Belmonte Piceno

comune italiano

Belmonte Piceno è un comune italiano di 553 abitanti della provincia di Fermo nelle Marche.

Belmonte Piceno
comune
Belmonte Piceno – Stemma
Belmonte Piceno – Bandiera
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Marche
Provincia Fermo
Amministrazione
SindacoIvano Bascioni (lista civica "Presente e futuro per Belmonte Piceno") dal 26-5-2014 (3º mandato dal 10-6-2024)
Territorio
Coordinate43°05′29.4″N 13°32′19.97″E
Altitudine312 m s.l.m.
Superficie10,53 km²
Abitanti553[1] (28-2-2024)
Densità52,52 ab./km²
FrazioniCastellarso Ete, Castellarso Tenna, Colle Ete, Colle Tenna
Comuni confinantiFalerone, Fermo, Grottazzolina, Monsampietro Morico, Montegiorgio, Monteleone di Fermo, Montottone, Servigliano
Altre informazioni
Cod. postale63838
Prefisso0734
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT109003
Cod. catastaleA760
TargaFM
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 2 091 GG[3]
Nome abitantibelmontesi
PatronoEsaltazione della Santa Croce
Giorno festivo3 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Belmonte Piceno
Belmonte Piceno
Belmonte Piceno – Mappa
Belmonte Piceno – Mappa
Posizione del comune di Belmonte Piceno nella provincia di Fermo
Sito istituzionale

Origini del nome

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Il toponimo Belmonte è attestato sin dalla fine del XIII secolo, e indica che il paese sorge in una posizione elevata e con buona vista sul circondario;[4] l'aggettivo Piceno, aggiunto dal 21 febbraio 1863[5] in ricordo dei primi abitatori del territorio, per distinguerlo da vari altri "Belmonte" presenti in Italia.

Geografia fisica

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Il paese, distante da Fermo 16,4 km in linea d'aria e 22,3 km su strada,[6] è collocato a circa metà strada tra il mare Adriatico e i Monti Sibillini.

Sorge in una posizione panoramica[7] su una dorsale collinare che, da mare a monte, inizia presso Fermo[8] e prosegue poi verso l'interno, procedendo in media da est-nord-est a ovest-sud-ovest e segnando i territori su cui sorgono anche Grottazzolina, Belmonte Piceno e Servigliano antica;[9] qui la dorsale piega a sud, innalzandosi progressivamente e terminando a Santa Vittoria in Matenano.[10]

Per tutta la sua lunghezza questa dorsale funge da spartiacque tra il bacino fluviale del Tenna a nord, e quello dell'Ete Vivo a sud.[11][12] Lungo i due fiumi corrono i confini del territorio comunale, rispettivamente a settentrione e meridione; il versante rivolto verso il Tenna è più ripido dell'altro che guarda verso l'Ete Vivo.[13] In quest'ultimo versante, presso la contrada Colle Ete, vicino al letto del fiume si trovano i caratteristici «vulcanelli di fango»,[14] che sono espressioni di fenomeni geologici noti come vulcanesimo sedimentario.[15]

La necropoli di Belmonte Piceno

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Scultura in ambra di un leone e di una leonessa, scoperta nella necropoli picena di Belmonte Piceno (VI sec. a.C.)

Già nei primi del Novecento il professor Silvestro Baglioni raccolse reperti dalle tombe trovati dai contadini, ma solo con gli scavi governativi effettuati tra il 1909 e 1911 nella necropoli di Colle Ete, si portarono alla luce oltre 200 sepolture, databili dall'VIII al V secolo a.C. Alcune di queste con corredo tombale ricchissimo, appartenenti ai membri della fascia sociale più alta della comunità.

La più importante in assoluto è la "tomba del Duce", un principe seppellito intorno alla metà del VI secolo a.C., con sei carri a due ruote e un armamento quasi completo, composto da dischi-corazza in bronzo, schinieri figurati, lance, pugnali, spade, teste di mazza e quattro elmi in bronzo, due corinzi e due piceni. In questa sepoltura sono state trovate le due famose anse in bronzo che raffigurano un guerriero oplita con due cavalli affiancati, chiamato "il signore dei cavalli".

Furono scoperte anche due sepolture di donne, con carri a due ruote, che erano ricoperte da fibule in ambra decorata, di gusto greco e piceno, nonché da molte fibule e pendagli in bronzo. La particolarità fu il ritrovamento di lance e teste di mazza in ferro, che ha fatto da subito coniare la definizione di "tombe delle Amazzoni", donne di potere, madri, spose o figlie dei principi.

