Isaach de Bankolé

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Isaach de Bankolé nel 2009

Isaach de Bankolé, pseudonimo di Zachari Bankole[1][2] (Abidjan, 12 agosto 1957[3]), è un attore ivoriano attivo nel cinema francese e americano.

Zachari Bankole[1] nasce nel 1957 in un quartiere popolare dell'allora capitale ivoriana Abidjan,[2][3] figlio di un bottegaio di lingua bambara.[2][4] Nel 1975, diciassettenne, si trasferisce a Parigi per completare gli studi superiori e frequenta l'Università di Parigi,[2][4] dove consegue una maîtrise in fisica e matematica.[4] Senza un'idea precisa di che fare nella vita oltre alla vaga nozione di una carriera da ingegnere,[2] frequenta una scuola di volo fino a ottenere la licenza di pilota privato.[2][4]

La sua carriera d'attore comincia per caso, quando viene notato per strada dal regista Gérard Vergez, che lo scrittura in un adattamento televisivo di Venerdì o la vita selvaggia di Michel Tournier.[2][3][4] Il telefilm alla fine viene interpretato da attori americani, ma sarà comunque il primo lavoro professionale di Bankole, che doppia in francese Gene Anthony Ray (nella parte di Venerdì in cui avrebbe dovuto recitare) in occasione della messa in onda in Francia nel 1981.[2][3][4] Sempre su consiglio di Vergez, frequenta per un anno e mezzo una scuola di recitazione, il Cours Simon.[4] Decide in questo frangente di adottare il nome d'arte di Isaach de Bankolé.[2]

Dopo alcune parti marginali al cinema a partire dal 1984,[3][4] diventa famoso come mattatore nel film comico campione d'incassi Black Mic Mac (1986), con cui vince il premio César per la migliore promessa maschile e dà adito a paragoni con Eddie Murphy.[2][3][4] Lo stesso anno il regista Patrice Chéreau lo vuole a teatro per un ruolo senza battute nell'allestimento del Théâtre des Amandiers di Quai Ouest di Bernard-Marie Koltès, che segna il suo esordio su un palcoscenico.[2][3][4] L'anno seguente, recita al cinema in un altro ruolo comico di successo al botteghino come Les Keufs e a teatro in un'altra opera di Koltès diretta da Chéreau, Nella solitudine dei campi di cotone.[3][4] Nel 1988, dà prova della sua versatilità anche sul grande schermo, passando a un ruolo fortemente drammatico con Chocolat, dove interpreta il domestico della famiglia di un funzionario coloniale nel Camerun francese di inizio anni '50.[2][3][4] La regista Claire Denis, inizialmente convinta che non fosse l'attore giusto per la parte, associandolo di più a film come Black Mic Mac, si è ricreduta dopo averlo visto recitare a teatro.[4] Nel film, de Bankolé recita in un altro ruolo quasi muto,[2][4] nel quale, secondo il New York Times: «riesce a esprimere [comunque] risentimento, fierezza, disprezzo, divertito sarcasmo, sdegno, desiderio carnale, ma soprattutto una certa nobiltà d'animo, dominando al contempo l'intera pellicola».[2] All'apice del successo, comincia a diradare le proprie apparizioni al cinema,[3] lamentando la scarsa gamma di ruoli offerti ai neri nei film francesi dell'epoca e la facilità con la quale era stato "ghettizzato", in quanto di attore nero, sia per aver recitato in commedie prima, che in film impegnati poi.[3][4]

Nel 1991 è protagonista dell'episodio francese del film Taxisti di notte del regista americano Jim Jarmusch, interpretando un tassista parigino la cui pazienza è messa a dura prova da una coppia di clienti ubriachi e un'eccentrica non vedente: i due avrebbero collaborato in altre quattro occasioni. Nel 1994 è protagonista di Casa de lava del regista portoghese Pedro Costa, un'esperienza che rappresenta un ulteriore passo dell'attore verso il cinema internazionale.[3]

Dalla fine degli anni novanta si trasferisce in pianta stabile negli Stati Uniti, cominciando con una parte nel film Merchant Ivory La figlia di un soldato non piange mai e, nuovamente diretto da Jarmusch, in Ghost Dog - Il codice del samurai, dove interpreta un simpatico gelataio haitiano amico del protagonista. Lavora come caratterista nella TV e nel cinema in lingua inglese da allora, tra cui come il cattivo di James Bond Steven Obanno in Casino Royale, Timothy in Manderlay di Lars von Trier ed Ule Matobo in una stagione della serie 24. Nel 2009 è protagonista del film The Limits of Control, diretto ancora da Jarmusch.

Musulmano,[3] negli anni ottanta ha avuto due figlie dalla sua prima moglie, belga.[2] È stato poi sposato con la cantante statunitense Cassandra Wilson dal 2000 fino al 2003.

Filmografia parziale

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Riconoscimenti

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Cavaliere della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria

Doppiatori italiani

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Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Isaach de Bankolé è stato doppiato da:

  1. ^ a b c (FR) Décret du 6 avril 2007 portant promotion et nomination, in Journal officiel de la République française, n. 48, 8 aprile 2007. URL consultato il 1º settembre 2024. Ospitato su legifrance.gouv.fr.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o (EN) G. S. Bourdain, New Face: Isaach de Bankole; An Actor's Road Taken To Cameroon Of 'Chocolat', in The New York Times, 24 marzo 1989, p. 15. URL consultato il 6 settembre 2024.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m (FR) Olivier Seguret, Isaach De Bankolé. En désamour du cinéma, in Libération, 16 marzo 1995. URL consultato il 6 settembre 2024.
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m n o (FR) Denis Bélanger, Entretien avec Isaach de Bankolé (PDF), in Ciné-Bulles, vol. 8, n. 4, giugno-agosto 1989, p. 36–39. URL consultato il 6 settembre 2024.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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