Via Clodia
La via Clodia era un'antica strada romana che collegava Roma con l'Etruria interna.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La strada collegava la via Cassia con la via Aurelia, ma mentre le due vie maggiori erano progettate principalmente per i trasferimenti militari di lungo raggio, la via Clodia era di corto raggio, funzionale ai traffici mercantili tra Roma e gli insediamenti etruschi preesistenti. Era denominata anche “via delle terme” perché attraversava diverse località termali, tra cui Vicarello, Stigliano e Saturnia[senza fonte]. Il nome deriva da un ignoto magistrato della gens Claudia o Clodia che la fece costruire.
Analogamente alla via Cassia, segue un tracciato etrusco preesistente, ricalcando tra Pitigliano, Sorano e Sovana il percorso delle vie cave. Si può parlare di via Clodia già alla fine del III secolo a.C. e si può affermare che dal 225 a.C. fosse pavimentata.[senza fonte] La strada fu probabilmente utilizzata come via di penetrazione e conquista dell'Etruria da parte dell'esercito romano.
Alcuni tratti basolati sono conservati nei territori di Bracciano, Oriolo Romano, Bassano Romano, Vejano, Blera, Tuscania e Saturnia (porta Romana), ma attualmente solo parte del percorso è nota[1].
Mansiones
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la Tabula Peutingeriana, le mansiones che la via Clodia incontrava nel suo percorso erano[2][3]:
- Sextum (nell'attuale zona di Roma chiamata La Storta), da dove si separava dalla via Cassia
- Careias (presso Santa Maria di Galeria)
- ad Nonas (presso Vigna di Valle)
- Forum Clodii (presso San Liberato di Bracciano)
- Olera (Blera)
- Grotta Porcina (Vetralla)
- Tuscana (Tuscania)
- Maternum (Canino o Ischia di Castro)
- Saturnia
- Roselle o Cosa, dove si congiungeva con la via Aurelia
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Anticaviaclodia, su anticaviaclodia.it. URL consultato il 4 giugno 2021.
- ^ CLODIA, VIA in "Enciclopedia Italiana", su treccani.it. URL consultato il 4 giugno 2021.
- ^ Via Clodia, su provincia.vt.it, Università della Tuscia - Viterbo. URL consultato il 16 settembre 2007.
Altri progetti
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