PWS-24

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PWS-24
Descrizione
Tipoaereo di linea
Equipaggio2
ProgettistaStanisław Cywiński
CostruttorePolonia (bandiera) PWS
Data primo voloagosto 1931
Data entrata in servizio1933
Utilizzatore principalePolonia (bandiera) LOT
Esemplari11
Sviluppato dalPWS-21
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza9,65 m
Apertura alare15,0 m
Altezza2,95 m
Superficie alare31,75
Carico alare63 kg/m²
Peso a vuoto1 200 kg
Peso carico2 000 kg
Passeggeri4
Capacità780 kg
Propulsione
Motoreun radiale Pratt & Whitney Wasp Junior TB
Potenza420 hp (313 kW)
Prestazioni
Velocità max225 km/h
Velocità di stallo<90 km/h
Velocità di crociera180 km/h
Velocità di salita4,2 m/s
Autonomia700 km
Tangenza5 000 m

Dati riferiti alla versione PWS-24bis, e tratti da "Polish Aicraft 1893-1939"[1]

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Il PWS-24 fu un aereo da trasporto passeggeri di linea monomotore ad ala alta sviluppato dall'azienda aeronautica polacca Podlaska Wytwórnia Samolotów (PWS) nei primi anni trenta del XX secolo.

Storia del progetto

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Il modello PWS-24 venne sviluppato dalla società PWS a partire dal precedente, e poco fortunato, PWS-21 allora utilizzato dalla compagnia di bandiera LOT, per sostituire gli Junkers F 13 all'epoca in servizio. Il progettista Stanisław Cywiński sviluppò un nuovo monoplano ad ala alta, capace di trasportare quattro passeggeri, dotato di un propulsore radiale erogante 200-300 hp.[2]

Il primo esemplare, designato PWS-24T (marche SP-AGR), era dotato di un motore Wright-Skoda racchiuso da un anello Townend ed azionante un'elica bipala metallica Gnome-et-Rhône 350.[2] Il prototipo andò in volo per la prima volta nell'agosto 1931 ai comandi del pilota collaudatore Franciszek Rutkowski.[2] Le prove iniziali rivelarono eccellenti caratteristiche di volo, e nell'autunno il prototipo venne trasportato all'IBTL per effettuare le necessarie prove di accettazione.[2]

Nell'aprile 1932[3] il prototipo, dopo aver subito alcune modifiche minori alla fusoliera ed al carrello di atterraggio, venne consegnato alla LOT per effettuare 100 ore di valutazione operativa sulle linee interne nazionali.[3] Nel mese di giugno l'aereo venne presentato all'International Aviation Meeting di Varsavia nella sezione trasporto passeggeri.[3] Viste le buone caratteristiche, nell'autunno di quell'anno la compagnia ordinò la produzione[3] di ulteriori cinque[4] velivoli,[N 1] ed il primo di essi entrò ufficialmente in servizio il 1º maggio 1933 sulla tratta Varsavia-Poznan.[4]

Monoplano ad ala alta di costruzione mista in acciaio e legno, per il trasporto passeggeri.[1] La fusoliera, costruita in tubi d'acciaio, aveva sezione rettangolare,[1] ed era ricoperta di compensato e tela. L'impennaggio di coda era del tipo classico monoderiva, dotato di piani orizzontali controventati, rivestiti in tela, così come il timone.[1] La configurazione alare era monoplana ad ala alta a sbalzo, di costruzione completamente lignea, rivestita di compensato.[1]

Il carrello d'atterraggio era un triciclo posteriore fisso. Le ruote erano collegate all'ala tramite due longheroni verticali dotati di ammortizzatore oleopneumatico Vickers, e alla fusoliera tramite tre tubi d'acciaio.[5] Posteriormente era presente un ruotino di coda fisso.[5]

La propulsione era affidata ad un motore radiale Pratt & Whitney Wasp Junior TB[1] a 9 cilindri, raffreddati ad aria, erogante la potenza di 420 hp (313 kW) ed azionante un'elica bipala metallica Ratier 1071.[1]

La cabina chiusa, posizionata sotto l'ala, ospitava i quattro passeggeri, il pilota e il copilota.[1] L'accesso alla cabina avveniva attraverso porte singole, posizionate su entrambi i lati.[1]

Impiego operativo

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L'aereo soddisfece subito i responsabili della compagnia, che però si lamentarono della scarsa velocità massima raggiungibile, 160 km/h, causata dalla bassa potenza erogata dal propulsore Skoda-Wright.[4] Per porre rimedio all'inconveniente l'ufficio tecnico della PWS propose lo sviluppo di una nuova versione, equipaggiata con un motore radiale Lorraine 9 Algol[4] da 300-450 hp, designata PWS 24bis.[4] Il primo prototipo (SP-AGR) fu rimotorizzato con la versione 9Na Algol del propulsore francese, che erogava 387 hp a 1 900 giri/min, ed azionava un'elica bipala metallica Ratier 1071.[4] Questo velivolo eseguì le prove di accettazione all'IBTL di Varsavia tra il gennaio e il febbraio del 1933,[4] raggiungendo una velocità massima di 227 km/h[4] al livello del mare.[N 2] Dopo aver completato le prove il prototipo fu rimotorizzato con un propulsore americano Pratt & Whitney R-985 Wasp Junior TB[4] erogante 420 hp a 0 m.[4] Dopo aver effettuato le prove presso l'IBTL la direzione della LOT decise di ordinare ulteriori cinque esemplari[6] di questa versione, designata ufficialmente PWS 24bis,[N 3] e di convertire allo stesso standard il velivolo PWS 24 (SP-AJH Hipek).[N 4] La produzione[6] ebbe luogo nell'inverno 1934-1935, e i primi esemplari entrarono in servizio sulle linee nazionali nella primavera del 1935.[6]

