Coordinate: 55°46′59.7324″N 37°37′49.6236″E

Roscosmos

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Agenzia spaziale russa
Федеральное космическое агентство России
SiglaFKA, RKA
StatoBandiera della Russia Russia
TipoAgenzia governativa
Istituito25 febbraio 1992
PredecessoreMinistry of General Machine Building
Programma spaziale sovietico
AmministratoreJurij Borisov (dal ottobre 2013)
Bilancio251 miliardi di rubli[1] (2023)
Impiegati175 000
SedeMosca
Indirizzoulica Ščepkin 42
Sito webwww.roscosmos.ru/

Roscosmos, formalmente Corporazione Statale per le Attività Spaziali "Roscosmos" (in russo Госуда́рственная корпора́ция по косми́ческой де́ятельности "Роско́смос"?, Gosudárstvennaâ korporáciâ po kosmíčeskoj déâtelʹnosti "Roskosmos"), detta anche Corporazione Statale Roscosmos o più semplicemente Roscosmos, è una corporazione statale che gestisce l'industria spaziale e gli asset spaziali russi, creata nel 2015 unendo la precedente Agenzia Spaziale Federale "Roscosmos" (in russo Федерального космического агентства "Роскосмос"?, Federalʹnogo kosmičeskogo agentstva "Roskosmos") con la Corporazione Unita per lo Spazio e la Missilistica (in russo Объединенная ракетно-космическая корпорация?, Obʺedinennaâ raketno-kosmičeskaâ korporaciâ) all'interno del progetto di rinazionalizzazione dell'industria spaziale russa.

Il quartier generale è situato a Mosca, mentre il controllo missione si trova nella vicina città di Korolëv e il Centro di addestramento cosmonauti Jurij Gagarin nella Città delle Stelle, nell'Oblast' di Mosca. Il 22 febbraio 2019 è stata annunciata la costruzione di un nuovo quartier generale, chiamato Centro Spaziale Nazionale (in russo Национальный космический центр?, Nacionalʹnyj kosmičeskij centr). Le località di lancio sono costituite dal Cosmodromo di Bajkonur nel Kazakistan, il primo e più grande spazioporto del mondo, e dal Cosmodromo Vostočnyj, che si trova nella regione orientale nell'Oblast' dell'Amur. Il direttore di Roscosmos, a partire da luglio 2022, è Jurij Borisov[2].

Proseguendo il programma spaziale sovietico, l'eredità di Roscosmos include il primo satellite mai lanciato, la prima navetta con equipaggio, la prima passeggiata spaziale, la prima sonda ad allunare, la prima sonda ad atterrare su Venere, la prima sonda ad atterrare su Marte, il primo rover e la prima stazione spaziale.

Storia

Il programma spaziale sovietico non possedeva agenzie centrali esecutive, ma aveva una struttura organizzativa distribuita, dove il ruolo di primo piano era svolto dagli uffici di progettazione e dal concilio dei progettisti. La creazione della Agenzia Spaziale Russa (in russo Российское космическое агентство?, Rossijskoe kosmičeskoe agentstvo) il 25 febbraio 1992, tramite il decreto n.185 del Presidente El'cin[3], rappresentò quindi un nuovo tipo di organizzazione. Il primo direttore fu Û́rij Kóptev, che aveva precedentemente lavorato alla progettazione dei lander marziani all'istituto NPO Lavočkina.[4]

Nei primi anni di attività l'organizzazione soffrì di una mancanza di autorità, dovuta alla determinazione dei potenti uffici di progettazione di mantenere le proprie sfere operative. Ad esempio, la prosecuzione della vita operativa della stazione Mir oltre il 1999 non venne decisa da Roscosmos, ma da uno stakeholder privato dell'ufficio di progettazione NPO Ėnergija. Un altro esempio fu lo sviluppo del nuovo vettore Angara, dovuto più all'abilità del Centro di Ricerca e Produzione Spaziale Chruničev di attrarre risorse, che a una decisione dell'agenzia.[4]

