Cappella Bricherasio
Cappella Bricherasio | |
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Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Località | Fubine |
Coordinate | 44°58′03.76″N 8°25′08.04″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | conti Cacherano di Bricherasio |
Diocesi | Alessandria |
Fondatore | Luigi di Bricherasio |
Stile architettonico | neogotico |
Inizio costruzione | XIX secolo |
La cappella Bricherasio è l'edificio religioso che comprende la cappella funebre e la cripta dei conti Cacherano di Bricherasio, in cui sono sepolti, o vi sono ricordati con lapide, membri della famiglia, fra cui il conte Emanuele e la sorella, contessa Sofia.
È uno degli edifici più importanti sotto il profilo artistico e architettonico della cittadina di Fubine, in provincia di Alessandria.
È situata nella zona denominata dei Cappuccini, a breve distanza dal palazzo Bricherasio (conosciuto come il Castello), un maniero ora adibito a casa di riposo dell'Opera "Don Orione" intitolata all'ultima discendente del casato, e ultima proprietaria, la contessa Sofia.
Di stile neogotico[1], la cappella fu fatta erigere su progetto dell'ingegnere Crescentino Caselli dal padre di Emanuele e Sofia, il cavaliere Luigi di Bricherasio (1828-1871) in una radura circondata da cipressi.
Nella cripta sono presenti opere dello scultore Leonardo Bistolfi: il monumento sepolcrale dedicato al conte Emanuele ed il bassorilievo scolpito per onorare le memoria della madre, la marchesa Teresa Massel di Caresana. Questa seconda opera è un'ampia struttura compositiva nella quale si accampa la figura di un angelo dalle grandi ali. Il monumento funerario raffigura invece il conte con la divisa del reggimento di appartenenza, disteso nella quiete della morte e vegliato pietosamente da un angelo a capo velato. L'epigrafe che lo sormonta fu dettata dallo stesso Bistolfi:
«Qui sotto il simulacro in cui l'infinita pietà / della madre dolorosa / volle evocata l'effigie del suo eletto / e il perpetuo lutto onde si cinse il cuore straziato dei suoi / posa la salma del conte / Emanuele Cacherano di Bricherasio / morto a 35 anni il 3 ottobre 1904 / che sotto la divisa del soldato alla coscienza del dovere / educata e temprata la prima giovinezza /a all'alta nobiltà del casato / attinse quindi le volontà costanti e le fervide energie / sdegnoso delle lusinghe di comodi fasti / per dirigere la vita operosa troppo breve / e per la vastità del sogno / ma feconda di iniziative coraggiose e di generose speranze / alle conquiste della rigeneratrice nobiltà del lavoro / imponendo alle genti della sua casta il rispetto / e l'ammirazione e agli umili l'amore / umile egli stesso nella grandezza dell'oprare / grande nell'umiltà del volere.»
Nella cripta si trovano lapidi con epigrafi funerarie di altri membri della famiglia comitale e di persone appartenenti ad altri casati nobiliari ma vicine ai Cacherano di Bricherasio: oltre a quella dello stesso fondatore, vi sono quelle che ricordano appunto la moglie Teresa e i figli Emanuele e Sofia.
È pure presente una lapide in memoria del capitano Federico Caprilli, amico intimo di famiglia e conosciuto soprattutto quale caposcuola del rinnovamento nell'arte dell'equitazione.
Note
- ^ Fonte: prof. Gian Luigi Ferraris (vedi crediti ulteriori nella pagina di discussione di voce).
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