo Cossi: Medz Yeghern e Ararat. Il primo descrive il genocidio attraverso personaggi inventati (ma appare anche Armin T. Wegner), il secondo lascia i temi sociali sullo sfondo, per concentrarsi sulla ricerca dell'arca di Noè.
Note
- ^ Richard G. Hovannisian, The Armenian holocaust: a bibliography relating to the deportations, massacres, and dispersion of the Armenian people, 1915-1923, Armenian Heritage Press, 1980. ISBN 978-0-935411-05-8
- ^ Alberto Rosselli, a cura di M. Cimmino, L'olocausto armeno. Breve storia di un massacro dimenticato, Editore Solfanelli, 2010. ISBN 88-89756-97-7.
- ^ United Nations Sub-Commission on Prevention of Discrimination and Protection of Minorities, July 2, 1985
- ^ Tsitsernakaberd Memorial Complex, su genocide-museum.am, Armenian Genocide Museum-Institute.
- ^ John Kifner, Armenian Genocide of 1915: An Overview, in The New York Times, 7 dicembre 2007.
- ^ The forgotten Holocaust: The Armenian massacre that inspired Hitler, in The Daily Mail, London, 11 ottobre 2007.
- ^ Schaller, Dominik J. and Zimmerer, Jürgen (2008) Late Ottoman genocides: the dissolution of the Ottoman Empire and Young Turkish population and extermination policies – introduction, Journal of Genocide Research, 10(1):7–14
- ^ ARMENIA: Il centenario del genocidio armeno divide il mondo - East Journal, in East Journal, 24 aprile 2015. URL consultato il 6 febbraio 2017.
- ^ Statement of professor Bernard Lewis: Distinguishing Armenian Case from Holocaust - Princeton University, 2002
- ^ a b Stanford University: The Armenian genocide: The Turkish side of the story
- ^ Recognition of the Armenian Genocide: List of countries
- ^ Kamiya, Gary. Genocide: An inconvenient truth salon.com. October 16, 2007.
- ^ Letter from the International Association of Genocide Scholars to Prime Minister Recep Tayyip Erdoğan, June 13, 2005
- ^ Jaschik, Scott. Genocide Deniers. History News Network. October 10, 2007.
- ^ Kifner, John. Armenian Genocide of 1915: An Overview. The New York Times.
- ^ Hagop H. Terzian, Giligie Aghedu, Istanbul, 1912. Il libro, allora proibito dalle autorità è stato ristampato in traduzione inglese con il titolo Cilicia 1909: The Massacre of Armenians, Taderon Press e Gomidas Institute, 2009, ISBN 978-1-903656-95-2. Cfr Book Review Cilicia 1909 su asbarez.com
- ^ Andrea Riccardi, La strage dei cristiani, Roma-Bari, Laterza, 2015. p. 115.
- ^ Toynbee, Arnold Joseph. Turkey: a Past and a Future. 1917, pp. 22–3.
- ^ a b Statement of professor Bernard Lewis: Distinguishing Armenian Case from Holocaust - Princeton University, 2002
- ^ Che sorgerà ufficialmente nel 1923 dopo la lotta anti-imperialista di liberazione nazionale e la vittoria di Mustafa Kemal Atatürk.
- ^ Ronald Grigor Suny, "They Can Live in the Desert but Nowhere Else" : A History of the Armenian Genocide, 978-1-4008-6558-1, Princeton University Press, 2015.
- ^ Samuel Totten, Paul Robert Bartrop, Steven L. Jacobs (eds.) Dictionary of Genocide. Greenwood Publishing Group, 2008, ISBN 0-313-34642-9, p. 19
- ^ Noël, Lise. Intolerance: A General Survey. Arnold Bennett, 1994, ISBN 0-7735-1187-3, p. 101
- ^ Encyclopedia of Race, Ethnicity, and Society, by Richard T. Schaefer, 2008, p. 90
- ^ Collegamenti esterni sulla figura e sull'opera di Wegner:
- Armin Wegner's photography depicting the Armenian Genocide, su armenian-genocide.org.
- Brief an Hitler Armin Wegner's letter to Adolf Hitler, 1933 (German language)
- Armin T. Wegner Society, su armin-t-wegner.us.
