Antonino Trizzino
Antonino Trizzino (Bivona, 1899 – 1973) è stato un giornalista italiano oltre che pilota della Regia Aeronautica.
La sua carriera militare terminò bruscamente nel 1938: inventore di un dispositivo per il lancio da alta quota di siluri d'aereo, ebbe uno scontro con i vertici dell'Aeronautica in merito alla paternità dell'invenzione. Fu processato ed espulso dalla Forza Armata in quell'anno, anche a causa di numerose intemperanze personali che non deponevano a suo favore[1]. Durante la seconda guerra mondiale è stato giornalista e critico militare su diversi giornali, fra i quali Il Tevere e Il Tempo.
Era fratellastro di Angelo Maria Ripellino.
Pubblicazioni
Ha scritto diversi libri-inchiesta, dedicati alle vicende della regia marina nel periodo bellico[2]:
- Sopra di noi l'Oceano (sommergibili)
- Navi e poltrone (supposti tradimenti negli alti comandi di Supermarina; accuse agli alti dirigenti della regia marina e in particolare al capo del S.I.S., l'Ufficio informazioni della Marina, Franco Maugeri)
- Settembre nero (consegna della flotta agli Alleati)
- Gli amici dei nemici (battaglia terrestre in Marmarica e condotta del generale Gambara che produsse la ritirata di Rommel)
- Verità e menzogne sulla spedizione in Albania, Ist. Romano Arti Grafiche di Tumminelli e C., Roma, 1940
- L'aviazione italiana nel mediterraneo e in Africa orientale
- La guerra contro l'Italia, Edizioni Di Quadrivio
Controversie legali
Trizzino, a causa della sua vena polemica, fu chiamato in giudizio per diffamazione in diversi processi. Una causa gli fu intentata dal Ministero della Difesa a causa del libro Navi e poltrone (Milano, Longanesi, 1952) in quanto secondo il querelante fortemente lesivo della reputazione della Marina ed in particolare degli ammiragli Bruno Brivonesi (per l'affondamento del convoglio Duisburg, 9 Novembre 1941), Gino Pavesi (per la resa di Pantelleria, 11 Giugno 1943), Priamo Leonardi (per la resa di Augusta, 12 Luglio 1943), Francesco Maugeri Capo del SIS dal 1942 alla fine della guerra (per intelligenza con il nemico). Trizzino fu condannato in I Grado (Corte di Assise di Milano - Sentenza del 5 Dicembre 1953) e assolto in Appello (Corte di Assise di Appello di Milano - Sentenza del 22 Ottobre 1954).
In una lettera datata 2 Marzo 1960, indirizzata al Procuratore Generale Militare, Trizzino accusa l'ammiraglio Domenico Cavagnari (Capo di Stato Maggiore dal 1934 al 1940), l'ammiraglio Arturo Riccardi (capo di Stato Maggiore dal 1940 al 1943), l'ammiraglio Raffaele De Courten (Capo di Stato Maggiore dal 1943 al 1946). Questo si concluse con il Decreto di non doversi promuovere azione penale pronunciato il 6 Marzo 1961 dal Giudice Istruttore Militare Designato in ordine ai fatti denunciati da Antonino Trizzino a carico degli Ammiragli Cavagnari Domenico, Riccardi Arturo e De Courten Raffaele.
In un altro caso, per via della prefazione al libro Il canadese tranquillo di H. Montgomery Hyde (Milano, Longanesi, 1964), Trizzino venne condannato dal Tribunale Penale di Milano per aver diffamato l'ammiraglio Alberto Lais capo del SIS dal 1938 al 1940[3].