Libero consorzio comunale di Caltanissetta
Provincia di Caltanissetta provincia | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Amministrazione | |
Capoluogo | Caltanissetta |
Presidente | Damiano Li Vecchi (Indipendente) dal 01-02-2012 |
Territorio | |
Coordinate del capoluogo | 37°29′20″N 14°02′45″E |
Altitudine | 568 m s.l.m. |
Superficie | 2 124,52 km² |
Abitanti | 270 102[1] (31-03-2012) |
Densità | 127,14 ab./km² |
Comuni | 22 comuni |
Province confinanti | Palermo, Catania, Enna, Ragusa, Agrigento |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 93100 Caltanissetta, 93010-93019 provincia |
Prefisso | 0922, 0933, 0934 |
Fuso orario | UTC+1 |
ISO 3166-2 | IT-CL |
Codice ISTAT | 085 |
Targa | CL |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
La provincia di Caltanissetta (ufficialmente provincia regionale di Caltanissetta, pruvincia di Nissa in siciliano) è una provincia italiana della Sicilia di 270 102[1] ed una superficie di 2.124 km².
Geografia
La provincia di Caltanissetta confina a nord con la provincia di Palermo, a est con la provincia di Enna, la provincia di Catania e la provincia di Ragusa, e ad ovest con la provincia di Agrigento.
È uno dei pochi casi, in Italia, di provincia che ha un pezzo del suo territorio staccato dal resto: un'exclave: si tratta del comune di Resuttano, che si trova tutto circondato dal territorio della provincia di Palermo. Un altro esempio, nella stessa Provincia, è quello delle due piccole località di Canneti e Corfidato, due frazioni del comune di Enna (da cui distano in linea d'aria circa 15 km) che si trovano entro il territorio del comune di Caltanissetta.
Il territorio della provincia è prevalentemente collinare. Tuttavia si possono distinguere due zone geografiche ben distinte da caratteristiche morfologico-climatiche molto differenti:
- La zona settentrionale che comprende oltre al capoluogo, i comuni di: Acquaviva Platani, Bompensiere, Campofranco, Marianopoli, Milena, Montedoro, Mussomeli, Resuttano, San Cataldo, Santa Caterina Villarmosa, Serradifalco, Sutera, Vallelunga Pratameno, Villalba estendendosi fino ai distretti comunali di Delia e Sommatino.
- La zona meridionale invece si estende al sud appunto della provincia comprendendo la costa e includente i comuni di: Butera, Gela, Mazzarino, Niscemi e Riesi.
La prima è un'area geografica morfologicamente difficile ad alto impatto visivo caratterizzata da ampi valloni (vadduna in siciliano) e profondi dirupi; i valloni sono aperture improvvise in zone montagnose, specie di altipiani o terrazzamenti più o meno ad alta quota, tipici della Sicilia centrale e in particolare di questa zona.
La provincia di Caltanissetta è detta anche "provincia dei valloni" o provincia "dei castelli", visto l'uso di costruire in queste zone castelli usati come dimore estive o come roccaforti, quali il celebre "Castello di Pietrarossa" o quello di Mussomeli, il meglio conservato.
L'aspra morfologia del territorio ha influenzato l'andamento demografico, caratterizzato da centri piuttosto piccoli e scarsamente popolati ad eccezione del capoluogo, San Cataldo e Mussomeli.
Tipico di questa parte alta della provincia è anche il tasso d'inquinamento dell'aria molto basso (la provincia di Caltanissetta si colloca nel 2006 tra le province con miglior qualità dell'aria in Italia ed Europa)[senza fonte].
La zona meridionale della provincia di Caltanissetta si presenta molto diversa da quella settentrionale, caratterizzata da colline che dolcemente arrivano a congiungersi con la fertile Piana di Gela, che occupa un'area mediamente vasta che include la costa e supera i limiti provinciali estendendosi anche nella vicina provincia di Ragusa. La zona conta i comuni più popolosi della provincia dopo il capoluogo (superato solo da Gela): Gela, Niscemi, Riesi e Mazzarino.
I rilievi
Il territorio provinciale presenta una prevalenza collinare all'interno mantenendosi a livelli che raramente superano i 500 m s.l.m. Solamente a nord, al confine con la Provincia di Palermo si rilevano alcune cime che arrivano a sfiorare i 900 m; si tratta del Monte San Vito di 888 m che domina Mussomeli, di Monte San Paolino di 813, presso Sutera, della Montagnola di 877 m, di Monte Mimiani di 855, Monte delle Rocche di 832 m, Monte Fagaria di 813 e Monte Matarazzo di 825 m.
