Le folli avventure di Rabbi Jacob
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Paese di produzione | Francia |
Durata | 100 min |
Genere | avventura |
Regia | Gérard Oury |
Soggetto | Gérard Oury |
Sceneggiatura | Roberto De Leonardis |
Produttore | Bertrand Javal |
Fotografia | Henri Decaë |
Montaggio | Albert Jurgenson |
Musiche | Vladimir Cosma |
Scenografia | Henri Decaë
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Costumi | Pierre Nourry Tanine Autre, per la casa Georges Bril |
Trucco | Jean-Pierre Eychenne
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Interpreti e personaggi | |
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Le folli avventure di Rabbi Jacob è una commedia italofrancese diretta da Gérard Oury con Louis de Funès.
Trama
A Brooklyn, il venerato rabbino hassidico Jacob e il suo segretario Samuel partono dall'aeroporto JFK di New York alla volta di Parigi Orly per celebrare il Bar Mitzvah del nipote David Schmoll.
In Normandia, il ricco uomo d'affari Victor Picchio si avvia verso Parigi per il matrimonio della figlia Antoinette col figlio di un generale francese. Victor è un uomo tradizionale, garbatamente razzista e ostentatamente nazionalista. Quando il suo chauffeur Salomon si rifiuta di lavorare di sabato perché è ebreo lo licenzia. Vittima di un incidente con la sua Citroën DS nella campagna dell'Île-de-France, nella ricerca di un aiuto, incappa per sbaglio nel momento e nel luogo in cui si sta per compiere un delitto di natura politica. Mohammed Larbi Slimane, un importante esponente della fazione rivoluzionaria di un paese non altrimenti definito se non genericamente come "arabo", sequestrato al café Le Deux Magots di Parigi dai servizi segreti lealisti, sta per essere giustiziato. Senza volerlo Victor, nel tentare di scappare, aiuta Slimane del quale diventa compagno di fuga, non solo però dagli arabi, ma anche dalla polizia francese, per disavventure a corollario (Picchio è ingiustamente accusato di omicidio).
Raggiunto l'aeroporto di Orly, da dove Slimane vorrebbe rientrare nel suo paese, per sfuggire a gendarmi e ad arabi i due si appropriano dell'identità di Rabbi Jacob e Rabbi Samuel e, trasportati dall'affettuosa quanto invadente famiglia Schmoll, si ritrovano nel Pletzl [1] di Parigi, l'antico ghetto ebraico nel Marais, in Rue des Rosiers, dove devono officiare la cerimonia del Bar Mitzvah di David. Qui Victor incontra il suo chaffeur Salomon (nipote di rabbi Jacob), da cui viene aiutato e col quale si scusa, raddoppiandogli lo stipendio. Nel frattempo i veri rabbini newyorkesi vengono rapiti dagli arabi, che credono siano Victor e Slimane.
Terminata la cerimonia i nostri, ancora vestiti da rabbini hassidici, salgono su una motoretta per raggiungere in tempo la chiesa (all'Hôtel des Invalides) dove avrebbe dovuto svolgersi il matrimonio di Antoinette Picchio. Se non che vengono intercettati dagli arabi, che tengono ancora in ostaggio i due Rabbi. Nel medesimo istante il Ministro degli Esteri francese plana col suo elicottero sul sagrato della chiesa, dichiarando deposto il dittatore dello stato arabo di cui ora Slimane è stato eletto Presidente.
Produzione
Il film uscì nelle sale il 18 ottobre 1973, due settimane dopo l'inizio della guerra del Kippur. Danielle Cravenne, la seconda moglie di Georges Cravenne, uno dei produttori del film, psicologicamente instabile, mentre volava sull'aereo Parigi-Nizza dell'Air France, armata di una pistola 22 long rifle, minacciò di distruggere il Boeing 727 sul quale si trovava, se non avessero impedito l'uscita del film, che lei considerava antipalestinese[2]. L'aereo atterrerà a Marignane, con lo scopo di far rifornimento per poi partire alla volta del Cairo. Danielle, in uno scontro a fuoco, fu ferita alla testa e al petto: morirà lungo il tragitto verso l'ospedale[3].
