Festival di Berlino 1990

edizione del festival cinematografico

La 40ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino si è svolta a Berlino dal 9 al 20 febbraio 1990, con lo Zoo Palast come sede principale.[1] Direttore del festival è stato per l'undicesimo anno Moritz de Hadeln.

Il regista Michael Moore, nel Forum con il suo film d'esordio Roger & Me.

L'Orso d'oro è stato assegnato ex aequo al film statunitense Music Box - Prova d'accusa di Costa-Gavras e al film cecoslovacco Allodole sul filo di Jiří Menzel.

L'Orso d'oro alla carriera è stato assegnato al regista, sceneggiatore e produttore Oliver Stone, mentre la Berlinale Kamera è stata assegnata al regista e sceneggiatore Frank Beyer, all'attore Martin Landau, al regista e pedagogista Karel Vachek e all'attore e regista Bernhard Wicki.

In questa edizione è stato assegnato per la prima volta il Premio Wolfgang Staudte, intitolato al regista, attore e sceneggiatore tedesco scomparso nel 1984 e riservato a uno dei film presentati nella sezione Forum.[2]

Il festival è stato aperto da Fiori d'acciaio di Herbert Ross, proiettato fuori concorso.[3]

La retrospettiva di questa edizione ha incluso due programmi: "The Year 1945", dedicato a produzioni internazionali realizzate nel 1945, e "40 Years Berlinale", dedicato ad alcuni dei film più significativi presentati nel corso delle passate edizioni del festival.[4]

«All'Est ho trovato grande entusiasmo e buona volontà, ma nessuna esperienza. È una fatica trovare uno che si prenda la responsabilità d'una decisione: tutti hanno paura, il costume gerarchico resta forte. Resta forte la burocrazia. Avere il permesso di usare i nostri telefoni portatili è stata un'impresa, aprire un conto comune in banca è stata un'avventura kafkiana. Gli interventi rapidi, elastici e improvvisati sempre inevitabili in un festival saranno, temo, un'utopia.»

La 40ª edizione della Berlinale vide la realizzazione di un ambizioso progetto che il direttore Moritz de Hadeln aveva in mente sin dal febbraio 1989, quando durante un colloquio con Horst Pehnert, viceministro della cultura e presidente dell'amministrazione cinematografica della DDR, aveva espresso il desiderio di una proiezione concomitante dei film in entrambi i settori di Berlino.[5] All'epoca quasi nessuno credeva che una cosa del genere sarebbe successa davvero nel futuro immediato, ma gli sviluppi politici internazionali avrebbero presto fatto incontrare i destini della Germania e del Festival di Berlino. Il 9 novembre dello stesso anno de Hadeln rinnovò a Pehnert la sua proposta, sostenuta anche dalla Berliner Festspiele, e quella sera stessa tutto cambiò rapidamente: durante una conferenza stampa, la dichiarazione del funzionario della SED Günter Schabowski secondo cui tutte le norme per i viaggi all'estero erano state revocate con effetto immediato rappresentò un passo decisivo verso l'abbattimento del muro di Berlino e l'inizio della fine della Repubblica Democratica Tedesca.[1][6]

 
La conferenza stampa all'International Press Centre di Berlino Est trasmessa in diretta sulla tv di Stato il 9 novembre 1989.

L'evento rese improvvisamente possibile il sogno di de Hadeln di una rassegna estesa a tutta la città e di una collaborazione concettuale con le autorità cinematografiche della Germania Est. La nuova offerta incluse la proiezione a Berlino Est dell'intero programma ufficiale, con il festival che si sarebbe fatto carico dei costi e avrebbe curato gli accordi con produttori e detentori dei diritti.[1] Alla fine di novembre, durante il Festival internazionale del documentario e del film d'animazione di Lipsia de Hadeln incontrò Pehnert e Dietmar Keller, nuovo ministro della cultura della DDR, ed ebbe la sensazione che da parte delle autorità della Germania Est sarebbe arrivata una decisione positiva.[7] L'impresa trovò il favore di tutti e iniziarono i preparativi per il finanziamento degli eventi.[1] Furono presi accordi per consentire il trasporto esente da dazi di film e materiale pubblicitario attraverso il confine, oltre a consentire agli ospiti di utilizzare il valico di frontiera di Invalidenstraße.[1]

