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Curio Barbasetti di Prun

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Curio Barbasetti di Prun

Governatore del Regno del Montenegro
Durata mandato13 luglio 1943 - 10 settembre 1943
PredecessoreAlessandro Pirzio Biroli
Successorecarica abolita

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Fascista (fino al 25 luglio 1943)
Curio Barbasetti di Prun
NascitaOrsara (località di Grezzana), 12 marzo 1885
Morte4 dicembre 1953
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaArtiglieria
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Comandante di1ª Divisione fanteria "Superga"
I Corpo d'armata
XIV Corpo d'armata
Delease
Decorazionivedi qui
Studi militariReale Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino
dati tratti da Il chi è della Seconda Guerra Mondiale. Vol.I[1]
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Curio Barbasetti di Prun (Orsara[località di Grezzana], 12 marzo 1885Verona, 4 dicembre 1953) è stato un generale italiano, veterano della prima guerra mondiale. All'entrata in guerra dell'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, comandava la 1ª Divisione fanteria "Superga" schierata sul fronte occidentale, passando quindi al comando del I Corpo d'armata di Torino. Nel marzo 1942 fu trasferito in Africa settentrionale come Capo di stato maggiore del Comando Superiore in Africa settentrionale, in sostituzione del generale Gastone Gambara entrato in forte disaccordo con il generale Erwin Rommel. Nel 1943 rientrò in Italia per assumere quindi il comando del XIV Corpo d'armata di stanza in Montenegro, sostituendo poi il generale Alessandro Pirzio Biroli in qualità di governatore della regione.

Proveniente dalla nobile famiglia dei conti di Prun, nacque a Orsara il 12 marzo 1885, figlio di Giovanni e Fulvia Bertoldi.[N 1] Si arruolò nel Regio Esercito iniziando a frequentare come Allievo ufficiale la Reale Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino, dalla quale uscì con il grado di sottotenente, assegnato all’arma di artiglieria. Fu promosso tenente il 30 giugno 1914[2] e dopo la prima guerra mondiale, in cui mentre prestava servizio presso la 9ª Divisione fu decorato con una Medaglia di bronzo al valor militare, rimase in servizio permanente effettivo. Dopo essere stato Capo di stato maggiore del Corpo d'Armata di Verona e di quello di Bolzano, fu per un periodo comandante del 18º Reggimento di artiglieria campale, e poi addetto militare presso l'Ambasciata d'Italia a Parigi. Nel 1936 fu promosso generale di brigata, ed assunse il comando di una brigata meccanizzata. Il 1 ottobre 1937 assunse la direzione della Scuola di Guerra,[3] e il 7 maggio 1938 fu promosso generale di divisione.

I generali Ugo Cavallero, Ettore Bastico e Curio Barbasetti di Prun impegnati in una discussione, fotografati su un campo d’aviazione in Libia nel 1942. Notare sullo sfondo un bombardiere Savoia-Marchetti S.79 Sparviero.

Nel 1939 assunse l’incarico di comandante della 1ª Divisione fanteria "Superga",[4] e dopo l’entrata in guerra dell’Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, quale[5] combatté sul fronte francese. Nel settembre dello stesso anno divenne comandante del I Corpo d'Armata[6] con sede a Torino. Il 1 gennaio 1942 fu promosso generale di corpo d'armata, e il 3 marzo dello stesso anno fu nominato Capo di stato maggiore del Comando Superiore in Africa settentrionale, in sostituzione del generale Gastone Gambara, entrato in forte disaccordo con il comandante dell’Africa Korps generale Erwin Rommel. In seguito alla nuova organizzazione della struttura gerarchica modificata dal generale Ugo Cavallero, fu posto a capo del Delease,[7] la Delegazione del Comando supremo militare italiano in Africa Settentrionale, interlocutore di Rommel durante la campagna in Africa settentrionale fino al 1943. Rientrato in Italia fu destinato ad assumere il comando del XIV Corpo d'armata, di stanza in Jugoslavia e il 9 luglio 1943 fu nominato governatore del Montenegro in sostituzione del generale Alessandro Pirzio Biroli.[8] Dopo la proclamazione dell’armistizio di Cassibile fu fatto prigioniero dai tedeschi e trasferito in un campo di prigionia.[9] Nel 1945 fu liberato dai sovietici, ma fu trattenuto in Ucraina fino all'ottobre dello stesso anno, quando gli fu permesso di rientrare in Italia. Si spense il 4 dicembre 1953.