La vicenda di Slimane riproduce in parte quanto accadde veramente a Mehdi Ben Barka, politico marocchino, oppositore socialista di re Hassan II, leader terzomondista e panafricanista, rapito il 29 ottobre 1965 alla Brasserie Lipp di Parigi, che si trova proprio dirimpetto al café Les Deux Magot. L'affaire Ben Barka fu uno scandalo politico che modificò profondamente le relazioni tra Francia e Marocco. Uno dei personaggi coinvolti fu Hosni Benslimane, capo della gendarmeria reale marocchina.
Non essendo possibile effettuare le riprese nella rue des Rosiers, strada del quartiere del Marais a Parigi ricca di attività commerciali gestite da famiglie ebraiche, le scene in esterno furono girate a rue Jean Jaurès a Saint-Denis.[4]
La scena del matrimonio all'inizio del film è ambientata a Montjavoult, nell'Oise, Piccardia.
Curiosità
- La famosa sequenza nello stabilimento della gomma da masticare, dove de Funès viene ricoperto di chewing gum, ha sostenuto un incidente di notevole portata: nella notte, il serbatoio riempito di liquido composto da lievito chimico ha traboccato e il prodotto si è diffuso per tutto lo studio. Il giorno dopo, sbalorditi, la troupe del film ha dovuto pulire tutto e ripreparare il prodotto, il che spiega perché in questa sequenza il colore della gomma da masticare non è la stessa in ogni scena (prima verde chiaro e poi verde scuro).
- Il rinomato stuntman Rémy Julienne, direttore dei cascatori, ha effettuato una delle scene più complicate della sua carriera, quando la Citroën DS di Picchio evita un grosso camion, esce di strada e precipita in un lago. Venne assistito da una squadra di sommozzatori che si trovavano sott'acqua per evitare che la macchina affondasse.[5]
- Il film ha effettuato più di 2000 riprese.
- Il film è il riferimento principale utilizzato da Jean-Paul Rakover, l'eroe del romanzo Le livre de Joseph (2011) dello scrittore belga Bernard Dan, per crearsi un'identità ebraica.[6]
- Questo è l'ultimo film del duo Gérard Oury-Louis de Funès. Si sarebbero poi incontrati nel 1975 per girare Le Crocodile. de Funès doveva interpretare il ruolo di un dittatore sudamericano, il colonnello Crochet. Tuttavia, Ma poco prima dell'inizio delle riprese, il comico francese si è trovato costretto ad abbandonare il progetto dopo due attacchi di cuore.[7].
- Nel film, Salomon (Henri Guybet), l'autista di Victor Picchio (Louis de Funès), canta l'inizio del Lekha Dodi dopo aver dichiarato al suo capo di rifiutarsi di lavorare perché era iniziato lo Shabbat.
- Marcel Dalio (nome d'arte di Israel Moshe Blauschild), l'interprete del "vero" Rabbi Jacob, ebbe a fuggire da Parigi nel 1940, poiché il suo ritratto era apparso sui manifesti nazisti come rappresentante dell'"Ebreo tipico".
- Il film si è classificato al primo posto nel 1973 al botteghino francese, con oltre 7 milioni di spettatori in sala.
- Una commedia musicale ispirata al film e con lo stesso titolo è stata allestita nel settembre 2008; la musica è stata composta dal rapper francese MC Solaar.
- Questo film, prendendo in prestito dal vaudeville le sue sceneggiature e scenografie, sia nelle gag da situation comedy che negli intrighi offre scene da antologia, come la scena del famoso ballo chassidico, ma presenta anche momenti più profondi, come la benedizione di David, il giovane ragazzo ebreo, da parte del falso Rabbi Jacob (sebbene la formula usata non sia quella giusta: avrebbe dovuto declamare Numeri 6:24-26[8]), o la stretta di mano tra Salomon e Slimane (con consapevolezza della situazione di entrambi). Nello stesso modo si noti anche la scena che si svolge in Rue des Rosiers, dove il falso Rabbi Jacob si salva dall'imbarazzo improvvisando grandi saluti alle principali famiglie di negozianti locali. Nel cinema francese Rabbi Jacob è una delle più celebri illustrazioni dell'Umorismo ebraico.[9]
- La scena della moto, in cui Slimane e Victor Picchio, travestiti da ebrei chassidici, attraversano all'impazzata Rue de Rivoli (e Ponte Alessandro III) per sfociare in les Invalides, è una delle scene più famose del cinema francese. Dinamica e giubilante è la musica di Vladimir Cosma, che accompagna tutto il frenetico percorso. Tuttavia, questa sequenza contiene un falso incrocio stradale, perché la moto passa in primo luogo davanti ai Grandi Magazzini La Samaritaine e poi al Municipio di Parigi, mentre geograficamente il Municipio si trova prima de La Samaritaine.