- Biography of Armin T. Wegner, su armenian-genocide.org.
- Armin T. Wegner on Find A Grave, su findagrave.com.
- On May 23, 1967, Yad Vashem decided to recognize Armin Wegner as Righteous Among the Nations, su www1.yadvashem.org.
- ^ Council of Europe Parliamentary Assembly Resolution, April 24, 1998
- ^ Ferguson, Niall. The War of the World: Twentieth-Century Conflict and the Descent of the West. New York: Penguin Press, 2006, p. 177. ISBN 1-59420-100-5
- ^ A Letter from The International Association of Genocide Scholars
- ^ Senate Resolution 106 — Calling on the President to ensure that the foreign policy of the United States reflects appropriate understanding and sensitivity concerning issues related to Human Rights, Ethnic Cleansing, and Genocide Documented in the United States Record relating to the Armenian Genocide, su thomas.loc.gov, Library of Congress.
- ^ (DE) Von Gunnar Köhne, Völkermord an den Armeniern - Beihilfe aus Deutschland?, su deutschlandfunk.de, www.deutschlandfunk.de, 23 marzo 2015.
- ^ Encyclopædia Britannica: Death toll of the Armenian Massacres
- ^ The Treatment of Armenians in the Ottoman Empire 1915-16: Documents presented to Viscount Grey of Fallodon, Secretary of State for Foreign Affairs By Viscount Bryce. (New York and London: G.P. Putnam's Sons, for His Majesty's Stationary Office, London, 1916), pp. 637–653.
- ^ 'L'Armenia e gli armeni', Ed. Guerini, 2000, pp. 53-54)
- ^ BBC News Europe, Q&A: Armenian 'genocide', BBC News, 12 ottobre 2006. URL consultato il 29 dicembre 2006 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2007).
- ^ Daren Butler and Ercan Ersoy, "Kerinçsiz puts patriotism before free speech, EU". Reuters via Turkish Daily News, 21 July 2006.
- ^ Clark University has appointed prominent historian Taner Akçam to occupy the Robert Aram and Marianne Kaloosdian and Stephen and Marion Mugar Professorship in Armenian Genocide Studies
- ^ Testo del messaggio sul sito della Santa Sede.
- ^ Testo della dichiarazione sul sito della Santa Sede.
- ^ Papa ricorda genocidio armeni, Ankara protesta, Fausto Gasparroni, Ansa.it, 13 aprile 2015
- ^ Seven world capitals now without Turkish ambassadors, Daily News, 23 aprile 2015
- ^ Genocidio armeni, il vicepremier turco: “Il Papa ha la mentalità delle crociate”, Francesco Antonio Grana, Il Fatto Quotidiano, 26 giugno 2016
- ^ La santa sede e lo sterminio degli armeni nell'Impero ottomano, su guerini.it. URL consultato il 30 gennaio 2017.
- ^ Papa Francesco: "Massacro armeni primo genocidio XX secolo". La Turchia richiama l'ambasciatore - Rai News, su rainews.it, Rai News.
- ^ Erdogan «condanna» il Papa: «Sull'Armenia non ripeta l'errore» Ma Obama chiarisce: «Fu massacro», Corriere della Sera, 14 aprile 2015.
- ^ Argentina Law, March 18, 2004, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Argentina Law, January 15, 2007
- ^ Argentina Senate Resolution, May 5, 1993, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Argentina Senate Resolution, April 20, 2005, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Argentina Senate Resolution, August 20, 2003, Armenian National Institute, Inc.
- ^ [Закон Армянской Советской Социалистической Республики "Об осуждении геноцида армян 1915 года в Османской Турции", Ведомости Верховного Совета Армянской ССР, 1988, 30 ноября, № 22, с. 312]
- ^ Austria Parliament Resolution, April 22, 2015
- ^ Belgium Senate Resolution, March 26, 1998, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Bolivia Plurinational Legislative Assembly, November 27, 2014, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Bolivia Plurinational Senate Assembly, June 3, 2015, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Brazil Federal Senate Legislation, May 21, 2015, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Bulgaria National Assembly, April 24, 2015, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Canada House of Commons Resolution, April 23, 1996, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Canada Senate Resolution, June 13, 2002, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Canada House of Commons Resolution, April 21, 2004
- ^ Chile Senate Resolution, June 5, 2007, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Cyprus House of Representatives Resolution, April 29, 1982
- ^ Bill adopted by the French National Assembly, May 28, 1998, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Bill adopted by the French Senate, November 7, 2000, Armenian National Institute, Inc.
