Alberto Cavalletto

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Alberto Cavalletto

Deputato del Regno di Sardegna
Durata mandato7 luglio 1860 –
17 dicembre 1860
LegislaturaVII
Gruppo
parlamentare
Destra
CollegioChiari
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato13 marzo 1864 –
7 settembre 1865
LegislaturaVIII
Gruppo
parlamentare
Destra
CollegioCasalmaggiore

Durata mandato5 luglio 1868 –
29 giugno 1873
LegislaturaX, XI
Gruppo
parlamentare
Destra
CollegioValdagno

Durata mandato21 dicembre 1873 –
2 ottobre 1882
LegislaturaXII, XIII, XIV
CollegioSan Vito al Tagliamento

Durata mandato22 novembre 1882 –
27 settembre 1892
LegislaturaXV, XVI, XVII
CollegioPordenone
Sito istituzionale

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato12 dicembre 1892 –
19 ottobre 1897
Legislaturadalla XVIII (nomina 20 novembre 1892)
Tipo nominaCategoria: 3
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDestra storica
Titolo di studiolaurea
ProfessioneIngegnere

Alberto Cavalletto (Padova, 28 novembre 1813Padova, 19 ottobre 1897) è stato un politico italiano. È stato deputato per la Camera del Regno di Sardegna nel 1860 e deputato alla Camera del Regno d'Italia dal 1864 al 1865 e dal 1868 fino al 1892. In quell'anno venne nominato senatore del Regno d'Italia.

Nacque a Bassanello di Padova il 28 novembre 1813 da Antonio Cavalletto e Maria Sandri. Si laureò in ingegneria idraulica all'Università di Padova. Entrò giovanissimo nelle file dei liberali, nel 1848 combatté a Vicenza in qualità di maggiore della Legione Brenta Bacchiglione ed ebbe un ruolo attivo nella difesa di Venezia.

Arrestato dalla polizia austriaca nel 1852, venne condannato a morte assieme a Tito Speri e altri patrioti, ma ottenne la commutazione della pena in sedici anni di reclusione, che vennero scontati a Josefstadt e a Lubiana.

Liberato con l'amnistia del 1856, si trasferì in Piemonte, dove perseguì la sua opera di patriota in favore dell'unità d'Italia sotto i Savoia. Dal gennaio nel 1859, Cavalletto divenne una figura fondamentale del Comitato Politico Centrale Veneto, nato per coordinare i comitati segreti locali che agivano sul territorio con azioni propagandistiche contro il governo asburgico. Negli ultimi anni della dominazione austrica nel Veneto, Cavalletto fu mandante (o complice degli organizzatori) di varie aggressioni e lanci di "bombe alla Orsini" contro le case di sacerdoti e privati cittadini accusati di opporsi all'unificazione[1]. Il Comitato Politico, di cui il patavino era segretario, si occupava inoltre di finanziare manifestazioni di protesta nel Veneto e nel Friuli, caratterizzate dall'accensione di "fuochi di Bengala" e dall'esposizione di tricolori[2].

Alle elezioni suppletive della VII Legislatura per il collegio elettorale di Chiari, tenutesi il 1º luglio 1860, si candidò per conto della destra filocavouriana bresciana; fu eletto al ballottaggio del 5 luglio contro il candidato dei radicali Bettalini. Nel 1864, fu nuovamente eletto deputato alla Camera in occasione delle elezioni suppletive del collegio di Casalmaggiore. Si ripresentò allo stesso collegio in occasione delle elezioni generali dell'anno dopo, ma venne sconfitto dal candidato della sinistra Giuseppe Garibaldi.

Nel 1866, dopo la terza guerra d'indipendenza, tornò in Veneto e divenne deputato alla Camera per i collegi elettorali di Valdagno (1868-1873), San Vito al Tagliamento (1873-1882) e Pordenone (1882-1892).

Fu elevato alla dignità senatoriale il 20 novembre 1892.

Morì a Padova il 19 ottobre 1897.

Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d'Indipendenza (2 barrette) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
  1. ^ (IT) Riccardo Pasqualin, Il pensiero e l'azione politica di Alberto Cavalletto, in Storia Veneta, Anno XVI, n. 75, Padova, Elzeviro, Febbraio 2024, pp. 22-33.
  2. ^ Ibidem.
  • Mario Faini, Le baruffe bresciane: società e politica dall'Unità d'Italia alla Grande Guerra, Brescia, Edizioni Brixia, 1993.
  • Pietro Galletto, Alberto Cavalletto (1813-1897), Padova, Libreria Editrice Draghi, 1997.
  • Riccardo Pasqualin, Il pensiero e l'azione politica di Alberto Cavalletto, in «Storia Veneta», n. 75, anno XVI - febbraio 2024, pp. 22-33.
  • Giovanni Quarantotti, Carteggio Cavalletto - Luciani: 1861-1866. Raccolto e annotato da Giovanni Quarantotti, Padova, Tipografia Antoniana, 1962.

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