Utente:LucaBuccella/Prove

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Il romanzo "Fight Club", opera prima di Chuck Palahniuk, fu pubblicato nel 1996. Prima della sua pubblicazione, un impiegato della 20th Century Fox spedì una copia del libro a Kevin McCormick, responsabile creativo della Fox. McCormick fece leggere il libro ai produttori Lawrence Bender e Art Linson, che rifiutarono di produrre un adattamento. I produttori Josh Donen e Ross Bell, invece, espressero interesse per il libro ed organizzarono alcune letture con vari attori per poter stabilire la lunghezza di una possibile sceneggiatura, ma la prima di queste letture durò circa sei ore. I produttori tagliarono alcune parti per ridurre la durata, dopodichè registrarono un'altra lettura e la inviarono alla responsabile della Fox 2000, Laura Ziskin, che dopo averla ascoltata comprò da Palahniuk i diritti del libro per 10,000 dollari. [1]

La Ziskin considerò l'ipotesi di assumere Buck Henry, sceneggiatore de "Il Laureato", per scrivere la sceneggiatura. Josh Donen e Ross Bell scelserò però di affidare il compito al quasi esordiente Jim Uhls. Bell contattò quattro registi per dirigere il film. La miglior scelta secondo Bell sarebbe stato Peter Jackson, impegnato a girare "Sospesi nel tempo" in Nuova Zelanda. Bryan Singer ricevette il libro ma non lo lesse. Danny Boyle incontrò i produttori e lesse il libro, ma scelse di dirigere un altro film. David Fincher, che aveva letto "Fight Club" e aveva anche provato ad acquistarne i diritti di persona, si offrì come regista, ma esitò ad accettare a causa dell'esperienza negativa avuta con la Fox dirigendo "Alien 3". Nell'agosto del 1997, la 20th Century Fox annunciò ufficialmente che Fincher avrebbe preso le redini del progetto.[2]

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Ross Bell incontrò Russell Crowe per discutere il ruolo di Tyler Durden. Invece, il produttore Art Linson incontrò Brad Pitt e lo scelse al posto di Crowe. [1]. Pitt stava cercando un nuovo film dopo il flop di "Vi presento Joe Black", in più lo studio credeva che "Fight Club" avrebbe avuto maggior successo con una star di richiamo. A Pitt furono offerti 17 milioni di dollari. [3]

Per il ruolo del narratore senza nome, lo studio voleva un nome di richiamo per il pubblico femminile, come Matt Damon, ma fu anche preso in considerazione Sean Penn. Fincher invece volle Edward Norton, dopo averlo visto recitare nel film "Larry Flynt - Oltre lo scandalo". [4]. Altri studios avevano offerto a Norton ruoli in vari film, tra cui "Il talento di Mr. Ripley" e "Man on the Moon". La Fox offrì a Norton un salario di 2 milioni di dollari, ma l'attore non potè immediatamente accettare poichè per contratto avrebbe dovuto girare un film con la Paramount. Gli fu concesso di recitare nel film, con la condizione di apparire in uno dei futuri film della Paramount per un salario minore, cosa che fece nel 2003 con "The Italian Job". [3]

Gli attori si prepararono per i ruoli prendendo lezioni di boxe e taekwondo,[5] e studiando la saponificazione.[6] Pitt si rivolse ad un dentista per farsi rimuovere alcuni frammenti degl incisivi, cosìcche il suo personaggio avrebbe avuto una dentatura non perfettamente curata. I frammenti furono rimessi al loro posto dopo le riprese. [7]

Per il ruolo di Marla Singer, furono prese in considerazione Courtney Love e Winona Ryder. [8]. Lo studio voleva Reese Witherspoon, ma fu giudicata troppo giovane da Fincher. [3]. Scelse quindi Helena Bonham Carter. [9]

Sceneggiatura

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Lo sceneggiatore Jim Uhls cominciò a lavorare ad una prima bozza di sceneggiatura, che non prevedeva la voce fuori campo del Narratore, tecnica che all'epoca veniva giudicata antiquata. Fincher credeva però che gran parte dell'umorismo del film dovesse provenire dalla voce del Narratore. [3] The director described the film without a voice-over as seemingly "sad and pathetic".[10] Nel 1997 fu completata la terza bozza del copione, che inserì di nuovo alcuni elementi e ne rimosse altri. Quando Pitt fu assunto, si preoccupò che il personaggio di Tyler Durden non fosse abbastanza profondo, fu quindi deciso di dare al personaggio una maggiore ambiguità. Fincher assunse lo sceneggiatore Andrew Kevin Walker, con cui aveva lavorato in "Seven", per revisionare lo script, anche con un sostanziale aiuto da parte di Pitt e Norton. [3] Chuck Palahniuk apprezzò notevolmente l'adattamento del suo romanzo, e si sorprese di quanto lo svolgimento del film fosse anche più chiaro e lineare di quello del romanzo. Si preoccupò però che il colpo di scena finale del romanzo potesse sembrare assurdo nel film, ma Fincher non fu dello stesso avviso e decise di conservarlo. [11] Il romanzo di Palahniuk conteneva anche alcuni sottotesti omoerotici, che il regista incluse nel film per mettere il pubblico a disagio e renderlo impreparato agli sviluppi finali del film. [12] La scena in cui Tyler fa il bagno nella vasca in presenza del personaggio del Narratore è un tipico esempio di questi sottotesti, come anche la battuta "Siamo una generazione di uomini cresciuti dalle donne, mi chiedo se un'altra donna è proprio la risposta che ci serve". [13] La scena finale del film differisce in maniera sostanziale da quella del romanzo. [14] Fincher decise di modificare il finale per mostrare che per il protagonista è possibile un allontanamento da Tyler: "Volevo che gli spettatori amassero Tyler, ma che allo stesso tempo fossero contenti della sua scomparsa." [14]