- ^ French Law no. 2001-70 of January 29, 2001, relating to the recognition of the Armenian Genocide of 1915, Armenian National Institute, Inc.
- ^ (FR) Legislative file, French National Assembly
- ^ Legislative file, French Senate
- ^ (FR) Official text of Law no. 2001-70 of January 29, 2001
- ^ Germany Parliament Resolution, April 24, 2015
- ^ Greece (Hellenic Republic) Parliament Resolution, April 25, 1996, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Italy Chamber of Deputies Resolution, November 16, 2000, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Lithuania Assembly Resolution, December 15, 2005, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Lebanon Chamber of Deputies Resolution, April 3, 1997, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Grand Duchy of Luxembourg Chamber Resolution, April 15, 2015, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Netherlands Parliament Resolution, December 21, 2004, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Paraguay Congress Declaration, October 29, 2015, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Poland Parliament Resolution, April 19, 2006, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Czech Parliament Resolution, April 14, 2015
- ^ Russia Duma Resolution, april 14, 1995, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Syria recognizes the Armenian Genocide committed by the Ottoman Empire, Parliament Speaker says
- ^ Slovakia Resolution, November 30, 2004
- ^ Sweden Parliament Resolution, March 11, 2010, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Switzerland (Helvetic Confederation) National Council Resolution, December 16, 2003, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Uruguay Senate and House of Representatives Resolution, April 20, 1965, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Uruguay Law, March 26, 2004, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Risoluzione del 18 giugno 1987, pubblicata nella GUUE del 20.07.1987, pag. 119.
- ^ www.europarl.europa.eu
- ^ European Parliament Resolution, April 15, 2015, Armenian National Institute, Inc.
- ^ Vatican City Communiqué, November 10, 2000, Armenian National Institute, Inc.
- ^ http://www.armenian-genocide.org/Affirmation.460/current_category.1/affirmation_detail.html His Holiness Pope Francis, April 12, 2015], Armenian National Institute, Inc.
- ^ Venezuela National Assembly Resolution, July 14, 2005, Armenian National Institute, Inc.
- ^ "Genocidio armeno", tensione Usa-Turchia Ankara richiama subito l'ambasciatore - Repubblica.it
- ^ Lettera del Consiglio per la Comunità armena di Roma al Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano', lettera aperta della comunità armena di Roma sul tema del negazionismo, 31 gennaio 2007
- ^ Marco Tosatti, Il genocidio armeno e il negazionismo, Quaderni Radicali, 17 luglio 2008
- ^ Gli allievi turchi al servizio del negazionismo di Stato, comunicato dell'Associazione Svizzera-Armenia, in Presseportal.ch, 25 maggio 2003
- ^ The Armenian Review — Pag. 92,
- ^ TURKSES Voice of Turks - The So-Called Armenian Genocide
- ^ Assembly of Turkish American Associations
- ^ An Armenian Myth
- ^ Il Dizionario inglese Merriam-Webster effettivamente fa nascere genocide nel 1944.
- ^ Turkish Embassy.org - Republic of Turkey
- ^ a b Turkish General Staff
- ^ "Turkey's Memory Lapse: Armenian Genocide Plagues Ankara 90 Years On - International - Spiegel online - News."
- ^ (TR) 1915 yılı olayları, in Sabah, 27 luglio 2007. URL consultato il 3 settembre 2008.«Erdoğan, eylülde ABD Kongresi'nin gündemine gelmesi beklenen soykırım iddialarına ilişkin genelgesinde, kamu kurumlarının, '1915 yılı olayları', '1915 yılı olayları ile ilgili Ermeni iddiaları veya varsayımları' ifadelerini kullanmalarını istedi.»
- ^ Turkey's Initiative to Resolve Armenian Allegations Regarding 1915, su turkishembassy.org, Embassy of Turkish Republic at Washington, D.C.. URL consultato il 29 giugno 2008.
