Arcidiocesi di Singapore

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Arcidiocesi di Singapore
Archidioecesis Singaporensis
Chiesa latina
 
Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
Arcivescovocardinale William Goh Seng Chye
Vicario generaleAmbrose Vaz,
James Yeo,
Peter Zhang Siqian, C.D.D.
Arcivescovi emeritiNicholas Chia Yeck Joo
Presbiteri158, di cui 76 secolari e 82 regolari
1.075 battezzati per presbitero
Religiosi131 uomini, 162 donne
Diaconi2 permanenti
 
Abitanti5.453.000
Battezzati169.867 (3,1% del totale)
StatoSingapore
Superficie724 km²
Parrocchie29
 
Erezione4 febbraio 1558
Ritoromano
CattedraleBuon Pastore
Indirizzo31 Victoria Street, Singapore 187 997
Sito webwww.catholic.sg
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica a Singapore
La chiesa di San Pietro a Malacca, costruita nel 1710 all'epoca del vescovo Manuel do Santo António.
La chiesa di San Giuseppe a Singapore, costruita all'inizio del Novecento sul luogo della precedente chiesa edificata da Vincente de Santa Catarina, successore di Francisco da Silva Pinto e Maya, tra il 1851 e il 1853.[1]

L'arcidiocesi di Singapore (in latino: Archidioecesis Singaporensis) è una sede della Chiesa cattolica a Singapore immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 2022 contava 169.867 battezzati su 5.453.000 abitanti. È retta dall'arcivescovo cardinale William Goh Seng Chye.

L'arcidiocesi comprende l'intero territorio della città-stato di Singapore, dove si trova la cattedrale del Buon Pastore (Cathedral of the Good Shepherd).

Il territorio si estende su 724 km² ed è suddiviso in 29 parrocchie.

La diocesi di Malacca fu eretta il 4 febbraio 1558 con la bolla Pro excellenti praeeminentia di papa Paolo IV e posta sotto la giurisdizione del padroado del re del Portogallo. Sede della diocesi era la città di Malacca, capitale del sultanato omonimo.

Il territorio, ricavato dall'arcidiocesi di Goa di cui era suffraganea, era immenso e comprendeva, almeno nominalmente, tutte le terre emerse ad est dell'India. In seguito all'erezione della diocesi di Macao nel 1576, la diocesi di Malacca le cedette la Cina, il Giappone ed il Tonchino. Nel 1712 cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della prefettura apostolica delle Isole dell'Oceano Indiano (oggi diocesi di Saint-Denis-de-La Réunion).

Verso la metà del Seicento gli Olandesi strapparono ai Portoghesi il controllo sui territori malesi, attuando una politica di restrizione delle attività missionarie, di divieto del culto e di repressione delle popolazioni cattoliche, per lo più composte dai discendenti euroasiatici dei primi coloni portoghesi. Secondo la testimonianza del missionario Laurent Imbert, nel 1821 a Singapore la comunità cattolica era composta da sole dodici persone.

Con l'arrivo degli Olandesi la diocesi di Malacca era de facto soppressa e i pochi vescovi riconosciuti dalla Santa Sede dovettero risiedere a Timor o a Flores oppure rimanere in Europa. Un rallentamento della repressione si ebbe in occasione della guerra di successione spagnola all'inizio del Settecento, quando Olandesi e Portoghesi si trovarono alleati, e questo permise una certa libertà di culto ai cattolici, che in questa occasione costruirono la chiesa di San Pietro a Malacca (1710). L'ultimo vescovo portoghese fu nominato nel 1804.

Nel frattempo, all'inizio del Seicento, con la nascita di Propaganda Fide, Roma cercò di aggirare gli inconvenienti creatisi con il patronato regio portoghese erigendo i vicariati apostolici che dipendevano direttamente dalla Santa Sede. Nel 1669 sorse il vicariato apostolico del Siam (l'odierna arcidiocesi di Bangkok) con territorio dismembrato dalla diocesi di Malacca. Quando nel 1779 il re del Siam espulse i missionari stranieri, un gruppo di cristiani con il vicario apostolico Arnaud-Antoine Garnault trovarono rifugio dapprima a Kedah e poi a Penang, nel nord della Malesia.

Nel 1819 la Compagnia britannica delle Indie orientali acquistò Singapore, e i cattolici dell'isola chiesero a più riprese al vicario apostolico del Siam, Esprit Florens, di inviare loro un prete residente; Florens scrisse a Roma per sapere se la penisola malese dipendesse dal suo vicariato. Nel frattempo si mossero anche i Portoghesi, che ancora consideravano quelle terre sotto la giurisdizione del padroado e che si affrettarono ad inviare da Macao un prete portoghese, Francisco da Silva Pinto e Maya. Nel 1827 il papa stabilì, con un decreto di Propaganda Fide, che la giurisdizione su Singapore dipendeva dal vicariato apostolico del Siam. Il governo portoghese si rifiutò di riconoscere il decreto papale e l'arcivescovo di Goa minacciò di scomunica chiunque ledesse i suoi diritti metropolitici sulla sede di Malacca.

Lo scontro divenne frontale nel 1838 quando la diocesi fu soppressa con il breve Multa praeclare di papa Gregorio XVI[2]. e la sua giurisdizione passò al vicariato apostolico di Ava e Pegù (oggi arcidiocesi di Yangon), in Birmania. Tuttavia, nel 1840 passò nuovamente sotto la giurisdizione del vicariato apostolico del Siam, confermandosi così il decreto del 1827.