Almeno quindici sepolture contenevano un carro a due ruote, solitamente posto nella fossa tombale, ad un livello più alto rispetto al defunto. Notevole è il grande numero di tombe di guerrieri con elmi in bronzo, documentati con ben venticinque esemplari. Le sepolture erano ricche di oggetti d'ambra (orecchini, vaghi di collana, amuleti, bulle, pendagli, fibule) e di bronzo (pettorali, pendagli, torques, fibule, collane, armille, bottoni e anelli a nodi). Oggetti commissionati sono senza dubbio le fibule con nuclei di ambra raffiguranti leoni, realizzate o da un artigiano greco che lavorava per i signori piceni o da un artigiano locale che aveva acquisito le tecniche di lavorazione e lo stile da maestri greci. Famose sono due figurine femminili alate, in osso, di stile orientale, con le teste intagliate in ambra, che si reputano raffigurazioni della dea Cupra.

Simboli

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Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con D.P.R. 11 ottobre 1983.

«D'azzurro, a tre colli all'italiana d'oro, quelli inferiori posti in banda e in sbarra, con i segmenti di base che si toccano in un solo punto, e sostenenti il colle centrale posto nel cuore dello scudo. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di giallo.

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[16]

Monumenti e luoghi di interesse

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Architetture religiose

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Chiesa di Santa Maria in Muris

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Sorge su un'altura a 263 metri di altitudine a pochi metri dal borgo medievale di Belmonte Piceno, la vista che si ha del colle che ospita la chiesa è di 360°, tra la valle del fiume Tenna e la valle del fiume Ete.

La costruzione di origine romana si distingue per la sua originale costruzione con facciata a torre che denota la caratteristica di doppia funzione spirituale e difensiva.

Il nome S. Maria in Muris ne rende note la nascita della chiesa su vecchie mura risalente ad epoca romana.

L’edificio romano probabilmente era un'edicola del I sec. a.C., costruita da un probabile ex-soldato romano che dopo aver prestato servizio nelle legioni romani, gli fu donato un terreno nel territorio del Picenum dove costruire la propria dimora . Ogni villa romana veniva accompagnata dalla costruzione di un'edicola ove riporre le urne cinerarie dei famigliari defunti. Una lapide incastonata nella facciata della chiesa testimonia l’edicola esistita.

Dopo la caduta di Roma, giunsero nuovi dominatori nei nostri territori i Longobardi, l’attuale costruzione turrita e databile proprio al periodo longobardo, dal Registro di Farfa (prov. di Rieti) vengono appunto le più antiche notizie di questo edificio . Si attesta infatti la donazione di questa costruzione da parte di una nobildonna di origine longobarda Albagia ai monaci farfensi . L’utilizzo di materiale di recupero sulla facciata di altre epoche e anche testimonianza della ricostruzione della chiesa in questo periodo storico, perché era peculiarità dell’arte longobarda apporre su i propri edifici materiali di particolare pregio di epoche diverse, come a rimarcare il loro potere e importanza.

Chiesa del SS. Salvatore

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Costruita tra il 1771 e il 1776, per decisione dell'arcivescovo fermano cardinale Urbano Paracciani su disegno architettonico di Domenico Fontana, con l'opera del maestro urbanista Piero Augustoni.

La facciata in laterizi e ornata da paraste laterali che corrono fino a metà edificio e lesene terminanti con capitelli dorici, sulla sommità padroneggia un frontone triangolare con al centro il simbolo cristiano della croce. All'interno della chiesa ad unica navata troviamo tre altari in stucco che incorniciano affreschi di diversi autori, fra i quali spiccano Filippo Ricci, Armando Moreschini e Giuseppe Toscani, quest'ultimo ha realizzato l'affresco nell'abside del Cristo Santissimo Salvatore e l'affresco dei Quattro evangelisti presente nella volta a botte della navata. Di notevole pregio è il gruppo scultoreo della Pietà, opera lignea del XV secolo circa. Altro prestigioso manufatto è la Santa Croce in un prezioso reliquario d'argento che conserverebbe al suo interno una piccola parte della Santa Croce.

Cultura

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Museo archeologico comunale

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Il Museo archeologico comunale fu inaugurato il 4 ottobre 2015 e vi trovano posto alcuni dei reperti rinvenuti nella necropoli di Colle Ete. Una raccolta di manufatti, armi e gioielli, in bronzo e ambra, che racconta il popolo piceno, stanziatosi nel territorio in epoca arcaica. Si possono osservare anse di vasi in stile ellenico, ceramiche dipinte, o in bucchero, commerciate con gli Etruschi, monili in bronzo rinvenuti nelle tombe delle amazzoni, ruote di carri da guerra e un elmo corinzio. Tutto questo nobilitato anche da sapienti intarsi di ambra baltica. Infine, sono esposti ricostruzioni e foto originali degli scavi, fatti dall'allora soprintendente Dall'Osso e dal professor Baglioni.