- ^ Minister Oskanian Comments on Turkish Foreign Minister Abdullah Gul's Recent Remarks, su armeniaforeignministry.com, Armenian Ministry of Foreign Affairs, 4 novembre 2006. URL consultato il 23 aprile 2007.
- ^ Türkiye Cumhuriyeti Vaşington Büyükelçiliği
- ^ Nicoletta Tiliacos, "Il genocidio infinito", in Il Foglio, 3 gennaio 2015. URL consultato il 26 gennaio 2015.
- ^ Link
- ^ http://www.hurriyetdailynews.com/german-turkish-director-fatih-akin-threatened-by-ultranationalists-.aspx?pageID=238&nid=69976&NewsCatID=381
- ^ Levy Bernard Henri, Perché una legge contro i negazionisti, sul Corriere della Sera del 30.11.2008, pag. 28.
- ^ Link
- ^ James Fantauzzi, L'Eretica, Roma, Youcanprint Editore, 2013.
Bibliografia
Bibliografia generale
- Fonti
- H. Barby, Il martirio di un popolo. I massacri dell'Armenia, Mediolanum, Milano 1934. (Si può leggere qui)
- Approfondimenti
- Gabriele Nissim, La lettera a Hitler. Storia di Armin T. Wegner, combattente solitario contro i genocidi del Novecento, Mondadori, Milano 2015, ISBN 978-88-046-5520-6
- Aghavni Boghosian, Il richiamo del sangue. Ricordi... dal genocidio armeno 1915, introduzione e cura di Kegham J. Boloyan, traduzione dall'arabo di Sabrina Coletta e Kegham J. Boloyan, revisione del testo italiano di Francesca Piccoli, Collana “I volti e le tracce”, F.A.L. Vision Editore, Bari 2012 (tit. orig. Nida' ad-Damm, Casa Editrice Cilicia, Aleppo [Siria] 1998), ISBN 978-88-96931-22-6
- Antonia Arslan, Il libro di Mush, Skira, 2012, ISBN 978-88-572-1151-0
- Maria Immacolata Macioti, Il genocidio armeno nella storia e nella memoria, Edizioni Nuova Cultura, Roma 2011, ISBN 978-88-6134-708-3
- Varujan Vosganian, Il libro dei sussurri, Keller editore, 2011 (trad. di Anita Bernacchia), ISBN 978-88-89767-23-8 (disponibile anche la versione spagnola El libro de los susurros, ed. Pre-Textos, Valencia, 2010, 584 pag. Trad. Joaquin Garrigos. ISBN 978-84-92913-84-8)
- Gilbert Sinoué, Armenia, Neri Pozza Editore, 2011, ISBN 978-88-545-0397-7 (Tit. orig. Erevan, Flammarion 2009)
- Henry Morgenthau, Diario, 1913-1916, Guerini e Associati, 2010, ISBN 978-88-6250-235-1
- Ondine Khayat, Le stanze di lavanda - Il romanzo di un'infanzia armena, Edizioni PIEMME, 2009, ISBN 978-88-566-0246-3
- Emanuele Aliprandi, 1915, cronaca di un genocidio: il massacro degli armeni raccontato dai giornali italiani dell'epoca, &MyBook, 2009, ISBN 978-88-96096-45-1
- Antonia Arslan, La strada di Smirne, ed. Rizzoli, 2009
- Hrant Dink, L'inquietudine della colomba. Essere armeni in Turchia, Guerini e Associati, 2008, ISBN 978-88-8335-998-9
- Hrand Nazariantz, Armenia: lo sterminio dimenticato, a cura di Tiziano Arrigoni, Piombino, La Bancarella, 2008
- Cetin Fethije, Heranush mia nonna, Alet ed., 2008
- Raphael Stainville, Grande Male, San Paolo, 2008, ISBN 978-88-215-6074-3
- Ajemian Ahnert Margaret, Le rose di Ester - Una madre racconta il genocidio armeno, ed. Rizzoli, 2008, ISBN 978-88-17-02484-6
- Antonia Arslan, La masseria delle allodole, ed. BUR, 2007, ISBN 88-17-01633-0