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 15 novembre 1918[10]
Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 21 maggio 1941[10]
Commendatore dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 15 aprile 1943[10]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Addetto ad un comando divisione dislocata in un settore costantemente tormentato da violento fuoco nemico ed incaricato di seguire i lavori di approccio assai da vicino alle posizioni avversarie, per un intero mese, con mirabile sprezzo del pericolo, eseguiva spontaneamente rischiose ricognizioni giornaliere oltre le nostre linee, distinguendosi in ripetute occasioni per fermezza e coraggio. Podgora-Penma, novembre-dicembre 1915
Croce di guerra al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capo di stato maggiore del Comando FF.AA. dell'A.S. e comandante di settori operativi bellici, in numerose ricognizioni in zone sottoposte a vivace reazione del nemico dava prova di calma, sangue freddo e sprezzo del pericolo. In particolare durante una ricognizione in aereo nel combattimento di Gott-el-Ualeb fatto segno a mitragliamento e cannoneggiamento dell'avversario, grazie alla sua presenza di spirito e agli ordini impartiti con impareggiabile calma, benché l'apparecchio fosse stato colpito in più parti riusciva a sottrarsi all'azione avversaria ed a raggiungere la base dopo aver assolto brillantemente la sua missione. In altra ricognizione attaccato da una squadriglia di sei apparecchi nemici che colpivano il suo aereo, col suo contegno risoluto infondeva serenità e fiducia nell'equipaggio al quale ordinava di avanzare decisamente rispondendo al fuoco nemico con le armi di bordo: riusciva così a proseguire la ricognizione e portarla a fine nonostante che l'aereo fosse poi nuovamente colpito anche da terra. Gott-el-Ualeb-Marmarica-Egitto, marzo-agosto 1942 – Sirtica Bengasino, novembre 1942
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 21 febbraio 1935[12]
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 19 dicembre 1940[13]
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 16 aprile 1925[14]
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 19 dicembre 1940[15]
Avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Avanzamento per merito di guerra
«Ufficiale di grande intelletto e di vasta cultura. Mente agile, tenace nelle concezioni, soldato valoroso e sereno: conoscitore dei più complessi problemi militari si è dimostrato, in pace e in guerra, un valido collaboratore dei comandi un ufficiale di stato maggiore completo
— Regio Decreto 2 gennaio 1936[16]
  1. ^ In seguito divenne marito della contessa Maria Pia Manzoni (1892).
  1. ^ Boschesi 1975, pp. 32-33.
  2. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n.14 del 19 gennaio 1915, pag.356.
  3. ^ Pettibone 2010, p. 20.
  4. ^ Pettibone 2010, p. 151.
  5. ^ Biography of Lieutenant-General Curio Count Barbasetti di Prun
  6. ^ Pettibone 2010, p. 78.
  7. ^ Pettibone 2010, p. 72.
  8. ^ Tomasevich 2002, p. 145.
  9. ^ Pettibone 2021, p. 84.
  10. ^ a b c Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  11. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n.224 del 22 settembre 1920, pag.2905.
  12. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n.225 del 26 settembre 1935, pag.22.
  13. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n.178 del 30 luglio 1941, pag.22.
  14. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n.222 del 24 settembre 1926, pag.4190.
  15. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1941, p. 83. URL consultato il 22 agosto 2019.
  16. ^ Bollettino Ufficiale 17 gennaio 1936, dispensa 3ª, pag.75, registrato alla Corte dei Conti lì 15 gennaio 1936, registro 2, foglio 35.
  • B.P. Boschesi, Il chi è della Seconda Guerra Mondiale. Vol.I, Milano, A. Mondadori Editore, 1975.
  • (EN) James Burgwyn, Mussolini Warlord: Failed Dreams of Empire, 1940-1943, New York, Enigma Books, 2012, ISBN 1-936274-30-2.
  • David Irving, La pista della volpe, Milano, A. Mondadori Editore, 1978.
  • (EN) Philip S. Jowett e Stephen Andrew, The Italian Army 1940-1945. Vol.1, Botley, Osprey Publishing Company, 2000, ISBN 1-85532-864-X.
  • (EN) Philip S. Jowett e Stephen Andrew, The Italian Army 1940-1945. Vol.2, Botley, Osprey Publishing Company, 2001, ISBN 1-85532-865-8.
  • (EN) Philip S. Jowett e Stephen Andrew, The Italian Army 1940-1945. Vol.3, Botley, Osprey Publishing Company, 2001, ISBN 1-85532-866-6.
  • Alessandro Massignani e Jack Greene, Rommel in Africa settentrionale, Milano, Ugo Murdsia Editore, 1996.
  • (EN) Charles D. Pettibone, The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VI Italy and France Including the Neutral Countries of San Marino, Vatican City (Holy See), Andorra, and Monaco, Trafford Publishing, 2010, ISBN 1-4269-4633-3.
  • (EN) Jozo Tomasevich, War and Revolution in Yugoslavia: 1941 – 1945, Stanford (CA), Stanford University Press, 2002, ISBN 0-8047-7924-4.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Comandante del I Corpo d'Armata Successore
Carlo Vecchiarelli 1940 - 1942 Federico Romero