La scomparsa recente di Sammy Basso, il ragazzo affetto da una malattia rarissima che fa invecchiare le persone in tempi fulminei, ci deve far riflettere sul peso della diversità. Sammy è stato per molti una luce e con le sue parole e le sue testimonianze continua a esserlo, anche ora che non c’è più. La sua famiglia ha detto che era stato un privilegio poter vivere tutti questi anni assieme a lui.
LE DIVERSITÀ NON ACCETTATE
Se la patologia di Sammy fosse stata intercettata da qualche esame prenatale, avremmo avuto il dono di questa meravigliosa persona? Non conosco la sua storia personale, ma conosco altre storie in cui delle madri, davanti alla prospettiva di un grave limite, si sono rifiutate di accettare il verdetto. E per fortuna che l’hanno fatto, perché i bambini, una volta nati, avevano sì dei problemi, ma risolvibili. Sono tutti cresciuti e fanno, se pur con qualche piccolo disagio, una vita normale.
In quei casi si trattava di patologie piuttosto importanti ma purtroppo non vengono accettati anche bambini che hanno semplicemente un labbro leporino o a cui manca il dito di una mano. Non dimentichiamoci che le macchine vedono molto ma non tutto, e ci possono essere diagnosi limitate, se non errate, che spingono le donne a questa tragica scelta.
Dove ci porta questa ossessione della perfezione? Nel mondo disperato in cui stiamo vivendo ora, in cui le uniche diversità accettate, se non esaltate, sono quelle sessuali, in cui ragazzi giovani, in ottima salute, con due braccia e due gambe, vedenti e di normale intelligenza si suicidano per infelicità o compiono atti di autolesionismo, se non crimini che solo nominarli fa inorridire. Al contrario, tutte le persone che conosco che hanno dei grandi limiti fisici, sono persone piene di vitalità, di curiosità e di amore per la vita.
POESIE IMMORTALI
Penso ad esempio al mio amico Pierluigi Cappello, grande poeta a cui è dedicato il mio libro Il tuo sguardo illumina il mondo, gravemente paraplegico dai 16 anni, che, nonostante il suo limite, ha amato la vita immensamente e ci ha regalato poesie che non moriranno mai.