- Il film si suppone che si svolga dal venerdì sera al sabato pomeriggio. Ma ciò è incoerente, poiché mai un rabbino ortodosso di New York avrebbe viaggiato nella notte del venerdì, in pieno Shabbat.
Critica
Rabbi Jacob è un film costruito su misura per de Funès, intorno alla sua incredibile mimica facciale e corporale: "è lui la sola e unica star ed è anche il vero centro motore di ogni azione e di ogni trovata."[9] Il comico francese è libero di muoversi, di inventare a suo piacimento, di dare sfogo a tutto il proprio estro creativo.[10] Rabbi Jacob in quanto a fantasia ed eccentricità è paragonabile alle pellicole più riuscite di Mel Brooks. L'auto che si ribalta e naviga nel fiume, la fabbrica di chewingum (con de Funès impiastricciato dalla gomma verde) che ricorda da vicino Tempi moderni (Modern Times) di Chaplin, de Funès trasportato dal tapis roulant sul quale scorrono le valigie nell'aeroporto: tutto esalta una comicità surreale, debordante nell'assurdo. Scena culminante del film e picco massimo della presa in giro (ovviamente bonaria) delle tradizioni ebraiche è, però, la famosa danza chassidica, in cui il comico si esibisce con bravura in una serie di divertentissime evoluzioni; è un momento decisamente godibile, per il quale si prepara scrupolosamente, prendendo lezioni di ballo per un mese intero. Sempre allo scopo di risultare il più possibile credibile e calarsi completamente nel personaggio del rabbino, decide, seguendo il parere del suo regista (Oury), di assimilare il caratteristico accento yiddish polacco.[9]
Note
- ^ Il Pletzl (פלעצל, "piccolo posto" in yiddish) è il quartiere ebraico nel IV arrondissement di Parigi. Il Place Saint-Paul e l'area circostante vennero ufficiosamente chiamati Pletzl quando il quartiere divenne prevalentemente ebraico per l'afflusso di immigranti alla fine del XIX secolo e inizio del XX.
- ^ Rabbi Jacob tra il comico e la tragedia
- ^ Gérard Oury, Mémoires d'éléphant, ed. Presses Pocket, Parigi, 1989, ISBN 2-266-03063-9 e 978-2266030632, p. 279.
- ^ Les aventures de Rabbi Jacob: Les lieux de tournage
- ^ Cfr. anche la scheda cinematografica, su CBObox-office.
- ^ Le livre de Joseph, sul sito ufficiale (FR)
- ^ Histoires de Tournages
- ^ Numeri 6:24-26, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ a b c Edoardo Caroni, Comicità alla francese. Il cinema di Louis de Funès, Bonanno Editore, 2012, pp. 61-65 & passim - anche ss.vv..
- ^ Come esposto nella succitata trama, de Funès tratteggia i connotati di un industriale parigino (Victor Pivert, in italiano tradotto giustamente Victor Picchio), borghese, un po' razzista e obbligato dalle circostanze ad assumere l'identità di un rabbino. Da qui si sviluppa un tipico intreccio da commedia degli equivoci. L'attore, inoltre, mette finalmente a frutto l'esperienza fatta all'epoca in cui era apprendista pellicciaio; infatti, numerosi suoi colleghi erano ebrei e all'epoca disse: "In quella circostanza ho imparato tutto quello che mi è servito nel film. Perché, alla scuola professionale di pellicceria, c'erano tanti apprendisti come me, ma molti erano ebrei." Cfr. E. Caroni, op. cit., p. 63.