L'unica eccezione è costituita dalla Piana di Gela, seconda della Sicilia per estensione, che è delimitata da una cordigliera collinare, lungo il litorale, sul Golfo di Gela.
I fiumi
Il Salso è il fiume principale della provincia. È lungo 122 km e nasce nella provincia di Palermo, nelle Madonie da cui si dipana con il suo ramo sinistro, lambisce Caltanissetta e, solcando la Valle del Salso ampio vallone che costituisce un vasto terrazzamento naturale, sfocia poi nel Mediterraneo a Licata, in territorio agrigentino. Oggi è di portata molto ridotta ma in passato fu navigabile[2]. Il fiume, detto anche Imera Meridionale, segna per un buon tratto il confine con la Provincia di Enna e con la Provincia di Agrigento.
La maggior parte degli altri corsi d'acqua è a carattere torrentizio:
- Dirillo, nasce dai monti Iblei, viene deviato dall'omonima diga; in territorio gelese, segna il confine con la provincia di Ragusa, e sfocia nelle vicinanze del Biviere di Gela.
- Gattano, nasce dal monte Trigona vicino Butera con il nome di "torrente Serpente", e si getta nel Golfo di Gela, nei pressi della periferia ovest di Gela.
- Gela, nasce vicino Piazza Armerina con il nome di torrente Disueri, entra in territorio gelese, e viene deviato dalla diga Disueri; scendendo a valle riceve le acque del fiume Maroglio, e sfocia nelle vicinanze del Porto Isola di Gela.
- torrente Comunelli, nasce a nord di Butera, viene deviato dalla diga Comunelli, e sfocia nei pressi di Manfria.
I laghi
I laghi sono tutti artificiali, fatta eccezione per il Biviere di Gela, che è una palude costiera; ed il lago Sfondato, di sprofondamento e origine non chiara, che si formò nel 1907, e che pur non alimentato da immissari visibili è probabilmente sostenuto da acque di falda. Il lago, posto ad est del Monte Mimiani a 370 m s.l.m., ha un perimetro di 219 metri e una profondità di 13,5 m.
Il Lago Disueri e il Lago Comunelli sono formati da sbarramenti; allo scopo di costituire delle riserve di acqua per le esigenze della provincia spesso sottoposta a lunghi periodi di siccità.
Riserve naturali
- Riserva naturale orientata Biviere di Gela.
- Riserva naturale orientata geologica di Contrada Scaleri: La Riserva si trova a 2 km ad est di Santa Caterina Villarmosa e ad una ventina di chilometri a nord di Caltanissetta. È estesa 11,876 Ha di cui 3,313 di riserva e il resto di preriserva, con divieto assoluto di edificazione. L'interesse scientifico di quest'area è legato all'esistenza di microforme carsiche, dette Karren, nelle rocce evaporitiche e nella loro variabilità litologica.
- Riserva naturale integrale Lago Sfondato, in territorio di Caltanissetta nei pressi di Marianopoli; istituita nel 1997 e gestita dalla Legambiente.
- Riserva naturale orientata Monte Capodarso e Valle dell'Imera Meridionale.
- Riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi.
- Riserva Naturale Orientata Lago Soprano, in territorio di Serradifalco.
- Riserva Naturale Integrale Monte Conca, nel territorio di Campofranco.
Clima
Per quanto riguarda il clima, la zona nord della provincia si distingue per temperature piuttosto basse in media durante l'anno comparandole a quelle del resto dell'isola ad eccezione della provincia di Enna, e di alcune zone delle province di Palermo, Catania e Messina.
Caltanissetta si aggiudica il titolo di capoluogo siciliano più ventilato e più freddo subito dopo Enna. Nebbia, ghiaccio e neve (più raramente) caratterizzano gli inverni brevi ma intensi. Il capoluogo in particolare presenta minime piuttosto basse durante l'anno (0-3 °C in inverno e 15-20 °C in estate) ma picchi di massime durante l'estate (40-45 °C) che però è mai umida e afosa ma ventilata e secca. Dal clima tendenzialmente continentale del nord della provincia si passa al clima caldo-afoso della parte meridionale dove le temperature restano sempre abbastanza alte durante l'anno raggiungendo medie di 25 °C in estate e di 10 °C in inverno. Anche per quanto riguarda le precipitazioni si ha una sostanziale differenza tra nord e sud della provincia. Dai 700 mm annui della parte settentrionale (500 mm nel capoluogo) si passa ai 400 mm annui della parte meridionale, che sovente patisce gravi periodi di siccità.
Frequente è la presenza di nebbie e foschie, come d'altronde nell'intero versante interno sud-occidentale dell'isola.
