Aq Sunqur al-Bursuqi
Aq Sunqur al-Bursuqi | |
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Dati militari | |
Guerre | Guerra tra Zengidi e Crociati Guerra tra Crociati e Selgiuchidi |
Battaglie | Battaglia di Azaz |
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Āq Sunqur al-Bursuqī al-Ghāzī (in arabo آق سنقر البرسقي?, Aq Sunqur al-Bursuqī; ... – Mosul, 26 novembre 1126) è stato un militare e funzionario turco selgiuchide, poi atabeg di Mosul (1113-1115 e 1121-1124) e di Aleppo (1125-1126), responsabile di numerosi fatti d'arme contro i Crociati. Non deve essere confuso con Āq Sunqur al-Ḥājib, padre di Zengi, e neppure con Bursuq ibn Bursuq, un altro comandante turco che lottò del pari contro i Crociati.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1111, fu governatore di Hamadhān e partecipò alla contro-Crociata condotta da Mawdūd b. Altūntāsh, che finì in un fallimento[1]. Mawdūd fu assassinato a Damasco il 2 ottobre 1113 e il Sultano selgiuchide Muḥammad I affidò Mosul ad Āq Sunqur al-Bursuqī assieme al compito di organizzare una nuova contro-Crociata. Nel maggio 1114, egli partì dunque da Mosul alla testa d'un esercito di 15.000 uomini e sottomise l'Emiro Īlghāzī b. Artuq, che si era reso indipendente e che fu obbligato ad affidare ad Āq Sunqur al-Bursuqī un contingente di soldati condotti da suo figlio Ayāz.
Al-Bursuqī assediò Edessa per un mese[2] o due[3] ma, per carenze di viveri, dovette togliere l'assedio e limitarsi a saccheggiare i dintorni della città. Entrò in seguito in contrasto con Ayāz e lo fece imprigionare, l'attaccò e l'obbligò a ritirarsi a Mosul[4]. Āq Sunqur al-Bursuqī cadde in disgrazia nel 1115 col Sultano, che affidò Mosul a un capo turco, Uzbeg o Juyūsh Beg e la direzione della contro-Crociata fu affidata a Bursuq ibn Bursuq.[5]
Nel 1118, diventò Emiro di al-Rahba e partecipò con Toghtigin, Atābeg di Damasco, a un attacco contro Aleppo, che fallì a causa dell'intervento del Principe Boemondo II di Antiochia.[6] Lo stesso anno fu nominato rappresentante del Sultano selgiuchide di Persia presso il Califfo abbaside.[7] Il Sultano Muḥammad morì poco dopo e il Sultanato selgiuchide cadde preda dell'anarchia successoria.
L'erede al Sultanato selgiuchide, Maḥmūd II, aveva 14 anni e alcuni Emiri sottoposti a suo padre cominciarono a ribellarsi, come quello dei Banū Mazyād, diretto dallo sceicco beduino Dubays b. Ṣadaqa. Āq Sunqur al-Bursuqī si mosse per sottometterli ma Juyūsh Beg, Emiro di Mosul e protettore di Masʿūd, fratello cadetto di Maḥmūd, ne approfittò per ribellarsi e cercare d'imporre il suo protetto, marciando su Baghdad. Un altro pretendente, il generale turco Manguwīresh, uscì allo scoperto e Āq Sunqur al-Bursuqī sottoscrisse con lui una pace e si alleò a Dubays per fronteggiare questi nuovi pericoli. Juyūsh Beg fu sconfitto, ma non poté resistere a Manguwīresh e ripiegò su Mosul.
Manguwīresh si comportò tirannicamente a Baghdad e dovette evacuare la città di fronte all'insurrezione dei suoi abitanti. Fu allora che Sanjar, fratello di Muḥammad I, intervenne per affermarsi come Sultano e Maḥmūd fu costretto a riconoscerlo come Sultano supremo. La lotta continuò tuttavia fra Maḥmūd e Masʿūd e fu solo nel mese di maggio del 1121 che Āq Sunqur al-Bursuqī riuscì a far riconciliare i due fratelli. Ricevette quindi Mosul come premio e anche per allontanarlo da Baghdad, dove era entrato in contrasto col Califfo abbaside al-Mustarshid.
Dubays allora si rivoltò e sconfisse Āq Sunqur al-Bursuqī sulle rive dell'Eufrate nel 1122, ma fu a sua volta battuto da un altro esercito di Āq Sunqur al-Bursuqī nel marzo 1123.[8]
Nel 1124 ebbe l'ordine di organizzare un nuovo jihād contro i Crociati e gli abitanti di Aleppo, alla morte dell'atabeg urtuchide Balak, lo chiamarono perché gli succedesse nella carica. Fece il suo ingresso in città il 29 gennaio 1125 e prese possesso della città.[9] Invase in seguito il Principato di Antiochia e s'impadronì di Kfartāb il 9 maggio 1125, assediò ʿAzāz il 22 maggio, ma il re Baldovino II di Gerusalemme lo sconfisse davanti alla fortezza nella Battaglia di Azaz il 13 giugno.[10] Nel 1126, attaccò nuovamente il Principato di Antiochia e assediò Athūrab, ma il sopraggiungere di Baldovino II e di Joscelin I di Edessa lo obbligò a battere in ritirata.[11]
Fu assassinato il 26 novembre 1126 a Mosul. Suo figlio ʿIzz al-Dīn Masʿūd b. Bursuqī gli succedette, ma nel 1127 dovette lasciare il posto a Zengi.[12]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Grousset 1934, p. 506.
- ^ Secondo Matteo di Edessa
- ^ Secondo Ibn al-Athīr
- ^ Grousset 1934, pp. 529-530.
- ^ Grousset, 1934, p. 553.
- ^ Grousset 1934, p. 548.
- ^ Grousset, 1934, p. 660.
- ^ Grousset 1934, pp. 560-63.
- ^ Grousset, 1934, pp. 560-563 e Maalouf, 1983, p. 122.
- ^ Grousset, 1934, pp. 663-664.
- ^ Grousset, 1934, pp. 673-675.
- ^ Grousset, 1934, p. 681 e Maalouf, 1983, p. 128.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (AR) Ibn al-Jawzī, al-Muntaẓam fī taʾrīkh al-mulūk wa l-umam, Muḥammad ʿAbd al-Qādir ʿĀṭā et alii (eds.), 18 voll., Beirut, 1993-1999.
- René Grousset, Histoire des croisades et du royaume franc de Jérusalem, 1936.
- 1. L'anarchie musulmane, 1934, (ISBN 2-262-02548-7)
- 2. L'équilibre, 1935, (ISBN 2-262-02568-1)
- Amin Maalouf, Le crociate viste dagli arabi, Società editrice internazionale, Torino, 1989. ISBN 8805050504 (ed. orig.: Amin Maalouf, Les croisades vues par les arabes, Paris, 1983. ISBN 978-2-290-11916-7).
Voci correlate
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