Anni della crisi

Negli anni 90 l'agenzia affrontò serie difficoltà a causa della mancanza di finanziamenti, che incoraggiò la ricerca di altre soluzioni per mantenere operativi i programmi spaziali. Come risultato, l'agenzia iniziò a lanciare satelliti commerciali e si aprì al turismo spaziale. Le missioni scientifiche, come l'invio di sonde interplanetarie e missioni astronomiche, ricoprirono all'epoca un ruolo minoritario. Anche se Roscosmos collaborava con le forze militari aerospaziali, il suo finanziamento non era compreso nel budget per la difesa. Ciononostante, l'agenzia riuscì a mantenere operativa la stazione spaziale Mir ben oltre la sua vita operativa prevista, continuò i lanci delle missioni Sojuz e Progress e contribuì alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). La Federazione Russa entrò nel progetto della ISS nel 1993 tramite un accordo intergovernativo tra i governi delle nazioni partecipanti.[5] Il protocollo di collaborazione tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti prevedeva, nella prima fase, una collaborazione tra la NASA e Roscosmos nel periodo 1995-1998 per il lancio di missioni Space Shuttle verso la stazione Mir, e nella seconda fase, dal 1998 in poi, il lancio dei primi componenti della ISS.[6] Successivamente vennero stipulati dei Memorandum of Understanding (MoU) tra le agenzie spaziali dei partecipanti al progetto per definire gli aspetti tecnici della costruzione.[5] Nel 1999 l'agenzia venne ristrutturata con il decreto del Presidente El'cin n.651 del 25 maggio[7], che creò l'Agenzia Russa per l'Aviazione e lo Spazio "Rosaviacosmos" (in russo Российское авиационно-космическое агентство "Росавиакосмос"?, Rossijskoe aviacionno-kosmičeskoe agentstvo "Rosaviakosmos").

2000: inizio della cooperazione per la ISS

Il 31 ottobre 2000 alle 10:53, il lancio della navetta Sojuz trasportò il primo equipaggio della stazione spaziale internazionale. L'Expedition 1 era costituita dal comandante William Shepherd della NASA e i cosmonauti Sergej Krikalëv e Jurij Gidzenko di Rosaviakosmos.[8] L'equipaggio raggiunse la stazione il 2 novembre, segnando l'inizio di una presenza umana ininterrotta fino ad oggi. Rosaviakosmos contribuì, assieme alla NASA, alla costruzione dei moduli principali della ISS [1] che costituiscono il segmento orbitale russo e possiede uno dei due centri di controllo missione, situato a Korolëv.

2004-2006

A marzo 2004, con il decreto del Presidente della Federazione Russa n.314[9], Rosaviacosmos venne riorganizzata nella Agenzia Spaziale Federale "Roscosmos" (in russo Федерального космического агентства "Роскосмос"?, Federalʹnogo kosmičeskogo agentstva "Roskosmos") e Anatolij Perminov, che aveva servito precedentemente come primo comandante delle forze missilistiche strategiche russe prese il posto del direttore Û́rij Kóptev. Il boom dell'economia russa, avvenuto durante il 2005 grazie alle esportazioni di petrolio e gas, contribuì ad un maggiore finanziamento di Roscosmos. Nel 2006 venne pianificata una spesa di 23 miliardi di rubli[10], con un aumento di 4,7 miliardi rispetto all'anno precedente. Il budget, per il periodo 2006-2015, fu portato dalla Duma a 206 miliardi di rubli[11], per la costruzione di due nuove piattaforme di lancio, la costruzione della navetta Kliper e l'invio di una o due sonde verso Marte. All'interno del programma decennale, il finanziamento prevedeva un incremento di 5-10% annuo. Oltre a questo, l'agenzia poteva contare su oltre 130 miliardi di rubli da altre fondi, come investimenti dell'industria e lanci spaziali commerciali. Nel 2006 venne avviata la Space Dialogue Initiative[12], una cooperazione con l'Agenzia Spaziale Europea nei campi dell'osservazione terrestre, le comunicazioni satellitari, i lanciatori e i futuri veicoli, e nell'ambito scientifico. Inizialmente era previsto lo sviluppo delle infrastrutture del cosmodromo di Svobodnyj, ma esso fu abbandonato con il rinnovo degli accordi con il Kazakistan per l'impiego del Cosmodromo di Bajkonur fino al 2050 ad un costo di 115 milioni di dollari annui.[13][14]

