Supermarina
Supermarina | |
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Emblema della Regia Marina | |
Descrizione generale | |
Attiva | 1º giugno 1940 - 12 settembre 1943 |
Nazione | Italia |
Servizio | Marina Militare |
Comando superiore della Regia Marina | Coordinazione delle operazioni militari in mare |
Sede | Roma |
Battaglie/guerre | Seconda Guerra Mondiale |
Parte di | |
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Supermarina fu il comando superiore della Regia Marina durante la seconda guerra mondiale, ed entrò in funzione il 1º giugno 1940. Analogamente furono costituiti Superesercito e Superaereo. Supermarina dipendeva direttamente dal Comando Supremo delle forze armate italiane, controllando tutte le componenti della Regia Marina.
Storia
Il primo progetto di un comando centralizzato per tutte le operazioni navali fu avviato nel novembre del 1934.[1] Nel 1938 furono ultimati gli impianti logistici e il 14 ottobre 1938 fu inaugurata la sede da Mussolini.[1] La sede di Supermarina fu a Roma, sul lungotevere Flaminio. Quando la capitale venne dichiarata città aperta, Supermarina si trasferì in località Santa Rosa sulla via Cassia, a circa 20 km da Roma, attuale (2011) sede del CINCNAV.
Supermarina restò in funzione fino al 12 settembre 1943. Anche se in teoria il capo di Supermarina avrebbe dovuto essere il capo di Stato Maggiore della Marina, era di fatto il sottocapo di Stato Maggiore a ricoprire la carica. Così nel periodo iniziale del conflitto, quando il capo dello Stato Maggiore della Marina era l'ammiraglio Domenico Cavagnari, il capo di Supermarina era l'ammiraglio Odoardo Somigli. Il 10 dicembre 1940 a Cavagnari succedette Arturo Riccardi e divenne sottocapo di Stato Maggiore l'ammiraglio Inigo Campioni. Infine, circa due anni dopo, divenne sottocapo dello Stato Maggiore l'ammiraglio Luigi Sansonetti. Supermarina era diviso in diverse sezioni, ognuna delle quali si occupava di compiti precisi come, ad esempio, decrittazione, movimenti strategici e comunicazioni.
Il nome secondo lo storico Marcantonio Bragadin
«... indicava convenzionalmente il Comando superiore della Marina, il vertice della gerarchia navale. Supermarina infatti dipendeva direttamente dal Comando Supremo delle nostre forze armate e aveva al suoi ordini l'intero apparato guerresco della Marina, con il compito primario di promuoverne e dirigerne, a livello strategico, tutte le operazioni belliche in Mediterraneo e negli oceani .[2][3]»
Sempre secondo Bragadin
«Il suo vertice era costituito da un’ampia sala dove, mediante grandi carte geografiche murali, su cui si appuntavano sagomette distinte dal nome di ciascuna nave, era rappresentata la situazione, in mare e nei porti, nostri ed avversari, per le valutazioni e le decisioni dei capi. ... A questa sala giungevano tutti i messaggi sulle mosse del nemico e sullo stato della nostra flotta e di là, in accordo con il Comando supremo, partivano gli ordini di combattimento e si decidevano le mosse che avrebbero dovuto compiere le unità impegnate.[3]»
A differenza delle altre marine da guerra che attribuivano ai comandanti in mare una ampia autonomia decisionale, il comandante superiore di una squadra da battaglia italiana doveva sempre attenersi agli ordini di Supermarina, e di fronte a una evoluzione degli eventi doveva comunicare e attendere istruzioni[4]. Questa pratica fu causa durante il conflitto di vari problemi dovuti a situazioni che si evolvevano più rapidamente di quanto Supermarina potesse gestire la situazione. Dal 1940 Supermarina lasciò ai comandanti l'iniziativa dell'azione tattica, ma le rigide direttive di non ingaggiare forze nemiche superiori frenavano l'iniziativa dei comandanti.[1] Il motivo di disposizioni così prudenti fu che comunque, la possibilità di rimpiazzo da parte italiana di navi perse in combattimento – vista la scarsità di materie prime – era quanto meno problematica. Anche la mancanza di carburante fu una motivazione addotta per giustificare, dal 1942 in poi, il mancato impiego delle unità da battaglia; fatto in parte vero visto che l'Italia non possedeva risorse petrolifere – ma va anche precisato che, alla data dell'armistizio, verranno rinvenute dai tedeschi cospicue scorte di carburanti (dell'ordine del milione di tonnellate)[4]. Tale fatto – esaltato dalla propaganda tedesca e repubblichina – era dovuto in realtà alla cessazione del traffico con l'Africa Settentrionale, avvenuto nel maggio 1943 con la caduta della Tunisia: mentre fino a quel momento le scorte di carburante erano state assorbite dalle necessità del naviglio mercantile e di scorta impegnato in continui viaggi da e per il Nord Africa, con la cessazione della guerra dei convogli le necessità di carburante della Regia Marina diminuirono fortemente, portando a un nuovo accrescimento delle scorte di carburante negli ultimi mesi del conflitto.
Nei media
Il film Supermarina commissione d'inchiesta speciale SMG 507[5], di Marcello Baldi con Orso Maria Guerrini, Renzo Giovampietro e Arturo Dominici del 1977, descrisse una commissione d'inchiesta di Supermarina sull'episodio del salvataggio dei naufraghi del Kabalo da parte del comandante del sommergibile Alfredo Cappellini[6], Salvatore Todaro[7], nello sceneggiato sotto il nome di sommergibile Alessandro Volta.
Il gioco Supermarina I: Command at Sea Volume 2 del 1996[8] fornisce una serie di scenari ambientati nella battaglia del Mediterraneo.
Note
- ^ a b c Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare - La Marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943, Milano, Mondadori, 2001, pp.113-115, ISBN 88-04-50150-2.
- ^ Supermarina.
- ^ a b http://www.anmirho.it/eventi/slideshow_pannelli_mostra_formato_brochure.pdf.
- ^ a b Pavolini Paolo, Badoglio & C strateghi della disfatta - 1943, la caduta del fascismo, 1, Milano, Fratelli Fabbri editori, 1973. pp. 30-31.
- ^ Titolo: Supermarima Commissione Speciale D'inchiesta Smg 507 - Betasom - XI Gruppo Sommergibili Atlantici.
- ^ Classe Marcello (1937) - Betasom - XI Gruppo Sommergibili Atlantici.
- ^ Salvatore Todaro.
- ^ Supermarina I: Command at Sea Volume 2 | Board Game | BoardGameGeek.