Nel progetto furono coinvolti anche i direttori delle altre sezioni della Berlinale, così che oltre ai film in concorso e ad una selezione dei film della sezione Panorama, anche l'intero programma del Kinderfilmfest e gran parte di quello del Forum internazionale del giovane cinema furono proiettati anche a Berlino Est.[1][7][8] «Per noi berlinesi è incredibile, impensabile, inimmaginabile poter andare dall'altra parte della città liberamente, senza problemi», commentò il direttore del Forum Ulrich Gregor, «è come respirare un'altra aria, è uno stimolo immensamente importante che dà nuove motivazioni al nostro lavoro».[3] Il 4 dicembre 1989 le autorità della Germania Est dettero il loro consenso ufficiale. Al festival fu concesso l'utilizzo gratuito dei cinema Kosmos, Colosseum e Kino International e in cambio i proventi della vendita dei biglietti e il controllo della pubblicità sarebbero rimasti alle autorità di Berlino Est.[1][8]

Uno degli anni storicamente più significativi della Berlinale fu però considerato piuttosto mediocre in termini cinematografici e, così come già avvenuto negli ultimi anni, Moritz de Hadeln fu criticato per la forte presenza di Hollywood in concorso.[1] Dopo il festival il quotidiano Die Tageszeitung arrivò a chiedere le sue dimissioni, mentre la regista Helma Sanders-Brahms aveva già avviato il dibattito prima del suo inizio, lasciando il comitato di selezione per protesta contro la costante crescita del dominio del cinema americano. In effetti, grandi produzioni come La guerra dei Roses di Danny DeVito, L'ombra di mille soli di Roland Joffé, Nato il quattro luglio di Oliver Stone, Fiori d'acciaio di Herbert Ross e Crimini e misfatti di Woody Allen (gli ultimi due fuori concorso) non suscitarono molto entusiasmo.[1][12] Per la maggior parte degli osservatori, i film americani più interessanti di quest'anno risultarono Drugstore Cowboy di Gus Van Sant e Roger & Me di Michael Moore nel Forum e Blue Steel - Bersaglio mortale di Kathryn Bigelow nel Panorama.[13][14]

In realtà i “contrappesi” cinematografici e tematici all’egemonia hollywoodiana furono presenti in tutte le sezioni, incluso il concorso che propose uno sguardo sarcastico sulla società sovietica contemporanea con Sindrome astenica di Kira Muratova, la denuncia delle condizioni dell'esercito sovietico con Karaul di Aleksandr Rogozhkin e Coming Out di Heiner Carow, primo film a tematica omosessuale della Repubblica Democratica Tedesca che si aggiudicò l’Orso d'argento per il miglior contributo artistico.[1] Il Forum presentò una vetrina di "film sospesi" della Germania Est, opere degli ultimi venticinque anni bloccate dalla censura tra cui Generazione 45 di Jürgen Böttcher, Wenn du groß bist, lieber Adam di Egon Günther e Das Kaninchen bin ich di Kurt Maetzig.[15] Particolarmente apprezzati furono il film politico-satirico sovietico Ono di Sergej Ovčarov e due opere di Aki Kaurismäki, La fiammiferaia (premio INTERFILM) e Leningrad Cowboys Go America.[1]

Ma se da una parte la Berlinale sembrò aver assolto il suo consueto impegno come vetrina per l'Europa orientale con la presenza di numerose produzioni provenienti da Germania Est, Unione Sovietica, Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria nelle diverse sezioni,[12] il malcontento di molti commentatori fu provocato anche dalla debolezza di diversi film europei occidentali in concorso: Légami! di Pedro Almodóvar e La vengeance d'une femme di Jacques Doillon furono tra i pochi accolti positivamente.[1][12] Anche l'assegnazione dell'Orso d'oro ex aequo al film statunitense Music Box - Prova d'accusa di Costa-Gavras e a Allodole sul filo del cecoslovacco Jiří Menzel, realizzato nel 1969 e da allora bandito dal regime comunista, fu ritenuta da alcuni una decisione saggia della giuria internazionale, in bilico tra oriente e occidente, ma scontentò gran parte di pubblico e critica che avrebbero preferito vedere il film di Menzel come unico vincitore.[13]

Una volta terminato il festival, l'entusiasmo per l'impresa di aver esteso le proiezioni anche a Berlino Est lasciò inoltre il posto alla delusione per lo scarso riscontro di pubblico, soprattutto nei confronti dei film dell'est europeo. Meno di 20.000 spettatori assistettero ai film in concorso, il Forum registrò 10.000 presenze, il Panorama circa 5200 e altri 3400 videro la replica dei film del Kinderfilmfest.[10][16]