2006-2012

Nel 2005 venne firmato un accordo tra la NASA e l'Agenzia Spaziale Federale della durata di 5 anni e di 719 milioni di dollari, grazie al quale la NASA comprò i voli russi per la rotazione dell'equipaggio sulla stazione e il trasporto dei rifornimenti nel periodo 2010-2015.[15][16][17] Il budget federale rimase invariato per l'anno 2009 nonostante la crisi economica mondiale, rimanendo a 82 miliardi di rubli[18]. Nel 2011, il governo russo aumentò il finanziamento del programma nazionale spaziale a 115 miliardi di rubli.[14] Roscosmos aveva per quel periodo in previsione lo sviluppo della nuova famiglia di lanciatori Angara e dei nuovi satelliti per le comunicazioni e l'osservazione della Terra. Il sistema di navigazione satellitare GLONASS, in sviluppo da molti anni, era un'ulteriore priorità, con un finanziamento di 9,9 miliardi di rubli, aumentati tramite una direttiva firmata dal primo ministro Vladimir Putin nel 2009, di ulteriori 2,6 miliardi.[19] Un'altra priorità era costituita dalla costruzione del cosmodromo di Vostočnyj, che iniziò nel 2011 e il cui completamento era previsto per il 2018. Il 29 aprile 2011, il direttore Perminov venne sostituito da Vladimir Popovkin[20]. Nello stesso anno, con il ritiro degli Space Shuttle, e in attesa del nuovo programma commerciale NASA per lo sviluppo di velivoli statunitensi, Roscosmos divenne l'unica agenzia in grado di trasportare equipaggi sulla stazione spaziale internazionale tramite la navetta Sojuz TMA, lanciata dal cosmodromo di Bajkonur.

2013-2016: Riorganizzazione del settore spaziale

A seguito di problemi di affidabilità venne effettuata una riorganizzazione dell'industria spaziale russa. Nel 2013 fu creata la Corporazione Unita per lo Spazio e la Missilistica (URSC) (in russo Объединенная ракетно-космическая корпорация?, Obʺedinennaâ raketno-kosmičeskaâ korporaciâ) come una società per azioni per consolidare il settore spaziale.[21] A tre giorni dal lancio fallito di un vettore Proton-M, il governo annunciò delle "misure estremamente rigide"[22] per "segnare la fine dell'industria spaziale per come la si conosce" in modo da supportare l'agenzia spaziale. Ad ottobre 2013 Oleg Ostapenko divenne il nuovo direttore.[23] Nel 2015 Roscosmos fu trasformata in una corporazione statale e venne unita alla URSC.[24][25] La transizione si concluse con la dissoluzione della agenzia spaziale federale nel dicembre 2015. La nuova Corporazione Statale per le Attività Spaziali "Roscosmos" (in russo Госуда́рственная корпора́ция по косми́ческой де́ятельности "Роско́смос"?, Gosudárstvennaâ korporáciâ po kosmíčeskoj déâtelʹnosti "Roskosmos"), iniziò le operazioni il 1 gennaio 2016, e Igorʹ Komaróv venne nominato nuovo direttore.[25]

