Sindrome di Laron

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Sindrome di Laron
Ormone della crescita
Specialitàendocrinologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM259.4
OMIM262500
MeSHD046150
eMedicine922902
Sinonimi
Nanismo di Laron
Eponimi
Zvi Laron

La sindrome di Laron o nanismo di Laron è una malattia genetica autosomica recessiva caratterizzata dalla mancata risposta dei tessuti alla somatotropina, a causa di una mutazione del recettore dell'ormone. È causa di bassa statura, ma anche di bassa incidenza di diabete e neoplasie[1].

Deve il suo nome al ricercatore israeliano Zvi Laron che, con A. Pertzelan e S. Mannheimer descrisse per primo la malattia nel 1966[2], dopo una serie di osservazioni iniziate nel 1958[3].

Dopo la descrizione della resistenza all'ormone della crescita di Laron, i casi gravi di resistenza all'ormone della crescita, caratterizzati da grave compromissione della crescita nonostante i livelli normali di somatotropina nel sangue, sono stati definiti sindrome di Laron.

Fisiopatologia

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La sindrome di Laron ha un pattern di trasmissibilità genetica autosomica recessiva

Le indagini genetiche hanno dimostrato che questa malattia è associata a mutazioni del recettore dell'ormone della crescita. La mutazione causa un difetto di legame dell'ormone con il dominio extracellulare del recettore o un difetto della dimerizzazione dello stesso dopo il legame con l'ormone.

Si possono riscontrare valori ematici eccezionalmente bassi del fattore di crescita insulino-simile IGF-1 e della sua proteina di trasporto, l'IGFBP3.

Una condizione simile di resistenza è stata dimostrata per mutazioni di STAT5B, una molecola coinvolta nella trasduzione del segnale[4]

La manifestazione tipica della sindrome di Laron è la bassa statura (nanismo). I segni clinici mostrano inoltre anche: fronte prominente, attaccatura del naso profonda, mandibola poco sviluppata, obesità androide[5] e micropenia. Sono frequenti le convulsioni dovute a crisi di ipoglicemia. Alcuni genotipi sono caratterizzati da ritardo mentale[6]

Epidemiologia

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La maggior parte dei casi è stata riportata in popolazioni di origine mediorientale, con numerosi pazienti in Israele, Arabia Saudita, Egitto, Iraq e in remoti villaggi dell'Ecuador i cui abitanti hanno radici sefardite[1][7].

Nel 2011 è stato riportato che individui affetti da questa sindrome che vivono nei villaggi ecuadoriani risultano resistenti al diabete e al cancro e possiedono qualcosa che li protegge anche dall'invecchiamento[7][8][9]. Questo risultato concorda con quelli dei test di laboratorio effettuati sui topi con un gene codificante per il recettore della somatotropina difettivo[1].

La somministrazione esogena di ormone della crescita non ha effetti sulla produzione di IGF-1, quindi il trattamento si basa soprattutto sulla somministrazione di IGF-1 sintetico, che deve essere assunto prima della pubertà per risultare efficace[1].

La somministrazione di mecasermina rinfabato (IPLEX) è stata approvata dalla FDA per il trattamento dei deficit primitivi di IGF-1 e nelle malattie da delezione del gene per l'ormone della crescita. Si tratta di un farmaco ricombinante umano formato da IGF-1 e la sua proteine di trasporto IGFBP-3[10][11]. Gli effetti collaterali principali di questa terapia sono le crisi ipoglicemiche.

Homo floresiensis

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Recenti pubblicazioni hanno proposto che l'Homo floresiensis rappresenti una popolazione con un'ampia diffusione della sindrome di Laron[12][13]. Quest'ipotesi tuttavia è stata criticata ed è non confermata.

  1. ^ a b c d Nicholas Wade, Ecuadorean Villagers May Hold Secret to Longevity, in The New York Times, New York, New York Times Company, 17 febbraio 2011, ISSN 0362-4331 (WC · ACNP). URL consultato il 17 febbraio 2011.
  2. ^ Laron Z, Pertzelan A, Mannheimer S, Genetic pituitary dwarfism with high serum concentration of growth hormone--a new inborn error of metabolism?, in Isr. J. Med. Sci., vol. 2, n. 2, 1966, pp. 152–5, PMID 5916640.
  3. ^ Laron Z, Laron syndrome (primary growth hormone resistance or insensitivity): the personal experience 1958-2003, in J. Clin. Endocrinol. Metab., vol. 89, n. 3, 2004, pp. 1031–44, PMID 15001582.
  4. ^ Hwa V, Camacho-Hübner C, Little BM, et al., Growth hormone insensitivity and severe short stature in siblings: a novel mutation at the exon 13-intron 13 junction of the STAT5b gene, in Horm. Res., vol. 68, n. 5, 2007, pp. 218–24, PMID 17389811.
  5. ^ Laron Z, Ginsberg S, Lilos P, Arbiv M, Vaisman N, Body composition in untreated adult patients with Laron syndrome (primary GH insensitivity), in Clin. Endocrinol. (Oxf), vol. 65, n. 1, 2006, pp. 114–7, PMID 16817829.
  6. ^ Shevah O, Kornreich L, Galatzer A, Laron Z, The intellectual capacity of patients with Laron syndrome (LS) differs with various molecular defects of the growth hormone receptor gene. Correlation with CNS abnormalities, in Horm. Metab. Res., vol. 37, n. 12, 2005, pp. 757–60, PMID 16372230.
  7. ^ a b J Guevara-Aguirre, P Balasubramanian, M Guevara-Aguirre, M Wei, F Madia, CW Cheng, D Hwang, A Martin-Montalvo e J Saavedra, Growth Hormone Receptor Deficiency Is Associated with a Major Reduction in Pro-Aging Signaling, Cancer, and Diabetes in Humans, in Science Translational Medicine, vol. 3, n. 70, 2011, pp. 70ra13, PMID 21325617.
  8. ^ Nina Bai, Defective Growth Gene in Rare Dwarfism Disorder Stunts Cancer and Diabetes, su scientificamerican.com, Scientific American. URL consultato il 17 febbraio 2011.
  9. ^ Lea Winerman, Study: Dwarfism Gene May Offer Protection From Cancer, Diabetes, su pbs.org, Public Broadcasting Service. URL consultato il 17 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2011).
  10. ^ S.F. Kemp, Mecasermin rinfabate, su journals.prous.com, Thomson Reuters. URL consultato il 5 marzo 2011.
  11. ^ Robert Meyer, Approval letter (Mecasermin rinfabate) (PDF), su accessdata.fda.gov, FDA. URL consultato il 5 marzo 2011.
  12. ^ Hershkovitz I, Kornreich L, Laron Z, Comparative skeletal features between Homo floresiensis and patients with primary growth hormone insensitivity (Laron syndrome), in Am. J. Phys. Anthropol., vol. 134, n. 2, 2007, pp. 198–208, PMID 17596857.
  13. ^ Culotta E, Paleoanthropology. The fellowship of the hobbit, in Science, vol. 317, n. 5839, 2007, pp. 740–742, PMID 17690271.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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