Bavone di Gand: differenze tra le versioni

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Di questo santo sono state scritte quattro ''Vite'', in gran parte leggendarie: la più antica fu scritta circa due secoli dopo la morte di Bavone, e fu posta in versi intorno alla fine del primo millennio.
Di questo santo sono state scritte quattro ''Vite'', in gran parte leggendarie: la più antica fu scritta circa due secoli dopo la morte di Bavone, e fu posta in versi intorno alla fine del primo millennio.

== Biografia ==
== Biografia ==
Bavone nacque verso la fine del [[VI secolo]] o l'inizio del [[VII secolo|VII]] nell'attuale [[Belgio]]. Proveniva da una nobile famiglia il cui nome originario era Allowin. Secondo la leggenda era figlio di [[Pipino di Landen]]. Dopo la morte della moglie, figlia del conte Adilio e madre di Adeltraut (''Adeltrudis''), futura [[badessa]] di ''Malbodium'' ([[Abbazia di Maubeuge]]), Bavone andò da [[Amando di Maastricht|sant'Amando]], allora missionario presso i pagani che ancora abitavano nella zona di Gand, e dietro suo consiglio, donò tutti i suoi beni ai poveri e si ritirò in un convento a [[Gand]], unendosi all'attività di Amando. Dopo un po' rientrò a Gand, si rinchiuse in una cella e condusse ivi una vita eremitica per alcuni anni morendo verso il [[655]].
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Versione delle 01:39, 14 set 2017

San Bavone
San Bavone, Geertgen tot Sint Jans, ultimo quarto del XV secolo
 

Monaco

 
NascitaVI o VII secolo
Morteverso il 655
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza1º ottobre
Attributivestito elegantemente, con spada e speroni ed un falco sul pugno
Patrono diGand, Haarlem e dei falconieri

San Bavone di Gand, in olandese Baaf (... – Gand, 1º ottobre 659 circa), è stato un monaco cristiano belga dell'VIII secolo, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e il cui culto è particolarmente praticato in parte del Paesi Bassi e nelle Fiandre.

Di questo santo sono state scritte quattro Vite, in gran parte leggendarie: la più antica fu scritta circa due secoli dopo la morte di Bavone, e fu posta in versi intorno alla fine del primo millennio.

Biografia

Bavone nacque verso la fine del VI secolo o l'inizio del VII nell'attuale Belgio. Proveniva da una nobile famiglia il cui nome originario era Allowin. Secondo la leggenda era figlio di Pipino di Landen. Dopo la morte della moglie, figlia del conte Adilio e madre di Adeltraut (Adeltrudis), futura badessa di Malbodium (Abbazia di Maubeuge), Bavone andò da sant'Amando, allora missionario presso i pagani che ancora abitavano nella zona di Gand, e dietro suo consiglio, donò tutti i suoi beni ai poveri e si ritirò in un convento a Gand, unendosi all'attività di Amando. Dopo un po' rientrò a Gand, si rinchiuse in una cella e condusse ivi una vita eremitica per alcuni anni morendo verso il 655.

Culto

San Bavone (o san Bavo o sint Baaf in olandese) è co-patrono della città di Gand (l'altro patrono è santa Farailde) ed a lui sono dedicate la cattedrale di San Bavone a Gand, la cattedrale di Haarlem e la chiesa grande di San Bavone, sempre ad Haarlem. È anche patrono delle diocesi di Gand e di Haarlem.

In Italia è ricordato nella parrocchia di San Bovio di Peschiera Borromeo.

La sua memoria viene celebrata il 1º ottobre ed il 1º agosto a Gand, ed il 9 agosto e il 10 maggio ad Haarlem.

Iconografia

Per la sua appartenenza alla nobiltà, egli viene rappresentato come un gentiluomo elegantemente vestito, con spada e speroni, con un falco sul pugno o mentre distribuisce doni ai poveri.

Bibliografia

  • (DE) Vita Bavonis confessoris Gandavensis. In: Monumenta Germaniae Historica (MGH) Bruno Krusch (Hrsg.): Scriptores rerum Merovingicarum 4: Passiones vitaeque sanctorum aevi Merovingici (II). Hannover 1902, S. 527–545
  • (DE) Vita S. Bavonis. In: Poetae Latini medii aevi 5,1.2: Die Ottonenzeit Teil 1/2. Herausgegeben von Karl Strecker unter Mitarbeit von Norbert Fickermann. Leipzig 1937, S. 226–2 Monumenta Germaniae Historica (MGH)
  • (DE) Alberdingk Thijm: Bavo in: Allgemeine Deutsche Biographie (ADB)

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Collegamenti esterni

San Bavone di Gand, in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi, santiebeati.it.

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