Giuria internazionale

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Kinderjury

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Il premio riservato alla sezione Kinderfilmfest è stato assegnato da una giuria composta da membri di età compresa tra 11 e 14 anni, selezionati dalla direzione del festival attraverso questionari inviati l'anno precedente.[17]

Selezione ufficiale

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In concorso

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Fuori concorso

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Panorama

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Forum internazionale del giovane cinema

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Programma principale

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- Naum Kleemann presenta

- 20 anni di Forum

- Film degli studi DEFA

- Film della scuola di cinema della Germania Est

- Film proibiti della Germania Est

- Nuovi film di Aki Kaurismäki

- City Life: dodici episodi da dodici città

  1. Tbilisi - Thou Shalt Not Speak Evil, regia di Tato Kotetishvili
  2. São Paulo - Desordem em progresso, regia di Carlos Reichenbach
  3. Houston - Unheavenly City, regia di Eagle Pennell
  4. Warszawa - Siedem dni w tygodniu, regia di Krzysztof Kieślowski
  5. Buenos Aires - Una historia breve sobre nada, regia di Alejandro Agresti
  6. Randstad - Stadsjungles, regia di Dirk Rijneke e Mildred Van Leeuwaarden
  7. Budapest - Au utolsó hajó, regia di Béla Tarr
  8. Hamburg - Polsprung, regia di Gábor Altorjay
  9. Barcelona - Eulalia-Marta, abril 1988, regia di José Luis Guerín
  10. Dakar - Dakar-Clando, regia di Ousmane William Mbaye
  11. Bevagna - Stones, Storm and Water, regia di Clemens Klopfenstein
  12. Calcutta - Calcutta, My Eldorado, regia di Mrinal Sen

Il Nuovo cinema tedesco

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- Tre contributi dal magazine Elf 99

  • Der aufrechte Gang, regia di Sabine Grote (Germania Est)
  • Berlin auf Reisen, regia di Lutz Schütze (Germania Est)
  • Wandlitz mit neuem Antlitz, regia di Jan Carpentier (Germania Est)

- Altri video

Kinderfilmfest

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Retrospettive

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The Year 1945

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40 Years Berlinale

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Premi della giuria internazionale

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Premi onorari

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Premi della Kinderjury

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Premi delle giurie indipendenti

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Premi dei lettori

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  1. ^ a b c d e f g h i j k l 40th Berlin International Film Festival - February 9-20, 1990, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 4 maggio 2017.
  2. ^ Wolfgang-Staudte-Filmpreis, su kulturpreise.de, www.kulturpreise.de. URL consultato il 23 giugno 2021.
  3. ^ a b c Lietta Tornabuoni, Festival tedesco-tedesco, in La Stampa, 10 febbraio 1990.
  4. ^ Retrospective, Berlinale Classics & Homage, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 28 febbraio 2019.
  5. ^ Jacobsen (2000), p. 387.
  6. ^ Jacobsen (2000), p. 389.
  7. ^ a b Jacobsen (2000), p. 392.
  8. ^ a b Jacobsen (2000), p. 393.
  9. ^ Lietta Tornabuoni, Maselli a Berlino, un muro di gelo, in La Stampa, 16 febbraio 1990.
  10. ^ a b Lietta Tornabuoni, La rivincita di Maselli - Berlino Est applaude Il segreto, in La Stampa, 18 febbraio 1990.
  11. ^ Lietta Tornabuoni, Maselli - Che shock i fischi del pubblico, ma i festival sono una lotteria, in La Stampa, 17 febbraio 1990.
  12. ^ a b c Jacobsen (2000), p. 397.
  13. ^ a b Jacobsen (2000), p. 398.
  14. ^ Lietta Tornabuoni, A Berlino furoreggia l'anticapitalismo, in La Stampa, 19 febbraio 1990.
  15. ^ Forum Archiv - 1990, su arsenal-berlin.de, www.arsenal-berlin.de. URL consultato il 22 dicembre 2018.
  16. ^ Jacobsen (2000), p. 399.
  17. ^ a b Juries - 1990, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 23 giugno 2022.
  18. ^ Dietro il nome Winterfilm Collective si celano, tra gli altri, i documentaristi David Grubin e Barbara Kopple, i fotografi Fred Aronow, David Gillis e Michael Lesser, le montatrici Nancy Baker, Rhetta Barron e Benay Rubenstein e alcuni membri dell'associazione Vietnam Veterans Against the War (vedi [1]).
  19. ^ 40th International Film Festival Berlin, su inter-film.org, www.inter-film.org. URL consultato il 22 dicembre 2018.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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