Storia
La storia della provincia di Caltanissetta si presenta simile a quella di altre regioni contigue; l'insediamento umano più testimoniato sembra quello sicano con una persistenza nel tempo maggiore nelle aree interne che nelle zone costiere dove appare già nel VII secolo a.C. ben chiaro l'elemento greco. I Siculi sembrano aver colonizzato principalmente le zone costiere spingendosi verso l'interno sotto la pressione dei greci.
La provincia di Caltanissetta divenne tale infatti non appena venne istituita la divisione provinciale nella regione. Infatti insieme a quelle di Palermo, Catania, Messina, Siracusa, Trapani e Agrigento venne istituita dai Borboni nel 1818 la provincia di Caltanissetta, che allora comprendeva il 40%dell'attuale provincia di Enna comprendendo il capoluogo (l'allora Castrogiovanni) e il 10% dell'attuale provincia di Ragusa; fino ad allora il territorio regionale infatti era suddiviso fra i tre valli, il Vallo di Mazara, il Val Demone e il Val di Noto, le tre macro aree, il cui confine era definito in senso nord-sud dalla linea dei due fiumi, Imera Settentrionale e Imera Meridionale.
Nel periodo borbonico la storia della provincia è strettamente legata a quello dello sfruttamento dei giacimenti di zolfo quasi tutti in mano ad alcune famiglie nobili e funestata da immani tragedie per incendi e crolli in miniera le cui vittime sono sempre e soltanto gli sconosciuti e sfruttati minatori locali. Anche grazie alle miniere la provincia viene interessata dalle costruzioni ferroviarie della società ferroviaria settentrionale Vittorio Emanuele prima ancora che in altre zone con le direttrici, Catania-Caltanissetta e Canicattì-Licata completate tra il 1876 e il 1878, verso i due porti estremi di Catania e di Licata.
La provincia di Caltanissetta è da sempre conosciuta come la provincia dello zolfo. Ancor oggi le persone più anziane, bonariamente, appellano i nisseni, con il nomignolo i sulfarara (gli zolfatari). Nella miniera Trabia conosciuta anche come la Sulfara ranni i primi lavori estrattivi risalgono ai primi anni del Settecento; il minerale era così abbondante da essere visibile senza bisogno di scavare per cui bastavano una pala ed un piccone per raccoglierne grandi quantità. Secondo un censimento fatto nel 1834 le zolfare attive in Sicilia erano quasi 200; di queste ben 88 ricadevano nel comprensorio nisseno. Le più importanti erano la già citata miniera Trabia accomunata nella proprietà all'altra grande miniera Tallarita. Il grande bacino minerario, sito tra Riesi e Sommatino è attraversato dal fiume Imera Meridionale alla cui sinistra si trova la Tallarita e alla destra la Trabia. Nel 1904 oltre all'introduzione di metodi meccanici venne costruita anche una teleferica lunga 10 km che collegava la stazione ferroviaria di Campobello di Licata, della linea Canicattì-Licata con il bacino minerario Trabia-Tallarita.
Altre miniere importanti, quella di Gessolungo nella quale vi fu una strage di operai nel 1882 a causa di un terribile incendio, e la Trabonella, attiva sin dal 1825, che si trovava sulla riva destra del fiume Imera, a 3 km dalla stazione ferroviaria omonima della Ferrovia Palermo-Catania.
Il minerale veniva incendiato nei Calcaroni, speciali cumuli con canalette di colata da cui colava lo zolfo fuso poi solidificato in panetti e pronto per la spedizione. Una variante più perfezionata era il cosiddetto forno Gill. Erano metodi altamente inquinanti per l'anidride solforosa immessa nell'atmosfera in quantità enormi che bruciava i polmoni di uomini e animali e la vegetazione circostante. Solo nel 1952, fu introdotto il metodo di flottazione che sostituì quello obsoleto di fusione. Nel 1957 un'esplosione di grisou fece franare il pozzo Scordia della Trabia-Tallarita mietendo molte vittime. Nel 1962 l'Ente Minerario siciliano assorbì le miniere rimaste in funzione, chiuse tuttavia definitivamente nel 1975. Nel 2009 presso il sito minerario di Trabia è stato inaugurato il Museo delle Solfare di Trabia Tallarita[4].
Le tremende condizioni di vita nelle miniere di zolfo sono ricordate in Ciàula scopre la luna, di Luigi Pirandello dove si evidenzia il dramma dello sfruttamento del lavoro, dei carusi, ragazzini usati per scendere anche a centinaia di metri nei caldi cunicoli sotto terra, completamente nudi, e portare all'esterno sulle spalle le sacche piene di zolfo. Venivano ceduti dalle misere famiglie in cambio dell'anticipo di una somma esigua divenendo uno strumento dei picconieri. Il caruso riceveva solo il vitto, spesso solo pane, in miniera per tutta la vita, subendo violenze di ogni tipo, con gli occhi bruciati dalla polvere di zolfo, e la colonna vertebrale deviata per sempre. La visita di leva, arrivava puntuale, ma tutti i ragazzi delle miniere di zolfo venivano riformati per rachitismo, deformità o cecità.
