Josef Dietrich
Josef Dietrich | |
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Soprannome | Sepp |
Nascita | Hawangen, 28 maggio 1892 |
Morte | Ludwigsburg, 21 aprile 1966 |
Cause della morte | attacco di cuore |
Luogo di sepoltura | Cimitero Nuovo di Ludwigsburg |
Dati militari | |
Paese servito | Impero tedesco Germania nazista |
Forza armata | Deutsches Heer Stahlhelm Sturmabteilung Schutzstaffel Waffen-SS |
Anni di servizio | 1911 - 1918 1928 - 1945 |
Grado | SS-Oberst-Gruppenführer |
Guerre | Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna di Polonia Campagna di Francia Campagna dei Balcani Operazione Barbarossa Operazione Overlord Offensiva delle Ardenne Operazione Frühlingserwachen |
Battaglie | Battaglia di Caporetto Invasione della Jugoslavia Operazione Marita Battaglia di Budapest |
Comandante di | 5. Panzerarmee 6. SS-Panzer-Armee I SS-Panzerkorps 1. SS-Panzer-Division "Leibstandarte SS Adolf Hitler" |
Decorazioni | Croce di Cavaliere della Croce di Ferro con Fronde di Quercia, Spade e Diamanti |
Frase celebre | "Hitler mi chiede semplicemente di attraversare un fiume, prendere Bruxelles, e poi proseguire alla conquista di Anversa. E tutto questo passando per le Ardenne nel peggior periodo dell'anno, quando la neve ti arriva alla cintola e non c'è spazio per tenere affiancati quattro carri armati, per non parlare di divisioni corazzate; quando non fa luce fino alle otto e torna a essere buio alle quattro; con divisioni ricostituite composte perlopiù di ragazzi e vecchi malati - e a Natale" |
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Josef Dietrich, detto Sepp (Hawangen, 28 maggio 1892 – Ludwigsburg, 21 aprile 1966), è stato un generale tedesco tra i più noti delle Waffen-SS e uno dei più vicini uomini di Hitler. Godette di grande popolarità da parte dei suoi uomini al comando di varie divisioni corazzate SS, su entrambi i fronti. Fu uno dei soli 27 uomini ad essere insignito della Croce di Cavaliere della croce di ferro con Fronde di Quercia, Spade e Diamanti, tra le più alte onorificenze del III Reich.[1]
Raggiunse il grado di SS-Oberst-Gruppenführer und Panzer-Generaloberst der Waffen-SS, ossia generale d'armata SS, il grado più alto delle Waffen-SS, e fu comandante dapprima della 1. SS-Panzer Division Leibstandarte SS Adolf Hitler, successivamente del I SS-Panzerkorps ed infine della 6ª armata corazzata: un suo ritratto ci è offerto nel libro Il gladiatore di Hitler di Joachim von Ribbentrop.[1] Sepp Dietrich era un individuo rude e violento, che aveva cominciato la sua carriera come autista e comandante delle guardie del corpo di Hitler. I suoi metodi sbrigativi ottenevano lo scopo desiderato, il che compiaceva particolarmente Hitler: l'atteggiamento di Dietrich, che rispondeva pienamente ai suoi ideali, non era certo il risultato dell'addestramento militare tradizionale. Inoltre, Dietrich aveva il merito, agli occhi del Führer, di non discutere mai gli ordini.
Biografia
Nato nel 1892, a Hawangen, in Baviera,[2] fu apprendista macellaio, si arruolò nell'Esercito Imperiale tedesco nel 1911 e combatté nella prima guerra mondiale col grado di sergente nelle prime unità corazzate dell'esercito tedesco.[3] Dietrich entrò nelle SS nel 1928,[4] avendo aderito, fin dal 1923 alle SA.[5] I primi ruoli di rilievo che ricoprì furono quelli di autista del Führer e responsabile della sua guardia del corpo, mentre nel 1931 fu anche eletto parlamentare al Reichstag.[6]
Scrive di lui Franz Kurowski, autore di molti studi sulla seconda guerra mondiale: "Un autentico soldato di prima linea, egli sa come sbrogliarsela con le sue truppe anche nel peggiore momento di una battaglia e sa come reimpiegarle per un fatale contrattacco".[7]
Dietrich condusse i soldati delle SS nella campagna di Francia, durante i giorni di Dunkerque,[8] nell'invasione di Grecia e Jugoslavia,[2] e nel 1941-1942 in Russia. Ottenne le maggiori onorificenze al valore del III Reich, ed era solito partecipare agli scontri con i propri uomini. La lealtà verso le sue truppe pare l'abbia anche portato a conflitti con Himmler.[9]
Guidò anche la 6. Panzerarmee durante il contrattacco delle Ardenne nel dicembre 1944,[2] che rallentò sensibilmente gli statunitensi. Dietrich comunque si mostrò inizialmente scettico nei confronti dell'operazione:
«Hitler mi chiede semplicemente di attraversare un fiume, prendere Bruxelles, e poi proseguire alla conquista di Anversa. E tutto questo passando per le Ardenne nel peggior periodo dell'anno, quando la neve ti arriva alla cintola e non c'è spazio per tenere affiancati quattro carri armati, per non parlare di divisioni corazzate; quando non fa luce fino alle otto e torna a essere buio alle quattro; con divisioni ricostituite composte perlopiù di ragazzi e vecchi malati - e a Natale.[10]»
Dietrich si spostò sul fronte orientale, in Ungheria, combattendo fino all'ultimo contro i sovietici per la difesa di Vienna.[11]
Accompagnato da sua moglie, Dietrich si arrese il 9 maggio 1945 al sergente maggiore Herbert Kraus della 36ª Divisione di fanteria americana a Krems an der Donau a nord di St. Pölten, in Austria. Le sue armate si erano consegnate al generale statunitense George Patton l'8 maggio 1945.[7] Dietrich fu processato e condannato a venticinque anni di carcere perché ritenuto responsabile dell'eccidio di prigionieri americani avvenuto nella zona di Malmedy, durante la controffensiva tedesca sul fronte francese delle Ardenne.[3] Infatti. il 17 dicembre 1944 le unità di SS sotto il suo comando uccisero circa ottanta prigionieri statunitensi.[2] Le sue truppe, soprattutto sul fronte russo e nei Balcani, si distinsero per le dure rappresaglie contro i partigiani sovietici e titini.