Inizialmente fu pianificato un budget di 23 milioni di dollari per finanziare il film, [1] ma all'inizio della produzione, il budget aumentò a 50 milioni. Metà furono pagati dalla Regency, ma durante le riprese i costi aumentarono ulteriormente, arrivando a 67 milioni. Il produttore esecutivo Arnon Milchan, presidente della Regency, intimò a Fincher di ridurre i costi di almeno 5 milioni. Il regista rifiutò, quindi Milchan minacciò di ritirare i finanziamenti. Dopo aver visto i giornalieri di tre settimane di riprese, Milchan assicurò di nuovo i finanziamenti per il film. [15] Il budget definitivo fu di 63 milioni di dollari.[16]

Le scene di combattimento furono estensivamente coreografate, e agli attori fu richiesto di dare il massimo realismo [17]. La truccatrice Julie Pearce, che aveva lavorato con Fincher in The Game - Nessuna regola, guardò parecchi incontri di boxe e arti marziali per poter riprodurre accuratamente le lesioni successive ai combattimenti. Progettò un orecchio in lattice per simulare mutilazioni parziali, citando come ispirazione il famoso match in cui Mike Tyson staccò a morsi una parte dell'orecchio di Evander Holyfield.[18] Meat Loaf dovette indossare una protesi 40 kg per la parte di Bob [5], nonchè dei rialzi di 20 cm sotto le scarpe. [13]

Le riprese durarono 138 giorni [19], e il girato finale del film ammontò a circa 1500 rulli, tre volte rispetto a qualsiasi altro film [5]. Le locations erano prevalentemente a Los Angeles, oppure costruite negli studios di Century City[19]. Lo scenografo Alex McDowell costruì più di 70 set[5]. Gli esterni della casa di Tyler Durden furono costruiti a San Pedro, California, mentre gli interni furono costruti in studio. Le fu dato un look di decadimento, che rispecchiasse lo stile di vita dei personaggi.[19] L'appartamento di Marla Singer fu basato su fotografie di appartamenti presenti nelle aree più povere di Los Angeles[20] Bilancio finale delle riprese: 300 scenes, 200 locations.

Fincher filmò la pellicola in formato Super 35, per garantire una maggiore flessibilità nel montaggio. Assunse Jeff Cronenweth come direttore della fotografia; era il figlio di Jordan Cronenweth, che aveva lavorato con Fincher in "Alien 3", ma che era morto a metà delle riprese.

Fu applicato alle immagini uno stile sporco, in cui le persone dovevano risaltare in modo particolare[20]. Le scene senza Tyler dovevano essere realistiche, ma dalla sua comparsa il tono doveva diventare irreale, come una sorta di metafora del tunnel di follia in cui il protagonista stava entrando. Furono usati colori desaturati per i costumi, il trucco e la scenografia.[19]

La troupe usufruì sia della luce naturale che di quella artificiale. Il regista scelse vari approcci per l'illuminazione, ad esempio scelse diverse locations urbane così da poter usare le luci dei lampioni. Decise inoltre di usare un'illuminazione al neon anche in altre locations, per mantenere il realismo ed "evidenziare" le ferite del protagonista.[19]

  1. ^ a b c Waxman,  pp. 137–151
  2. ^ Michael Fleming, Thornton holds reins of 'Horses', in Variety, August 19, 1997. URL consultato il March 23, 2007.
  3. ^ a b c d e Waxman,  pp. 175–184
  4. ^ Peter Biskind, Extreme Norton, in Vanity Fair, August 1999.
  5. ^ a b c d Stephen Garrett, Freeze Frame, in Details, July 1999.
  6. ^ Johanna Schneller, Brad Pitt and Edward Norton make 'Fight Club', in Premiere, August 1999.
  7. ^ Chris Nashawaty, Brad Pitt loses his teeth for a "Fight", in Entertainment Weekly, July 16, 1998. URL consultato il March 23, 2007.
  8. ^ Palahniuk: Marketing 'Fight Club' is 'the ultimate absurd joke', CNN, October 29, 1999. URL consultato il March 26, 2007.
  9. ^ Richard Johnson, Boxing Helena, November 1999.
  10. ^ Smith,  p. 61
  11. ^ Geoffrey Kleinman, Interview With Fight Club Author Chuck Palahniuk, in DVD Talk. URL consultato il March 23, 2007.
  12. ^ Louis B. Hobson, Fiction for real, in Calgary Sun, October 10, 1999.
  13. ^ a b Fight Club DVD commentary featuring David Fincher, Brad Pitt, Edward Norton and Helena Bonham Carter, [2000], 20th Century Fox.
  14. ^ a b Damon Wise, Menace II Society, in Empire, December 1999.
  15. ^ Waxman,  pp. 199–202
  16. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore mojo
  17. ^ 'Club' fighting for a respectful place in life, in Post-Tribune, March 15, 2001.
  18. ^ It Bruiser: Julie Pearce, in Entertainment Weekly, July 25, 1999.
  19. ^ a b c d e Probst
  20. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore comment65