Economia
La provincia di Caltanissetta anche in campo economico si divide nettamente in due aree con caratteristiche ben diverse: quella settentrionale facente capo al capoluogo e quella meridionale orbitante intorno alla città di Gela.Grazie a queste risorse la provincia di caltanissetta nel 2010 ha dichiarato un pil pro capite di 17.500 euro.
L'economia provinciale era un tempo esclusivamente basata su tre settori fondamentali: agricoltura, pastorizia ed estrazione dello zolfo. Dopo la crisi del settore zolfifero che vedeva nei porti di Terranova (l'odierna Gela), Licata e Porto Empedocle i suoi maggiori sbocchi commerciali, l'economia provinciale è andata incontro ad un progressivo declino che perdura ancora oggi nella zona settentrionale della stessa. In particolar modo la città di Caltanissetta basa la propria economia sul terziario (in quanto capoluogo di provincia e quindi sede di uffici e attività commerciali di riferimento per il territorio circostante) e sulla pastorizia. Il resto dei centri, tutti di piccole dimensioni (sotto i 25.000 abitanti), basano la propria economia sempre sulla pastorizia e, marginalmente, sull'agricoltura. Cosa ben diversa accade nel sud della provincia dove l'economia risulta diversificata e, seppur rientrante nei canoni dell'asfittica economia del Mezzogiorno, più fiorente rispetto alla zona settentrionale della provincia tanto che se in provincia di Caltanissetta si può parlare di export lo si deve soprattutto alle attività industriali e commerciali ruotanti intorno a Gela. La città di Gela è sede di uno dei tre poli petrolchimici siciliani che dà lavoro complessivamente a oltre 2000 addetti, oltre a numerose piccole e medie aziende insediate nelle due (prossimamente tre) aree del Consorzio di sviluppo industriale ASI. Inoltre la zona costiera compresa tra la città di Gela e diversi comuni della vicina provincia di Ragusa è una delle zone di più intensa coltivazione di prodotti agricoli (soprattutto ortaggi) in serra d'Europa. Attorno a Gela si segnala Niscemi che è un'importantissima zona agricola dove si segnala, tra gli altri prodotti, il carciofo, coltivato in grandi quantità.
Comunque sia l'economia del Nisseno si colloca agli ultimi posti in termine di Pil e Reddito pro-capite nel territorio regionale e questo lo si deve alla consolidata situazione di stagnamento economico della zona nissena e alla crisi dei settori agricolo e industriale del gelese. Le speranze sono da riporre nella modernizzazione del settore agricolo, nel miglioramento dei collegamenti e nella valorizzazione delle risorse culturali e paesaggistiche soprattutto della zona meridionale che, se ben sfruttate, potrebbero costituire la base per affermare turisticamente la provincia in campo regionale.
Agricoltura e allevamento
L'agricoltura occupa un posto importante nell'economia della provincia, in particolare per la produzione di grano, uva, olive, agrumi. Rilevante è in particolare la viticoltura, che vanta la presenza di distretti enologici tra i più vivaci e produttivi d'Italia (Vallelunga Pratameno, Riesi, Butera, Serradifalco, San Cataldo, Milena, Sommatino, Delia). Tipica la coltivazione del grano e del frumento con cui si fa un pane particolarmente buono, in particolare nel capoluogo. Rinomata la produzione dell'olio con frantoi d'eccellenza (San Cataldo ad esempio) e dei carciofi nell'area di Niscemi. Sviluppato anche l'allevamento (specie Caltanissetta, San Cataldo, Marianopoli, Resuttano, Villalba, S. Caterina Villarmosa) nella parte più settentrionale della provincia.
Industria
Antica e a suo tempo redditizia fu la produzione, estrazione e lavorazione dello zolfo che si esportava in tutto il mondo e che oltre a interessare il capoluogo primariamente e la parte alta della provincia interessava anche l'ennese e l'agrigentino.