Verso la fine di quell'anno la Polska Lotnictwo Wojskowe[6] si interessò all'aereo, acquistando dalla LOT quattro esemplari,[6] tre PWS 24 e un PWS 24bis,[N 5] che furono dotati di equipaggiamento per la ricognizione fotografica[6] del territorio, ed assegnati ad una apposita squadriglia costituita in seno alla compagnia LOT.[1] Nel 1936 anche altri due aerei[N 6] furono convertiti al ruolo di ricognitori, mentre altri due[N 7] vennero demoliti.[1]

Nel maggio del 1936 l'esemplare SP-AMO[1] venne acquistato dalla L.M.K.[1] divenendo l'aereo personale del suo presidente, il generale Gustaw Orlicz-Dreszer,[7] prima di venire acquistato dalla Polska Lotnictwo Wojskowe,[7] che gli assegnò la matricola militare,[1] e lo destinò al ruolo di velivolo da addestramento presso il 1º Reggimento[7] Aereo. Questo esemplare rimase gravemente danneggiato a Varsavia a causa di un errore del pilota, mentre stava sperimentando l'uso di un'elica Hamilton-Standard.[7] Giudicato irreparabile l'aereo venne demolito.[7]

L'ultimo velivolo rimasto in servizio[N 8] presso la Squadriglia da ricognizione fotografica della LOT andò perso durante la Campagna di Polonia,[1] rimanendo distrutto a Breść mentre cercava di raggiungere la Romania.[1] L'esemplare SP-AMO della LOT riuscì invece a raggiungere il territorio rumeno, dove venne internato ed in seguito incorporato nella Forțele Aeriene Regale ale României per essere brevemente utilizzato come velivolo da trasporto.

PWS-24
sei esemplari di una versione equipaggiata con radiale a 9 cilindri Skoda-Wright Whirlwind J-5 (potenza: 240 hp al decollo, 220 hp nominali)
PWS-24bis
cinque esemplari di una versione equipaggiata con un radiale a 9 cilindri Pratt & Whitney Wasp Junior TB (potenza: 420 hp al decollo, 400 hp nominali)
Polonia (bandiera) Polonia
Polonia (bandiera) Polonia
Romania (bandiera) Romania
  1. ^ La produzione per la LOT riguardò sei esemplari: SP-AGR Roman, SP-AJF Filip, SP-AJG Genek, SP-AJH Hipek, SP-AJJ Jósek, SP-AJK Kazik.
  2. ^ Il peso a vuoto dell'aereo era pari a 1 267 kg, mentre quello a pieno carico raggiungeva i 1 867 kg. Il velivolo saliva alla quota di 1 000 m in 3' 50”, e raggiungeva una tangenza massima di 5 700 m.
  3. ^ Si trattava degli esemplari matricole SP-AMN, SP-AMO, SP-AMP, SP-AMR SP-AMS.
  4. ^ Che ricevette la nuova designazione aziendale di SP-ASY.
  5. ^ Si trattava degli esemplari SP-AGR, SP-AJF, SP-AJJ e SP-AMR.
  6. ^ Si trattava degli esemplari SP-AMP, SP-AMS.
  7. ^ Si trattava degli esemplari SP-AGR, SP-AJF.
  8. ^ Secondo alcune fonti si trattava dell'esemplare SP-AJJ.
  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Cynk 1971, p. 448.
  2. ^ a b c d Cynk 1971, p. 444.
  3. ^ a b c d Cynk 1971, p. 445.
  4. ^ a b c d e f g h i j Cynk 1971, p. 446.
  5. ^ a b Cynk 1971, p. 442.
  6. ^ a b c d e f Cynk 1971, p.447.
  7. ^ a b c d e Morgała 2003, p. 310.
  • (EN) Jerzy Bogdan Cynk, Polish Aicraft 1893-1939, Londra, Putnam & Company, 1971, ISBN 0-370-00085-4.
  • (EN) Jerzy Bogdan Cynk, The Polish Air Force at War 1939-1943. Vol1, Atglen, Schiffer Military History, 1998, ISBN 0-370-00085-4.
  • (PL) Andrzej Glass, Polskie konstrukcje lotnicze 1893-1939, Warszawa, WKiŁ, 1977, ISBN non esistente.
  • (PL) Andrzej Glass e T. Chwałczyk, Samoloty PWS, Warszawa, WKiŁ, 1990.
  • (PL) Andrzej Glass, Polskie konstrukcje lotnicze do 1939. Vol.1, Sandomierz, STRATUS, 2004, ISBN non esistente.
  • (PL) Andrzej Morgała, Samoloty wojskowe w Polsce 1924-1939, Warszawa, Bellona, 2003.
  • (PL) Witold Szewczyk, Samoloty na których walczyli Polacy, Warszawa, Wydawnictwa Komunikacji i Łączności, 1988, ISBN 83-206-0738-8.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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