- Marcello Flores, Il genocidio degli armeni, ed. Il Mulino, 2007, ISBN 88-15-11853-5
- E. Miller Donald e Lorna Touryan Miller, Survivors. Il genocidio degli armeni raccontato da chi allora era bambino, ed. Guerini e Associati, 2007, ISBN 88-8335-878-3
- Alberto Rosselli, L'olocausto armeno, ed. Solfanelli, 2007, ISBN 88-89756-17-9
- Paolo Cossi Medz Yeghern, Il Grande Male, Ed. Hazard, 2007, ISBN 88-7502-090-6 (a fumetti)
- Kemal Yalçin, Con te sorride il mio cuore, Edizioni Lavoro, 2006
- Guenter Lewy, Il massacro degli armeni, Einaudi, 2006, ISBN 88-06-17841-5
- Alice Tachdjian Polgrossi, Pietre sul cuore. Diario di Varvar, una bambina scampata al genocidio degli armeni, ed. Sperling & Kupfer, 2006, ISBN 88-8274-975-4
- Diego Cimara, Il genocidio turco degli armeni, ed. Editing (Treviso), 2006, ISBN 88-6094-027-3
- Edgar Hilsenrath, La fiaba dell'ultimo pensiero, ed. Marcos y Marcos, 2006, ISBN 978 8871684512
- Taner Akçam, Nazionalismo turco e genocidio armeno. Dall'Impero ottomano alla Repubblica, ed. Guerini e Associati, 2005, ISBN 88-8335-719-1
- Flavia Amabile, Marco Tosatti, Mussa Dagh-Gli Eroi Traditi, Guerini e Associati, 2005. ISBN 88-8335-631-4
- N. Dadrian Vahakn, Storia del genocidio armeno. Conflitti nazionali dai Balcani al Caucaso, ed. Guerini e Associati, 2003, ISBN 88-8335-462-1
- Franz Werfel, I quaranta giorni del Mussa Dagh, ed. Corbaccio, 2003
- Flavia Amabile, Marco Tosatti, La vera storia del Mussa Dagh, Guerini e Associati, 2003
- Yves Ternon, Gli Armeni. 1915-1916: il genocidio dimenticato, Rizzoli, 2003, ISBN 88-17-87206-7
- Marco Impagliazzo, Una finestra sul massacro. Documenti inediti sulla strage degli armeni (1915-1916), ed. Guerini e Associati, 2000, ISBN 88-8335-133-9
- Claude Mutafian, Metz Yeghérn. Breve storia del genocidio degli armeni, Guerini e Associati, 1995, ISBN 978-88-8335-187-7
- Hrand Nazariantz, L'Armenia, il suo martirio e le sue rivendicazioni, con introduzione di Giorgio D'Acandia (pseud. di Umberto Zanotti Bianco), Battiato, Catania 1916.
- Georges-Henri Ruyssen SJ " LA QUESTIONE ARMENA. Vol.I 1894-1896. Documenti dell'Archivio Segreto Vaticano (ASV)" Ediz. Orientalia Christiana & Valore Italiano Lilamé, 2013, ISBN 978-88-97789-12-3
- Georges-Henri Ruyssen SJ "LA QUESTIONE ARMENA. Vol.II 1894-1896. Documenti dell'Archivio della Congregazione per le Chiese Orientali (ACO)", Ediz. Orientalia Christiana & Valore Italiano Lilamé, 2013, ISBN 978-88-97789-26-0
- Georges-Henri Ruyssen SJ "LA QUESTIONE ARMENA. Vol.III 1908-1925. Documenti dell'Archivio della Congregazione per le Chiese Orientali (ACO), Ediz. Orientalia Christiana & Valore Italiano Lilamé, 2014, ISBN 978-88-97789-20-8
- Georges-Henri Ruyssen SJ "LA QUESTIONE ARMENA. Vol. IV 1908-1925. Documenti dell'Archivio Segreto Vaticano (ASV) e dell'Archivio Storico della Segreteria di Stato, Sezione per i Rapporti con gli Stati (SS.RR.SS.), Ediz. Orientalia Christiana & Valore Italiano Lilamé, 2015, ISBN 978-88-97789-53-6.