Dopo il tracollo dell'industria zolfifera siciliana la provincia ha stentato a trovare una nuova dimensione industriale: questa si è concretizzata a partire dalla fine degli anni cinquanta con l'impianto dei complessi di raffinazione e lavorazione del petrolio e dei suoi derivati nella Piana di Gela. La scelta non è stata delle più felici dal punto di vista ecologico ed ambientale dato che il Polo petrolchimico gelese è nato in un'area ecologicamente importante, a ridosso del Biviere di Gela, ed ha precluso lo possibilità di ricerche archeologiche in un'area di grande rilevanza storica nel periodo greco. L'impianto industriale all'inizio ha prodotto un incremento rapido dell'occupazione e del reddito pro-capite, dato che l'area era una delle più povere della Sicilia, con coltivazioni agricole a bassa redditività (seminativo e cotone), ma alla lunga la diminuzione costante della manodopera assieme all'aumento vertiginoso del costo della vita, si sono rivelati un'arma a doppio taglio con il progressivo abbandono delle attività agricole e l'aumento del tasso di disoccupazione nel settore industriale favorendo l'allignamento nel gelese di una feroce forma di mafia che si cerca di porre sotto controllo seppur con grandi difficoltà.
L'industria oltre che essersi sviluppata a Gela è presente nel capoluogo con piccole e medie aziende (Prolat, Averna) e presenta punti d'eccellenza come nella fabbricazione di pipe e liquori esportati in tutto il mondo nonché produzione e lavorazione del sughero (Niscemi), polo tessile (Riesi) e fabbriche alimentari un po' disperse su tutto il nisseno. Negli ultimi decenni si è sviluppata l'area industriale e produttiva nell'area tra San Cataldo, Caltanissetta e Serradifalco.
La PROLAT e la Fratelli Averna sono due delle aziende maggiori del capoluogo che commercializzano i propri prodotti in Italia, la prima, e nel mondo la seconda. Il capoluogo è anche attivo nei settori elettronico, informatico e alimentare; notevole la produzione del miele per cui si è costituito il Consorzio Agricoltori Italiani di Caltanissetta. La produzione di miele di qualità è attiva anche a Serradifalco dove è insediata l'attività di raffinazione e confezionamento di sale alimentare proveniente in gran parte dalla provincia di Trapani.
Turismo
La provincia nissena non presenta un movimento turistico rilevante: le statistiche regionali lo stimano appena all'1% di quello regionale[5]. Recentemente si sta sviluppando un importante comparto turistico nella zona marina di Butera con la nascita di un villaggio turistico e di varie strutture ricettive.
Trasporti
Rete stradale
L'orografia difficile della provincia, che obbliga qualunque itinerario ad un continuo saliscendi con curve e tornanti, ha di fatto condizionato anche il sistema viario e ferroviario che oggi risultano obsoleti. È attraversata per un tratto a nord dall'Autostrada A19 Palermo-Catania, con 3 svincoli (Caltanissetta, Ponte Cinque Archi e Resuttano), e serve discretamente bene il territorio settentrionale della provincia (Caltanissetta in testa, San Cataldo, Santa Caterina Villarmosa, Marianopoli, Resuttano, Villalba e Vallelunga Pratameno).
La parte meridionale della provincia invece ha solo un progetto di attraversamento dell'A18 Siracusa-Gela bloccato da decenni; attualmente l'esecuzione dei lavori è ferma al confine tra le province di Siracusa e Ragusa e non è possibile alcuna previsione.
Tra le altre strade, la trafficata ma pericolosa Strada statale 640 di Porto Empedocle per Canicattì ed Agrigento, essendo una delle strade siciliane più importanti e con i più alti tassi incidenti stradali (tra le prime 20 in Italia più pericolose) ha un grosso traffico poiché[senza fonte]collega il capoluogo nisseno alla provincia di Agrigento, nonché con Palermo e Catania allacciandosi all'A19 Palermo-Catania.
Nel maggio e nel giugno del 2009 è stato approvato il progetto del raddoppio della statale che interesserà l'intero tracciato e che dovrebbe essere ultimato nel 2012[senza fonte]. A livello locale rivestono una certa importanza la Strada statale 122 Agrigentina (Caltanissetta-San Cataldo-Serradifalco-Canicattì), nonché la Caltanissetta-SS117 bis-Enna, la Strada Statale 122 Bis Caltanissetta-Santa Caterina Villarmosa, la Strada statale 190 delle Solfare che collega Canicattì al bivio per Gela della Strada statale 117bis Centrale Sicula e attraversa Delia, Sommatino e Riesi, la Strada Statale 121 Catanese che collega Palermo con Catania attraversando i comuni nisseni di Vallelunga Pratameno, Marianopoli e Santa Caterina Villarmosa, il tratto costiero di attraversamento della Strada statale 115 Sud Occidentale Sicula, la strada statale più lunga della Sicilia e una delle più importanti e anche questa una delle più pericolose[senza fonte] che collega Gela con Vittoria, Ragusa e Siracusa da un lato e con Licata, Agrigento e Trapani dall'altro lato. Ricade in provincia di Caltanissetta la parte finale della Strada Statale 191 di Pietraperzia che collega il comune ennese di Pietraperzia con la SS190 al Bivio Vanasco attraversando Barrafranca e Mazzarino. Lungo il confine nord occidentale con la provincia agrigentina corre la Strada Statale 189 della Valle del Platani che collega Agrigento con Palermo e le suddette città con i comuni del Vallone nisseno: Mussomeli, Acquaviva Platani, Sutera, Camprofanco, Milena e Bompensiere.