Programma spaziale 2013-2020

Roscosmos presentò un documento contenente le attività spaziali previste per il 2013-2020. La pianificazione strategica delle attività era costituita dallo sviluppo e realizzazione di progetti scientifici con ricadute anche industriali e tecnologiche e la creazione di partnership con aziende private per la ricerca di soluzioni commerciali nell'ambito delle telecomunicazioni, della navigazione satellitare, del telerilevamento, oltre allo sviluppo futuro di nuovi lanciatori.[26][27] La priorità principale era garantire l'accesso allo spazio dal territorio russo, il potenziamento dell'industria spaziale e il mantenimento degli impegni internazionali. Il programma delle attività spaziali comprendeva la manutenzione e il potenziamento del sistema GLONASS [28] e lo sviluppo dei centri spaziali.[29]

2017-oggi

Il nuovo programma spaziale federale 2016-2025 venne approvato a marzo 2016 con un finanziamento totale di 1406 miliardi di rubli in 10 anni.[30]. In precedenza, nel 2014 erano stati ipotizzati ben 2315 miliardi, scesi nel 2015 a 1521 miliardi.[31][32] Questa riduzione fu dovuta al calo del prezzo del petrolio e alle sanzioni occidentali che hanno impattato sull'economia russa a seguito dell'annessione della Crimea nel 2014.[33]. Quest'ultima causò tensioni con la NASA, che terminò le collaborazioni mantenendo solo il progetto di costruzione e le operazioni della stazione spaziale internazionale.[34]. Nello stesso anno venne inaugurato il nuovo cosmodromo di Vostočnyj, nell'ottica di ridurre la dipendenza della Russia dal cosmodromo di Bajkonur.[35] Gli obiettivi principali del programma[36] sono l'aumento dei satelliti per le telecomunicazioni per migliorare l'indipendenza della Russia nell'ambito delle informazioni e aumentare il numero di lanci con e senza equipaggio in orbita terrestre bassa, anche per il completamento della stazione spaziale, e per l'esplorazione spaziale. Un'ulteriore priorità riguarda il cosmodromo di Vostočnyj, con il completamento di una piattaforma per i lanciatori pesanti senza equipaggio e la creazione dell'infrastruttura necessaria per il lancio di missioni con equipaggio per il 2023.[37] Nel 2018, Dmitry Rogozin venne nominato nuovo direttore generale[38] L'invasione dell'Ucraina ha causato un ulteriore deterioramento dei rapporti con i partner occidentali.[39] Ad esempio, la missione congiunta ESA-Roscosmos ExoMars è stata sospesa[40] da parte dell'agenzia europea. Nel 2022 Rogozin ha annunciato l'intenzione di Mosca di interrompere il progetto della stazione spaziale internazionale nel 2024[41][42]. Tuttavia è stato stipulato un nuovo accordo con la NASA per il trasporto di astronauti e cosmonauti sulle rispettive navette[43], e il termine della collaborazione per la ISS è stato successivamente rinviato al 2028.[44][45]. Nel 2022 è stata annunciata la proposta di una nuova stazione spaziale russa, con l'eventuale partecipazione di partner internazionali appartenenti ai cosiddetti BRICS.[46]. Nel 2023 il progetto è stato approvato[47] e i lanci dei primi moduli sono attualmente previsti per il biennio 2028-2030. Dal 2022 il direttore principale è Jurij Borisov[2].

Programma attuale

L'Agenzia spaziale russa è una dei compartecipanti nel programma della Stazione Spaziale Internazionale. RKA ha fornito un vettore di trasporto ai turisti spaziali che hanno voluto raggiungere la ISS.

KHA opera in molti programmi di ricerca scientifica terrestre e di telecomunicazioni. I progetti futuri includono un successore del velivolo spaziale Sojuz chiamato Kliper (costruito in collaborazione con l'ESA), delle missioni robotizzate sulle lune di Marte e un aumento dei satelliti di ricerca orbitanti sulla Terra.

Amministrazione

Il quartiere generale di Roscosmos si trova a Mosca mentre il cosmodromo principale è quello di Bajkonur, exclave russa in Kazakistan.