- Elif Shafak,"La bastarda di Istanbul". ed.Rizzoli, 2007. ISBN 978-88-17-01726-8
- Sigurd Sverre Stangeland: Die Rolle Deutschlands im Völkermord an den Armeniern. Trondheim: NTNU, 2013. ISBN 978-82-471-4427-5
- Jürgen Gottschlich: Beihilfe zum Völkermord Deutschlands Rolle bei der Vernichtung der Armenier Berlin Links, Ch 2015, ISBN 978-3-86153-817-2
- Michael Hesemann: Völkermord an den Armeniern, Herbig Verlag, 351 Seiten, ISBN 978-3-7766-2755-8
Bibliografia sul negazionismo
- The Banality of Denial, by Yair Auron, Rutgers University Press, New Brunswick, 2003, ISBN 0-7658-0834-X, 338 pp.
- Investigation into the negation of a genocide, by Yves Ternon, Brackets, 1989
- Revolution and Genocide, by Robert Melson, 1992, 386 p.
- Encyclopedia of Genocide, ed. by Israel Charny, 1999
- The History and Sociology of Genocide: Analyses and Case Studies, by Kurt Jonassohn, 1990, 480 p.
- A Little Matter of Genocide: Holocaust and Denial in the Americas, by Ward Churchill, 1997, City Lights Books, ISBN 0-87286-323-9
- The Crime of Destruction and the Law of Genocide, by Caroline Fournet, 2007, Ashgate Publishing, 182 p., ISBN 0-7546-7001-5
- Stay the Hand of Vengeance: The Politics of War Crimes Tribunals, by Gary Jonathan Bass, Princeton University Press, pp. 106–146
- A Problem from Hell: America and the Age of Genocide, by Samantha Power, NY: Basic Books, 2002, pp. 1–16
- Armenia: The Survival of a Nation, by Christopher J. Walker. Revised Second Edition. New York, NY: St. Martin's Press, 1990. 476 pp.
- Remembrance and Denial: The Case of the Armenian Genocide, by Richard G. Hovannisian, 1998
- The Key Elements in the Turkish Denial of the Armenian Genocide, by Vahakn Dadrian, 1999
- The Psychological Satisfaction of Denials of the Holocaust or Other Genocides by Non-Extremists or Bigots, and Even by Known Scholars, by Israel W. Charny, "IDEA" journal, July 17, 2001, Vol.6, no.1
- Professional ethics and the denial of the Armenian genocide, by Smith, Roger W.; Markusen, Eric; and Lifton, Robert Jay // Holocaust and Genocide Studies, # 9 (1), 1995, p. 1-22
- Le Monde Diplomatique - The long denied Armenian Genocide: Turkey's carefully forgotten history, by Taner Akçam, Le Monde Diplomatique, 2000
- U.S. Denial of the Armenian Genocide, by Stephen Zunes, "Foreign Policy in Focus", October 22, 2007, su fpif.org.
Voci correlate
- Armeni
- Genocidio assiro
- Genocidio greco
- Giacomo Gorrini
- Negazionismo
- Negazionismo dell'Olocausto
- Negazionismo del genocidio armeno
- Negazionismo del genocidio assiro
- Massacri hamidiani
- Mayrig
- System of a Down
- Diaspora armena
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su genocidio armeno
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su genocidio armeno
Collegamenti esterni
- Video della conferenza del prof. Dadrian (60 minuti)
- (EN) Armenian National Institute, su armenian-genocide.org.
- Gariwo, Genocidio Armeni
- «La strage degli Armeni», su digilander.libero.it.
- Sito della comunità armena di Roma, su comunitaarmena.it.
- Sito ufficiale per il riconoscimento del genocidio armeno, su 2015rtag.com.
- Sul negazionismo
- Denial of the Armenian Genocide, Armenian Genocide Resource Library for Teachers, su teachgenocide.com.
- Armenian genocide denial by Turkey, Genocide Watch
- A source of news and information on the No Place for Hate/Anti-Defamation League Armenian Genocide denial issue, su noplacefordenial.com.
- Armenian Genocide Denial and Free Speech, by FacingHistory.ORG, 2008, su facinghistory.org.
- Selected Bibliography on Denial of the Armenian Genocide, Zoryan Institute, 2001.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 184444072 · LCCN (EN) sh85007296 · GND (DE) 7505167-9 · BNE (ES) XX4445852 (data) · BNF (FR) cb11941072s (data) · J9U (EN, HE) 987007294980905171 |
---|