Una festività molto importante che si svolge a Belmonte Piceno il 3 maggio è Santa Croce.

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1º luglio 1985 8 giugno 1990 Silvio Sebastiani Democrazia Cristiana Sindaco [17]
8 giugno 1990 21 giugno 1991 Silvio Sebastiani Democrazia Cristiana Sindaco [17][18]
1º luglio 1991 24 aprile 1995 Lucio Giustini Democrazia Cristiana Sindaco [17]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Lucio Giustini Lista civica Sindaco [17]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Lucio Giustini Lista civica Sindaco [17]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Danilo Pallotti Lista civica Sindaco [17]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Danilo Pallotti Lista civica Sindaco [17]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Ivano Bascioni Lista civica Libera scelta Sindaco [17]
27 maggio 2019 10 giugno 2024 Ivano Bascioni Lista civica Libera scelta Sindaco [17]
10 giugno 2024 in carica Ivano Bascioni Lista civica Presente e futuro per Belmonte Piceno Sindaco [17]

Ciclismo

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La Polisportiva Belmontese è l'associazione ciclistica di Belmonte Piceno, organizza e partecipa ad eventi sportivi di rilevanza regionale.

Calcio a 11

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La squadra locale, l'A.S.D. Belmonte Piceno milita nel campionato UISP.

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 28 febbraio 2024 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Carlo Tomassini, BELMONTE PICENO (FM) storia arte tradizioni | Storia e Luoghi della Marca Fermana, su luoghifermani.it. URL consultato il 10 ottobre 2024.
  5. ^ per R.D. 11/01/1863, nº 1126 (G.U. 6/02/1863, nº 32)
  6. ^ Distanza da Belmonte Piceno a Fermo, su distanzechilometriche.it. URL consultato il 10 ottobre 2024.
  7. ^ Belmonte Piceno – Historart, su historart.com. URL consultato il 10 ottobre 2024.
  8. ^ In realtà, da Fermo al mare Adriatico la dorsale si frammenta in altre dorsali minori, tra cui quelle che arrivano a Porto San Giorgio.
  9. ^ Nel settecento il paese antico subì uno smottamento, franando verso valle, ma venne poi ricostruito nella piana a ridosso del Tenna.
  10. ^ OpenStreetMap, su OpenStreetMap. URL consultato il 10 ottobre 2024.
  11. ^ Belmonte Piceno - Provincia di Fermo, su www.provincia.fermo.it. URL consultato il 10 ottobre 2024.
  12. ^ Benedetta Ficcadenti, Belmonte Piceno: storia della scoperta, su StorieParallele.it, 4 luglio 2020. URL consultato il 10 ottobre 2024.
  13. ^ OpenStreetMap, su OpenStreetMap. URL consultato il 10 ottobre 2024.
  14. ^ Belmonte Piceno, su letsmarche.it.
  15. ^ F. Lo Piccolo, Progettare le identità del territorio. Piani e interventi per uno sviluppo locale autosostenibile nel paesaggio agricolo della Valle dei Templi di Agrigento, Alinea Editrice, 2009, pp. 66–, ISBN 978-88-6055-424-6.
  16. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  17. ^ a b c d e f g h i j http://amministratori.interno.it/
  18. ^ Dimissioni anticipate

Bibliografia

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  • Silvestro Baglioni:

"La necropoli di Belmonte Piceno" Fabriano, 1927

  • Gaetano Sbaffoni:

"... guardo questo mondo, è tanto bello." Belmonte Piceno 1979

  • Isabella Cappella:

"Ritorno a un Bel Monte incantato" Fermo, 2004

  • Gabriele Mancini:

"La vita è 'na commedia" Montecosaro, 2014

  • Franco Giampieri

"E' cambiato lo munno" (viaggio a ritroso nella valle dell'Ete Vivo) Fermo, 2015

  • Isabella Cappella:

"Silvestro Baglioni gloria picena tra scienza e arte" Macerata, 2015

  • Joachim Weidig:

"Il ritorno dei tesori piceni a Belmonte. La riscoperta a un secolo dalla scoperta." Spoleto, 2017

  • Adolfo Leoni:

"Terre Farfensi. Terre Felici." Grottazzolina, 2018

  • AA. VV.:

"BC Belmonte Comics" Belmonte Piceno, 2018

  • Joachim Weidig:

"Racconti di scavo, restauro e ricerca" Belmonte Piceno, 2018

  • Joachim Weidig: "Archaische Mythen aus Bernstein. Die Rezeption griechischer und etruskischer Kunst in Belmonte Piceno." Darmstadt, 2024.
  • AA. VV.:

"Piceno da Vivere". (Progetto per la valorizzazione dell'Alleanza Museale Belmonte Piceno - Grottazzolina) Belmonte Piceno, 2019

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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