Infine inizia dalla SS190 nei pressi di Sommatino la Strada Statale 557 di Ravanusa che collega il comune nisseno con il vicino comune agrigentino.
La vicina valle del Salso è attraversata dalla Strada statale 626 dir Licata-Torrente Braemi della quale il tratto finale compreso tra la SS190 e la SS626 (Caltanissetta-Gela) da decenni attende di essere aperto al transito. Gela è inoltre collegata tramite la già citata SS117 Bis con Piazza Armerina e Enna. La medesima strada fa parte del tratto terminale del trafficato collegamento Catania-Gela (in un progetto questo collegamento dovrebbe diventare una moderna superstrada).
Le strade provinciali sono vecchie e malridotte; anche la SS122 tra il capoluogo nisseno con Mussomeli, soffre specie d'inverno lunghi periodi di inagibilità.
Di recente costruzione è la Strada statale 626 della Valle del Salso (Caltanissetta-Gela) che con viadotti lunghi e alti collega il capoluogo con i maggiori centri della provincia meridionale; ma l'incidente del luglio 2009 che ha visto il crollo di una travata di un viadotto ne ha ridotta l'agibilità.[6]
Rete ferroviaria
La provincia è attraversata da un discreto numero di linee ferroviarie, tutte a binario unico, costruite tra la seconda metà e la fine del XIX secolo in virtù della presenza di miniere di zolfo in grande quantità che spinsero gli investitori a costruire linee ferrate verso i porti di Licata e Catania dato che per un certo periodo la Sicilia fu leader mondiale nella produzione del prezioso minerale, pur se a costi umani esorbitanti.
La parte nord è attraversata dalla Ferrovia Palermo-Catania; da essa si dirama, nella Stazione di Caltanissetta Xirbi, la tratta di collegamento con la stazione di Caltanissetta Centrale che prosegue verso la Stazione di Canicattì da cui si diramano il ramo per Agrigento e quello per Licata. Il tratto costiero a sud è attraversato dalla Ferrovia Siracusa-Gela-Canicattì nella cui Stazione di Gela confluisce la linea proveniente da Catania.
Non è mai entrata in funzione invece la Ferrovia Canicattì-Caltagirone, costruita inizialmente a scartamento ridotto e per buona parte già costruita, di cui era già prevista la trasformazione a scartamento ordinario; questa avrebbe realizzato il più breve collegamento tra Agrigento e Catania passando per Canicattì, per i grossi centri nisseni di Delia, Sommatino, Riesi, Mazzarino e Caltagirone; anche questa decisione fu frutto di una miope gestione delle opere pubbliche meridionali costruite in tempi così lunghi da risultare già vecchie all'atto dell'inaugurazione e spesso abbandonate per caduta di interesse.
I porti
La provincia si affaccia sul mare soltanto a sud con predominanza di coste sabbiose pertanto non molto favorevoli ad insediamenti portuali. In conseguenza della nascita del Polo petrolchimico di Gela è stato costruito un apposito porto commerciale, il Porto Isola di Gela. A poca distanza, nella stessa area di Gela è presente un porto da pesca e diporto: il Porto Rifugio di Gela. A Gela si trova anche una Capitaneria di Porto.
Cultura
Un rinnovato movimento culturale è oggi in atto nel capoluogo con la ristrutturazione e riapertura della Biblioteca Comunale Scarabelli e, soprattutto, con la costituzione della Società Nissena di Storia Patria. I teatri e i cinema della città contribuiscono allo sviluppo del movimento culturale (Teatro Comunale Regina Margherita, Teatro Beauffremont).
La provincia annovera letterati come Leonardo Sciascia, nativo di Racalmuto nell'agrigentino e che visse e operò a Caltanissetta per tanti anni dall'età di 8 anni, ma anche figure del passato come Ruggero Settimo e Rosso di San Secondo.
È presente un parco letterario Regalpetra dedicato a Sciascia.