Scontati circa dieci anni, fu rilasciato nel 1955, ma tornò in prigione per diciotto mesi, avendo subito una seconda condanna per il massacro delle SA del 1934 (la Notte dei lunghi coltelli), nella quale aveva avuto un ruolo di rilievo.[3]
Morì a 74 anni, il 21 aprile 1966, per un attacco di cuore, presso Ludwigsburg, nella Germania Ovest.[12] L'elogio funebre fu tenuto dall'SS-Obergruppenführer und General der Waffen-SS Wilhelm Bittrich.[1]
Onorificenze
Onorificenze tedesche
Prima Guerra Mondiale
Seconda Guerra Mondiale
- 6 agosto 1944
- Fronde di Quercia e Spade 14 marzo 1943
- Fronde di Quercia 31 dicembre 1941
- Croce di Cavaliere della Croce di Ferro 4 luglio 1940
Decorazioni politiche del Partito Nazista
Onorificenze straniere
Note
- ^ a b c InStoria - Breve storia di Josef Dietrich, su www.instoria.it. URL consultato il 14 giugno 2024.
- ^ a b c d Snyder, p. 66.
- ^ a b c Zentner, Bedürftig, p. 197.
- ^ Cachay, Bahlke, Mehl, p. 350.
- ^ Biondi, p. 7.
- ^ Miller, pp. 251-253.
- ^ a b Josef "Sepp" Dietrich, su www.jewishvirtuallibrary.org. URL consultato il 14 giugno 2024.
- ^ Flaherty, p. 154.
- ^ Cook, Bender, pp. 19, 33.
- ^ Hastings 2006, p. 273.
- ^ Dollinger, p. 198.
- ^ Parker, p. 216.
Bibliografia
- Corelli Barnett (a cura di), I Generali di Hitler, Rizzoli, Milano, 1991, ISBN 88-17-33262-3
- Max Hastings, Apocalisse tedesca, Milano, Mondadori, 2006, ISBN 88-04-56159-9.
- (EN) Robert Biondi, SS Officers list: (as of 30 January 1942): SS-Standartenfuhrer to SS-Oberstgruppenfuhrer: Assignments and Decorations of the Senior SS Officer Corps, Schiffer Publishing, 2000, ISBN 978-0-7643-1061-4.
- Stan Cook e Roger James Bender, Leibstandarte SS Adolf Hitler: Uniforms, Organization, & History, San Jose, R. James Bender, 1994, ISBN 978-0-912138-55-8.
- Hans Dollinger, The Decline and Fall of Nazi Germany and Imperial Japan, New York, Bonanza, 1967 [1965], ISBN 978-0-517-01313-7.
- T. H. Flaherty, The Third Reich: The SS, Time-Life, 2004 [1988], ISBN 1-84447-073-3.
- David C. Large, Reckoning without the Past: The HIAG of the Waffen-SS and the Politics of Rehabilitation in the Bonn Republic, 1950–1961, in The Journal of Modern History, vol. 59, n. 1, University of Chicago Press, 1987, pp. 79–113, DOI:10.1086/243161, JSTOR 1880378.
- Michael D. Miller, Leaders of the SS & German Police, 1: Reichsführer SS – Gruppenführer (Georg Ahrens to Karl Gutenberger), R. James Bender Publishing, 2006, ISBN 978-9-329-70037-2.
- Danny S. Parker, Hitler's Warrior: The Life and Wars of SS Colonel Jochen Peiper, Boston, Da Capo Press, 2014, ISBN 978-0-306-82154-7 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2017).
- Louis Snyder, Encyclopedia of the Third Reich, Da Capo Press, 1994 [1976], ISBN 978-1-56924-917-8.
- Christian Zentner e Friedemann Bedürftig, The Encyclopedia of the Third Reich, New York, Da Capo Press, 1997 [1991], ISBN 978-0-3068079-3-0.
- (DE) Klaus Cachay, Steffen Bahlke e Helmut Mehl, Echte Sportler – gute Soldaten. Die Sportsozialisation des Nationalsozialismus im Spiegel von Feldpostbriefen, Weinheim, München, Beltz Juventa, 2000, ISBN 978-3-7799-1130-2.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Dietrich, Joseph, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Dietrich, Joseph, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Josef Dietrich, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Josef Dietrich, su IMDb, IMDb.com.
- (DE, EN) Josef Dietrich, su filmportal.de.
- Datenbank der deutschen Parlamentsabgeordneten Basis: Parlamentsalmanache/Reichstagshandbücher 1867 - 1938, su reichstag-abgeordnetendatenbank.de.
- Dietrich, Sepp, su pm20.zbw.eu.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 48241833 · ISNI (EN) 0000 0001 1461 0430 · LCCN (EN) n86036393 · GND (DE) 11888932X · BNF (FR) cb12201816m (data) · J9U (EN, HE) 987007260462005171 |
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