L'agenzia è gestita dal 5 agosto 2015 da Aleksandr Ivanov che ha compiti simili all'amministratore della NASA. Gli impiegati della RKA sono circa 300, la maggior parte dei lavori sono subappaltati. Il primo subappaltatore della RKA è la RKK Ėnergija, che possiede e gestisce il controllo missione di Korolëv e gestisce parte del programma della Stazione Spaziale Internazionale. Ėnergija prima gestiva le operazioni della stazione spaziale Mir. La compagnia ha sviluppato il lanciatore pesante Ėnergija che è stato utilizzato con due lanci per portare nello spazio la stazione militare Poljus (non entrata in orbita per un errore del software), e l’anno successivo per trasportare in orbita lo shuttle Buran.

A seguito del crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, gran parte degli OKB dell'era sovietica sono diventati delle imprese private mentre alcuni sono evoluti in centri di ricerca statale

OKB Attuale Organizzazione Proprietario Prodotti celebri
Korolev RKK Ėnergija privata (38% di proprietà statale)
NPO Lavočkin
NPO Mašinostroenija
Gluško NPO Energomaš
Chélomei Chruničev statale
TsSKB-Progress statale
NPO Molnija
NPO PM
NPO Polët
MKB Raduga
OKB Kuznecov
Chimavtomatika
Makeev «Academician V.P. Makeev Design Bureau» statale
JSC Khartron privata
Moscow Institute of Thermal Technology

Controllo lancio

La controparte militare della RKA è la VKS (Forze spaziali russe). La VKS controlla il cosmodromo di Pleseck. La RKA e la VKS gestiscono congiuntamente il cosmodromo di Bajkonur dove la RKA rimborsa lo stipendio di buona parte del personale alla VKS durante i lanci civili. Entrambe le organizzazioni controllano congiuntamente il Centro di addestramento cosmonauti Jurij Gagarin a Città delle Stelle.

Galleria d'immagini

Persone chiave

Vettori

Note

  1. ^ (EN) Russia to allocate over $3.1 bln for space activities in 2023 — Putin, su tass.com, TASS, 12 aprile 2023. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  2. ^ a b (EN) Putin picks former deputy PM Borisov to head Roscosmos, su tass.com, TASS, 15 luglio 2022. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  3. ^ (RU) Указ Президента Российской Федерации от 25.02.1992 № 185, su poisk-zakona.ru. URL consultato il 7 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2016).
  4. ^ a b Brian Harvey, The design bureaus, in The Rebirth of the Russian Space Program, 1ª ed., Springer, 2007, ISBN 978-0-387-71354-0.
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  6. ^ (EN) International Space Station, su nasa.gov, NASA. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  7. ^ (RU) Указ Президента Российской Федерации от 25.05.1999 г. № 651, su kremlin.ru, Президент России. URL consultato il 12 marzo 2019 (archiviato il 25 settembre 2020).
  8. ^ (EN) Sarah Loff, Oct. 31, 2000, Launch of First Crew to International Space Station, su nasa.gov, NASA, 28 ottobre 2015. URL consultato il 26 dicembre 2023 (archiviato il 18 settembre 2020).
  9. ^ (EN) DECREE OF THE PRESIDENT OF THE RUSSIAN FEDERATION NO. 314 OF MARCH 9, 2004 ON THE SYSTEM AND STRUCTURE OF FEDERAL BODIES OF EXECUTIVE POWER (PDF), su wto.org, WTO. URL consultato il 26 dicembre 2023.
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  44. ^ (EN) Operation of ISS to be prolonged as much as possible — Roscosmos CEO, su tass.com, TASS, 15 novembre 2023. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  45. ^ (EN) Putin sees Russia’s future participation in ISS project as temporary measure, su tass.com, TASS, 27 ottobre 2023. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  46. ^ (EN) Roscosmos wants Brazil, Turkey, South Africa in on orbital station project, su tass.com, 3 ottobre 2023. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  47. ^ (EN) Project to build Russian Orbital Station approved after meeting with Putin — Roscosmos, su tass.com, TASS, 27 ottobre 2023. URL consultato il 26 dicembre 2023.

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