Musei
- Museo Mineralogico e Paleontologico della Zolfara
- Antiquarium di Sabucina
- Museo Archeologico sito in via di Santo Spirito
- Museo dei Gruppi Sacri o delle "Vare" sede provvisoria locali chiesa San Pio X
a Campofranco:
a Gela:
- Museo Archeologico Regionale
- Antiquarium Iconografico e Mura Timoleontee di Capo Soprano
a Marianopoli:
- Museo Archeologico: nelle sue sale conserva reperti degli insediamenti preistorici di Monte Castellazzo, di Monte Balate e di Valle Oscura. Le epoche testimoniate variano dal Neolitico al periodo greco-siculo.
a Niscemi
- Museo Didattico Comprensoriale di Storia Naturale
- Museo della Civiltà Contadina "A. Marsiano"
a Riesi
Zone archeologiche
- Gela: è il centro archeologico più importante della provincia e uno dei maggiori dell'intera Sicilia. Nel suo territorio si trovano tre grandi aree archeologiche (Acropoli, Capo Soprano e Terme ellenistiche, Emporio Greco) e una miriade di siti non attrezzati ma di grande interesse storico-archeologico (ad esempio Manfria, Bitalemi, Stazione vecchia, piazza Calvario, Grotticelle, Piano Notaro, etc...).
- San Cataldo: a pochi km, Vassallaggi, i resti di una città antica di età protostorica, del VII secolo a.C., ellenizzata dal VI secolo a.C. Notevole la necropoli con centinaia di tombe dal ricco corredo. I reperti sono nel Museo Archeologico Regionale di Gela.
- Milena: sul Monte Campanella, a sud-ovest dell'abitato, tombe a tholos tra XII e X secolo a.C. Sulla collina di Serra del Palco, tracce di insediamenti umani del Neolitico.
- Caltanissetta: il Sito Archeologico di Sabucina e di Gibil Gabib.
Castelli
- Castello di Pietrarossa: Caltanissetta
- Castello di Falconara: Sulla costa di Butera. Risale al 1362; In seguito ampliato con torri e merlature fino a divenire una dimora ricca e confortevole.
- Castello di Mussomeli: fatto costruire da Manfredi III dei Chiaramonte nel 1370, vero e proprio capolavoro, inespugnabile, di architettura militare a 2 km dall'abitato odierno di Mussomeli.
- Castelluccio di Gela:di origine sveva, costruito a scopo difensivo venne gravemente danneggiato dai bombardamenti alleati nello sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943.
- U cannuni, Castello di Mazzarino. Non si conosce la data di costruzione ma è già documentato come esistente nel 1285.[7]
- Castello di Delia. La data di costruzione è incerta, comunque anteriore al periodo aragonese.
- Castello di Grassuliato, in località Castellazzo tra Mazzarino e San Michele di Ganzaria; di origine bizantina, faceva parte del sistema di difesa della costa sud. Oggi in rovina.
- Castello di Resuttano sito sulla sponda sinistra del fiume Salso, di origine medievale.
- Castello della Muculufa di origine bizantina, posto sulla sponda sinistra del fiume Salso a circa 30 km dalla foce.
- Castello di Rasicudia, appena ad Ovest dello svincolo autostradale di Ponte Cinque Archi della A19.
Comuni
Appartengono alla provincia di Caltanissetta i seguenti 22 comuni:
Sport
Eventi
I principali eventi sportivi che si sono tenuti in provincia di Caltanissetta si sono svolti nel capoluogo. Lo stadio Pian del Lago ha ospitato la Nazionale italiana Under-21 il 16 novembre 1994 contro la parigrado croata in una gara di qualificazione per gli Europei 1996; successivamente è stato sede della finale della Coppa Italia di rugby XV nel 2003 tra Arix Viadana e Ghial Calvisano.
Per quanto riguarda l'automobilismo, la Coppa nissena è uno dei trofei più antichi dell'isola: la prima edizione risale al 1922. Si tratta di una cronoscalata di circa cinque chilometri che si svolge ogni anno. Anche il rally di Caltanissetta, anche se di più recente costituzione, è una manifestazione di rilievo[8].
Società sportive
La principale società calcistica della provincia è la Nissa Football Club, che ha vissuto il suo momento d'oro negli anni trenta-quaranta. Il suo massimo risultato è il secondo posto in Serie C nel 1935-36. Un'altra società importante è il Gela Calcio. La squadra gelese ha raggiunto come suo massimo traguardo la Serie C1 nel 2005-06, ma dopo una sofferta salvezza ha dovuto rinunciarvi per problemi economici. Il Gela era assurto agli onori delle cronache anche per una campagna contro il pizzo e la criminalità locale, condotta dal sindaco Rosario Crocetta. Nella pallavolo invece la principale società è l'Eurotec Volley di Gela militante nel campionato nazione di serie B1. Per quanto riguarda la pallacanestro, la maggiore formazione è l'Enviroil Italia Gela militante nel campionato di serie C nazionale[senza fonte].
