Società Editrice Allemandi

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Società Editrice Allemandi
StatoItalia (bandiera) Italia
Forma societariaSocietà a responsabilità limitata
Fondazione1983
Fondata daUmberto Allemandi
Sede principaleTorino
SettoreEditoria
Prodottiriviste specialistiche, libri
Sito webwww.allemandi.com

La Società Editrice Allemandi è una casa editrice italiana con sede a Torino, specializzata nella pubblicazione di libri e periodici d'arte e d'architettura.

La casa editrice nacque per iniziativa di Umberto Allemandi, all'epoca reduce da una collaborazione quasi ventennale con Bolaffi[1]; quando quest'ultima fu assorbita dal gruppo Mondadori, Allemandi e parte del suo gruppo di lavoro decisero di non seguire il nuovo progetto editoriale e nel 1983 ne crearono uno nuovo a Torino, la cui prima pubblicazione periodica fu il Giornale dell'Arte[1]. A tale pubblicazione fu affiancato un trimestrale, Antologia di Belle arti, la cui curatela fu affidata a specialisti della materia come Giuliano Briganti, Álvar González-Palacios e Federico Zeri, che ben presto divenne una rivista di riferimento in tutto il mondo con la sua tiratura internazionale di 3500 copie[1].

Rilevante anche la collana Annuari di economia dell'arte nelle cui pubblicazioni Allemandi propose una valutazione «ragionata» delle opere, in cui si operava distinzione tra valore e prezzo, e mettendo in luce il meccanismo tramite cui quest'ultimo si formava a uso del mercato[2].

Benché la vocazione originaria dell'editore fosse artistica, la nuova Casa avviò anche la pubblicazione di collane bibliografiche (Testimoni dell'arte) e di testi di narrativa, sia pure legati a tematiche artistiche, come per esempio Viaggio di nozze al Louvre di Fruttero & Lucentini[1]. Nel corso degli anni la casa editrice ospitò contributi di studiosi di chiara fama internazionale quali ad esempio lo storico britannico del Rinascimento John Pope-Hennessy[3], oltre a curare cataloghi per case d'arte e mostre[3].

Col tempo Allemandi iniziò anche a diversificare le linee editoriali, pubblicando dal 1986 il Giornale della Musica sotto la direzione di Alberto Sinigalia[3] e rilevando dall'Associazione antiquari d'Italia la Gazzetta Antiquaria[3][4].

Nel 2002 diede vita al mensile Il Giornale dell'Architettura, che tratta di architettura, urbanistica, design e ambiente, la cui versione on-line è, dal 2014, curata su licenza dell'editore dall'associazione culturale "The Architectural Post"[5].

Il 24 dicembre 2002 il magazzino dell'editore a San Mauro, contenente più di 130000 volumi, fu dato alle fiamme da ignoti[6]; nonostante la perdita quasi completa dell'archivio cartaceo, Allemandi tornò alle pubblicazioni già nel febbraio successivo[7].

  1. ^ a b c d Claudio Pagliara, Di quel mercato «delirante» sono i collezionisti, in Stampa Sera, 23 maggio 1987, p. 19. URL consultato il 12 novembre 2024.
  2. ^ Ernesto Gagliano, Allemandi: «Scopriamo che cosa c’è dietro il prezzo di un quadro», in Tutto libri, 31 agosto 1985. URL consultato il 12 novembre 2024.
  3. ^ a b c d Sandra Reberschak, Umberto Allemandi, ovvero il lavoro come arte, in Torino Sette, 9 ottobre 1987, p. 13. URL consultato il 12 novembre 2024.
  4. ^ Le ragioni di un impegno, in la Gazzetta Antiquaria, 4 settembre 2014. URL consultato il 12 novembre 2024 (archiviato il 12 novembre 2024).
  5. ^ Media kit 2024 (PDF), in il Giornale dell'Architettura, Allemandi. URL consultato il 13 novembre 2024 (archiviato il 12 novembre 2024).
  6. ^ Diego Andrà, I piromani distruggono il patrimonio dell’Allemandi, in La Stampa, 27 dicembre 2002, p. 11. URL consultato il 12 novembre 2024.
  7. ^ Mirella Appiotti, Allemandi ricomincia dopo il rogo: tra donne del ’600, Parmigianino e Louvre, in Tutto libri, 1º febbraio 2003, p. 11. URL consultato il 13 novembre 2024.

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