Il 10 settembre 1841, con il breve Universi dominici gregis, papa Gregorio XVI divise in due parti il vicariato del Siam, dando origine al vicariato apostolico del Siam Orientale (da cui discende l'arcidiocesi di Bangkok) e al vicariato apostolico del Siam occidentale, che successivamente assunse il nome di vicariato apostolico di Malacca-Singapore. La missione nel nuovo vicariato fu affidata ai missionari delle Missioni Estere di Parigi, che già vi operavano dal 1832, guidata dal vicario Jean-Paul-Hilaire-Michel Courvezy.

In seguito al concordato fra Santa Sede e governo portoghese del 1886, fu risolta l'annosa questione di giurisdizione fra patronato regio e Propaganda Fide: con l'articolo 9 del concordato, veniva sancita l'unione delle parrocchie dipendenti dal Padroado (San Pietro a Malacca e San Giuseppe a Singapore[3]) con la diocesi di Macao, mentre con l'articolo 10 si lasciava libera la Santa Sede «di nominare i Vescovi e di prendere le determinazioni che crederà opportune a vantaggio dei fedeli».[4]

In forza dell'articolo 10 del concordato suddetto, il 10 agosto 1888 Roma procedette ad elevare il vicariato apostolico a diocesi con la lettera apostolica In Indosinensibus di papa Leone XIII, assegnandole nuovamente il nome di diocesi di Malacca.

Già suffraganea dell'arcidiocesi di Pondicherry e Cuddalore, il 19 settembre 1953 fu elevata al rango di arcidiocesi senza suffraganee, immediatamente soggetta alla Santa Sede, con la bolla Mutant res di papa Pio XII.

Il 25 febbraio 1955 cedette porzioni del suo territorio a vantaggio dell'erezione delle diocesi di Kuala Lumpur (oggi arcidiocesi) e di Penang; lo stesso giorno, in virtù della bolla Cum per apostolicas dello stesso papa Pio XII, fu elevata al rango di sede metropolitana con la denominazione di "arcidiocesi di Malacca-Singapore" e con suffraganee le due diocesi di Kuala Lumpur e di Penang.

Il 18 dicembre 1972 per effetto della bolla Spe certa ducti di papa Paolo VI l'arcidiocesi si è divisa dando origine alla diocesi di Malacca-Johore (oggi diocesi di Melaka-Johor), mentre la parte restante ha assunto la presente denominazione di arcidiocesi di Singapore, perdendo però la dignità di sede metropolitana e divenendo una sede arcivescovile immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Nel 1981 ha avuto termine la giurisdizione dei vescovi di Macao sulla chiesa e la parrocchia di San Giuseppe di Singapore, benché, per facilitare il passaggio, la parrocchia abbia continuato ad essere officiata da preti inviati da Macao fino al 1999.[1]

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Sede di Malacca

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Sede di Singapore

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L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 5.453.000 persone contava 169.867 battezzati, corrispondenti al 3,1% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 95.624 6.242.002 1,5 43 36 7 2.223 124 420 38
1969 93.500 3.664.900 2,6 105 74 31 890 109 259 34
1980 85.380 2.400.000 3,6 90 59 31 948 85 246 24
1990 108.601 2.650.000 4,1 119 75 44 912 110 241 29
1999 143.668 3.865.600 3,7 126 76 50 1.140 110 211 30
2000 147.421 3.893.700 3,8 140 76 64 1.053 121 248 30
2001 151.655 4.017.700 3,8 126 67 59 1.203 112 216 30
2002 155.537 4.131.200 3,8 130 69 61 1.196 119 220 30
2003 159.132 4.163.700 3,8 130 68 62 1.224 135 249 30
2004 162.711 4.185.200 3,9 137 70 67 1.187 132 202 30
2010 185.208 4.990.000 3,7 131 71 60 1.413 171 210 31
2014 152.922 5.399.200 2,8 145 65 80 1.054 1 126 176 28
2017 157.988 5.607.000 2,8 147 71 76 1.074 1 125 173 29
2020 153.952 5.703.000 2,7 152 71 81 1.012 2 121 158 29
2022 169.867 5.453.000 3,1 158 76 82 1.075 2 131 162 29
  1. ^ a b Storia della chiesa (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2018). dal sito web dell'arcidiocesi.
  2. ^ Il significato e le conseguenze del breve Multa praeclare sono dibattute: non è chiaro se il breve soppresse le diocesi tout court, oppure se sottrasse i territori, all'epoca sotto il dominio inglese, dalla giurisdizione delle diocesi del padroado attribuendone la giurisdizione ai vicariati apostolici. Vedi Giacomo Martina, Pio IX (1851-1866), Roma 1985, pp. 376-385. (in particolare p. 383). Già dal XVII secolo Roma e Lisbona avevano una visione diversa dell'applicazione dei diritti di patronato: per la Santa Sede il Portogallo poteva legittimamente esercitare i diritti di patronato solo sui territori che facevano parte, nella metà dell'Ottocento, del proprio impero coloniale; per Lisbona le antiche concessioni della fine del XV secolo avevano ancora valore giuridico, per cui il padroado si estendeva, in linea di principio, dal Brasile fino al Giappone, anche su quei territori che nel frattempo erano passati sotto i domini coloniali inglesi, francesi ed olandesi.
  3. ^ Di fatto nell'Ottocento dalla diocesi portoghese di Malacca dipendevano queste due sole chiese.
  4. ^ Convenzione fra la Santa Sede ed il Portogallo (PDF). in ASS 19 (1886-87), p. 185 e seguenti.
  5. ^ Nominato vescovo titolare di Taumaco.

Voci correlate

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