Impianti sportivi
Il più importante stadio nisseno è l'ex Pian del Lago, dal 2007 ribattezzato Marco Tomaselli. Si tratta di un impianto inaugurato nel 1990, che può ospitare 15.000 spettatori in tribuna. È impiegato per l'atletica leggera, il calcio e il rugby[9]. Lo stadio di Gela, il Vincenzo Presti, può ospitare fino a 4.200 spettatori[10]. A Gela sono presenti due palazzi dello sport inaugurati entrambi nel 2009: il PalaLivatino di 2500 posti a sedere di competenza provinciale e il PalaCossiga di 2000 posti di competenza comunale. Anche San Cataldo, Niscemi, Sommatino e Delia contano discreti impianti sportivi.
Atleti
- Giovanni Marchese, calciatore di Caltanissetta
- Vincenzo Presti, mezzofondista di Gela
- Vittorina Vivenza
Personalità legate alla Provincia di Caltanissetta
- Sergio D'Antoni, sindacalista e politico
- Antonio Maria Panebianco, cardinale
- Giuseppe Guarino, cardinale
- Antonio Montagnino, politico
- Cataldo Naro, arcivescovo di Monreale, storico della Chiesa.
- Pietro Galletti, Inquisitore di Sicilia, arcivescovo di Catania
- Alberto Vassallo di Torregrossa, arcivescovo, Nunzio Apostolico
- Calogero La Piana, arcivescovo
- Angelo Rizzo, vescovo
- Ugo Longo, dirigente sportivo
- Salvatore Paruzzo, vescovo
- Antonino Migliore, vescovo
- Antonio Sciortino, presbitero e giornalista, direttore di Famiglia Cristiana
- Giuseppe Alessi, primo Presidente della Regione siciliana
- Carlos Salvador Bilardo dirigente sportivo e ex allenatore di calcio (argentino di origini mazzarinesi)
- Ignazio Lunetta, responsabile ufficio ricerche e sviluppo della Ferrari, già ingegnere di pista di Alesi
- Antonin Scalia Giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti d'America, di origini Sommatinesi.
Bibliografia
- Naples (Kingdom), Costituzione politica del Regno dell Due Sicilie, Dalla stamperia del Parlamento nazionale, 1821, pp. 8–.
- Giovanni Mulè Bertòlo, La rivoluzione del 1848 e la provincia di Caltanissetta, Tip. dell'Ospizio prov. di beneficenza, 1808, pp. 231–.
- Collezione delle leggi, decreti e disposizioni governative compilate dall'avvocato Nicolò Porcelli, a cura del tipografio Franco Carini, Stab. tip. Carini, 1860, pp. 391–.
- Vincenzo Martillaro, Opere di Vincenzo Mortillaro, Stamp. Oretea, 1854, pp. 243–.
- Vincenzo Mortillaro (march. di Villarena.), Opere, 1834, pp. 179–.
- AA. VV., Ciao Sicilia-Whats'on Sicilia, Palermo, Guida semestrale n°6, giugno 1990.
- AA. VV., Bell'Italia-Sicilia 1, Milano, Editoriale Giorgio Mondadori, 1994.
- Oggi, Il Grande Atlante Stradale, Novara, Istituto Geografico Deagostini, 1979.
Note
- ^ a b Dato Istat al 31 marzo 2012
- ^ Moses Israel Finley, Storia della Sicilia antica, Bari, Laterza, 1979, p. 13.
- ^ Seguendo la via delle zolfare
- ^ MSTT - Museo delle Solfare di Trabia Tallarita
- ^ La provincia di Caltanissetta in cifre
- ^ Il 21 maggio del 2009 sul viadotto Geremia II (lunghezza: 1480 metri, altezza massima: ca. 90 metri), nei pressi di Butera, una porzione di impalcato di travi in c.a.p. si è staccata dal giunto della nona pila in direzione di Gela. Dopo alcuni giorni è interamente crollata la parte interessata al danno da un'altezza di 70 metri ed a tutt'oggi questo tratto è interdetto al traffico.
- ^ ICASTELLI.IT - Castello U'Cannuni di Mazzarino - Caltanissetta
- ^ Sito dell'Aci di Caltanissetta
- ^ oltre il Palacanizzaro giusto di fronte nonché il Palazzetto dello Sport G.Carelli con adiacente pista di pattinaggio impiegate in competizioni regionali e nazionali.Le ultime due strutture elencate che si trovano in via Rochester contano anche la moderna piscina comunale olimpionica.Impianti sportivi a Caltanissetta
- ^ Scheda dello stadio
Voci correlate
Altri progetti
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